Cravenroad7

Vero. Anzi il suo zio paperone se non ci sono i bassotti o rockerduck è usato come se fosse il cattivo di turno. Nei fumetti disney tutti gli autori fanno quello che vogliono ma è un pregio. Con una uscita settimanale sai che noia storie tutte uguali.

Tutti gli autori fanno quello che vogliono? Hai mai letto un Topolino per intero?

In passato ognuno ha dato la sfumatura che preferiva ad alcuni personaggi (ed è stata un'esperienza molto positiva), oggi è una cosa impensabile. Ma impensabile al punto che nel '97 si è creata una testata a parte per PK e successivamente per MMMM, che erano leggermente più adulte.

Aggiungo: "sai che noia tutte storie uguali anche una volta al mese", se il velato riferimento era a Dylan Dog

Conosco il topo italiano dal 1948 al 1994. Tramite ristampe.

Rammento il primo, Paperino e la giornata della bontà come un racconto divertentissimo.

Cmq il vero Zio Paperone è di Barks, il resto sono divertissment.
Paperino ed il suo mondo, battono Topolino 10 a 1.

Okay, allora ha senso quello che dici.
Oggi quello che dici non è più pensabile.

Il Paperone canonico è ovviamente quello di Barks. Approfondito ed interrogato proprio a proposito dell'onestà da Don Rosa.
Però non mi dispiaceva nemmeno quello di Martina, era indubbiamente spassoso. Tra lui e Rockerduck nelle sue storie non c'era poi questa gran differenza, a parte l'avarizia ed il fatto che il secondo avesse spesso ancor più caratteristiche da gangster (giungendo ad allearsi anche coi Bassotti). Guido Martina era solito estremizzare i difetti dei vari personaggi, con un certo cinismo e sarcasmo e non solo Paperone; prendiamo il suo Paperino, ad alti livelli di irascibilità, dispotismo (in casa sua, coi nipoti), pigrizia, accrescendo il loro potenziale comico e grottesco.
Un maestro indiscusso del fumetto Disney italiano, che però oggi sarebbe ostacolato, censurato, vedrebbe limitata la sua libertà creativa, smussati dialoghi e caratteri. Le sue parodie ad esempio erano spesso irrispettose verso i modelli di origine, filologicamente inattendibili, lontane dal politically correct. Oggi al grido (simpsoniano, ma lì era in burla, con la moglie del reverendo) "I bambini, perché nessuno pensa ai bambini!" (che intanto dal Topo se ne vanno sempre più o nemmeno si avvicinano) abbiamo una parodia de L'isola del tesoro* in cui il Rum è stato sostituito col tè nero, le didascalie rispettose del testo soffocano le vignette, ecc. Tutto è edulcorato e si cambia persino il testo della canzone "Quindici uomini" banalizzandola puerilmente.

* Che comunque è una discreta storia per ora, valida soprattutto per la parte grafica di Turconi.

Io sono cresciuto col Paperone che io chiamo "di Cavazzano" anche se del maestro, ovviamente, non è; però è quello disegnato da lui più e più volte. Ossia il Paperone che corre a destra e a manca per i suoi affari, per fare soldi, trascinandosi dietro il nipotame, che vorrebbe fare tutto come vuole lui ma che all fine ha un cuore d'oro e capisce che può anche essere un benefattore. Paperolimpiadi, Paperino e la panchina comoda, Paperone e la formula1.
La storia sulla dinasti dei paperi è un capolavoro indiscusso, la prima volta che la lessi, molti anni fa, rimasi spiazzato nel vedere il Paperone arcigno e scorbutico del presente.

Ma è sensibilità personale

Ne ho due su tre.

concordi con la visione di Guido Martina? Altruismo che sciocchezze...

La coerenza non la pretendo certo in fumetti umoristici con animali antropomorfi...

No, no il topo dava lezioni di vita

http://coa.inducks.org/s.php?c=I+TL+1285-BP

Se non puoi batterli unisciti a loro, se non puoi frenare accelera, se vuoi scontentarli accontentali troppo

La 3 funziona sempre.

Pure Geppo dava lezioni di vita...
Che c'entra con la domanda sulle storie di Guido Martina?

Che ne pensate delle storie di topolino di Giampaolo Barosso? Del periodo che conosco (1948/1994) è l'unico che scriveva storie di topolino nella vita di tutti i giorni. L'intento era buono, ma appariva ancora più quadrato. Vedere il topo scazzato che cercava un regalo per minni, o alle prese con il televisore rotto, o annoiato che va alla recita di tip e tap, o che guarda la partita senza trasporto con pippo e orazio(gasatissimi) lo rendeva ancora più antipatico. Il topo quando non indagava o partiva per un'avventura si rompeva i toponi.

Non male, ma i Barosso erano autori inferiori ai vari Martina, Scarpa e Cimino. Però le loro storie si leggevano molto volentieri, spesso erano brillanti e divertenti.

Le avevo già tutte e quattro le storie, compresa quella con Josè Carioca e Pennino, ma non ho saputo resistere al Topolino Story 1987 in edicola e aver così in questo bel formato Topolino e Minni in "Casablanca" (e c'è pure Topolino e l'Atlantide continente perduto di Pezzin/De Vita).