Cravenroad7

Non so come Sclavi abbia dato il permesso di realizzare una storia così ... così ... Inutile!

E' stata una delle primissime storie che lessi... che bei tempi, l' estate del 94... nel club si fa acceno anche ai mondiali...

Secondo me gli errori sono stati fatti nell'elaborare la storia, ma non nel soggetto, che ritengo sufficiente.
Il vero disastro sono le incongruenze e le trovate di pessimo gusto: si dice cha Hannah sia morta negli anni 20 di tisi, e poi al cimitero Dylan va a riesumare un' altra Hannah (il cognome infatti è diverso), morta nel 1963, sosia dell'Hannah principale . Questo è chiaramente un errore frutto di una sceneggiatura frettolosa e approssimativa. E poi cosa si riesuma: un cellulare? Chiaverotti qui fu davvero senza buon senso. E poi che dire dell'ultima vignetta col colpo di scena: la vecchietta era Hannah! Disapprovo.

5 mediocre

SPOILER


L'ultima vignetta è abbastanza telefonata...
Bah, e dire che l'albo era cominciato, a mio parere, in maniera ottimale (escluso l'errore grammaticale nel primo dialogo). La cosa migliore dell'albo è Groucho al telefono!
Perché ficcarci dentro Safarà? Perché ficcarci dentro la Trelkowsy? Appesantiscono la narrazione e non servono a niente ai fini della vicenda. Perché la donna che uccide il passato ha passato le prime cinquanta pagine a uccidere i detrattori di Dylan nel presente per poi passare alle amanti pregresse?
Perché ad un certo punto appare un dinosauro di ghiaccio?
Sul discorso delle amanti di Dylan, sono d'accordo col discorso di Altair a pagina 3.
Ottimi disegni di Brindisi, che in quegli anni era sulla rampa di lancio (Taxi dal gigante numero 3 ne è un esempio lampante!).

Un'occasione persa, vagamente sufficiente.

Bellissimi i disegni di Brindisi!!!!!

brutta , ma il chiave è perdonato. Ne ha fatte 12 di fila per permettere a sclavi di scrivere il numero 100.

oddio,non è che il numero 100 sia una delle cose migliori di sclavi.... bella ,senza dubbio,ma non degna del numero che porta ,secondo me

Intendevo dire che il chiave ha fatto gli straordinari per far lavorare Sclavi in tutta tranquillità. Ci ha messo più di un anno a scrivere il numero 100. lo ha detto in un intervista.

Riletta per caso. Gran bei disegni e uno splatter fantastico che purtroppo non salvano una storiella veramente poco ispirata. Retroattivamente la si potrebbe definire una "gualdonata" per il modo in cui frulla a casaccio elementi del passato (qui abbatanza recente) di Dylan. Molto interessante però questa discussione, in cui sono elencati per filo e per segno tutti i motivi per cui "Il cuore degli uomini" è un atto contronatura.

la donna che uccide il passato
confermo quanto scritto precedentemente in questo topic, c'è poco da aggiungere
un albo in cui si uccide letteralmente il passato, si rottama il miglior dylan in una furia iconoclasta e autolesionista forse suggerita dallo stesso sclavi
in effetti molto simile come concetto al numero 100 che sarebbe di lì a pochi mesi
è una presa in giro del farfallonismo di dylan, ma non regge nè come storia trashissima nè come storia malinconica
unica cosa positiva: almeno tess e la dolce jill sopravvivono a questa ridicola mattanza
e da salvare, naturalmente, anche i disegni di brindisi
copertina normale

voto 5

Chiaverotti aveva già tra l'altro anticipato il Dylan recchioniano, a livello di (pseudo)amore farfallonico. Tutto sommato è una delle più deboli della decade chiaverottiana (#89->#98), ma mi sono sempre molto divertito per il trash delle morti fantasiose e l'atmosfera un po' magica. Edna Pemberton è un bel personaggio a tuttotondo.
Brindisi da lacrime agli occhi

IL PASSATO DI ALOHA NON UCCIDE,
MA CONDITO CON PREZZEMOLO ED AGLIO

Se non sbaglio il secondo Dyd originale che comprai, all'autogrill di ritorno dalla Colonia a Pinarella di Cervia... o era Riccione?

Volessi cercare l'effetto sorpresa a ogni costo, direi che sono d'accordo con tutti i commenti che mi hanno preceduto... per poi, a pagina 98, rivelare che in realtà

-let's do the (Chiaverotti) twist again! -

dentro di me ci sono due persone.

La prima è quella che lesse l'albo all'epoca della sua uscita, affascinato già dalla copertina (e perfino dalla combinazione giallo/nero della testata, che forse non si era mai vista prima -non con quella tonalità di giallo senape, almeno), e ancor di più dal richiamo a una continuity della quale fino a quel punto, nei due anni da lettore dylaniato, avevo avuto pochissimi esempi. E poi dalle morti visionarie e crudeli, dalla spietata bellezza di Hannah, dalla tristezza e dalla disperazione di Dylan davanti alla morte delle sue vecchie fiamme, dai disegni dell'immenso Brindisi. Ai tempi, l'avrei indicata come una delle mie storie preferite, e quasi sicuramente la migliore dell'anno, oltre che del mini-ciclo chiaverottiano di quei mesi.

La seconda è quella che ha riletto l'albo, dopo venticinque anni o poco meno. Che non ha cuore di rinnegare completamente le sensazioni e le suggestioni della prima persona, con la quale ha ancora qualche vaghissimo rapporto, ma che non può neppure fingere di non notare il tono caricaturale di troppe situazioni, non adatto a una storia così malinconica e autunnale (la faccenda del cellulare nella bara, resa ancora più inspiegabile dal fatto che la telefonata ricevuta da Dylan arriva da un numero fisso... ), o il clamoroso e già evidenziato errore di nomi e date relativo alla stessa Hannah (Goldstein, Lester, conosciuta negli anni '20, nata nel 1932...). Qualche buona trovata c'è -piuttosto originale l'idea di mostrare la morte di Kelly prima di rivelare il suo legame con Dylan-, ma anche qui Chiaverotti si ricicla parecchio: ammazza l'ennesimo ragazzino, fa tornare dal passato di Dylan (come in "Titanic") un altro "amico" sconosciuto al lettore, ossia Ben Joker (!), che finisce letteralmente murato vivo -come già accaduto due mesi prima, nelle pagine di "Il mosaico dell'orrore" (ultima vignetta di pagina 38).

Sulla liceità o meno di cancellare in questo modo il passato di Dylan non ho un'opinione precisa -ma sinceramente già all'epoca mi pare che la questione dei suoi "amori eterni a scadenza mensile" fosse scaduta a livello di cliché, perfino all'interno dello stesso universo dylaniano, e dunque si rivelasse sempre più difficile da riproporre e giustificare non-ironicamente (cosa che, dopo otto anni, poteva anche essere prevedibile). La Barbato e il suo spietato lavoro di decostruzione di questo tratto erano ancora lontani, ma era già abbastanza chiaro che il rapporto di Dylan con le donne (che, detto per inciso, mi è sempre parso non del tutto compatibile con i tratti più introversi, cupi e malinconici del suo carattere) dovesse essere almeno parzialmente ripensato.

la corrispondenza del cappotto (semi-)aperto alla vulva....albo super,non sarà un capolavoro, però di intelligenza Chiaverotti ne ha da vendere.
Non si deve criticare un albo solo perché non lo si "capisce",bisognerebbe saper "leggere" i messaggi degli autori.
Questo è Dylan Dog,punto.

Odiatissima da alcuni, vedo.
Secondo me questo piccolo divertissement con "repulisti" di vecchie fiamme è gradevole.
Il finale forse vuole essere poetico senza riuscirci troppo, ma comunque le sensazioni a me lasciate sono più che gradevoli.

7,5