Cravenroad7

Perché non c'è mai stato, infatti.

Ma infatti avevo il dubbio, è che della gestione Gualdons non ho letto assolutamente niente, quindi mi fidavo di quello che avevo capito da wolkoff.
Mai fidarsi di se stessi

...era solo un paradosso temporale. O inter-personale...
Di quelli che piacerebbero proprio a Claudione

E comunque lui una storia - d'amour? - con Gualdoni l'avrebbe pure scritta.
Solo che tra tagli e dialoghi annacquati l'anno pubblicata per il Messagero di Sant'Antonio

ALOHA MULTIVERSO

Ricco di scene inquietanti, ma la sostanza non è molta.

6

Monnezza magari no, ma di sicuro albo men che mediocre.

Ormai all'epoca Chiaverotti era diventato ripetitivo al massimo, e io non ce la faccio a promuovere un albo solo nell'ottica di quello che è venuto dopo (periodo gualdoniano...).

Qui la trama è esilissima, una rimasticatura di temi chiaverottiani visti e stravisti. E i personaggi non sono altro che carne da macello.
Il bambolotto, che a qualcuno piace tanto (de gustibus...), è un personaggio assolutamente marginale e serve solo come escamotage utile a riempire le pagine nell'attesa che arrivi la "rivelazione" finale - ovviamente assurda e ridicola.

Per la cronaca, l'atto di uccidere pensando subito dopo "Troppa felicità in questo bosco" è scopiazzato (male!) da Hugo Pratt e dal suo Jesuit Joe. Quello sì un gioiello di anticonformismo, altro che 'sta chiaverottata!

Voto: 5 spaccato!

molto semplice e carina, dylan uccide a badilate un mostro.....

Storie così mancano solo se capitano in un flusso del genere:
#74 Il Lungo Addio
#75 Il tagliagole
#76 Maledizione Nera
#77 L'ultimo uomo sulla terra
#78 I killer venuti dal buio
#79 La Fata del Male
#80 Il Cervello di Killex
#81 Johnny Freak
#82 Lontano dalla luce
#83 Doktor Terror
#84 Zed

To be right...

Se una sfilza di albi del genere fosse pubblicata oggi urlerei al miracolo.

Il tagliagole, pffff,....pensa te se oggi quelle vignette sarebbero pubblicabili.

La fata del male e' comunque una buonissima Chiaverottata. E i disegni di Rinaldi danno un'atmosfera ancora piu' horror di quanto l'intreccio in se' meriti.

Boh, risulta che ho dato "ottimo" ha una chiaverottata.
Non la rileggo credo dall'epoca, me la ricordo trashissima, con la fastidiosa citazione prattiana già rilevata da Cyber.
Probabilmente oggi la rivaluterei un pochino, ma non andrei mai oltre un "accetabile".

la fata del male
me la ricordavo meglio, addirittura come una delle migliori di chiaverotti
ma è 'na bambinata sesquipedale, uno scialbo pastrocchio, si passa da un'assurdità all'altra senza connessione, nemmeno apparente, compreso uno scarrafone gigante...
demenziale la rivelazione (abbellita con il solito "racconto nel racconto"), va un pò meglio il finale malinconico, il microscopio animato, e il il bambolotto che uccide la fatina finnicella
rinaldi fa il suo onesto lavoro, bella la copertina

voto 5

"Qualcuno deve aver spostato la levetta su maligno"

Albo pazzo, visionario, senza senso
Chiaverotti all'ennesima potenza
Rinaldi che riesce a non sfigurare rispetto al suo solito standard piatto
Voto 7 -

Al contrario di Kramer76, mi è capitato piuttosto sorprendentemente di rivalutare quest'albo, che all'epoca non mi era parso granché. Continua a sembrarmi il Chiaverotti più debole della decade #71-#80, ma lo preferisco comunque a tutto quello che il torinese aveva scritto nella decade precedente (escluso "Partita con la Morte", ça va sans dire).

Non saprei spiegare bene il motivo di questo cambiamento: forse mi è piaciuta l'ambientazione insolita, piuttosto evocativa e ben utilizzata, del piccolo paesino irlandese affacciato sull'oceano; di sicuro ho apprezzato molto più di quanto avessi fatto ai tempi i disegni di Rinaldi, che in quest'albo riesce a bilanciare un tratto tutto sommato classico con una certa creatività e ingegnosità nella scelta delle prospettive, molto dinamiche -cosa che in parte cela il tono malinconico (nonostante numerosi tocchi comici/grotteschi) della vicenda, ribadito da un finale che, come quello del numero precedente (ma anche quelli di "I delitti della Mantide" e "Armageddon!", se pur in modi diversi), è di grande effetto.
Non potendo divertirsi con Groucho, lasciato a casa, Chiaverotti torna a divertirsi con gli omicidi (il risveglio di Ness... ehm, del morto; la donna "prosciugata"; l'uomo che si stacca la testa; il tecnico del laboratorio) e con le sue classiche escursioni nel delirio (la festa degli elfi, la colazione della famiglia zombie, la ragazza tramutata in bambola, lo scarafaggione).

Lo svarione di Dylan che riconosce la scrittura di John O'Connor mi era sfuggito anche questa volta, forse perché è un'incongruenza totalmente inutile: continuando a leggere, avrebbe capito subito che il racconto era stato scritto dal padre di Banshee...
(In alternativa, si può anche notare che a quel punto Dylan ha già trascorso diverso tempo in casa di Banshee, e curiosando qua e là non sarebbe affatto strano se avesse già visto da qualche parte la grafia di O'Connor, e dunque fosse in grado di riconoscerla. Non sarà una ricostruzione esaltante, ma non siamo neanche ai livelli emicranici di "Delirium", se non altro.)

Io odio Chucky in tutte le sue forme, mi provoca una repulsione stomacale.
Non lo volevo neanche comprare questo numero, alla fine l'ho preso e non mi è piaciuto.
La parentesi poetica di Finnicella è veramente risibile, a livelli parodistici del "bosco degli assassini".

5

La bambola assassina alle prese con Dylan Dog.
Si lascia leggere, il tema che rimane impresso è il Male che non si rende conto di esserlo. Il Male che ha l'aspetto, i modi e le intenzioni del Bene. Ma che non può sfuggire al ruolo assegnatogli, a meno che...
Ottimo Rinaldi.
6,5.