Cravenroad7

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#343 - Nel fumo della battaglia
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 10:33 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Concordo che il dolore rappresentato provochi poca empatia, per me per motivi di esigenza narrativa ( uno svolgimento maggiore avrebbe permesso una complessità più incisiva ) ma ciò non toglie che il sunto della vicenda si regga sul dolore della madre e sulle conseguenze che l'amore, quando è egoismo, può provocare.
Vero che è nelle corde di chi comunica, saper rendere forte e importante un personaggio, il suo carattere, il suo essere in una storia, e qui può essere che ciò non sia pienamente svolto.
Simeoni gioca su due messaggi molto difficili, e il modo in cui li comunica è infatti per me incompleto. Ma non gli tolgo la dignità che ha nel rappresentarli.
E' meglio tentare di diffondere un concetto o una trama adulta, e farlo magari in modo non del tutto riuscito, piuttosto che adeguarsi a compiti di maniera per andare sul sicuro.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 11:14 pm 
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Iscritto il: mar nov 12, 2013 12:30 am
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Ordet ha scritto:
dogamy ha scritto:
Questa storia ha una pretesa forse troppo elevata, ma almeno vuole partire da un messaggio adulto che non si scontri con la realtà oggettiva dell'agire di Dylan, ma anzi lo immerge in un dramma fra madre e figlio gestita con tatto e abilità di fondo.


Per me proprio no.
O meglio, tatto si, abilità di fondo, poca.
"Messaggio adulto" assolutamente no.
Il dramma è trattato con un mancanza di gravità disarmante a livelli di un semplice amore adolescenziale.
Che poi, non significa che Simeoni abbia fatto un torto alla realtà (anzi, c'è purtroppo più attinenza alla realtà in Twilight che in Innaritu), ma personalmente non mi piace quando nelle arti si racconta di persone così povere di spessore (che non significa che non mi piaccia la persona qualunque, come lo siamo tutti in fin dei conti) come lo è quella madre che 'vive' nella storia solo come riflesso della morte del figlio, come se non avesse altro che la 'formi'.
E senza una vera persona che lo provi, il dolore non significa nulla.


una confusione terribile tra apprezzamento della messa in scena e profondità del messaggio
con condimento di "la madre potrebbe essere una persona reale, però non mi piace quel tipo di persona, però se non c'è una persona che potrebbe essere reale come personaggio il dolore non significa nulla"

benvenuto :lol:

edit: rileggendo, il messaggio mi è uscito più antipatico di quello che intendevo essere...

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 1:54 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Potevi sempre modificarlo.
C'è modo e modo di confrontarsi con i neo-arrivati che spesso non hanno neanche idea di come esprimersi o di che genere di responso troveranno qui sopra :tc: .


@alemans

Non ho capito a quale mio post ti riferisci; ho perso un po' la bussola degli ultimi scritti su questa storia, dopo la pseudo-recensione. Se comunque parliamo di ingredienti, lo ripeto, qui ce ne sono fin troppi. Ma il risultato è assai squassato, se non indigesto :?

dogamy ha scritto:
ciò non toglie che il sunto della vicenda si regga sul dolore della madre e sulle conseguenze che l'amore, quando è egoismo, può provocare.
[...]
E' meglio tentare di diffondere un concetto o una trama adulta, e farlo magari in modo non del tutto riuscito, piuttosto che adeguarsi a compiti di maniera per andare sul sicuro.


Le conseguenze dell'egoismo sull'amore sono trattate solo di striscio, nella figura di Susy.
E per fortuna... :roll:

Quanto alla trama adulta, le ultime 37 pagine di adulto hanno solo la pretesa di sembrare serie.
Ma con una combriccola di simpa neuro-freak ed un mostro del mese da GiovaniMarmotte (impaurite) non credo l'autore sia stato in grado di corrispondere a dei motivi "adulti" col dovuto spessore.
E la "battaglia" bipolare tra Bene & Male - dualismo schematico a tuttotondo non proprio dylaniano, né complesso - ritorna sugli echi di un piatto catechismo prescolastico :| .

ALOHA FIGGHIUZZO MMIO

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Io no capito, io no capito

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 9:53 am 
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Iscritto il: gio feb 28, 2013 1:39 pm
Messaggi: 701
Wolkoff ma dove cacchio le trovi quelle gif????


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 10:44 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
Messaggi: 12588
Località: Verona
@Kowalski: niente di grave, mi pare, anche se in effetti un po' di "morbidezza" in più non guasterebbe. :x:

@Ordet: benvenuto, e mi raccomando, non lasciarti intimorire dalla ruvidezza di alcuni utenti e continua a scrivere. :D :dito:

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 11:10 am 
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Iscritto il: ven apr 03, 2015 3:33 pm
Messaggi: 11
Kowalsky ha scritto:
Ordet ha scritto:
dogamy ha scritto:
Questa storia ha una pretesa forse troppo elevata, ma almeno vuole partire da un messaggio adulto che non si scontri con la realtà oggettiva dell'agire di Dylan, ma anzi lo immerge in un dramma fra madre e figlio gestita con tatto e abilità di fondo.


Per me proprio no.
O meglio, tatto si, abilità di fondo, poca.
"Messaggio adulto" assolutamente no.
Il dramma è trattato con un mancanza di gravità disarmante a livelli di un semplice amore adolescenziale.
Che poi, non significa che Simeoni abbia fatto un torto alla realtà (anzi, c'è purtroppo più attinenza alla realtà in Twilight che in Innaritu), ma personalmente non mi piace quando nelle arti si racconta di persone così povere di spessore (che non significa che non mi piaccia la persona qualunque, come lo siamo tutti in fin dei conti) come lo è quella madre che 'vive' nella storia solo come riflesso della morte del figlio, come se non avesse altro che la 'formi'.
E senza una vera persona che lo provi, il dolore non significa nulla.


una confusione terribile tra apprezzamento della messa in scena e profondità del messaggio
con condimento di "la madre potrebbe essere una persona reale, però non mi piace quel tipo di persona, però se non c'è una persona che potrebbe essere reale come personaggio il dolore non significa nulla"

benvenuto :lol:

edit: rileggendo, il messaggio mi è uscito più antipatico di quello che intendevo essere...


Nessun problema ;)
Però se leggi bene, vedrai che non ho mai detto che senza una persona reale non ha significato il dolore. Ma senza una persona VERA. Che non é per nulla la stessa cosa. E con vera per spiegare meglio intendo una persona che vive non solo perché determinata dagli eventi. Potrei dire che esistano tre tipi: acqua, sabbia e aria: le persone acqua non le si può comprimere, rimangono se stesse qualunque cosa succeda; quelle di sabbia subiscono gli eventi e la loro forma ha i segni di quello che é successo; quelli di aria sono proprio formati da quello che li circonda/succede e senza non esisterebbero. Ecco i sentimenti legati a questi ultimi non hanno significato perché sono riflessi. (Prendete l'esempio elementare con le pinze XD potrebbe esser un'idea per una storia di Dylan però :l)

E nessuna confusione: la profondità intrinseca in un messaggio é una cosa superata da almeno un secolo nelle arti. La profondità é nella messa in scena.

Grazie per il benvenuto :)


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 11:44 am 
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Iscritto il: mer feb 03, 2010 7:13 pm
Messaggi: 1506
Il guizzo.
Se c'è un difetto in questa storia, è la mancanza di un guizzo.
Scorre bene e ha diversi spunti interessanti, ma niente di davvero memorabile e coinvolgente: le parti nell'Altrove (per pura coincidenza, proprio l'altro ieri m'è capitato di vedere Insidious) non inquietano (i lupi non sembrano mai una minaccia reale); i rapporti Madre-Dylan e Madre-Figlio non coinvolgono mai fino in fondo (il primo è la solita storia; con il secondo mi pare si dia per scontato che partendo con la premessa "figlio piccolo autistico morto" si ottenga empatia assicurata); il finale non commuove come potrebbe.

Insomma, ad albo chiuso m'è sembrata un'occasione persa, sarà che ho negli occhi ancora i disegni di Dall'Agnol del mese scorso e avrei dato un braccio per vedere le scene col bambino (e la scena dell'angelo) disegnate da lui (per quanto il tratto di Simeoni mi piace e trovo il suo Dylan molto azzeccato); sarà anche che a me le due storie di Simeoni per la serie Romanzi a Fumetti erano piaciute moltissimo e questa storia, sulla carta, mi sembrava perfetta ma a conti fatti mi ha dato poco.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 3:15 pm 
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Iscritto il: gio ott 09, 2014 10:13 am
Messaggi: 334
Riletto ieri sera, sviscerato ad ogni pagina, ad ogni tavola ad ogni battuta. Il mio voto alla fine è 6.

Le parti, passatemi il termine, "dantesche" sono un capolavoro e non uso spesso questa parola. Non solo il modo in cui sono state disegnate ma anche l'utilizzo che ne è stato fatto come "spezza ritmo" della storia.
Groucho eccezionale, presente e utile.
Ho apprezzato il tratto dei disegni, forse un po' troppo "semplici" ma funzionano. Non mi sono piaciuti alcuni cambi di scena, a volte ci sono stacchi temporali troppo lunghi, lo studio di Dylan è stato reso troppo claustrofobico e ci sono alcuni dettagli della stanza di Susy che si ripetono identici in quella di Joy, il disegno che si trasforma in lupo è una paranormal-metaformosi a dir poco tirata.

Venendo alle note più dolenti: presenza forzosa di facebook, il solito clichè fastidioso del cattivo rettore d'istituto, la generica vena d'odio che aleggia contro la psicologia e in contemporanea la grossolanità con il quale sono stati usati alcuni termini (non basta citare Jung nell'editoriale per convincermi che mi vi siete documentati a sufficienza in proposito), "diagnosi" di Asperger alquanto opinabile, l'istituto di Roseville che contiene piromani, psicotici e asperger tutti insieme in un gran minestrone insensato, figura di Harp costruita a casaccio senza un minimo d'impegno.
Ma sopratutto la sceneggiatura. La peggiore di questa nuova fase. Dylan che viene assunto solo perchè stava simpatico al bimbo, scambi di battute inutili (non le elenco tutte, la scenetta del bagno a pagina 76 è abbastanza eloquente), Dylan "indaga" ma sostanzialmente sono gli altri a dirgli tutto, lui fa a malapena 2+2, tentativo di emozionare mal gestito (pagina 24, 4 tavole due lacrime un abbraccio, non basta ad emozionarmi), uscite assurde di Dylan a dir poco forzate (pagina 26, "gli chieda cosa vede attorno a lui"...WTF!!! e questa quando l'ha sognata?), finale un po' insipido.

Insomma, il "fumo" di questo albo sono le tavole con Joy. Tolte quelle sfido chiunque a poter votare questo albo oltre il buono.



P.s: a proposito del "movente" del male:

Spoiler!
In buona sostanza Harp o meglio il "demone" che ha preso il suo posto ha in qualche modo convinto Joy a suicidarsi sapendo o sperando che l'immenso amore che lo legava alla madre lo avrebbe incastrato in un limbo dal quale avrebbe cercato di uscire, in questo modo anche il male sarebbe potuto uscire e quindi accedere al mondo dei vivi?
Scusate, ma che gran caXata.

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"Il vero nemico non è la discussione artistica. Il vero nemico è l'indifferenza." Già...ma in fondo, chissenefrega!


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 3:59 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Località: Milano
Ordet ha scritto:
Kowalsky ha scritto:
Ordet ha scritto:

Per me proprio no.
O meglio, tatto si, abilità di fondo, poca.
"Messaggio adulto" assolutamente no.
Il dramma è trattato con un mancanza di gravità disarmante a livelli di un semplice amore adolescenziale.
Che poi, non significa che Simeoni abbia fatto un torto alla realtà (anzi, c'è purtroppo più attinenza alla realtà in Twilight che in Innaritu), ma personalmente non mi piace quando nelle arti si racconta di persone così povere di spessore (che non significa che non mi piaccia la persona qualunque, come lo siamo tutti in fin dei conti) come lo è quella madre che 'vive' nella storia solo come riflesso della morte del figlio, come se non avesse altro che la 'formi'.
E senza una vera persona che lo provi, il dolore non significa nulla.


una confusione terribile tra apprezzamento della messa in scena e profondità del messaggio
con condimento di "la madre potrebbe essere una persona reale, però non mi piace quel tipo di persona, però se non c'è una persona che potrebbe essere reale come personaggio il dolore non significa nulla"

benvenuto :lol:

edit: rileggendo, il messaggio mi è uscito più antipatico di quello che intendevo essere...


Nessun problema ;)
Però se leggi bene, vedrai che non ho mai detto che senza una persona reale non ha significato il dolore. Ma senza una persona VERA. Che non é per nulla la stessa cosa. E con vera per spiegare meglio intendo una persona che vive non solo perché determinata dagli eventi. Potrei dire che esistano tre tipi: acqua, sabbia e aria: le persone acqua non le si può comprimere, rimangono se stesse qualunque cosa succeda; quelle di sabbia subiscono gli eventi e la loro forma ha i segni di quello che é successo; quelli di aria sono proprio formati da quello che li circonda/succede e senza non esisterebbero. Ecco i sentimenti legati a questi ultimi non hanno significato perché sono riflessi. (Prendete l'esempio elementare con le pinze XD potrebbe esser un'idea per una storia di Dylan però :l)

E nessuna confusione: la profondità intrinseca in un messaggio é una cosa superata da almeno un secolo nelle arti. La profondità é nella messa in scena.

Grazie per il benvenuto :)



Varie ed eventuali:

Infatti detesto la ( non ) arte moderna. Che è al 99% messa in scena ( penosa )

La confusione mia è la mia forza. Piuttosto che avere certezze assolute propagandate come Verbo.
Si parla di elementi, dimenticandosi una cosetta come pretesto narrativo, cioè far agire un personaggio di una storia come l'autore vuole per creare appunto la storia stessa.
Ma che volete non avendo studiato ad Oxford non si può commentare a ragion veduta un albo di Dylan Dog.

Circa gli altri commenti, vedi come sopra. Ammetto che è la prima volta che mi si paragona a Sandra Milo, ma mi mancava qui..
Purtroppo a certi utenti manca pure l'educazione nel mantenere un discorso in una certa riga, senza dare agli altri/altre, delle idiote.
Ce ne faremo una ragione.
Cmq a mo di possibili curiosità, sono più figa di Sandra Milo.

Saluti e baci.

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Ultima modifica di dogamy il mar apr 07, 2015 5:06 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 4:47 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Non riconciamo con le smanie di vittimismo da ribalta ad personam, please :g: .
Il gif di Sandra Milo era riferito alla storia ed il suo drammonismo, in particolare a quello della protagonista.
Nessun collegamento a nessun utente. E alla mia educazione ci hanno già pensato altri a tempo debito.

Se poi qualcuno nel forum, per pura coincidenza, ha un figlio segreto di nome Ciro auto-munito, e può ritenersi offeso, mi avvisi in pvt così modifico l'immagine.

ALOHA VAI PIANO, MMMORE DI MAMMA'

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 5:06 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Località: Milano
Tranquillo..se la salute va come sta andando, ne avrai ancora per poco del mio protagonismo.
Ora tornate in Topic, please.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mar apr 07, 2015 10:46 pm 
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Iscritto il: ven apr 03, 2015 3:33 pm
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Dogamy, ma Sclavi ha basato proprio su quel concetto che detesti la fortuna di Dylan: riprendendo temi e situazioni della cultura popolare di un determinato genere gli ha donato un vita propria grazie alla sua forza nella messa in scena al punto da fare suo il tutto.

Sull'altro punto, per me (chiaro) piegare o creare personaggi che vivono solo in funzione della storia é il male: é la storia che dovrebbe nascere dai personaggi.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: mer apr 08, 2015 4:48 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
Messaggi: 6349
Località: Milano
Sclavi ha fatto anche da delle banalità del quotidiano, soggetti assoluti, come Nessuno.
Sminuire il banale, ricercando l'Io assoluto di una/un protagonista, è sminuire l'opera di Sclavi e di DyD.

E' impossibile o quasi creare una vicenda, senza plasmare i personaggi su di essa.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 09, 2015 11:44 pm 
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Iscritto il: sab ago 09, 2014 3:00 am
Messaggi: 44
perché il demone senza piedi scoppia, è un petardo?… di che demoni stiamo parlando? da quale cultura iconografica sono prodotti?...' la madre : troppi ricordi voglio partire da zero… veloce come elaborazione del lutto…. divisione fra bene e male di uno schematismo sorprendente per un uomo adulto magari con famiglia… da sotto una porta a meno che non sia quella di una toilette è molto improbabile che si vedano i piedi , tanto meno la loro ombra… mah ,tutto troppo facile sopratutto per i temi che si vuole scomodare. Più che dalla storia però sono turbato da tutti quegli ottimo….


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MessaggioInviato: ven apr 10, 2015 2:06 am 
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Iscritto il: mer lug 28, 2010 5:37 pm
Messaggi: 1219
Io dalla domanda sul petardo.


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