Cravenroad7

Ho votato mediocre.
I vari "dossier" sono inutili, ma non dico nulla di nuovo.
Su internet si trova di più e meglio.
Bella invece l'idea di un magazine incentrato, in termini di servizi, su Dylan.
Le storie non mi sono piaciute.
La prima è raffazonata.
E i disegni non la salvano.
La seconda è bislacca (e mi ha dato una sensazione di pressapochismo vedere Bloch che nell'idea originale era ancora in servizio, con il baloon della pagina successiva ad emendare l'impasse).
E i disegni non la salvano.

E questo lo capisci da...?

Ho letto l'albo, ma non l'ho acquistato. Mi sono limitato a farmelo prestare.
Avevo la sensazione, fin dalla copertina poco accattivante, che non andasse oltre la sufficienza. Sensazione confermata, purtroppo.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Gli articoli non si discostano granchè dalla media del passato, salvo un tono maggiormente ironico. Ma il tono serve a poco quando la sostanza latita, e l'insieme è davvero troppo modesto. Soprattutto i pezzi sui videogiochi sono di una superficialità disarmante.


La storia lunga di Brindisi è sostanzialmente la solita solfa.
Quante volte abbiamo visto il "mostro" tale solo in apparenza (cioè brutto di aspetto ma in realtà buono) contrapposto a umani dall'animo mostruoso? Non so, non le ho contate, ma di certo sono parecchie, e questa non aggiunge assolutamente nulla alla formula.
Non pretendo originalità a tutti i costi, ma non mi va neppure che le storie di Dylan si limitino al continuo riciclaggio dei soliti 2-3 canovacci triti e ritriti, con appena qualche modesta variazione. In questo caso la variazione dovrebbe essere il discorso-denuncia sull'industria dello spettacolo, però la seconda parte della storia è talmente grottesca, con i filmakers trasformati in pazzoidi sadici, che ogni pretesa di credibilità svanisce.

Bloch è abbastanza accattivante, ma nella 2° parte finisce in secondo piano e quindi il suo ruolo si limita a poco più di una comparsata con rinforzo.



La breve di Gualdoni parte bene, ma poi diventa irritante con Dylan pestato come un tamburo e angosciato da rovelli morali talmente "sottolineati" da sfiorare il ridicolo involontario.


Si salva solo la brevissima di Bacilieri: un po' poco.

No, Roberto. Ti prego, togliti dalla testa l'idea che un'opera d'arte (in questo caso Dylan) possa o, peggio ancora, debba, insegnare qualcosa. Che possa o debba migliorare, educare, il suo pubblico o addirittura il mondo. È un'idea vecchia, accademica, rigida... dell'arte. È l'idea dell'arte (sbagliata!) che ha un partito, un ministro della cultura, la Rai o la scuola. Te lo dico con il massimo del rispetto che ho del tuo lavoro (che apprezzo) ma anche con una certa frustrazione perché so che potresti fare meglio. Questo impegno appesantisce Dylan Dog. E lo si sente, nei tuoi albi. Io credo che valga sempre la pena di comprare Dyd, c'è sempre un certo genio. Ma è incatenato appunto ad un impegno (un intento) moralizzatore o educativo (asfissiante ne "Il saldo", per dirne una). Non sono il primo a notarlo ma è preoccupante che tu, al posto di correre a buttarlo nel cestino, definitivamente, addirittura lo rivendichi (con questo commento, ad esempio). Ti assicuro che se te ne liberi (non solo tu... magari l'intera squadra! -sappiamo che è un problema annoso di Dyd e che certo non è nato con la tua gestione-), Dylan e tutte le altre tue opere prenderanno il volo. E tu sarai davvero, finalmente, dalla parte di Asso. Un grande artista è sempre dalla parte di Asso e contro ogni educatore. La questione, insomma, non è quanto funzioni la frecciatina o il messaggio, la questione è che NON È COMPITO DELL'ARTE lanciare frecciatine né messaggi.

Commento superficiale al 100%. Da te non me lo aspettavo.

Ad onor del vero, però, pure Scalvi messaggiava e di brutto...e non ce ne siam mai lamentati.

Io sì, me ne lamentavo. Anche con Sclavi. Che tristezza il Dylan che cercava di redimere il neo-nazista in "Doktor Terror". E ovviamente il tipo non ci stava e dava un calcio al nostro. Un brutto siparietto che serviva solo a testimoniare la superiorità morale e antropologica di Dylan. Poi la storia, per fortuna, riusciva a riprendersi.

Quindi, fare ironia sula gente che crede agli zingari che ci rapiscono i bimbi, è demagogico?

Spero di non essere OT, volevo solo dire che dopo la disastrosa gestione di Gualdoni non comprerò mai più una storia (di dylan e non) da lui firmata.

Quoto.
Suvvia, Dylan ha SEMPRE lanciato messaggi di quel tipo, soprattutto con Sclavi. Doktor Terror non è un'eccezione. Storie come I Vampiri o Il "progetto" (le cito perché le ho rilette da poco) sembrano uscite dalla penna di un grillino complottaro e luddista, eppure restano piacevolissime letture.
La difesa degli animali, la demonizzazione di ricchi e politici, la celebrazione di "freaks" e disadattati sono posizioni che emergono in dozzine di storie dylaniate, vecchie e recenti.
Sotto questo aspetto c'è ben poco da rimproverare alla nuova gestione. Anzi, in Al servizio del caos e Il cuore degli uomini RRobe ha persino provato a lanciare qualche messaggio contrario rispetto a quelli che mandava Sclavi.

Roberto, mi piacerebbe che tu guardassi la trave indicata dal mio pregnante discorso anzichè continuare a mirare la pagliuzza...

In generale, dico: non mi piace cadere nel giochino Sclavi e post-Sclavi. Ora c'è Recchioni e le critiche (anche quelle positive, entusiastiche) è logico che vadano indirizzate a lui (e alla sua squadra).

Nicolas, il fatto è che messaggi di quel tipo (che a volte neppure io condivido) sono caratteristiche essenziali della serie. Se li togli, Dylan risulta completamente snaturato.
E comunque, in generale, non è detto che per apprezzare un'opera "impegnata" se ne debba necessariamente condividere il messaggio.
Per dire, un film come Antichrist di Lars Von Trier propone una tesi aberrante e che solo un criminale potrebbe condividere, eppure l'ho trovato un capolavoro.

sta storia dei segni degli zingari sui citofoni è in giro da 50 anni, anche ammesso che mezzo secolo fa ci fosse una qualche base di verità, che senso avrebbe un sistema di segni che ormai da decenni è conosciuto da tutti?
e soprattutto, ma non ce l'hanno carta e penna per segnarsi le cose senza lasciarmi sul campanello di casa un segnale che mi stanno per svaligiare?
dai, su...

a me sembra che all'epoca di Sclavi questo tipo di messaggi erano molti di più e ancora più evidenti (e a me alcuni davano molto fastidio),quindi bravo Recchioni che in questo nuovo corso li sta diminuendo

Ci fu un servizio delle iene in proposito...in parte vero, in parte fuffa...

Sulla faccenda moraleggiante di Doc Terror quoto. Albo indigeribile.
FIne OT e fine questione segni sui citofoni.