Mercurio Loi ha tutte le caratteristiche di un numero iniziale. Se poi seguirà una miniserie, magari interna alla collana de Le storie, lo vedremo. Quindi una parte abbondante dell'albo è dedicata alla presentazione del protagonista e del suo mondo (come tutti i numeri 1, non solo nei fumetti). L'ambientazione ha un suo fascino, quella Roma della prima metà dell' '800 già percorsa da fermenti risorgimentali, ma ancora con tante reminiscenze (fantasmi?) dal passato.
Molto bello l'inizio o prologo, alla Indiana Jones, col personaggio che esce da un'avventura di cui ci viene mostrato solo il finale per entrarne in una nuova, quella della storia in questione e ottimo anche il finale. Buoni, come sempre, i dialoghi.
In generale non mi ha esaltato, ma grazie alla capacità di Bilotta l'ho letto con piacere e curiosità, non so quanto seguirei un'eventuale serie (magari qualche numero appena, giusto per farmi un'idea), complice uno scarso interesse (e simpatia) per protagonista ed antagonista. Cioè, se le prossime storie fossero: il primo deve sventare un qualche piano diabolico del secondo, come farà? Direi subito: num me ne po' fregà de meno, per restare in tema, ma trattandosi di questo autore le trame potrebbero davvero essere più variegate e ricche di particolari suggestivi; tanto per citarne uno di questo numero, il ragno che è come seguisse Mercurio, simbolo forse della sua paura, della sua parte più misteriosa.
I disegni di Mosca, ottimi nel ritrarre la Roma dell'epoca e nel creare atmosfera, lasciano qualcosa a desiderare nelle fisionomie.
Nel complesso un 6,5.