Cravenroad7

"nonna nonna torna la casa è troppo grande" [cit.]

per rispondere a mandarino: secondo me no, myrna ha un livello criminale e una patologia sadica senza eguali.
è efferata, priva di pietà e coscienza.
con un nemico così, si poteva creare una serie perfetta!

Anch'io mal sopporto i personaggi (praticamente tutti, protagonista in primis), ma alla scrittura di Berardi – precisa, acuta, tecnicamente ineccepibile – non posso più rinunciare. L'intelligenza di certi soggetti, e il modo magistrale in cui le sceneggiature si dipanano, sono merce rara al giorno d'oggi. Parola di uno che legge fumetti a vagonate, ma certe cose le ritrova solo in Julia.

Anche a me succede la stessa identica cosa: mal sopporto ognuno nei personaggi, nessuno di essi lo sceglierei come amico; eppure non posso perdere l'appuntamento mensile.
Di tutti i fumetti che leggo senza è sempre il primo della pila!
Credo che la ragione risieda in ciò che ha detto Rimatt, la sceneggiatura è magistrale e tiene incollati alle pagine, nonostante tutto!

Concordo: una volta che ho iniziato a leggere un albo, non capita mai che lo interrompa. Dopo la lettura, posso anche seccarmi per i continui, ripetuti siparietti che coinvolgono i personaggi; prima, posso manifestare scarso entusiasmo per la copertina o per i disegni tutti uguali; ma DURANTE, non c'è verso che mi stacchi dall'albo prima di pagina 130.

accidenti alla copertina
non ho resistito
sono una donna senza spina dorsale


bene ora posso criticare con cognizione di causa


e posso far notare una cosa a Rimatt:
sceneggiatura perfetta fino a un certo punto, hai un paziente allettato in ospedale, non ufficialmente indagato ma con qualche sospetto, metti un agente alla porta e lo sistemi nella stanza con le scale antincendio?
ci poteva stare che ci fossero, ma in tutte, mentre nella vignetta successiva si vede chiaramente che l'edificio ha un paio di colonne servite dalle scale e altre mille finestre senza.
un poliziotto non controlla questo fatto?
"scusate signore infermiere, il paziente lo mettiamo nella stanza dopo dove non ci sono le scale d'emergenza"
fine dell'albo

Errore del disegnatore, le scale di emergenza dovrebbero essere in tutte le stanze (almeno credo). E comunque si tratta di un'ineziucola, una robetta da niente che non lede minimamente la magnificenza della sceneggiatura.

ma non è vero
è una cosa assurda, che presuppone che webb sia un completo idiota, cosa che non è affatto.
figurati poi se le tavole del disegnatore non vengono passate al microscopio elettronico da tutto lo staff e autenticate con un sottile filo di filigrana, ceralacca del vaticano, sigillo del presidente degli stati uniti.

Francamente, se quel punto sia realistico o meno non m'importa. La scrittura resta eccellente. Ma sarò strano io.
L'eccellente ed entusiasmante Dragonero è sempre lì per te, Bertuzza

beh certo, allora scriviamo che aveva un parapendio nella calzamaglia, come diabolik, e la sceneggiatura è perfetta lo stesso.

Evviva gli esempi per assurdo!
Quello che dico io è molto più semplice: in generale, valuto di più lo stile e la qualità dei dialoghi rispetto all'intreccio in sé e per sé (motivo per cui, per esempio, sembro apprezzare le storie di De Nardo su Dylan Dog molto più della media). In questo caso in maniera particolarmente spiccata, dato che, come ho detto, quello di Julia non è un genere che mi esalta. Il topos del tizio che scappa dalla finestra, poi, è talmente ricorrente che non mi fa veramente né caldo né freddo. A parte che, in tutta onestà, fossi ricoverato in ospedale, pure se rischiassi la prigione, non so se me ne andrei via così, col rischio di spezzarmi qualche tibia strada facendo. Ma ripeto, sarò strano io.

Non ho letto l'albo pero' voglio precisare che le scale di emergenza vanno collocate in un corridoio e non in una stanza. In caso di fuga durante un incendio non si puo' evacuare uno stabile faccendo passare tutti da una stanza.
Impensabile anche una scala per ogni stanza, in un ospedale significa decine di scale!

In effetti quanto dici è logico, pensavo che le uscite di sicurezza ci fossero almeno in tutte le stanze che danno all'esterno dell'edificio ma a livello pratico sarebbe difficile. Ok, ancora meglio: Webb presupponeva, comprensibilmente, che lo scrittore non fosse nelle condizioni di fuggire e non si è preoccupato. Lo ribadisco: un'inezia. Anzi: la minuzia di un'inezia.

il problema, che tu non capisci per evidenti limiti a estrapolare il tuo malanimo nei miei confronti e più in generale nel genere umano, è che questi sono errori.
piccoli o grandi che siano, sono errori.
se vogliamo far passare julia per un fumetto sceneggiato in maniera eccelsa, questi errori non vanno fatti.
il tizio che a malapena si regge in piedi, scrittore anziano appena ricoverato, che fugge con le stampelle dalle scale antincendio, soprattutto mentre è piantonato dalla polizia, è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra, proprio perchè le scale sono solo lì.
tutte le altre assurdità si possono bypassare, con un "e va beh", questa cosa NO.
ti segnalo che verso le 11 vado al carrefour, se vuoi venirmi a rompere le palle anche lì, a sindacare cosa compro, cosa dico e perchè.

...basta che adesso non arrivi Berardi a discutere i dettagli tecnici-filosofici dell'albo cmq, scale a prescindere, m'avete fatto venire una gran voglia d'andarlo a comprare, soprattutto per colpa di Rimatt

Quello che chiedo a Julia, le poche volte che lo compro, è un intrattenimento giallo, da leggersi tutto di filato la sera prima di andare a dormire (come ho fatto con l'ultimo numero), tanto che lì per lì il particolare delle scale l'ho quasi sorvolato, sembrandomi solo molto forzato che un degente come lo scrittore riuscisse a farsi tutte quelle scale e arrivare dov'è arrivato. Ma Bertuccia non ha tutti i torti, a parte che, come dice Solomon, l'accesso alle scale antincendio è situato nei corridoi, questa soluzione sembra davvero poco verosimile, si poteva escogitare un altro espediente. Non toglie che l'albo rimanga buono, ma certe incongruenze è sempre meglio sottolinearle (per me lettore è interessante).
Da lettore occasionale (ma a quanto leggo penso sia così anche per molti abituali) preferirei che ogni riferimento alla vita della protagonista fosse ridotto all'essenziale e occupi il minor spazio possibile, essendo la cosa che meno m'interessa di ogni albo. Ma ormai è così con moltissime serie gialle, dove lo spazio dedicato al quotidiano dei personaggi (spesso con menate inverosimili o stancanti, come ad es. con Montalbano, le telefonate con Livia, ecc. o vicende sentimentali) ha molto rilievo, a volte un po' a scapito della storia stessa.
Che io ricordi non ho mai acquistato due albi di fila di questo fumetto e non lo farò col prossimo, mi tenta il viaggio a Genova, ma metà passerà tra baci e abbracci con Ettore e visita guidata, il resto per una storia che non mi ispira troppo (certo se magari qui si grida al capolavoro un pensierino ce lo faccio), con Julia rapita (da chi? dal temibile racket del pesto? Da Ferrero che la vuole come colf? ). Per il 200 però in edicola ci corro.