forza_sugar ha scritto:
Secondo me questo albo è proprio indicativo sulla scelta della Bonelli. Questo albo è tutto ben confezionato, la storia scorre ma non regala emozioni.
A me sembra che la Bonelli con la sua politica abbia puntato soprattutto a conquistare nuovi lettori non a recuperare quelli persi. Questo spiega la comparsa massiccia sui social, regno dei ragazzi moderni che ci passano le giornate intere.
Oltre a questo sono state effettuate tutte operazioni che cercano di colpire, di far parlare di Dylan Dog. Come la copertina di questo albo (che a me è piaciuta) e che in molti vista l'originalità avranno comprato in più copie.
Il Dylan che ho visto fino ad adesso è il Dylan loro, dei giovani d'oggi. Quello dell'apparenza, dei rapporti "leggeri", della tecnologia, della fretta moderna e dell'horror che non è più di moda.
Le vendite sono sicuramente aumentate ma questo non vuol dire la qualità. Basti pensare a 50 sfumature di nulla. Anzi al giorno d'oggi credo che in generale venda più un prodotto semplice, leggero che provochi magari che un prodotto di spessore che magari cerchi di spingere a pensare il lettore.
In realtà ci andrei cauto con la certezza che dalla fase 2 le vendite siano decollate. Se ricordo bene qualche mese fa su questo forum è stato buttato lì dal Rrobe un post che accennava con vaghezza a 30000 lettori guadagnati dall'inizio della fase 2. In realtà, parlando con uno del settore che conosce i dati di vendita delle varie collane a fumetti (è affidabile, non ha mai cannato i numeri in tanti anni), è vero che Spazio profondo ha fatto 30000 copie in più, cosa anche naturale visto il battage pubblicitario, gli annunci ad hoc, gli articoli, le interviste, la conferenza-show e la sovresposizione mediatica di quei giorni. Mi (gli) risulta però anche che dal numero successivo (Mai più ispettore Bloch) le vendite siano tornate nè più nè meno ai livelli di prima, stabilizzandosi sui 105-110 mila.
In questi casi il giochino (comprensibile, per carità) è enfatizzare il dato gonfiato iniziale (gonfiato dall'effetto novità, intendo, che è un fattore quasi matematico di ogni collana che inizia o si rilancia di brutto) e poi tacere sul seguito, lasciando intendere che i numeri siano rimasti quelli anche più avanti. Quando uscì Orfani ricordo che il Rrobe scrisse qualcosa tipo "Stiamo riempiendo il San Paolo", intendendo lo stadio del Napoli che tiene 60 mila posti. In realtà poi Rrobe non intervenne più per precisare che lo stadio non si era comunque esaurito, ma che restavano più di diecimila posti vuoti, e nemmeno informò nei mesi a venire che il venduto della collana dopo 6-7 numeri si era dimezzato, allineandosi con i dati di una collana Bonelli media.
La morale? Lasciamo il marketing a chi il marketing sa farlo e ha interesse a farlo. Il lettore si concentri sulla qualità delle storie e se esse sono o no di suo gradimento.