Continuo a pensare che non sia un problema di vuoti paletti, pipponi, tormentoni, sermoni o caproni - come pare vengano giudicati certi autori, a prescindere
E soprattutto tutt'ora
non mi sembra che il problema sia Dylan,
in quanto personaggio trainante della testata. Anzi, noto con un certo piacere tutto l'impegno profuso (dopo accurati studi e sedute consultative, suppongo) dagli attuali autori per calibrare le sue uscite, i suoi moralismi, i suoi tormentoni, le sue battutine, rendendolo, prima che credibile, bendegno erede di se stesso e di quanto avrebbe voluto MastroTiz nelle pubblicazioni a venire.
Quindi, almeno da questo punto di vista, non mi lamenterei come chi disconosce il "vero" (
) DylanMattatore rispetto a quello che si intravede in questi albi, da Ottobre in avanti.
Il problema è un altro.
E parlo delle storie in sé. Quello in cui dovrebbe immergersi Dylan, il piano narrativo.
E lì, continuo a ripetere, persino il semplicerrimo
Marzano della
Voce Negata fa gli stivali con tanto di sperone a quanto letto in questo albo, tanto per rimanere in topic.
Vi sembra impopolare o ridanciana la menzione a Marzano?
D'accordo,
prendiamo altri nomi come esempio, giusto per capire questa disanima problematica di (nuovi) autori in difficoltà nel rendere una storia dylaniata o di altri (vecchi) autori nel conformarsi con le attuali direttive.
Vi sta più simpatico
Cavaletto di un membro del tanto vituperato - anche da me
- ed infausto
trio delle 5G ?
Benissimo, anche lui non ha prodotto capolavori, ma si è calato sempre benissimo nello spirito originario della testata, e per quanto presenti alcuni elementi da limare, ha sfornato sempre storie in ambito horror che hanno (tutta) ragione di essere su questa testata, senza aggrapparsi a suggestioni pretestuose per compiacersi delle proprie ispirazioni dell'ultima ora, o appiopparle abusivamente su queste pagine, in nome del "
Dylan-contenitore-diognicosamipassaperlacapocciadattataperloccasione"
Troppo nella media? Andiamo sui cavalli di razza allora, come ospiti/esordienti che provengono da altre testate. Parliamo di un certo maestro come
Boselli, che ha prodotto una sola storia, la lontana
Isola dei Cani, ma dignitosamente e rispettosamente si è attenuto allo spessore di un albo dylaniato senza sconfinare nelle sue personali fisime.
Risultato: un albo che non passerà alla storia ma ben fatto, e che trova il suo spazio nella collana, attenendosi con tutto rispetto al suo focus di genere, senza straforare in nome della granfirma dallo spessore "autoriale", nonostante potesse tranquillamente permetterselo
.
Bilotta per me è un autore da rivedere alla prova, perché non produce solo capolavori fuoriquota come
Il pianeta dei Morti.Quando si è però trattato di Dylan più ordinari da serie regolare ha proposto oneste scemenze come
Il cammino della vita, o più dignitosi episodi come
Il principe d'inverno o
L'impostore. Storie pienamente dylaniate, per quanto non abbiano suscitato il mio entusiasmo.
Molto più entusiasmo ha suscitato in me
Il Lato Oscuro della Luna, ma Bilotta in questo caso, pur avendo un soggettone tra le mani, ha pensato bene di calibrarlo per una testata parallela
e non riconfigurarlo in modalità-Dylan, con tutti i rischi che questo avrebbe comportato, azzoppando forse l'idea base per inserirci le fisime dell'Old Boy, le tempistiche delle sue trame, e gli sviluppi da sciogliere, riconvertendola in chiave pseudo-horror a costo di sacrifici e settaggi abrasivi.
Benebravotris(s)
.
E
Simeoni invece?
Un buon autore, come dimostrato su altre testate; sui dialoghi se la cava benone, sul ritmo gestisce con scaltrezza, e anche il suo Dylan è molto
in character .
Basta tutto questo per renderlo idoneo a scrivere quaggiù, con tutta l'atmosfera che servirebbe? Per me deve ancora dimostrarlo, e se mi devo rimetter a quanto letto nelle sue due storie finora
direi che siamo poco in sintonia, NON COL PERSONAGGIO che va benissimo, lo ripeto per la n∞ volta.
Nella prima ha abusato di Dylan per proporci una storia sulla caserma Diaz con retrogusto giuslavorsista tardosindacale, aggrappandola alla testata con una maledizione appena caruccia/intrigante e una risoluzione davvero entusiasmante...
seeeeh, come no - indovinello, passaggio segreto incendio, crollo .
Nella seconda, con meno successo, ha mescolato un buono spunto iniziale - il ritorno brividoso dall'aldilà via web - con sofismi clinici, allegorie schematiche, tentati drammoni, esoterismi vacui, fino all'apologo mistico di perfetta rassicurazione finale.
Passando, dopo questo minestramento pasticciato e non approfondito, attraverso un mostronzo di ordinaria pacchianaggine ( + relativa morte da
teenmovie), che manda all'aria tutti gli ambiziosi discorsi ad effetto fatti nelle pagine prima
.
Personalmente non è questo quello che vorrei leggere d'ora in poi qui sopra.
Non è questo genere di storie - in cui ri(n)confluiscono forzosamente in chiave-Dylan i pallini personali di "non-mediocri" autori di grido o già "riusciti"
altrove - a ridar spessore e lustro
a questa testata.
Dovrebbe essere Dylan a sfruttare questi buoni autori per esprimersi, con nuove soluzioni e prospettive, perché le novità sono sempre ben viste. I dirottamenti faziosi/leziosi no.
Ogni tanto ci può anche stare - v.
CF o altre testate più da guest-star e divagazionismi - ma se tutte le prossime firme che verranno fatte accomodare sull'inedito daranno la sola priorità allo scrivere bene IL PERSONAGGIO DI DYLAN, mettendo in secondo piano la storia nera/horror in sé, la tensione, l'atmosfera, e la prospettiva, lasciate alla mercé delle proprie ambiziose riletture personali applicate al primo contro-eroe che si ritrovano per mano...
allora non ci siamo .
Quindi io preferirò sempre cose non eccelse eppure dylanmente convincenti come
La Voce Negata, La Bomba, La Morte non basta, il Futuro alla Spalle, I sonnambuli, Sulla Pelle, L'isola dei Cani, Il principe d'inverno, etc... a quanto letto qui.
ALOHA LUNEDI' DELL'ANGELO
(squartato)