rimatt ha scritto:
Oddio, a me Clint continua tutt'al più a sembrare coerente con se stesso e con il proprio percorso (umano e artistico). Nessuna narrazione è del tutto oggettiva, questo va da sé, ma mi sembra che Clint non ecceda né in enfasi né in patriottismo, quando la guerra c'è da raccontarla e da mostrarla per quel che è. Insomma, il film è meno banale e scontato di quanto sembra in superficie.
Chapeau!
In
American Sniper non ho riscontrato becero patriottismo fine a se stesso. Ho trovato invece un film agghiacciante e crudo, dove non ne escono bene né la guerra in sé né l'ideologia machista del soldato americano. Non è un film per repubblicani, è un film sugli effetti della guerra, soprattutto sui risvolti psicologici. Come dice rimatt, è meno banale di quanto appaia in superficie e aggiungo che è anche più cattivo e penetrante di quanto sembri. Certe scene non ti escono dalla testa.
Eastwood si conferma un grande regista, lucido e coerente, per niente -ripeto- fazioso e capace di una regia appassionante. Il film, magari non per deboli di cuore (
), è straconsigliato.
SPOILER
Forse il commento del fratello di Manda deriva dalle insistite scene finali del funerale e delle conseguenti celebrazioni, in un tripudio di bandiere a stelle e strisce. Io non l'ho trovato fastidioso, è un atteggiamento tipicamente americano (non condiviso dalla totalità della popolazione, ma da buona parte) quello di dare al soldato morto per la patria grandi onori ma al contempo una sepoltura spartana. È un concetto di fratellanza che non mi pare molto diverso da quello dei, per dire, partigiani. Io sono stato al cimitero di Hurlington e ai memoriali delle varie guerre; fanno impressione, ti gelano il sangue nelle vene le distese di croci bianche sul prato verde, e ancora di più ti creano sgomento le miriadi di americani "in pellegrinaggio", non per forza Wasp, ma anche ispanici e afroamericani. Loro ci credono davvero, io in parte li invidio per aver coltivato un sentimento del genere, li invidio quando penso che se vai alle Fosse ardeatine in Italia trovi il deserto...
Con questo non voglio minimamente giustificare gli americani in quello che fanno o che hanno fatto, la mie tendenze sinistroidi sono chiare, però c'è un'altra faccia della medaglia e, nelle due ore di "sospensione dell'incredulità" (che tanto ci piace
) donateci da Clint, possiamo anche tenerla in considerazione e goderci -per quanto godere di una storia del genere sia impossibile- un grande film. È un invito
The imitation game è un buon film, anche sopra la media per il suo genere, con un ottimo attore protagonista, circondato da una pletora di mediocri attoruncoli tipo Keira Kneightley e la sua unica espressione, e qualche buon attore. Buona regia, storia interessante, forzate le parti di lui da ragazzino, finale con sottotitoli emozionante. Diciamo che Benny cumberbatch vale il prezzo del biglietto
Heil bastardo Hitler!