Albo insufficiente.
Benchè sceneggiatura e disegni siano gestiti con una certa professionalità, stavolta proprio non ce la faccio a dare il 6 di prammatica.
La motivazione del mio dispiacere è la stessa che mi ha spinto a bocciare il
DD Magazine #1.
Ribadisco il concetto espresso in quella sede:
non ne posso più di storie che si limitano a riciclare continuamente i soliti 2-3 canovacci, sempre gli stessi, con appena qualche leggera variazione (che poi è variazione solo per modo di dire, dato che tutto sembra sempre uguale) seguono
S
P
O
I
L
E
R
Il canovaccio di turno è uno dei più abusati e stantii di sempre:
lo "scienziato pazzo" e le sue creazioni assurde.
La variazione consiste nel fatto che lo 'scienziato' è in realtà un alchimista, ma sai che differenza...
Tutto è gestito come in un rancido
pulp degli anni '40 o '50. La spiegazione su come faccia l'acqua a mutarsi in acido è totalmente priva di senso, ai livelli di un B-Movie da proiettare nei drive-in per adolescenti più interessati a limonare che ad altro.
Qualche anima benevola
ha tirato in ballo
X-Files, ma siamo lontani anni-luce. La forza di X-Files è che faceva sempre del suo meglio per dare spiegazioni scientifiche (o perlomeno para-scientifiche) in qualche modo realistiche e plausibili.
Pure le motivazioni del cattivo sono in purissimo stile 'scienziato-pazzo': conquistare il mondo oppure distruggerlo. Nient'altro conta, e la caratterizzazione psicologica è sbrigativa e di maniera.
Con un soggetto così trito, l'unica maniera della storia di riscattarsi era puntare sul 'contorno'. Un po' di atmosfera... Un po' di fantasia nella rappresentazione delle morti... Qualche personaggio secondario che resti nella memoria...
Invece niente di niente. Rania è caratterizzata nella maniera più generica che si possa immaginare e l'indagine di Dylan non risulta mai davvero interessante.
Il finale è almeno movimentato a sufficienza. Non migliora la storia, ma la rende un pelino più vivace rispetto alla prima parte (decisamente piatta). Va da sè che al di fuori della vivacità e del puro intrattenimento la vicenda non ha assolutamente NULLA da offrire.
Se vi piace leggere sempre la stessa storia, questo è l'albo che fa per voi.
Purtroppo non fa per me.
Sull'editoriale non ho nulla da dire.
A Dogamy dico: tanti auguri e a presto!