Cravenroad7

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#343 - Nel fumo della battaglia
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: dom apr 05, 2015 8:47 pm 
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ho usato un termine sbagliato, riguardo al moralismo
diciamo che per larghi tratti il Dylan-predicatore è out of character, il Dylan originale (o i Dylan della golden age) faceva scelte morali forti ma era contemporaneamente lontano dallo spirito dell'evangelizzatore (spesso appariva quasi in imbarazzo nel dire che è vegetariano o che è astemio) ed era anche spesso consapevole delle ambiguità morali, le zone grige etc etc. Certo, a questo si può obiettare il discorso generale sulle possibili interpretazioni di ogni autore. E si può obiettare che anche durante l'epoca d'oro, qua e la, uscivano i pipponi, vedi Zed, vedi Finché morte non vi separi.

Però, appunto, parlando di in o out of character ho sbagliato, perchè il punto che volevo sollevare è la costruzione di storie ultrasemplificate per andare incontro alle morali spicce per cui venivano costruite le storie stesse.
Il Ritorno del Goblin, per esempio, costruisce un mondo fastidiosamente teso a dimostrare che i cattivi sfruttatori degli animali se lo meritano proprio di essere ammazzati: non sono solo cattivi sfruttatori di animali, sono scemi, sono meschini in ogni loro atteggiamento. è un tipo di costruzione degna dei fumetti degli anni '50 in cui i buoni dovevano essere belli e intelligenti e i cattivi dovevano essere brutti e stupidi.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: dom apr 05, 2015 9:22 pm 
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Anche chi scrive le puntate di Beautiful è un professionista ma non vuol dire che sia un bravo autore. In Dylan abbiamo una sfilza di esempi.

Il Dylan di Gualdoni, Ruju, Marzano, Di Gregorio e roba simile non ha nulla di superiore al Dylan del film americano. E' proprio un personaggio vacuo, l'idea di Dylan che può avere un outsider che legge un riassunto del personaggio e legge un paaio di numeri. Sono autori vergognosi che al massimo della forma riescono a fare una storia "passabile".
Al contrario gente come Marcheselli, Chiaverotti, Barbato e il Rrobe si immerge nel personaggio cercando di capirlo e farlo suo, si vede dal fatto che hanno provato, a loro modo, a esplorarlo, invece di rifilarci una brutta copia difettosa e scialba.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: dom apr 05, 2015 9:32 pm 
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Ruju di Polvere di Stelle e di Macchie Solari non è per niente vergognoso.
Il Gualdoni de La Bomba è un gigante narrativo.

Costruire una storia per accentuare le caratteristiche buoniste di Dylan Dog non penso sia uno degli scopi degli autori.
Il fatto è che se il personaggio è prigioniero di certi paletti narrativi a tale domanda risponderà in tale modo, in tale situazione si comporterà in tale modo, ecc...ecc..
Strano che nessuno, fra i tanti paletti ripetitivi del personaggio, metta il fatto che debba scoparsi tutte le pupe di turno.
E se qualcuno osa farlo rimanere leggermente più casto del solito, si gridi alla vendetta..

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: dom apr 05, 2015 9:58 pm 
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Iscritto il: mar feb 05, 2013 1:36 pm
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dogamy ha scritto:
Strano che nessuno, fra i tanti paletti ripetitivi del personaggio, metta il fatto che debba scoparsi tutte le pupe di turno.
E se qualcuno osa farlo rimanere leggermente più casto del solito, si gridi alla vendetta..



Non credo che sia un paletto.... :roll:


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: dom apr 05, 2015 11:55 pm 
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Ultima modifica di wolkoff il lun apr 06, 2015 12:15 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: dom apr 05, 2015 11:59 pm 
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Iscritto il: mar nov 12, 2013 12:30 am
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dogamy ha scritto:
Costruire una storia per accentuare le caratteristiche buoniste di Dylan Dog non penso sia uno degli scopi degli autori.
Il fatto è che se il personaggio è prigioniero di certi paletti narrativi a tale domanda risponderà in tale modo, in tale situazione si comporterà in tale modo, ecc...ecc..
Strano che nessuno, fra i tanti paletti ripetitivi del personaggio, metta il fatto che debba scoparsi tutte le pupe di turno.
E se qualcuno osa farlo rimanere leggermente più casto del solito, si gridi alla vendetta..


la costruzione di un mondo che non ponesse problemi al buonismo dylaniano non so se fosse tra gli obiettivi che gli autori si ponevano, ma a livello pratico succedeva. la fase 2 questa cosa la prende di petto e la ribalta, a volte in maniera un po' artificiosa come nel mostro-freak di Wickedford a volte molto meglio come nel Cuore degli Uomini

invece sul fatto che le clienti devono essere giovani e belle non si muove ancora nulla.
succedesse mai che a Dylan si rivolgesse una bruttona, o anche solo una qualunque

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 12:21 am 
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Continuo a pensare che non sia un problema di vuoti paletti, pipponi, tormentoni, sermoni o caproni - come pare vengano giudicati certi autori, a prescindere :roll:

E soprattutto tutt'ora non mi sembra che il problema sia Dylan, in quanto personaggio trainante della testata. Anzi, noto con un certo piacere tutto l'impegno profuso (dopo accurati studi e sedute consultative, suppongo) dagli attuali autori per calibrare le sue uscite, i suoi moralismi, i suoi tormentoni, le sue battutine, rendendolo, prima che credibile, bendegno erede di se stesso e di quanto avrebbe voluto MastroTiz nelle pubblicazioni a venire.
Quindi, almeno da questo punto di vista, non mi lamenterei come chi disconosce il "vero" ( :?: :!: ) DylanMattatore rispetto a quello che si intravede in questi albi, da Ottobre in avanti.

Il problema è un altro.
E parlo delle storie in sé. Quello in cui dovrebbe immergersi Dylan, il piano narrativo.
E lì, continuo a ripetere, persino il semplicerrimo Marzano della Voce Negata fa gli stivali con tanto di sperone a quanto letto in questo albo, tanto per rimanere in topic.
Vi sembra impopolare o ridanciana la menzione a Marzano?
D'accordo, prendiamo altri nomi come esempio, giusto per capire questa disanima problematica di (nuovi) autori in difficoltà nel rendere una storia dylaniata o di altri (vecchi) autori nel conformarsi con le attuali direttive.


Vi sta più simpatico Cavaletto di un membro del tanto vituperato - anche da me :lol: - ed infausto trio delle 5G ?
Benissimo, anche lui non ha prodotto capolavori, ma si è calato sempre benissimo nello spirito originario della testata, e per quanto presenti alcuni elementi da limare, ha sfornato sempre storie in ambito horror che hanno (tutta) ragione di essere su questa testata, senza aggrapparsi a suggestioni pretestuose per compiacersi delle proprie ispirazioni dell'ultima ora, o appiopparle abusivamente su queste pagine, in nome del "Dylan-contenitore-diognicosamipassaperlacapocciadattataperloccasione" :dito: :dito: :dito:


Troppo nella media? Andiamo sui cavalli di razza allora, come ospiti/esordienti che provengono da altre testate. Parliamo di un certo maestro come Boselli, che ha prodotto una sola storia, la lontana Isola dei Cani, ma dignitosamente e rispettosamente si è attenuto allo spessore di un albo dylaniato senza sconfinare nelle sue personali fisime.
Risultato: un albo che non passerà alla storia ma ben fatto, e che trova il suo spazio nella collana, attenendosi con tutto rispetto al suo focus di genere, senza straforare in nome della granfirma dallo spessore "autoriale", nonostante potesse tranquillamente permetterselo :3 .

Bilotta per me è un autore da rivedere alla prova, perché non produce solo capolavori fuoriquota come Il pianeta dei Morti.
Quando si è però trattato di Dylan più ordinari da serie regolare ha proposto oneste scemenze come Il cammino della vita, o più dignitosi episodi come Il principe d'inverno o L'impostore. Storie pienamente dylaniate, per quanto non abbiano suscitato il mio entusiasmo.
Molto più entusiasmo ha suscitato in me Il Lato Oscuro della Luna, ma Bilotta in questo caso, pur avendo un soggettone tra le mani, ha pensato bene di calibrarlo per una testata parallela e non riconfigurarlo in modalità-Dylan, con tutti i rischi che questo avrebbe comportato, azzoppando forse l'idea base per inserirci le fisime dell'Old Boy, le tempistiche delle sue trame, e gli sviluppi da sciogliere, riconvertendola in chiave pseudo-horror a costo di sacrifici e settaggi abrasivi.
Benebravotris(s) :wink: .


E Simeoni invece?
Un buon autore, come dimostrato su altre testate; sui dialoghi se la cava benone, sul ritmo gestisce con scaltrezza, e anche il suo Dylan è molto in character 8-) .
Basta tutto questo per renderlo idoneo a scrivere quaggiù, con tutta l'atmosfera che servirebbe? Per me deve ancora dimostrarlo, e se mi devo rimetter a quanto letto nelle sue due storie finora direi che siamo poco in sintonia, NON COL PERSONAGGIO che va benissimo, lo ripeto per la n∞ volta.
Nella prima ha abusato di Dylan per proporci una storia sulla caserma Diaz con retrogusto giuslavorsista tardosindacale, aggrappandola alla testata con una maledizione appena caruccia/intrigante e una risoluzione davvero entusiasmante... seeeeh, come no - indovinello, passaggio segreto incendio, crollo :( :( :( .
Nella seconda, con meno successo, ha mescolato un buono spunto iniziale - il ritorno brividoso dall'aldilà via web - con sofismi clinici, allegorie schematiche, tentati drammoni, esoterismi vacui, fino all'apologo mistico di perfetta rassicurazione finale.
Passando, dopo questo minestramento pasticciato e non approfondito, attraverso un mostronzo di ordinaria pacchianaggine ( + relativa morte da teenmovie), che manda all'aria tutti gli ambiziosi discorsi ad effetto fatti nelle pagine prima :? .

Personalmente non è questo quello che vorrei leggere d'ora in poi qui sopra.
Non è questo genere di storie - in cui ri(n)confluiscono forzosamente in chiave-Dylan i pallini personali di "non-mediocri" autori di grido o già "riusciti" altrove - a ridar spessore e lustro a questa testata.
Dovrebbe essere Dylan a sfruttare questi buoni autori per esprimersi, con nuove soluzioni e prospettive, perché le novità sono sempre ben viste. I dirottamenti faziosi/leziosi no.
Ogni tanto ci può anche stare - v. CF o altre testate più da guest-star e divagazionismi - ma se tutte le prossime firme che verranno fatte accomodare sull'inedito daranno la sola priorità allo scrivere bene IL PERSONAGGIO DI DYLAN, mettendo in secondo piano la storia nera/horror in sé, la tensione, l'atmosfera, e la prospettiva, lasciate alla mercé delle proprie ambiziose riletture personali applicate al primo contro-eroe che si ritrovano per mano... allora non ci siamo :x: .


Quindi io preferirò sempre cose non eccelse eppure dylanmente convincenti come La Voce Negata, La Bomba, La Morte non basta, il Futuro alla Spalle, I sonnambuli, Sulla Pelle, L'isola dei Cani, Il principe d'inverno, etc... a quanto letto qui.

ALOHA LUNEDI' DELL'ANGELO
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 1:02 am 
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wolkoff ha scritto:


Quindi io preferirò sempre cose non eccelse eppure dylanmente convincenti come La Voce Negata, La Bomba, La Morte non basta, il Futuro alla Spalle, I sonnambuli, Sulla Pelle, L'isola dei Cani, Il principe d'inverno, etc... a quanto letto qui.
]


Eh ma allora se ci si accontenta di questo tanto vale smettere di scrivere Dylan Dog e rileggere di continuo l'intera collezione, tanto non c'è assolutamente nulla di nuovo. O al massimo sviluppiamo un algoritmo che scriva in automatico le storie prendendo spunto dalle vecchie. Io voglio che la mia reazione alla chiusura dell'albo sia "minchia..." e continui a ripensare a quello che ho letto per tutta la notte, non che sia "si, non male, era come Gli Uccisori ma con 3 gemelli come protagonisti" e appena lo rimetto sullo scaffale gia mi sono dimenticato di cosa parlava.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 11:59 am 
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il post di Wolkoff credo si riferisse a chi afferma di avere gli scaffali pieni di storie mediocri di Dylan Dog scritte da autori mediocri.
Affermazione che peraltro a parer mio non ha senso perchè se io dicessi che trovo mediocri i Pink Floyd (o chiunque altro) e ho gli scaffali pieni dei loro mediocri album (e continuo a comprarne) la prima cosa che uno mi domanderebbe sarebbe se qualcuno mi obbliga ad ascoltare i Pink Floyd.
Se dopo trent'anni continuo a comprarlo un motivo c'è.
Comunque vendere o dare al pubblico il prodotto che vuole non deve essere tutto qui.
Anche perchè se la gente ha il "prodotto" che vorrebbe poi non lo vuole più.
Metteteci l'anima quando scrivete e disegnate, liberatevi.
E per favore smettetela con le pippe metafumettistiche che mi sembrano a uso e consumo di chi le scrive.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 12:19 pm 
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dipintendo ha scritto:
Anche perchè se la gente ha il "prodotto" che vorrebbe poi non lo vuole più.


Quindi bisogna dare alla gente un prodotto che non vuole?

dipintendo ha scritto:
E per favore smettetela con le pippe metafumettistiche che mi sembrano a uso e consumo di chi le scrive.


Si ma se chiedere un Dylan degno di un grande autore (che, per la cronaca, abbiamo avuto, quindi non si tratta di una fantasia) sia una pippa metafumettistica allora smetto di postare


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 12:59 pm 
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8Mike ha scritto:
wolkoff ha scritto:


Quindi io preferirò sempre cose non eccelse eppure dylanmente convincenti come La Voce Negata, La Bomba, La Morte non basta, il Futuro alla Spalle, I sonnambuli, Sulla Pelle, L'isola dei Cani, Il principe d'inverno, etc... a quanto letto qui.


Eh ma allora se ci si accontenta di questo tanto vale smettere di scrivere Dylan Dog e rileggere di continuo l'intera collezione, tanto non c'è assolutamente nulla di nuovo.


Eh ma allora se ci si accontenta di tirar fuori solo questa frase da un logopapello di post in cui ho spiegato un problema altro tipo, allora non c'è assolutamente nulla di nuovo, nel mercanteggiare con le orecchie o nel capire soltanto quello che si vuol capire, per arrivare alle solite conclusioni... :roll:
Come per il discorso degli autori "mediocri" che qui vengono etichettati con una certa facilità supponente, mentre io provo a riferirmi ai loro singoli prodotti, con tutte le (multiple) casistiche del caso, confrontandoli tra loro in quanto tali, senza filosofeggiare sui primi 100 numeri o su chi ha affossato la testata senza capirci granché.

Questo albo, secondo me, dimostra come si possono ottenere prodotti mediocri partendo da impostazioni di tutt'altro rango, elevandosi :o
E ho spiegato anche troppo il perché.
Già dalla copertina si intuisce un mood bello che ambizioso - eufemismo per "pretenzioso"?
Ma più la spari grossa nelle aspettative, più pesante sarà il colpo da smaltire... se vengono disattese.
Più elevato è il punto di (s)lancio, più rumoroso sarà il tonfo se non spicchi il volo - d'angelo?

8Mike ha scritto:
Io voglio che la mia reazione alla chiusura dell'albo sia "minchia..." e continui a ripensare a quello che ho letto per tutta la notte, non che sia "si, non male, era come Gli Uccisori ma con 3 gemelli come protagonisti" e appena lo rimetto sullo scaffale gia mi sono dimenticato di cosa parlava.


Io dopo aver finito questo albo, l'ho riposto innocuamente sul comodino ed ho giovato di un sonno profondissimo senza pensieri, dopo le semi-minchiate in cui mi ero imbattuto nelle ultime 30 pagine.
Diversamente da quanto successo con Spazio Profondo o Il cuore degli Uomini, albi che rimangono impressi e riusciti per tutt'altre ragioni 8-) :D 8-) .
Una delle tante è perché è il Rrobe ad averli scritti.
E fino ad ora mi sembra l'unico ad aver capito dove vada a parare il suo progetto.
Gli altri sono rimasti spiazzati o sacrificati nell'imbarazzo di adattarsi alle nuove direttive/svolte sfornando storielle quasi insulse, in cui il cambio delle coordinate del Dylan-mondo la fa da padrone rispetto alla storia in sé (v. Medda di Wickedford o Barbato di Mai più).
Oppure come Simeoni se ne vanno per la tangente applicando strumentalmente le proprie idiosincrasie tematiche al Dylan-contenitore zibaldo, con risultati più idonei su altre testate.

A questo punto riprendo la lista di albi citati alla fine del mio precedente post, e torno a pensare di preferirli senza alcun dubbio.

MI ACCONTENTO DI UN ALOHA, PER CHIUDERLA QUI

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MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 1:23 pm 
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A parte i gusti personali, definire pienamente riuscito Spazio Profondo a dispetto di questa storia è pretestuoso.
Al limite sono pari ( non per me che reputo questa una storia molto buona a dispetto del numero 337 )

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MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 1:28 pm 
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E' pretestuoso dire il contrario senza spiegarlo, visto che si procede nell'arte di smozzicare i periodi.
Se Spazio Profondo non ti è piaciuta dicci cosa ha in meno rispetto a questo albo e forse ne capiremo i punti deboli/forti a seconda dei casi.

Spazio Profondo, per me, osa e s'innova.
Questa s'affossa da sola e sbava oltre la tazza.

Ci sono tons di parole da me scritte sui due reciproci thread per capire cosa ho apprezzato/sgradito nella "differenza". E non ho intenzione di tornarci.

ALOHA DERIDDA

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MessaggioInviato: lun apr 06, 2015 1:40 pm 
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1) Spazio Profondo è empia di se stessa, colma di falsa voglia di rinnovare, raccontando una storia che non ha niente a che vedere con Dylan Dog.
Ed è assurdo che chi ricerchi disperatamente il Dylan di Sclavi, si attacchi a quella storia, che con il Dylan di Sclavi non c'entra assolutamente nulla.
2 ) Spazio Profondo è, a seconda dell'autore stesso, un metafumetto. Orbene, i metafumetti di Dylan avevano ben altro spessore. Senza scomodare il tanto amato JF, si vedano opere come Morgana o Ucronia, per capire cosa intedeva Sclavi per metafumetto. Senza scomodare Storia di Nessuno.
3 ) Spazio Profondo è, per me, la solita storia a scomparti, si arriva al mostro finale superando dei livelli, e finale a parte, non è dissimile da La Piramide Capovolta, nel suo essere schematica, banale e sensazionalistica, puntando a cloni di Dylan credibili quanto lo sono le storie di Marzano sul mostro del mese.
Altro non dico, sennò mi bannano da qui per sempre. E poi mi si mette in disputa con il RRobe che quando scrive poesie come Mater Morbi o cose ottime come Il Cuore degli Uomini, attinge nello stesso calamaio di Sclavi.

Questa storia ha una pretesa forse troppo elevata, ma almeno vuole partire da un messaggio adulto che non si scontri con la realtà oggettiva dell'agire di Dylan, ma anzi lo immerge in un dramma fra madre e figlio gestita con tatto e abilità di fondo.

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