Ho letto l'albo, ma non l'ho acquistato. Mi sono limitato a farmelo prestare.
Avevo la sensazione, fin dalla copertina poco accattivante, che non andasse oltre la sufficienza. Sensazione confermata, purtroppo.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
Gli articoli non si discostano granchè dalla media del passato, salvo un tono maggiormente ironico. Ma il tono serve a poco quando la sostanza latita, e l'insieme è davvero troppo modesto. Soprattutto i pezzi sui videogiochi sono di una superficialità disarmante.
La storia lunga di Brindisi è sostanzialmente la solita solfa.
Quante volte abbiamo visto il "mostro" tale solo in apparenza (cioè brutto di aspetto ma in realtà buono) contrapposto a umani dall'animo mostruoso? Non so, non le ho contate, ma di certo sono parecchie, e questa non aggiunge
assolutamente nulla alla formula.
Non pretendo originalità a tutti i costi, ma non mi va neppure che le storie di Dylan si limitino al continuo riciclaggio dei soliti 2-3 canovacci triti e ritriti, con appena qualche modesta variazione. In questo caso la variazione dovrebbe essere il discorso-denuncia sull'industria dello spettacolo, però la seconda parte della storia è talmente grottesca, con i filmakers trasformati in pazzoidi sadici, che ogni pretesa di credibilità svanisce.
Bloch è abbastanza accattivante, ma nella 2° parte finisce in secondo piano e quindi il suo ruolo si limita a poco più di una comparsata con rinforzo.
La breve di Gualdoni parte bene, ma poi diventa irritante con Dylan pestato come un tamburo e angosciato da rovelli morali talmente "sottolineati" da sfiorare il ridicolo involontario.
Si salva solo la brevissima di Bacilieri: un po' poco.