Cravenroad7

@rimatt: Lui ne ha visti anche altri di Clint ma dice che questo è veramente troppo patriottico.

Ma non è neanche questione di patriottismo, secondo me. O meglio: non di patriottismo becero e manicheista. A giudicare dal film, Clint considera la guerra in Iraq come una guerra necessaria, ma nel raccontarla è comunque lucido e obiettivo, in quanto non edulcora la realtà dei fatti. Poi non mi pare che gli americani ne escano chissà quanto glorificati, anzi.

Partendo da quella premessa è difficile che la mano registica rimanga lucida e obiettiva. Non è mica un reporter. Alla fine costruisce sempre delle storie, le sue. E non la Storia .

Nella storia rimangono invece certe sparate che ha fatto in comizi pro-repubblicani da vero texanaccio membro del tea-party della peggior specie - neanche tanto ironico - contro il governo Obama per alcune mosse liberal di quest'ultimo.
Uno con la sua età e la sua gloriosa carriera potrebbe evitare cose simili. La (libera) patria e la (libera) pistola purtroppo sono immagini difficili da schiodare dall'immaginario di un ultrà 80enne stellestrisce, comunque. Per quanto sia un ottimo regista.

Comunque il film non mi ispira granché, e andrò a vederlo solo su invito da parte femminile

ALOHA SE MI FACCIO PREGARE...
(in arabo)

Oddio, a me Clint continua tutt'al più a sembrare coerente con se stesso e con il proprio percorso (umano e artistico). Nessuna narrazione è del tutto oggettiva, questo va da sé, ma mi sembra che Clint non ecceda né in enfasi né in patriottismo, quando la guerra c'è da raccontarla e da mostrarla per quel che è. Insomma, il film è meno banale e scontato di quanto sembra in superficie.

Per fortuna, invece, sono convinto che nella storia rimarranno i grandissimi film che ha fatto e non certo roba da campagna elettorale.

Chapeau!

In American Sniper non ho riscontrato becero patriottismo fine a se stesso. Ho trovato invece un film agghiacciante e crudo, dove non ne escono bene né la guerra in sé né l'ideologia machista del soldato americano. Non è un film per repubblicani, è un film sugli effetti della guerra, soprattutto sui risvolti psicologici. Come dice rimatt, è meno banale di quanto appaia in superficie e aggiungo che è anche più cattivo e penetrante di quanto sembri. Certe scene non ti escono dalla testa.
Eastwood si conferma un grande regista, lucido e coerente, per niente -ripeto- fazioso e capace di una regia appassionante. Il film, magari non per deboli di cuore ( ), è straconsigliato.

SPOILER
Forse il commento del fratello di Manda deriva dalle insistite scene finali del funerale e delle conseguenti celebrazioni, in un tripudio di bandiere a stelle e strisce. Io non l'ho trovato fastidioso, è un atteggiamento tipicamente americano (non condiviso dalla totalità della popolazione, ma da buona parte) quello di dare al soldato morto per la patria grandi onori ma al contempo una sepoltura spartana. È un concetto di fratellanza che non mi pare molto diverso da quello dei, per dire, partigiani. Io sono stato al cimitero di Hurlington e ai memoriali delle varie guerre; fanno impressione, ti gelano il sangue nelle vene le distese di croci bianche sul prato verde, e ancora di più ti creano sgomento le miriadi di americani "in pellegrinaggio", non per forza Wasp, ma anche ispanici e afroamericani. Loro ci credono davvero, io in parte li invidio per aver coltivato un sentimento del genere, li invidio quando penso che se vai alle Fosse ardeatine in Italia trovi il deserto...
Con questo non voglio minimamente giustificare gli americani in quello che fanno o che hanno fatto, la mie tendenze sinistroidi sono chiare, però c'è un'altra faccia della medaglia e, nelle due ore di "sospensione dell'incredulità" (che tanto ci piace ) donateci da Clint, possiamo anche tenerla in considerazione e goderci -per quanto godere di una storia del genere sia impossibile- un grande film. È un invito


The imitation game è un buon film, anche sopra la media per il suo genere, con un ottimo attore protagonista, circondato da una pletora di mediocri attoruncoli tipo Keira Kneightley e la sua unica espressione, e qualche buon attore. Buona regia, storia interessante, forzate le parti di lui da ragazzino, finale con sottotitoli emozionante. Diciamo che Benny cumberbatch vale il prezzo del biglietto
Heil bastardo Hitler!

lo avete visto Ballata dell'odio e dell'amore? Mi ha turbato e non poco.

Visto a tempo perso 007 - Zona pericolo (aka The living daylights, con Timothy Dalton).
Un film simpatico, tutto sommato, a tratti molto divertente. Non fosse per una Bond-girl insipida che più insipida non si può...
Dalton non è malvagio nella parte, ma la sceneggiatura gli concede poco spazio, purtroppo.
Sto ancora piangendo per quella benedetta Aston Martin andata in pezzi. Una delle più belle.

Qualcun altro l'ha visto?

No, mai visto Timothy Dalton nei panni di 007.
Sean Connery o Pierce Brosnan, fuck the rest

007 è un mistero per me, tanto brutti i libri, quanto spesso e volentieri godibilissimi i film.

Casino Royale mi è sembrato il più bello di quelli moderni Craig è un bravissimo attore.

Concordo sulla bontà di Casino Royale, che per me è addirittura ottimo (anche per merito dell'ottima regia del discontinuo Campbell). Purtroppo, i successivi 007 con Craig mi hanno convinto meno.

Non ho visto niente con Craig se non i trailer. Che cavolo, si è passati da Pierce Brosnan, alto, moro, col sorriso e longilineo a uno tarchiato, muscoloso, col grugno e pure biondo

Poi non discuto l'attore, che certamente è bravissimo, né i film recenti che mi sono stati ben recensiti da chi li ha visti. È proprio il personaggio in sé ad essere stato tradito, e nella mia testa si è creato un muro a difesa del vecchio James Bond. Ecco, piuttosto mi vedo quelli con Timothy Dalton!

È come se spaciassero le storie di PK per quelle di Paperinik. Nerdata delle cinque e mezza.

D'accordo con te. Quantum of solace mi lasciò molto perplesso all'epoca e non l'ho più rivisto da allora. D'altronde la maggior parte dei recensori concorda con me. Skyfall è sicuramente un film con dei pregi, ma anche dei buchi di sceneggiatura da far spavento (ma pubblico e critica sembrano non notarli minimamente... cosa che tra l'altro vale para para per l'ultimo Batman di Nolan).


Sì, per carità. Ma guadagna incredibilmente in credibilità. Non è solo un Bond del nostro tempo, credo che sia anche più vicino all'idea di Fleming.

non ho visto il film, però mi pare strano, Eastwood è un isolazionista convinto e ha sempre criticato gli interventi americani dopo il '45

In effetti il punto di vista espresso non è espressamente quello del regista, bensì del protagonista (nonché autore dell'autobiografia a cui il film si ispira), il cecchino Chris Kyle. Certo è che Clint, pur con tutte le perplessità del caso, pare sposarlo appieno, senza mettere in dubbio la legittimità della guerra.