Cravenroad7

Ma ci sono le caldarroste che sono pure mejo!


Così, senza lasciare neanche un commento all'albo in questione?



PS: comunque quando interviene Rrobe le pagine del topic si moltiplicano, è un dato di fatto.

Mi fa piacere che nessuna delle argomentazioni capziose siano attribuibili ad un mio post.
Cose che tu trovi fuori dalla realtà sono normali considerazioni di lettori, magari meno, magari più, abilitati e affezionati di quanto lo sia tu, che nascono sviscerando degli argomenti.
Io non ho alcuna "mission", se non quella di leggere un fumetto che ( una volta...) mi piaceva e che ora mi delude continuamente.
Se questo posto era altra "roba", parlo per me, le ragioni sono varie e difformi. Non credo, in tutta onestà, che sia una fanzine, cmq...e non penso nemmeno sia diventato altra "roba" per colpa mia, come è stato neanche troppo velatamente fatto capire da alcuni. E' un'evoluzione, forse i lettori dopo tanti e troppi anni di prese per i fondelli sul rilancio della testata, sulla sua qualità, hanno da ridire. Punto. Ed il loro parere vale per uno, centomila o chissà quanti lettori silenziosi o frequentatori nascosti di questo e altri forum.
Non ho notato alcuna mancanza di educazione in critiche a cose come la struttura di questo numero come sul nome di Bloch e via argomentando.
Mi sento di difendere questo forum in tutto e per tutto, e non per partigianeria. Vi sono persone competenti e innamorate di Dylan, della Bonelli e del fumetto in generale. Farle passare per pasdaran incazzosi solo se criticano elementi di una storia, è errato e anche pericoloso.

Sul moltiplicarsi delle pagine dopo i post del RRobe: non è sempre detto che sia un bene. Purtroppo molti post sono di accuse, offese e denigrazioni reciproche, cose che non alimentano alcuna discussione e tanto meno alcuna analisi strutturale, visiva ed emozionale di un prodotto come un fumetto, che da questi tre capisaldi dovrebbe passare.
Recchioni difende il suo lavoro e lo fa con passione. Una passione, mi permetta, che a volte tracima dalla realtà. E deve anche capire che chi legge Dylan Dog, lo fa con la medesima passione. E che a volte, me compresa, commette il medesimo errore. Questo perché Dylan, per me e per molti di noi mi sento di poter affermare, non è un semplice fumetto, ma una parte di vita. Egli che conosce gli umori dei lettori per la sua esperienza, dovrebbe stemperare persone magari armate di rasoio, ma che si aspettano tanto da lui riconoscendolo come bravo, abile e capace.

Sull'albo del mese concordo in toto con il buon Rimatt (che rimane un med(d)iano granitico)

Sulla gestione di questi numeri.

Rrobe& co. hanno deciso per un inizio controllato, senza strafare con un piano ben preciso e a lungo termine. L'innesto di questi nuovi personaggi, il cambiamento di status di Bloch, l'arrivo nel mese prossimo di Ghost fanno presagire una narrazione ad ampio respiro, un lavoro di gruppo, ben introdotto ma (giustamente?) ancora non decollato. Quello che abbiamo di fronte sono comunque letture piacevolissime, nessun scivolone e che potranno essere rivalutate alla luce della conclusione di questo arco narrativo. Io ci vedo una gestione marvelliana della testata con una paura giustificata dettata da questi grossi cambiamenti, che potrebbero anche rivelarsi solo fumo negli occhi. Se saranno degli espedienti narrativi atti ad un miglioramento costante e duraturo delle storie, ben venga tutto, pur di scrollare di dosso questo torpore che attanaglia Dylan fin da troppi anni oramai.

La domanda sorge spontanea: erano strettamente necessari questi cambiamenti? Io, ad oggi, non saprei rispondere. Perché preferisco essere cauto nelle mie valutazioni, cercando di analizzare il prodotto finale nella maniera più oggettiva possibile.

L'alternativa qual'era? lasciare tutto invariato e accontentarsi di quelle belle due-tre storie l'anno.

E' chiaro che tutt'ora un Giudizio del corvo, una Dea madre o un Assassino della porta accanto non si sono visti, così come alcune storie della Fase 1 (Una nuova vita e i Raminghi dell'autunno) ma posso solo giustificarlo dal fatto che l'introduzione di tutti questi cambiamenti sono castranti la narrazione stessa. Una volta superata questa fase di rodaggio potremo tirare le somme

Va bene, ma la domanda che sorge spontanea, per quanto probabilmente OT, è: ma se l'obbiettivo era vendere di più, come si spera di raggiungerlo tramite storielle all'acqua di rose come queste ultime due che quasi certamente non faranno altro che convincere chi non era già convinto che non sia più il caso di comprare Dylan Dog?

Siamo a 30.000 copie in più dal 337. E per ora ce le stiamo tenendo.

Per adesso siamo in piena fase "celebrativa". Penso che il lettore, anche il più talebano, sia giusto un poco curioso di Ghost e di quello che succederà dopo. Quindi, bene con i numeri, ma la sfida vera e propria è quando la serie tenderà a normalizzarsi (leggasi "fare sul serio").

Mannaggia, le fai sul forum le battute divertenti mica su Dylan! Te possino…

Comunque che povertà un curatore di testata che scoatta per il web apostrofando i delusi come "cosi" ed invitandoli a non leggere più il suo fumetto.

In realtà era ANCHE vendere di più facendo tornare il Dylan originale, altrimenti basta davvero un bombardamento pubblicitario e bon

Lieto di essere smentito. Le perplessità però restano.

Sono molto d'accordo con Recchioni quando dice che il cliente NON ha sempre ragione. Però non sono nemmeno tanto convinto che un direttore di testata risponda da appassionato: ha un ruolo ufficiale, e secondo me non ne può prescindere, anche quando difende i suoi collaboratori e il suo lavoro. Che è enorme, piaccia o meno. Lo dico davvero senza polemica, ma solo perché siamo in un mondo (e dico tutto il mondo, da quello delle pulizie, all'insegnamento a quello dell'arte) in cui tutti – tutti – sono convinti di saper fare il tuo lavoro meglio di te.

Medda mi è sempre piaciuto un sacco (Caravan è il tentativo migliore di allontanarsi dalla struttura bonelliana in un momento storico in cui non lo faceva nessuno), però io quest'albo l'ho trovato davvero noiosissimo, zavorrato da paginate di parole, soprattutto nella prima parte, che avevo smesso di trovare proprio con la gestione Recchioni. Ma per il terzo numero di fila mi sembra che la parte sovrannaturale e quella realistica non siano per niente intrecciate. Non corrono nemmeno parallele, ma la parte sovrannaturale viene innescata dopo un bel po' quasi come se (o questa è la sensazione) ci debba stare, dato che siamo in Dylan Dog. E mi colpisce che accada così perché (Mater Morbi a parte) di Recchioni mi è sempre piaciuta la forma quasi più della sostanza: Orfani secondo me è un fumetto freddo (tranne per un paio di scene verso la fine), ma strutturalmente stikiwi che roba.

È solo perché stiamo ricostruendo il mondo? Lo penso anche io, però tre numeri di seguito praticamente pilota secondo me sono troppi. Forse avrei preferito leggere qualche altro numero di fase 1, per poi ritrovarmi magari un triplo numero in cui si ristrutturava il mondo (come succede all'inizio di Julia, per dire), con un solo cattivo che scompaginava tutto. Chi lo sa, magari Recchioni mi spiega le strategie dietro questa scelta, ma credo che sia davvero un po' la fretta di partire con le storie nuove. È che io inizio a pensare che a Dylan Dog non servissero grandi sconvolgimenti di personaggi (a parte una nuova nemesi, per cui non vedo l'ora di vedere John Ghost – nome a parte), ma solo buoni soggetti, scritti senza paura.

Salvo Groucho, super in tutte le sue pagine, Dylan che dice di non essere buonista, e il freak malvagio, che è un bel sentire. La sparatoria dei tirapiedi modello gangster improvvisati un po' meno.

Sul nome di Bloch: credo che bisognasse starsene alla larga. E non è un dettaglio, perché rivelarlo o meno è scelta editoriale. Che a Scotland Yard non si sapesse il nome di Bloch non è credibile: lo dico perché lavoro in un posto grosso, e una cosa del genere sul capo è la prima cosa che i collaboratori ti dicono al primo caffè alla macchinetta il primo giorno di lavoro. Anche se sei uno stagista. Pure che la stampa scandalistica non ne abbia mai fatto cenno per sfotterlo quando non riusciva a risolvere un caso è strano. Per questo me ne sarei stato alla larga. Mi piaceva pensare che il vero nome di Bloch era Notes, come diceva un lettore nella horror post mille anni fa.

@Dogamy ed altri: non date troppa corda a sparate che poco hanno a che vedere con l'argomento in questione.
Aspettate casomai il commento se mai ci sara', se ci ritiene all'altezza, per poter replicare.

Perché, il tuo post cos'è?

Prima di dire quello che pensi, hai letto le pagine? L'età di Dylan andava sempre con un commento che esplicitava fosse un'opinione personale, quindi dove sta lo sbaglio? E guarda che, il Rrobe ha affermato che per lui la carriera di Dylan e amicizia con bloch è di 15-16 anni, la metà di 30 si, ma comunque non cade tanto lontano dato che così Dylan ne avrebbe comunque 49.

Se per te l'utente medio di facebook è quello "vero", quello che posta sulla bacheca del Rrobe chiedendogli cos'è memorie dall'invisibile, quello che posta scrivendo che i 2 celebrativi di Xabaras sono di Bilotta, e così via, fai pure, ma permettimi di mettere in dubbio le tue capacità cognitive. Il fatto che il curatore venga qui a leggere i commenti significa di per se, anche, che i commenti degli utenti non medi, quelli che i fumetti li analizzano e li leggono da lustri, gli interessano.

Ps: gli albi di Sclavi post 100 sono stati massacrati, e pure qualcuno pre 100.
Ps2: io, che sono stato quello da cui "30 anni di amicizia" è stato estrapolato da un commento molto più grande, a quest'albo ho dato 6 ed allo scorso 7. Quale sarebbe la mia mission? Non lo capisco da solo, illuminami capziosamente.

Buon anno amici.

Ho votato buono. Soggetto intrigante, sceneggiatura solida e disegni interessanti. La storia migliore della fase 2. Medda si conferma il miglior sceneggiatore attualmente a lavoro su Dylan Dog, di gran lunga piu' bravo della Barbato e Simeoni. E' dai primi anni Novanta che non aspettavo con tanto interesse il nuovo Almanacco della Paura...

Punto, punto, punto.