Cravenroad7

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#343 - Nel fumo della battaglia
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 1:51 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Ok, se si tratta di gusti tutto ok.
Ed il dramma madre-figlio è solo lo spunto per tutti i costrutti successivi, in questo albo, compresi quelli sgraziatamente mal riusciti.
Ma paragonare il metafumetto di Spazio Profondo alle mezzefessate della Piramide Capovolta mi fa risalire il pranzo di jeri.
Come insistere sul fatto che qualcuno ci abbia cercato dentro il Dylan di Sclavi :roll:

MAGNO...E MAGNESIA CON ALOHA

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Ultima modifica di wolkoff il lun apr 06, 2015 1:55 pm, modificato 3 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 1:52 pm 
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Iscritto il: mar feb 05, 2013 1:36 pm
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Località: La Zona
Kowalsky ha scritto:

invece sul fatto che le clienti devono essere giovani e belle non si muove ancora nulla.
succedesse mai che a Dylan si rivolgesse una bruttona, o anche solo una qualunque




Spoiler!
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 2:39 pm 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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wolkoff ha scritto:
E' pretestuoso dire il contrario senza spiegarlo, visto che si procede nell'arte di smozzicare i periodi.
Se Spazio Profondo non ti è piaciuta dicci cosa ha in meno rispetto a questo albo e forse ne capiremo i punti deboli/forti a seconda dei casi.

Spazio Profondo, per me, osa e s'innova.
Questa s'affossa da sola e sbava oltre la tazza.

Ci sono tons di parole da me scritte sui due reciproci thread per capire cosa ho apprezzato/sgradito nella "differenza". E non ho intenzione di tornarci.

ALOHA DERIDDA

e' un mischione di roba gettato su cento pagine...scusa, volevo dire che e' la cosa piu' originale che abbia mai letto

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Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 2:47 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Ragazzi, questo topic si chiama 343, non 337.

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 2:58 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
E allora scrivici cose sul #343 invece di pleonasticizzare come il parvenu dei moderatori :dito: :wink: :dito: .

@dipintendo.
Giusto per divagare, oltre il pleonastico, in attesa dei veri moderatori.

Mai parlato del #337 come geniale capolavoro di originalità. Ma vebbeh, come Simeoni si continua ad andar per la tangenziale, a sbocconi.
https://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=8&t=8933&start=150
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ALOHA ALL'USCITA 25, CE STA'... LA LAURENTINAAAAA....

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 3:17 pm 
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Iscritto il: mer nov 06, 2013 4:03 pm
Messaggi: 37
dogamy ha scritto:
1) Spazio Profondo è empia di se stessa, colma di falsa voglia di rinnovare, raccontando una storia che non ha niente a che vedere con Dylan Dog.
Ed è assurdo che chi ricerchi disperatamente il Dylan di Sclavi, si attacchi a quella storia, che con il Dylan di Sclavi non c'entra assolutamente nulla.
2 ) Spazio Profondo è, a seconda dell'autore stesso, un metafumetto. Orbene, i metafumetti di Dylan avevano ben altro spessore. Senza scomodare il tanto amato JF, si vedano opere come Morgana o Ucronia, per capire cosa intedeva Sclavi per metafumetto. Senza scomodare Storia di Nessuno.
3 ) Spazio Profondo è, per me, la solita storia a scomparti, si arriva al mostro finale superando dei livelli, e finale a parte, non è dissimile da La Piramide Capovolta, nel suo essere schematica, banale e sensazionalistica, puntando a cloni di Dylan credibili quanto lo sono le storie di Marzano sul mostro del mese.
Altro non dico, sennò mi bannano da qui per sempre. E poi mi si mette in disputa con il RRobe che quando scrive poesie come Mater Morbi o cose ottime come Il Cuore degli Uomini, attinge nello stesso calamaio di Sclavi.

Questa storia ha una pretesa forse troppo elevata, ma almeno vuole partire da un messaggio adulto che non si scontri con la realtà oggettiva dell'agire di Dylan, ma anzi lo immerge in un dramma fra madre e figlio gestita con tatto e abilità di fondo.



Parole sante.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 5:03 pm 
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wolkoff ha scritto:

Io dopo aver finito questo albo, l'ho riposto innocuamente sul comodino ed ho giovato di un sonno profondissimo senza pensieri, dopo le semi-minchiate in cui mi ero imbattuto nelle ultime 30 pagine.


Beh anch'io ho dormito un sonno pesante dopo questo albo. Uno degli albi che, con la sua conclusione, mi ha fatto dire un profondo "michia..." è stato I Vampiri... però, va beh, qui si divaga.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 5:19 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Il Dylan di Scalvi lo state cercando da decine di post. Lo anelate disperatamente, tanto da non saper riconoscere una storia buona e dignitosa, solo per etichettarla fuori dal personaggio.
Promuovendo invece una storia magari anche capolavoro come la 343 ( HO SBAGLIATO ERA 337 ), ma che di suo già intendeva smontare il Dylan di Sclavi per costruirne un altro.
Il parallelo con La Piramide Capovolta esiste solo sulla struttura narrativa, non sul soggetto, sui dialoghi, sulle capacità dell'autore....

Il paragone con I Vampiri, si potrebbe fare con Anarchia in Inghilterra, non con questo numero che non ha messaggi politico/sociali da divulgare, ma affronta altre tematiche, quali ad esempio la solitudine, la forza dell'amore, la sua digressione malata, ecc..ecc..

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Ultima modifica di dogamy il lun apr 06, 2015 5:42 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 5:37 pm 
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dogamy ha scritto:
Il Dylan di Scalvi lo state cercando da decine di post. Lo anelate disperatamente, tanto da non saper riconoscere una storia buona e dignitosa, solo per etichettarla fuori dal personaggio.
Promuovendo invece una storia magari anche capolavoro come la 343, ma che di suo già intendeva smontare il Dylan di Sclavi per costruirne un altro.


Sarebbe il caso di cambiare pronomi, e numeri, mia cara Strega.
Nella seconda frase intendevi il #337, cioè Spazio Profondo, e vabbeh :roll: .
Nella prima, come fatto da altri, accomuni tutta l'erba (fumata?) ad un fascio (nostalgico), dicendo CHE IO come altri anelo disperatamente a Sclavi ed ho etichettato questo albo come "fuori personaggio".
Ho scritto un post-cascata nella pagina precedente in cui dico esattamente il contrario, senza ricorrere a Sclavi... ma pare una predica nel deserto, quando la discussione si deve arenare nelle solite polemiche di ristagno.

Quanto a questo numero, le tematiche ci sarebbero pure, peccato che siano organizzate in modo arruff(ian)ato, e dopo una buona partenza sfociano nell'incompiuta patetica in funzione di cotanta altisonanza :cry: .

ALOHA STELLINA DE ZZIO

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 5:38 pm 
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Iscritto il: mer feb 27, 2013 10:03 pm
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Dogamy, è inutile discutere sulla soggettività.
Io continuo a cercare nelle storie un certo Dylan (chi ha detto Sclavi? mah...solo un certo Dylan) che dia una virata alle avventure che vive, altrimenti son solo storie di Qualcuno. Non l'ho visto qui, e pazienza. che poi la storia (l'evento narrato insomma) possa essere buono, notevole, ottimo, beh, ci può stare, ognuno medita il prorpio parere. Per quanto mi riguarda non mi è piaciuto (nè qui nè in generale) uno scontro tra BENE e MALE così "fisico", nè ho apprezzato il Dylan automatico. Si sopravvive. Dirò una sciocchezza ma "amore nero", sempre di Simeoni, mi sembrava molto più dylaniato (non solo per trama, ma proprio per atmosfera, tensione, ritmo) di questa "dragonerata" :D
Bestemmierò (e accoglierò con un sorriso la lapidazione di alcuni) ma Spazio Profondo è una storia che ancora oggi torno a sfogliare per ricordarmi che un buon Dylan può ancora farsi!


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 5:42 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Località: Milano
Ho corretto. Noto che non è solo di qlc la mania di correggere gli errori altrui, come a scuola, ma è un virus che si va diffondendo.
Che volete, gli esami non finiscono mai.
Voto 5 e a casa.
Se poi il prof se incazza, inibita dalle discussione per 3 turni, senza passare dal via.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 7:34 pm 
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Iscritto il: ven apr 03, 2015 3:33 pm
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dogamy ha scritto:
Questa storia ha una pretesa forse troppo elevata, ma almeno vuole partire da un messaggio adulto che non si scontri con la realtà oggettiva dell'agire di Dylan, ma anzi lo immerge in un dramma fra madre e figlio gestita con tatto e abilità di fondo.


Per me proprio no.
O meglio, tatto si, abilità di fondo, poca.
"Messaggio adulto" assolutamente no.
Il dramma è trattato con un mancanza di gravità disarmante a livelli di un semplice amore adolescenziale.
Che poi, non significa che Simeoni abbia fatto un torto alla realtà (anzi, c'è purtroppo più attinenza alla realtà in Twilight che in Innaritu), ma personalmente non mi piace quando nelle arti si racconta di persone così povere di spessore (che non significa che non mi piaccia la persona qualunque, come lo siamo tutti in fin dei conti) come lo è quella madre che 'vive' nella storia solo come riflesso della morte del figlio, come se non avesse altro che la 'formi'.
E senza una vera persona che lo provi, il dolore non significa nulla.


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MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 9:02 pm 
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Ordet ha scritto:
ma personalmente non mi piace quando nelle arti si racconta di persone così povere di spessore
come lo è quella madre che 'vive' nella storia solo come riflesso della morte del figlio, come se non avesse altro che la 'formi'.
E senza una vera persona che lo provi, il dolore non significa nulla.



A parte che il concetto di arte, applicato in ogni storia a fumetti che esce mensilmente è abbastanza aleatorio, il significato di un personaggio o di un messaggio o di un protagonista artistico, lo stabilisce chi lo crea, non chi legge.
E il fatto che una madre viva nella storia ( vita ) solo come riflesso della morte del figlio, è abbastanza e tragicamente naturale e reale.

Sul fatto che ti possa piacere o meno, liberissimo.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 9:45 pm 
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Ciao a tutti! Il mio voto a questo albo è 9. Non un capolavoro ma quello che alla fine voglio vedere su Dylan Dog e che ho visto per tanti anni. C'è una indagine in cui Dylan attraverso una deduzione arriva alla soluzione, c'è un dramma sincero raccontato con molto pathos e a cui Dylan partecipa attivamente, c'è l'elemento sovranaturale ovvero una lotta tra il bene e il male che pare non finire mai e c'è un Dylan finalmente Dylan. Non mi trovo d'accordo con alcuni commenti circa il fatto che il Dylan di questo numero sia fuori personaggio ne che la storia non sia storia da Dylan Dog. Oltre che ritengo il concetto di "Storia da Dylan Dog" un concetto un pò vacuo che vuol dire tutto e niente. Dylan può spaziare attraverso vari generi senza alcun problema (fantascenza {Alfa e Omega e Spazio Profondo}, Giallo Paranormale {Memorie dall'invisibile}, Romantico{Il lungo Addio}) l'importante è come si muove Dylan all'interno della storia e come è rappresentato. E qui non vedo un Dylan fuori posto, anzi vedo il mio Dylan dei primi numeri, empatico, divertente nei suoi siparietti con Groucho e coraggioso quando serve.

Ciò che non mi ha fatto urlare al capolavoro è stata la mancanza di empatia con la madre poichè la "normalità" non viene molto raccontata ma solo accennata in certe scene (al contrario di Johnny Freak dove invece l'empatia verso il "mostro" è molto accentuata {in una scelta che può anche essere giudicata anche un pò "paracula"}).

Caro Wolk, spero di aver ben capito il senso del tuo post (se non l'ho fatto colpa anche mia poichè leggo i tuoi post con un attenzione decrescente rispetto alla lunghezza dei tuoi ultimi). Io non credo che questa storia sia totalmente fuori da Dylan Dog (c'è un indagine, c'è l'elemento sovranaturale, c'è l'orrore (una madre che perde il figlio e una eterna lotta tra il bene e il male e c'è un liet o fine ovvero il superamento del trauma della madre per la morte del figlio (o almeno così io interpreto l'ultima sequenza dell'albo)), c'è una buone dose di splatter o comunque un insieme di scene a mio parere disturbanti (con le scene oniriche del bambino che addirittura va dentro il grembo del Bene )). Insomma io vedo tutti gli ingredienti di una buona storia di Dylan Dog. Perdonami se ho travisato il tuo messaggio, in fin dei conti vengo da una pasquetta dove l'alcool è scorso a fiumi!!

Comunque io dico a Rrobe di andare avanti così! Sperimentare, innovare è una cosa utilissima. Potranno uscire capolavori, potranno uscire ciofeche ma almeno ci si prova e si cerca di uscire dai binari dell'ovvio. Anche io infatti preferisco storie dove si osa piuttosto che quelle in cui si scrive secondo un modello calibrato.

Ciao a tutti!

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 9:58 pm 
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Iscritto il: ven apr 03, 2015 3:33 pm
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dogamy ha scritto:
Ordet ha scritto:
ma personalmente non mi piace quando nelle arti si racconta di persone così povere di spessore
come lo è quella madre che 'vive' nella storia solo come riflesso della morte del figlio, come se non avesse altro che la 'formi'.
E senza una vera persona che lo provi, il dolore non significa nulla.



A parte che il concetto di arte, applicato in ogni storia a fumetti che esce mensilmente è abbastanza aleatorio, il significato di un personaggio o di un messaggio o di un protagonista artistico, lo stabilisce chi lo crea, non chi legge.
E il fatto che una madre viva nella storia ( vita ) solo come riflesso della morte del figlio, è abbastanza e tragicamente naturale e reale.


Infatti ho detto che potrebbe essere reale. Ma il dolore mostrato è veramente di bassa intensità: più da talk show. Che poi per molte persone il dolore massimo sia quello dei talk show questo lo rende si reale, ma povero
Per altri quella intensità mostrata da Simeoni è pari a quella che si prova quando ti si rompe un oggetto che ti piace.

E il significato lo stabilisce l'autore si. Ma deve saperlo comunicare. Altrimenti rimane un'idea nella sua testa.
Se in una canzone, Britney Spears mi parla delle guerre del mondo, non basta il 'soggetto' del contenuto a renderlo qualcosa di maturo.


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