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#343 - Nel fumo della battaglia
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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 8:46 am 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
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Diabolo ha scritto:
In merito ai citati Di Gregorio e Marzano: il loro almeno era Dylan Dog. Il più brutto di trent'anni di vita del personaggio, la fotocopia sbiadita della fotocopia sbiadita, ma almeno era Dylan. Questo, scusatemi, non lo è.


Posto che il personaggio Dylan Dog di Simenoni è ancora tutto da verificare (le sue due storie le ho trovate discrete tutto sommato, sul personaggio ho qualche dubbio anch'io), a volte (non certo sempre) anche il Dylan di Di Gregorio è totalmente fuori parte, spesso come uno spettatore anonimo, altre come un personaggio messo lì a caso, pretestuoso, che compare e risolve le trame (a volte comportandosi diversamente dai suoi canoni), giusto perché è il protagonista della testata, ma che poteva essere chiunque, pure il commissario Winchester ed era lo stesso.
A volte un personaggio in più immerso in microstorie di altri personaggi (come nel bel cadavere o nel comunque positivo albo balneare baricchiano).


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 9:02 am 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
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Ho letto bene? Di Gregorio e Marzano? :o
Adesso si che ho i brividi!

Insomma, qualcuno mi sta dicendo che è preferibile un Dylan Dog più calato nel personaggio anche se in una storia orribile e puerile, piuttosto che una storia solida, curata maniacalmente, ma con un Dylan leggermente fuori dagli schemi?
Io opto per la seconda, tutta la vita.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 10:00 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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bertuccia2004 ha scritto:
Ho letto bene? Di Gregorio e Marzano? :o
Adesso si che ho i brividi!

Insomma, qualcuno mi sta dicendo che è preferibile un Dylan Dog più calato nel personaggio anche se in una storia orribile e puerile, piuttosto che una storia solida, curata maniacalmente, ma con un Dylan leggermente fuori dagli schemi?
Io opto per la seconda, tutta la vita.


Anche io. Peccato tu, come altri, legga soltanto quello che preferisce leggere dai commenti altrui.

La menzione a GDG e GcM era volutamente un'iperbolico paradosso...fino ad un certo punto :dito:
Dopo aver letto un albo come questo ti dirò che sinceramente il personaggio Dylan mi pare qui abbastanza in character, come scrittura, e calato per bene nei suoi schemi.
Il problema, al contrario, è proprio il resto, la storia in sé, che mi pare semi-puerile (bambini defunti a parte), poco curata negli sviluppi, con una trama d'iperschematici sbocchi o occasioni perse, e più adatta ad altre testate per format - Le Storie sopra tutte, togliendo qualche mostricionzo superfluo.
Non è la natura del protagonista in sé il problema, ma la selva di scenette in cui l'hanno calato.
E per farmela piacere dovrei calarmi pure io qualcosa di moooolto pesante... :? :oops: :?

ALOHA HORROR TRIP

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


Ultima modifica di wolkoff il gio apr 02, 2015 10:13 am, modificato 3 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 10:03 am 
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Iscritto il: gio feb 28, 2013 1:39 pm
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rimatt ha scritto:
8Mike ha scritto:
Questa storia, assolutamente dignitosa, sarebbe andata bene per un personaggio come Gea o Martin Mystere, personaggi che non hanno avuto un passato glorioso degno di una nota da Umberto Eco


Non hai mai letto Martin Mystère, vero? :tc:


Io ho quasi tutta la collezione di MM e nessun albo è mai riuscito ad avvicinarsi minimamente a livello delle storie di Sclaiv, neppure la stessa di Sclavi su MM. Rimane sempre un fumetto di avventura con alcuni interessantissimi spunti di riflessione, ma non ha mai superato quella barriera che ha superato Dylan.

il RRobe ha scritto:
Siamo lontani dalle storie di Sclavi?
Dipende da quali sono gli elemnti delle storie di Sclavi che prendi in esame.
A me interessa tornare al fatto che Dylan, in mano sua, era un fumetto emozionante e imprevedibile. Che scusitava forte emozioni, anche contrastanti, che faceva innammorare o odiare.
Tutto il resto è un bel vestito che cerchiamo di indossare bene. Ma che quando ci lega i movimenti, togliamo.
Esattamente come faceva Tiziano.

Rrobe la tua intenzione c'è ed è esattamente quella che cerchiamo anche noi. Immagina però che il Dylan dell'epoca di Sclavi non solo aveva raggiunto un audience che, tendenzialmente, non leggeva fumetti e, il modo in cui lui scriveva, faceva si che il target fosse "la gente". Qui il target è ancora "i vecchi fan di Dylan" e lo capisco dato che l'obiettivo iniziale era il recupero dei lettori.
Comunque non siamo lontani, ci stiamo avvicinando


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 10:32 am 
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Località: Verona
8Mike ha scritto:
Io ho quasi tutta la collezione di MM e nessun albo è mai riuscito ad avvicinarsi minimamente a livello delle storie di Sclaiv, neppure la stessa di Sclavi su MM. Rimane sempre un fumetto di avventura con alcuni interessantissimi spunti di riflessione, ma non ha mai superato quella barriera che ha superato Dylan.


Considerazione pienamente legittima, come preferenza puramente soggettiva. Io ho riletto da poco i primi 150 albi di Martin Mystère e li ho trovati perlopiù magnifici. Sotto il profilo qualitativo, Martin non ha nulla (ma proprio nulla) da invidiare a Dylan; anzi, semmai è vero il contrario. Poi non c'è nulla di strano nel preferire un personaggio all'altro, ma si tratta – appunto – di gusti personali. :wink:

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 10:40 am 
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Località: Forlì
Piccatto ha scritto:
C'è chi la cosa la sopporta senza problemi, c'è chi la vive male, soprattutto alla luce del tanto atteso downgrade che porta tutto meno che il sospirato ritorno ad una certa sensibilità, a certi temi, ad una certa qualità calata nel contesto appropriato. E io, mese dopo mese, capisco che questa è ormai una realtà consolidata che moltissimi accettano e apprezzano e che Recchioni non ha né le intenzioni né le capacità di tirar fuori le cose che mi aspettavo e che vorrei. Questo non è il fumetto che voglio leggere, non ci va nemmeno vicino. Simeoni non mi piace. Non mi piace come la pensa e non mi piace come scrive. E ciononostante il suo fumetto è comunque apprezzabile. Ma non è Dylan Dog. E io mi sono un po' rotto, per me basta così. Buon proseguimento.


Diabolo ha scritto:
Piccatto, non avresti potuto essere più chiaro, più diretto, più appassionato di così. E per quello che può (non) contare sono perfettamente d'accordo con te.
Confesso, da quasi newbie del forum, che mi sarei aspettato che qui sopra ci fosse molta più gente che la pensava come te. Invece vedo che alla maggior parte degli utenti di questa fase 2 va bene un po' tutto a prescindere, anche cose che davvero non c'entrano nulla con Dylan Dog, basta che siano introdotte un po' bene a livello di marketing.


Per quanto abbia apprezzato copertina e atmosfera dell'albo (intendo le tavole riservate al
Spoiler!
bambino nell'al di là, con i giochi e i lupi
non posso che essere d'accordo con voi due. Solo, sono diventato minoranza silenziosa perchè mi annoiano pure le discussioni ormai, colpa mia chiaramente e senza polemiche. Vedo il lavoro appassionato di Simeoni, più qui che in Anarchia ma a fine lettura giungo all'ormai cronica conclusione: buon fumetto, ben curato, ma non è bla bla bla. Questo numero, per tratto grafico e finale, potrebbe pure tranquillamente essere riadattato per Dragonero!


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 10:46 am 
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Iscritto il: mar dic 27, 2005 1:38 am
Messaggi: 1105
Nel fumo della battaglia

SPOILER

E di battaglie si racconta in questo albo: da quella casalinga e quotidiana di una madre sola che deve badare a un figlio "speciale" (nemici che successivamente, dopo la morte del figlio, si trasformano in impotenza e disperazione), fino ad arrivare a quella definitva in svolgimento dalla notte dei tempi fra bene e male.
In mezzo c'è il tentativo di capire e di dare un senso a tutto.
Il coinvolgimento della nuova tecnologia mi ha fatto un po' storcere il naso, poiché è difficile da mandare giù il fatto che un'entità accetti la tua richiesta d'amicizia su facebook, ma poi mi sono ricordato di Poltergeist e che gli spiriti avevano un legame con il nostro mondo utilizzando la tecnologia dell'epoca (il televisore); cosa che mi ha fatto accettare un pochino di più l'espediente.
Stà di fatto che le atmosfere e alcune scene mi hanno inquietato non poco (cosa che con un fumetto non mi capitava da tanto). Mi riferisco soprattutto alle ultime pagine, quando il dottore si trasforma e si presenta dietro la porta barricata dove si nascondono i bambini e Dylan. Gran bella scena!

Il discorso della rappresentazione classica del bene e male: da non schiavo della regligione, con un po' di fatica l'ho accettata comunque poiché visione dell'autore, condivisibile o meno.

Disegni molto belli e copertina che dal vivo è migliore delle immagini su internet.
Ottimo albo, come del resto mi aspettavo che fosse, visto l'autore Gigi Simeoni.

_________________
BenVenutI iN GolConDa!


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 10:53 am 
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Iscritto il: mer nov 06, 2013 4:03 pm
Messaggi: 37
Votato accettabile, buon soggetto, meno lo sviluppo. I motivi stanno tutti nei messaggi precedenti.
Sono m o l t i s s i m o d'accordo con quanto detto da Diabolo a pagina 4 (in particolare: Dylan e Groucho sembrano due personaggi da avanspettacolo; l'esempio più calzante è la vignetta che citava anche lui), Dear Boy a pagina 5 (sulla scarsa caratterizzazione dei personaggi), Piccatto a pagina 9 (ci ritorno tra poco), Diabolo di nuovo a pagina 12, sulla questione delle reazioni qui sul forum. Anche a me i disegni non hanno fatto impazzire.
A me la copertina è piaciuta, ci sta che non sia legatissima alla storia, la copertina serve soprattutto ad altro.
Invece non riesco a digerire frasi modello "Finalmente una questione interessante di cui si può parlare. Altro che porte, pistole e cellulari". Non sono dettagli, quelli: sono parte della storia tanto quanto i massimi sistemi, secondo me.

Inizio a pensare che Dylan Dog andasse chiuso per lasciar spazio a una nuova testata, con cui si prometteva di spaventare, commuovere, far pensare eccetera eccetera come faceva Dylan Dog nei primi anni di vita editoriale.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 11:13 am 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Località: Milano
Noto che il mio disperato tentativo di riportare ad una discussione più inerente all'albo è andata fallita.
E che a nessuno frega più di tanto dei miei commenti.
Ad ogni buon conto, il considerare maggiormente vicini alla tematica di Sclavi le storie di DiGregorio ( quale ? Il divoratore di ossa ? Quella storia che avevo definito horror e mi ero sentita dare della cerebrolesa ?? Di Marzano, scusate, non salvo proprio niente o quasi...) è una forzatura enorme ed ingiustificata.
Il solco di Sclavi era tale che pure autori come Chiaverotti, potevano tranquillamente percorrerlo senza deragliare ( o ragliare ) più del dovuto.
Quel percorso, a detta di Sclavi stesso, si è esaurito da tempo.
Io non mi sono affatto prostrata adorante alla fase 2.0, fase nuova, corso recchioniano come vogliamo chiamarlo. Anzi vi sono delle storie, come la precedente di Simeoni, che non mi sono piaciute per nulla, nel loro tentativo per me eccessivamente esplicito, di essere moraleggianti, politiche e d'azione.
Dal numero 200 in poi, ammetto di aver trovato poche storie ai livelli delle precedenti, e sopratutto negli ultimi anni, diciamo dal 250 in poi, il mio acquisto di Dylan Dog è divenuto un mero fatto abitudinario, collezionistico e in ultima analisi, legato al forum, per postarvi commenti ed impressioni.
Certo vi sono perle come Mater Morbi e I Raminghi d'Autunno, tanto per fare due nomi che mi vengono alla mente ora, ma si tratta di perle in un mare di ostriche abbastanza anonimo.
Credo che sarà la medesima cosa per questo corso nuovo. Dylan, lo ripeto per me sola, ha esaurito la sua vena propositiva, la sua spinta all'interesse e le tematiche che lo rendevano un panorama unico nel fumetto recente italiano. Stessa cosa per Alan Ford, i primi 75/100 numeri restano delle perle assolute, irripetibili e irraggiungibili della comicità cattiva e dissacrante.
Poi il fumetto è calato, diventando poco divertente, riuscito, caustico com'era all'inizio e non sarà più.
Per me Alan Ford avrebbe dovuto chiudere anni fa. Stessa cosa Dylan Dog.
Ma visto che la Bonelli intende andare avanti, credo occorra criticare e discutere quando è il caso, analizzando ogni storia per quello che è ogni mese, senza continui rimandi ai primi 100/150 numeri, che restano un periodo d'oro irripetibile per il fumetto italiano in generale.
Se ritrovo in questo Dylan quello che mi fece piangere, riflette, adottare un percorso di vita dei primi anni ? Assolutamente no, e la colpa non è di Recchioni, ma appunto del personaggio che ormai ha detto tutto e il suo contrario.
Se possono uscire storie interessanti, belle, magari spaventevoli, oggi e domani ? Si e spero siano frequenti.
L'avvicinarsi a Sclavi è come farlo al sole, ci si brucia e non lo si raggiungerà mai.
Occorre coglierne alcuni aspetti, come faceva Medda o come fa a suo modo Ambrosini, senza domandarsi troppo cosa avrebbe scritto il Tiz in certe situazioni.
E leggere pure allo stesso modo.
Anche Paola Barbato ha scritto (molte) cose egregie, pur andando spesso contro allo stereotipo sclaviano di Dylan Dog.
E anche allora, come oggi, si diceva che usciva dal seminato. Ma oggi alcune di quelle storie si rimpiangono.
Non credo, con tutta onestà, che sarà così per molte di quelle che escono oggi.
Ma il motivo sta tutto, per me, nella fine narrativa del personaggio Dylan, piuttosto che dei suoi autori.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 12:06 pm 
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Sante parole, Dogares.

La polemica mensile sul "questo non è il Dylan di Sclavi" spero che si esaurisca presto, dal momento che questo non è il Dylan di Sclavi né mai lo sarà, come lo stesso Rrobe ha più volte confermato. Così come il Dylan della Barbato non era il Dylan di Sclavi ma piaceva molto. Così come, il Dylan del mese scorso non era assolutamente il Dylan di Sclavi, eppure è piaciuto a molti che questo mese imputano a Simeoni una lontananza siderale dall'originale. Per quanto mi riguarda, meglio Simeoni di questo mese che svariate porcate pre numero 100 :)

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 12:13 pm 
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leonearmato ha scritto:
Sante parole, Dogares.

La polemica mensile sul "questo non è il Dylan di Sclavi" spero che si esaurisca presto, dal momento che questo non è il Dylan di Sclavi né mai lo sarà, come lo stesso Rrobe ha più volte confermato. Così come il Dylan della Barbato non era il Dylan di Sclavi ma piaceva molto. Così come, il Dylan del mese scorso non era assolutamente il Dylan di Sclavi, eppure è piaciuto a molti che questo mese imputano a Simeoni una lontananza siderale dall'originale. Per quanto mi riguarda, meglio Simeoni di questo mese che svariate porcate pre numero 100 :)



QUOTO

Se posso vorrei dire anch'io cosa penso esprimendo il mio parere senza offendere nessun autore permaloso.
Il problema non era che Dyd era un fumetto ormai spacciato ecc. questo era il presupposto sbagliato. Lo leggeva meno gente di quanti lo leggevano nel 1996?
Quindi? Questo non vuol dire niente...conosco pochissima gente che ha letto Bulgakov e tantissimi che leggono Moccia. Che vuol dire?
Se Dyd avesse avuto ancora la massa di lettori che aveva nel 1996 forse io avrei smesso di leggerlo. Vuol dire che aveva meno lettori ma più esigenti.
Dopo la morte di Sergio Bonelli secondo me è stato dato in mano ad autori non adatti al tipo di testata e al tipo di lettori che aveva.
Autori bravi, bravissimi, ma poco inerenti al personaggio. E lo dice uno che ha letteralmente ADORATO John Doe (collezionando anche tutta la trapassati inc.) . Ma Dylan non è JD.
Sono state fatte scelte a parer mio sbagliate. Per accaparrare nuovi lettori ignorando quelli che lo compravano con piacere ogni mese (e a detta di quanto dicono eranano tantissimi me compreso).
In questo Dylan io non riconosco la Bonelli. E' questo il mio problema.
Ma forse ripeto, è un mio problema.
Comunque io spero che gli autori se ne siano resi conto, si può sempre tornare indietro, e spero che non si continui a guardare alla quantità di lettori ma alla qualità.
Ho letto di vanti su internet di aumenti di lettori, ma allora mi chiedo, è davvero tutto qui? sOLO QUESTO HA IMPORTANZA?
I lettori continuano a parlare di Sclavi, avete visto anche voi il documentario di Giancarlo Soldi? Sclavi era uno che non scriveva per il denaro, il successo o ,a fama, non trollava su internet elemosinando visualizzazioni, lui ci metteva davvero tutto il suo tempo, la sua anima e il suo fegato.
Io sono dell'idea che QUANTITÀ e QUALITÀ non siano del tutto compatibili, tranne in alcuni casi, che definiamo cult.
Quoto chi dice che autori bravi e storie belle oltre quelle di Sclavi ci sono state...e comunque tra ati e bassi erano almeno storie di Dylan.

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Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
https://www.instagram.com/dipintendo


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 12:27 pm 
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Però la Bonelli è un'azienda, eh, non un ente senza scopo di lucro. Rrobe è stato messo al posto di Gualdoni perché la direzione che aveva preso la testata sotto la sua guida (tra l'altro ci sarebbe da discutere anche su questo) aveva portato ad uno stillicidio di lettori. Rrobe, piaccia o no, ha un seguito e ha messo in atto delle idee che evidentemente hanno raggiunto lo scopo, cioè vendere. Detto questo poi il problema diventa: si sono portati nuovi lettori abbassando la qualità delle storie? A parte che ad abbassare la qualità rispetto a cose come Il baule delle meraviglie o Il crollo ci vorrebbe una bravura non indifferente, la qualità è per definizione un concetto umbratile, relativo. L'aderenza all'estetica e alla sensibilità sclaviana no. Il numero di questo mese è 'sclaviano'? Assolutamente no. E' una storia pienamente di Simeoni, per quel poco che lo conosco. Si può discutere su questo, però voglio dire una cosa. Quando leggerò la storia di Ratigher, io non mi aspetto una storia 'di Sclavi'. Io mi aspetto una storia di Ratigher.
E in generale quoto il discorso di Dogamy che mi trova totalmente d'accordo, anche se sull'album di questo mese non la penso come lei.

P.s. auguri dipintendo!


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 12:38 pm 
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Cita:
conosco pochissima gente che ha letto Bulgakov

Presente 8-)

(Mi associo agli auguri, anche se fuori topic)

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 12:42 pm 
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Don Cristo ha scritto:
Però la Bonelli è un'azienda, eh, non un ente senza scopo di lucro. Rrobe è stato messo al posto di Gualdoni perché la direzione che aveva preso la testata sotto la sua guida (tra l'altro ci sarebbe da discutere anche su questo) aveva portato ad uno stillicidio di lettori. Rrobe, piaccia o no, ha un seguito e ha messo in atto delle idee che evidentemente hanno raggiunto lo scopo, cioè vendere. Detto questo poi il problema diventa: si sono portati nuovi lettori abbassando la qualità delle storie? A parte che ad abbassare la qualità rispetto a cose come Il baule delle meraviglie o Il crollo ci vorrebbe una bravura non indifferente, la qualità è per definizione un concetto umbratile, relativo. L'aderenza all'estetica e alla sensibilità sclaviana no. Il numero di questo mese è 'sclaviano'? Assolutamente no. E' una storia pienamente di Simeoni, per quel poco che lo conosco. Si può discutere su questo, però voglio dire una cosa. Quando leggerò la storia di Ratigher, io non mi aspetto una storia 'di Sclavi'. Io mi aspetto una storia di Ratigher.
E in generale quoto il discorso di Dogamy che mi trova totalmente d'accordo, anche se sull'album di questo mese non la penso come lei.

P.s. auguri dipintendo!

Grazie :) per gli auguri...mi sto facendo vecchio!!!!
IO ti do ragione su tutto...però un opera di ingegno non è una bibita.
A me non dispiace il discorso dello svecchiamento, ma secondo me andava fatto in maniera diversa...parere di lettore fedele.
Anzi di Ratigher ho letto che sarà solo ai testi (peccato) e a me sarebbe piaciuto ammirare anche la sua splendida arte visuale.
Non vedo l'ora di leggerlo.
leonearmato ha scritto:
Cita:
conosco pochissima gente che ha letto Bulgakov

Presente 8-)

(Mi associo agli auguri, anche se fuori topic)

Grazie ;)
Ti consiglio i racconti di un giovane medico se ti piace lo splatter :mrgreen:

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Ultima modifica di dipintendo il gio apr 02, 2015 12:45 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: gio apr 02, 2015 12:44 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
Messaggi: 2158
Temo sia parecchio OT ma l'argomento merita.

Un’azienda editoriale deve pensare alla quantità (vendere) prima di tutto. Ed è innegabile che la Bonelli abbia sempre provato a coniugare la quantità con la qualità.
L’impressione però nel caso del rilancio di Dylan Dog (che a quanto ho capito stava tracollando nelle vendite), è che ci sia stato per la prima volta nella storia bonelliana il tentativo non più di vendere un prodotto (dylan dog) ma un autore/personaggio (recchioni). Io spero che sia stato scelto per le sue capacità (il tempo poi dirà se erano all’altezza) e non per la sua notorietà web perché dubito fortemente che i numeri che genera internet (like, follower, clic, impression e altre amenità) siano adeguati ai numeri che richiede una casa editrice. 50000 like della pagina FB ufficiale sono una miseria rispetto alle vendite standard di Dylan Dog. Sempre ammesso che ogni like corrisponda ad una copia venduta e possibilmente ad un nuovo acquirente e non allo zoccolo duro di lettori comunque presente nelle passate gestioni.

A scanso di equivoci io spero che dyd venda milioni di copie a prescindere dal mio apprezzamento perché non vorrei mai che si perdesse un artigianato meraviglioso come quello del fumetto. Soprattutto i disegnatori. Tutti, dai Cossu ai Carnevale.
Perché se sparisce la Bonelli, in Italia la vedo davvero male.

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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