Cravenroad7

Quello di Olmi vorrei vederlo. Lui è un grande!

Fuori di Oscar, ho visto L'inquilino del terzo piano. Vabbè, non serve neanche che lo commenti

Ma per "successo di pubblico" che intendi ? American Sniper ha incassato in patria oltre 300 milioni, praticamente tutti gli altri titoli in concorso intorno alla trentina

No, intendevo il riscontro. Non mi pare sia stato un film molto sentito, ha fatto parlare di sé solo per qualche polemica e per il fatto che il processo al killer del cecchino sia avvenuto in concomitanza con l'uscita del film.
Poi se anche gli addetti ai lavori ti snobbano, agli Oscar ci sei per far numero e basta.

In compenso è stato un film molto visto .
Con o senza sottotitoli da leggere, e riflessi vari da riverberare - come il caso del tipo che ha ammazzato il protagonista del libro, proprio oggi condannato ufficialmente all'ergastolo.




Ma anche no. Nessuno li ha obbligati a candidarlo per quelle statuette così importanti, e agli Oscar tengono parecchio in considerazione il successo di pubblico made-in-Usa, spesso a scapito dei critici snob di cui parli tu. Non è mica Cannes o Berlino...

ALOHA ORSO IMPALMATO

Sì, ma non basta il successo al botteghino, c'è bisogno di tutto un battage pubblicitario, di promozione, di farsi valere alle premiazioni pre-Oscar (le varie Guilds, giusto per dire) e tanta altra roba che in sostanza ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo quando si parla di riuscire a portare un film a vincere la statuetta.
Non dico che American Sniper in tutto questo sia stato fermo e sia stato nominato per grazia ricevuta, ma in confronto a molti degli altri film in gara era indietrissimo.

Per me Birdman, Boyhood, Grand Budapest Hotel, The Imitaion Game e The theory of everything gli erano davanti, ma anni luce proprio.

Ieri ho visto Blackhat. Michael Mann è il mio regista preferito, e qui c'è tutto ciò per cui adoro il suo cinema: è un film di sguardi, di parole non dette, di personaggi meravigliosamente caratterizzati. E la regia è di un livello superiore, semplicemente. Eccezionale.

Prima di viziarci dal cinese in (bisunta) forma abbiamo visto Vizio di forma.
Sinceramente sono uscito dalla sala molto più soddisfatto del deludente Birdman. Anche solo per il coraggio di proporre su pellicola un romanzo intrasponibile e labirintico come quello del paranoico Pynchon.

Infatti nel film non esiste una trama vera e propria da seguire, all'interno dell'indagine "noir" solo in apparenza & (se)movenze. Si tratta più che altro del paracul-trip dell'investigatore strafattone Doc Sportello - magistrale J.Phoenix, in questo piccolo Lebowski col taccuino - all'interno della California fricchettona e delirante degli anni '70.
Un' epoca che ci viene mostrata al suo apice - di grottescheria e nonsense - pronta quindi a crollare sotto l'era eroinomane del conformismo reaganiano, scalzando le cartine hippy e le sette più psicotrash.
Tutti i personaggi che incontrerà Doc fanno parte di questo circo surreale, tra complotti sghanghereschi, comunità di recupero, mamme intossicanti, fanciulle enigmatiche, motoband di picchiatori, pervertiti di grido, dentisti evasori, doppiogiochisti confusi e sbirri peggio che disturbati.
Il tutto sotto l'egida occulta della temibilissima "Zanna Dorata"

C'è molta più amarezza che commedia comunque, e non aspettatevi un montaggio serrato come nel trailer, perché il film carbura poco dopo la prima metà, e spesso si compiace di piani sequenza e sequenze malinconiche prolungate.
Non aspettatevi neanche viaggi lisergici oltre le soglie della percezione, perché qui l'esperienza dello sbandamento da sostanze è vista in chiave più affettuosamente terra terra, e ai Doors fanno strada invece pezzacci storici di Neil Young con punte sentimentali di rilievo
Molto bella la fotografia ed i colori in generale, come nell'incedere della luce che sgrana alcuni visi, chiaro omaggio alle pellicole o alla copertine sui 33 giri degli anni '70.
Sul titolo soprassediamo, perché topparlo di brutto è un vizio intrinseco della forma mentis italica

A JOURNEY THROUGH THE PAST...of CALOHAFORNIA DREAMIN'

L'ho visto anch'io in settimana Vizio di forma e l'ho piuttosto gradito. Il romanzo lo conoscevo solo di nome, non avevo idea della trama (anzi più giusto dire delle trame), ma sapevo più o meno, trattandosi di Pynchon, cosa aspettarmi, complottismi e paranoia compresi. Riesce a ricostruire, a far sentire pienamente allo spettatore un'epoca e anche un genere, il noir, lontano, ma non poi troppo, dai canoni classici (in fondo Sportello, come anche il detective di L'ultimo vero bacio di Crumley - romanzo con ambientazione simile che è davvero strano non sia ancora stato portato sullo schermo - sono evoluzioni "aggiornate" di Marlowe). Per farlo è però richiesta allo spettatore una totale immersione, un abbandonarsi al flusso di personaggi, ambienti, musiche, trame e sottotrame, senza cercare un filo univoco che leghi tutto quanto e a tollerare un ritmo lento, sincopato. Di rilievo poi l'ambiguità di fondo, il sorgere nello spettatore in parecchi passaggi (non solo in quelli ovvi - es. Sportello che vede in tv personaggi della sua vita) del dubbio tra realtà e allucinazione.
J. Phoenix ottimo, ma non è una novità.

Michael Mann si conferma tra i sovrani del thriller. Davvero un buon film a sfondo informatico, magistrali, come sempre, le scene d'azione (e ce n'è parecchia), ben delineati anche i personaggi (forse con un attore più espressivo di Chris Hemsworth sarebbe stato ancora meglio). Da antologia la sequenza iniziale, per quanto cose simili si erano già viste ad es. con Truffaut per la posta pneumatica e Kieslowski coi fili del telefono.

Che ne pensate dei film muti? Hanno un fascino unico e particolare per me. Proprio ieri ho visto ad una proiezione speciale Sciopero di Ejsenstejn. In passato ho avuto l'occasione di ammirare La Caduta della casa Usher di Epstein musicato dai Massimo Volume(esperienza indimenticabile) e Il Fuoco di Pastrone musicato dai Giardini di Mirò. Da non perdere per gli appassionati di horror il Nosferatu di Murnau e Vampyr di Dreyer film realizzato nell'epoca del sonoro ma praticamente muto.

E la Korazzata Potionkin ? Voi mettere...?
Io a parte Chaplin e Laurel&Hardy, di muto non ho mai visto ( per mia fortuna..) niente...
Ah si, L'ultima Follia di Mel Brooks...

i film muti fanno pena(non gliene faccio una colpa), la musica conta molto, moltissimo, immaginate i film di Sergio Leone senza le musiche di Morricone....

https://www.youtube.com/watch?v=QHX8UnNjqTs

https://www.youtube.com/watch?v=Ie0wanLy5MI

Domani su la7 fanno drive di Nicolas Winding Refn. Chi non l'ha visto rimedi assolutamente. Un capolavoro.

I film muti sono alla base del cinema. Molti di essi sono pura arte. Oggigiorno possono non piacere, apparire datati, ma non gli si può negare questa dignità. Da apprezzare ancor più per la forza espressiva delle immagini che devono sopperire alla mancanza delle parole. Alcuni registi riescono a raggiungere picchi estetici e simbolici mai più sorpassati successivamente. Forse tutta la storia del cinema non è altro che un approfondimento e una ripresa, ovviamente sonorizzata, di quanto si è visto in quegli anni nei film muti.
Méliès, Porter, i controversi Griffith e von Stroheim, Murnau, Wiene, Wegener (e tutta la stagione dell'espressionismo tedesco), DeMille, Clair, il sommo Ejzenstein, Dziga Vertov, Pudovkin, Dreyer, Buñuel (in collaborazione con Dalì), Pabst, Abel Gance, Jean Vigo, Flaherty, i primi Fritz Lang, Lubitsch, Ford e Hitchcock, per la comicità Chaplin, Buster Keaton... e ne starò dimenticando una marea: tutti da annoverare tra i grandi artisti del '900.
Senza dimenticare grandissimi ed iconici attori, dalla Garbo ai primi Stanlio e Ollio...

La musica (o meglio l'accompagnamento musicale) nei film muti c'era, eseguita da un pianista (o un organista o addirittura un'orchestra) in sala o registrata e riprodotta e sottolineava drammaticamente le azioni. Certo oggi tale musica è un po' noiosa e i film si gustano meglio togliendola o abbassando molto il volume.
Sergio Leone deve moltissimo al cinema muto, ne fu un grande fruitore ed ammiratore, suo padre era un regista di tali film, con lo pseudonimo di Roberto Roberti. Tracce d'amore si colgono in vari suoi film, un esempio la citazione della soggettiva nella bara di Per un pugno di dollari (da Vampyr di Dreyer).

Hai ragione Aleksandr,io sono di Pordenone e,forse lo saprai,ogni anno si svolge proprio qui il festival del cinema muto,storica manifestazione arrivata alla 34 edizione. Pochi anni prima di morire vi partecipò anche Sergio Leone in qualità di ospite d'onore.Purtroppo ho iniziato ad appassionarmi a questo aspetto della settima arte solo recentemente e quindi purtroppo non ci sono mai stato personalmente ma mi sono già ripromesso che quest'anno ad ottobre non mancherò. Film di punta dell'edizione(già annunciato) sarà I Miserabili del 1925 di Fescourt.