Più che le indicazioni dell'autore, il problema è la resa di Stano nel suo essere ambigua
.
Se la cosa è voluta nulla di ridire, se deriva da approssimazioni/distrazioni/pauradipressioni il discorso cambia...
Nella pagina di apertura (p.5) l'inarcatura/muscolatura della schiena sul lettone è chiaramente maschile.
Quando però parte la sequenza in mezzatinta (p. 10.i), dal modo in cui trattiene la coperta, dai lineamenti sul viso, e da una mezza sporgenza altezza seno si deduce che sia una donna - reale o immaginata che sia.
Questo vuol dire tutto e niente, in tempi di mutaformismo chirurgico e palestranza assidua...per cui non mi soffermerei troppo sulla
gender-al(
ter)ità di quel personaggio, qualunque essa sia. Anche perché lo stesso Stano non ha voluto rimarcare nulla in particolare
.
Dear Boy ha scritto:
... siamo al fumetto 2.0?
Agli autori che via web devono integrare quello che vediamo sulle pagine?.
Spero di evitare questo genere di deriva auto-esegetica altrove, anche perché i prossimi disegni saranno di Dall'Agnol, e lì sulla libera interpretazione la vedo più che sbrigliata...
TORNIAMO AGLI IDEOGRAMMI
歓迎
(
sarebbe l'equivalente di ALOHA)