wolkoff ha scritto:
Per il resto, riprendendo in parte anche il discorso dell'amico
Aleksandr (
), non credo di appartenere a nessuna delle due categorie che lui ha illustrato.
Più cinicamente non m'interessa granché se alcuni cambiamenti fossero necessari o meno - v. smartphone, pensione, tesserino, fidanzate, etc. Se se ne avvantaggia la qualità della storia ben vengano. Se sono degli strumentucoli per imporre la propria visione e distogliere dai veri problemi della testata - e ce ne sono molti, autori compresi
- allora non so cosa farmene. Sembrano dei
detour a mo' di contentino/spot per alterare la carte di un mazzo già perdente. Per far saltare il banco serve altro, a livello di assi da calare, osando. Che ci sarebbero anche, in teoria, ma per ora mi pajono giocati malino, o nel tentativo di recuperare la partita solo intorno all'ultima mano, quando sotto la manica non potrai nascondere nulla perché sei già in mutande
.
E non parliamo pretestuosamente di dirottamenti improvvisi non possibili, perché 8 mesi e 15 storie lunghe sono già un modesto bagaglio per trarre qualche conclusione non avventata. E se un (presunto) esordiente canna al terzo tentativo, non è più un esordiente ma un perseverante. Poco diabolico, se non per chi gli lascia ancora
faust-ianamente carta bianca
.
Anche la premessa da "
ne vedrete delle belle" come se tutto fosse una fase preparatoria verso il megabotto finale ad effetto, mi sembra una castroneria non da poco visto che la testata si basa sui singoli albi e non sulla consequenzialità, come una normale serie tv, di elemento sparso in elemento sparso
Detto questo, lo ribadisco, io sono ancora ottimista in linea di massima.
Ma a dirla tutta, su 14 storie me ne sono piaciute a malapena 4. Due di Recchioni (che è l'unico ad averci capito qualcosa della sua "evoluzione") e una che scommetto la maggior parte di voi detesta -
Il futuro alle spalle.
4 su 14 mi pare una media perfettamente conforme al mio periodo gualdoniano, o anche precedente. Visto che vi piace tanto la comparatistica
.
ALOHA A 15 ANNI LEGGEVO HESSE, A 20 CèLINE, A 35 VELTRONI
(dove avrò sbagliato...)
Sulle innovazioni all'inizio pensavo "Vediamo un po' il contesto", "che importa se poi sono belle storie" "Se servono a migliorare la serie, a renderla più interessante...", ecc. Poi proseguendo nella lettura alcuni elementi hanno cominciato a pesarmi. In misura maggiore il pensionamento di Bloch. Pensavo (o speravo) che fosse un modo per liberarlo dai cliché in cui era ormai scaduto, di farne così una specie di spalla investigativa di buon livello, un compagno d'indagini, un consulente, capace di immergersi nelle vicende più cupe e di rappresentare un costante contraltare razionalistico-riflessivo per Dylan. E non sto escludendo che la sua figura in futuro avrà (anzi ne sono convinto) un certo rilievo e sviluppo, mi limito a constatare che per ora le cose non sono andate così: da una parte abbiamo una specie di Barnaby in pensione (in un'ambientazione che, soprattutto dopo riletture, mi lascia dubbioso, ma forse sono io con l'immaginario di Bloch troppo legato al poliziesco cittadino), dall'altra Rania che lo sostituisce in maniera esagerata, con tanto di appellativo, di appuntamento fisso, ecc, ma con meno carisma (e il rischio di schermaglie amorose che potrebbero diventare leziose) e mi fa chiedere, ogni volta che l'ho vista farne le veci, il perché di una scelta del genere (a parte il forte impatto mediatico del pensionamento del vecchio ispettore). In tal senso l'unica figura davvero nuova sembra essere Carpenter, fin qui piuttosto limitato e già un po' monotono, ma è ancora da vedere se potrà davvero essere un elemento di rottura (anche e soprattutto di scatole, per Dylan, o se rimane una specie di macchietta incazzosa, per i lettori). Forse, tanto per andare un po' d'immaginazione, si poteva lasciare Bloch al suo posto ed inserire una figura alla Carpenter (come il detective ostile di
Anime prigioniere). L'altro elemento che mi soddisfa poco è quello tecnologico, vedere Dylan usare un semplice cellulare o navigare su internet era quasi doveroso, creando un Ghost 9000 parlante e onnisciente (ancora difficile da digerire la scena in cui lo avverte del pericolo in metropolitana) si è voluto strafare.
Ripeto, per me "bastava" puntare solo (o quasi, qualche nuovo personaggio fisso ci voleva anche) su una ripresa qualitativa della testata e Recchioni ce lo vedevo bene comunque ed ha dimostrato di saperci fare in tal senso nella fase 1. Da quando c'è lui le storie e i dialoghi mi sembrano più scorrevoli, raramente mi è accaduto di annoiarmi come in passato. Per il futuro di Dylan Dog anch'io (come l'amico Wolkoff
) mi ritengo ottimista, più che altro spero, una volta assestatisi i cambiamenti (positivi o negativi che siano) di leggere delle buone storie dylaniate (con carico di inquietudine, horror - anche senza splatter, surrealismo e altro) e molto dipenderà dagli autori impiegati e dalla loro ispirazione, più ancora che dalle linee guida del curatore. E ad ogni modo indietro non si torna (e c'è sempre l'Old Boy
), ma qualche aggiustatina sull'impiego dei personaggi si può fare.
Su Simeoni. Ho dato la sufficienza (o poco più) a tutte le sue storie, le ho trovate tutte avvincenti, indubbiamente sa scrivere e sa disegnare. Il problema è che per ora mi sembra davvero poco dylaniato. Non vedo una gran differenza tra lui ed un autore medio delle gestioni precedenti (tanto per fare un nome tra lui e Di Gregorio, che invece ultimamente è migliorato).