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# 339 - Anarchia nel Regno Unito
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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: gio dic 25, 2014 11:34 pm 
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Kowalsky ha scritto:


Secondo me Simeoni ha osato. Osare non significa solo mettere scene splatter. Osare significa anche sfidare il lettore. Da che parte stareste se succedesse domani a Milano? Dalla parte di Carpenter? Da quella di Dylan? Da quella di Malloy? Da quella dello sbirro razzista?

La sola possibilità che si possa stare con Malloy fa sbroccare la gente (blackblock! nogglobal! scioperanti! che orrore!), ai tempi degli Uccisori Dylan pianificava la morte in blocco della grande borghesia della city...


Nnamose bbene... se questo significa osare, allora temo su un prossimo albo una nuova sfida sui binari della TAV Birmingham-Leeds con Dylan coinvolto negli attentati, ed il mysterioso trisnonno del bombarolo morto su quelle stesse traversine nel 1890 per colpa di un bullone a basso costo :? :cry: :?

A me pare Simeoni giochi sul sicuro con una cosetta pseudoattuale ri-maneggiata al passato - epoca industriale londinese.
Il gioco retorico degli sbilanciamenti "dakkepartestai" non crea suspense, né inquietudine, né orrore, e ancor meno dubbi. E i pistolotti camussiani - mi riferisco alla sindacalista, non ad Albert :o - confermano questo andazzo schematico da docufiction a tesi, formato real-tv, che c'entra pochissimo con lo spirito (e l'incubo) della rivolta de I Vampiri, tanto per citare qualcosa stra-citata da altri.
Infatti (e per fortuna) Dylan si dimostra superiore a queste diatribe e vive qui la sua avventura tutta in chiave personale, contro facili schierament(al)ismi e riflussi vetero-maoisti (la borghesia? :lol: ).

Per il resto le parate di tafferugli hanno osato soltanto verso la pazienza di alcuni...lettori :| .
Ma per un albo si può anche soprassedere. A Natale siamo tutti più buoni.
Alla Befana si finisce nelle miniere di carbone...con contratti in nero.

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: gio dic 25, 2014 11:50 pm 
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Siamo a Natale...siam tutti più bboni...
Quindi...


Dai che domani si digerisce il panettone e tutto passa..

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" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: ven dic 26, 2014 7:34 pm 
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Iscritto il: mar nov 12, 2013 12:30 am
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wolkoff ha scritto:
Kowalsky ha scritto:


Secondo me Simeoni ha osato. Osare non significa solo mettere scene splatter. Osare significa anche sfidare il lettore. Da che parte stareste se succedesse domani a Milano? Dalla parte di Carpenter? Da quella di Dylan? Da quella di Malloy? Da quella dello sbirro razzista?

La sola possibilità che si possa stare con Malloy fa sbroccare la gente (blackblock! nogglobal! scioperanti! che orrore!), ai tempi degli Uccisori Dylan pianificava la morte in blocco della grande borghesia della city...


Nnamose bbene... se questo significa osare, allora temo su un prossimo albo una nuova sfida sui binari della TAV Birmingham-Leeds con Dylan coinvolto negli attentati, ed il mysterioso trisnonno del bombarolo morto su quelle stesse traversine nel 1890 per colpa di un bullone a basso costo :? :cry: :?

A me pare Simeoni giochi sul sicuro con una cosetta pseudoattuale ri-maneggiata al passato - epoca industriale londinese.
Il gioco retorico degli sbilanciamenti "dakkepartestai" non crea suspense, né inquietudine, né orrore, e ancor meno dubbi. E i pistolotti camussiani - mi riferisco alla sindacalista, non ad Albert :o - confermano questo andazzo schematico da docufiction a tesi, formato real-tv, che c'entra pochissimo con lo spirito (e l'incubo) della rivolta de I Vampiri, tanto per citare qualcosa stra-citata da altri.
Infatti (e per fortuna) Dylan si dimostra superiore a queste diatribe e vive qui la sua avventura tutta in chiave personale, contro facili schierament(al)ismi e riflussi vetero-maoisti (la borghesia? :lol: ).

Per il resto le parate di tafferugli hanno osato soltanto verso la pazienza di alcuni...lettori :| .
Ma per un albo si può anche soprassedere. A Natale siamo tutti più buoni.
Alla Befana si finisce nelle miniere di carbone...con contratti in nero.

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mi disarmi ogni volta
giuro

come si fa a rispondere a uno che tira fuori la Camusso quando si parla di Rosa Luxemburg?
(incidentalmente questo è proprio quello che intendo quando dico che Simeoni ha scritto una storia che sfida il senso comune dei lettori...)

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- Nah, it's all right. This is culture!


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: ven dic 26, 2014 9:32 pm 
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Come si fa...a risponderti :?:
Semplice: dicendo che spesso le intenzioni non corrispondono ai fatti. E non basta fregiarsi di una vignetta-poster nobilitante della Luxemburg per approvare la riuscita di quest'albo, dei suoi contenuti, della disperata necessità di aggrapparsi ad un messaggio griffato-riconoscibile (v. citazione finale).
I fantasmi personali degli autori (e del loro percorso culturale) che smaniano di prender corpo su queste pagine e proporsi senza carne né parte, pur di inculcare il "messaggio" o le tracce dell'ispirazione...mentre un professoraccio incartapecorito spara ovvietà da taverna (p.48) o Bloch si ricongiunge col senso scontato della normalità (p.97).

E ti ho anche risposto nei termini dettagliati su cosa non funziona rispetto al termine di cui ti compiaci per me erroneamente ("osare")...ma poi la tua risposta come sempre si partizan-izza verso l'appeal da pasionaria tesserata di sezione.
Ci rinuncio...

Il senso comune è proprio quello a cui approda la storia con la sua visione (pretenziosa e telefonata) della rivolta.
Nulla di particolare, nulla di significativo, il cui significato è già evidente prima che cominciasse, pace le retro-sperequazioni dell'autore stesso su questo forum.
A noi non servono allegati d'approfondimento ideologico d'appendice , a noi servono "storie" :x: .
Non c'è nessuna sfida, non c'è suspense, c'è solo l' illustrativismo delle proprie tesi.
L'ironia sulla Camusso - unica cosa strumentale che hai ribattuto del mio post :mrgreen: - era proprio per esorcizzare, riportando su terra di squallida attualità, questa elitismo outré che disorienta la focalizzazione sulla storia per privilegiare la trasposizione dei propri interessi/studi di nobilitanti icone.
Se poi ti stupisci schizzinosando davanti alla mia ironia, che riprende in modo sgangherato molti tormentoni recenti come Landini o la Camusso, per ripiazzarli nel contesto di DD, forse ti manca di leggere qualche mia recensione degli ultimi 3 anni :roll:


Anch'io mi stupivo una volta di come si evadessero le questioni più pregnanti in ottica dylaniata, come la tenuta dell'albo/sceneggiatura per privilegiare le politicherie da bar radical chic.
Ma da quando ci sei tu...tutto questo (stupore) non c'è più...
E temo che anche gli autori continueranno a privilegiare i loro grilli personali ed applicarli sulla blank page fornita loro dalla SBE, con pretese di ispirazione socio-didattica, piuttosto che sfornare qualche storia interessante e mediamente inquietante.
Il contro-esempio di Vampiri è più che eclatante in questo senso, e decine di altri forumisti ti hanno risposto in materia da quell'orecchio orbo.

Contenti voi, lettori "impegnati"... e disimpegnati dal senso comune... :oops:
Continuate con le vostre campagne , mentre gli altri lettori se la scampagnano con sandwich e gazzose in attesa di uno "spettacolo" degno di questo nome su queste pagine.


ALOHA PICNIC CON BERLINGUER

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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: ven dic 26, 2014 10:20 pm 
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Messaggi: 6349
Località: Milano
mm....passiamo sto numero a Renzi che ci ripensa su ?

Ma siamo a questo punto ? Ossignur !

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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: sab dic 27, 2014 3:03 am 
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Località: Bentivoglio (BO)
Per me Wolkoff ha inquadrato alla perfezione la questione e i problemi di questo albo, esponendoli meglio di come io riuscirei a fare in tre vite.

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Âra, âra, / butîr e butâra, / gúggi-gúggi padelâra, / cícc e té ciacc.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: sab dic 27, 2014 1:48 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Kowalsky ha scritto:
Giuro che non riesco a trovare la parte in cui parli della radicalità della storia.
Poi trovo contraddittorio dire che il messaggio non è stato espresso in maniera abbastanza forte e dire che la citazione finale di Mandela è troppo esplicita.
Boh, a me sembra che, come già successo con Spazio Profondo, ci si sia molto lamentati degli spiegoni salvo poi lamentarsi che qua il messaggio è lasciato alla personale interpretazione del lettore.

Secondo me Simeoni ha osato. Osare non significa solo mettere scene splatter. Osare significa anche sfidare il lettore. Da che parte stareste se succedesse domani a Milano? Dalla parte di Carpenter? Da quella di Dylan? Da quella di Malloy? Da quella dello sbirro razzista?
E lo voglio ripetere perchè secondo me è veramente importante. Un conto è pubblicare una storia del genere nell'86, un conto nel 2014.
La sola possibilità che si possa stare con Malloy fa sbroccare la gente (blackblock! nogglobal! scioperanti! che orrore!), ai tempi degli Uccisori Dylan pianificava la morte in blocco della grande borghesia della city...

Mah, la mia idea è che se un messaggio sulla carta radicale non fa breccia, allora la storia non è radicale. E pure senza usare quella parolina mi pare che la cosa fosse tranquillamente intuibile. In ogni caso non ho mai detto che la citazione di Mandela sia "troppo esplicita" perché in realtà non ho fatto proprio commenti sulla citazione. Per chiarire, a me non sembra che il messaggio sia stato lasciato tra le righe, a me sembra che sia stato totalmente obliato dall'autore per lunghi tratti della storia. Altro è Spazio Profondo che si configura come storia quasi completamente meta-interpretabile. Qui Simeoni non ha osato niente, ha fatto quello che ha potuto per tenere insieme tre trame distinte che insieme troppo bene comunque non stanno: ogni tanto il senso emerge poi si inabissa nuovamente. Ma forse quello che fa la differenza è che io non mi sono mai chiesto da che parte sarebbe stato Dylan o da che parte starei io. La posizione di Dylan era tra le righe (quella sì), mi pareva chiara (nonostante il suo ruolo nella storia sia... boh, il ruolo che Dylan Dog non dovrebbe avere in nessuna storia). Per quanto riguarda la mia, la storia non mi colpisce a tal punto da portarmi a chiedermelo. Come ho già avuto modo di dire, le uniche sequenze realmente impressionanti (ed immedesimanti) sono quelle di Keed in prigione (due pagine due). Ma la rivolta no, non mi fa interrogare su nulla, nella storia mancano le motivazioni profonde. E pure se le conosciamo tutti, pure se vi si accenna, l'idea che se ne ricava è che una rivolta sia giustificata a prescindere. E poi è inutilmente contorta. Quelli che protestavano per le loro condizioni di lavoro ispirandosi a un tizio che era morto secoli prima vengono improvvisamente posseduti da quel tizio: cosa mi rappresenta simbolicamente tutta sta storia? Cos'è, non lo stavano vendicando abbastanza bene? Non combattevano per gli stessi ideali? Senza il rancore maturato in quattrocento anni non si può vincere una rivolta? Ci vuole il passato per cambiare il presente? Ecco, malgrado sia indubbiamente incisiva, la mutazione dei manifestanti riesce solo ad incasinare le idee. E le cose radicali di solito sono molto semplici e chiare, non dovrebbe servire la citazione alla fine per fare il riassunto delle puntate precedenti.

Per concludere: ma quando mai ho detto che sarebbe impensabile stare con i manifestanti? Quando mai ho espresso supremo disgusto?

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: sab dic 27, 2014 7:23 pm 
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Iscritto il: gio ott 31, 2013 2:45 pm
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wolkoff ha scritto:
Come si fa...a risponderti :?:

I fantasmi personali degli autori (e del loro percorso culturale) che smaniano di prender corpo su queste pagine e proporsi senza carne né parte, pur di inculcare il "messaggio" o le tracce dell'ispirazione...mentre un professoraccio incartapecorito spara ovvietà da taverna (p.48) o Bloch si ricongiunge col senso scontato della normalità (p.97).

A noi non servono allegati d'approfondimento ideologico d'appendice , a noi servono "storie" :x: .
Non c'è nessuna sfida, non c'è suspense, c'è solo l' illustrativismo delle proprie tesi.

E temo che anche gli autori continueranno a privilegiare i loro grilli personali ed applicarli sulla blank page fornita loro dalla SBE, con pretese di ispirazione socio-didattica, piuttosto che sfornare qualche storia interessante e mediamente inquietante.

Contenti voi, lettori "impegnati"... e disimpegnati dal senso comune... :oops:
Continuate con le vostre campagne , mentre gli altri lettori se la scampagnano con sandwich e gazzose in attesa di uno "spettacolo" degno di questo nome su queste pagine.



Assolutamente d'accordo. L'aspetto più disarmante dall'inizio della fase 2 è l'assenza, secondo il mio punto di vista chiaramente, di storie davvero coinvolgenti, d'impatto, che ti inchiodino alla lettura dell'albo. La cui lettura viene portata a termine non tanto per vedere come va a finire, ma per timbrare l'ennesimo cartellino. Per finire il compitino (il nostro e quello realizzato ahimè dall'autore). Non c'è suspence, men che meno c'è traccia dell'horror promesso dal curatore ogni qual volta che spiegava le novità e le differenze della fase 2. Certo, esistono diversi esempi di DD storici e "classici" privi di elementi horror, ma lì c'era una suspence o una profondità dei temi trattati che ti costringeva a berli d'un fiato fino all'ultima pagina. A volte con le lacrime agli occhi. A volte con lo sgomento e la paura.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom dic 28, 2014 1:25 pm 
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Secondo me, come già scritto pagine fa, Dylan nell'albo ha la funzione di liberare le masse dal tiranno che sfrutta a fini personali le loro ideologie fino ad annullarne le personalità.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: lun dic 29, 2014 1:25 pm 
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Iscritto il: ven ago 22, 2014 9:10 am
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Località: Golconda
mafiohead ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Come si fa...a risponderti :?:

I fantasmi personali degli autori (e del loro percorso culturale) che smaniano di prender corpo su queste pagine e proporsi senza carne né parte, pur di inculcare il "messaggio" o le tracce dell'ispirazione...mentre un professoraccio incartapecorito spara ovvietà da taverna (p.48) o Bloch si ricongiunge col senso scontato della normalità (p.97).

A noi non servono allegati d'approfondimento ideologico d'appendice , a noi servono "storie" :x: .
Non c'è nessuna sfida, non c'è suspense, c'è solo l' illustrativismo delle proprie tesi.

E temo che anche gli autori continueranno a privilegiare i loro grilli personali ed applicarli sulla blank page fornita loro dalla SBE, con pretese di ispirazione socio-didattica, piuttosto che sfornare qualche storia interessante e mediamente inquietante.

Contenti voi, lettori "impegnati"... e disimpegnati dal senso comune... :oops:
Continuate con le vostre campagne , mentre gli altri lettori se la scampagnano con sandwich e gazzose in attesa di uno "spettacolo" degno di questo nome su queste pagine.



Assolutamente d'accordo. L'aspetto più disarmante dall'inizio della fase 2 è l'assenza, secondo il mio punto di vista chiaramente, di storie davvero coinvolgenti, d'impatto, che ti inchiodino alla lettura dell'albo. La cui lettura viene portata a termine non tanto per vedere come va a finire, ma per timbrare l'ennesimo cartellino. Per finire il compitino (il nostro e quello realizzato ahimè dall'autore). Non c'è suspence, men che meno c'è traccia dell'horror promesso dal curatore ogni qual volta che spiegava le novità e le differenze della fase 2. Certo, esistono diversi esempi di DD storici e "classici" privi di elementi horror, ma lì c'era una suspence o una profondità dei temi trattati che ti costringeva a berli d'un fiato fino all'ultima pagina. A volte con le lacrime agli occhi. A volte con lo sgomento e la paura.


Applausi. Per quanto possa sembrare strano e pretestuoso ai nostri autori, il fatto che manchino in primis le buone storie e si viva riciclando vecchi temi e idee senza nessun mordente e anzi togliendo tutto ciò che c'era di buono e caratteristico nel personaggio, costituisce un problema per una testata di storie mensili a fumetti. Sarebbe un po' come se in un brand di scatole di sigari mancassero i sigari.

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Diciamo che ho fatto della curiosità il mio stile di vita.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: lun dic 29, 2014 3:20 pm 
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Iscritto il: mar nov 12, 2013 12:30 am
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Piccatto ha scritto:
Kowalsky ha scritto:
Giuro che non riesco a trovare la parte in cui parli della radicalità della storia.
Poi trovo contraddittorio dire che il messaggio non è stato espresso in maniera abbastanza forte e dire che la citazione finale di Mandela è troppo esplicita.
Boh, a me sembra che, come già successo con Spazio Profondo, ci si sia molto lamentati degli spiegoni salvo poi lamentarsi che qua il messaggio è lasciato alla personale interpretazione del lettore.

Secondo me Simeoni ha osato. Osare non significa solo mettere scene splatter. Osare significa anche sfidare il lettore. Da che parte stareste se succedesse domani a Milano? Dalla parte di Carpenter? Da quella di Dylan? Da quella di Malloy? Da quella dello sbirro razzista?
E lo voglio ripetere perchè secondo me è veramente importante. Un conto è pubblicare una storia del genere nell'86, un conto nel 2014.
La sola possibilità che si possa stare con Malloy fa sbroccare la gente (blackblock! nogglobal! scioperanti! che orrore!), ai tempi degli Uccisori Dylan pianificava la morte in blocco della grande borghesia della city...

Mah, la mia idea è che se un messaggio sulla carta radicale non fa breccia, allora la storia non è radicale. E pure senza usare quella parolina mi pare che la cosa fosse tranquillamente intuibile. In ogni caso non ho mai detto che la citazione di Mandela sia "troppo esplicita" perché in realtà non ho fatto proprio commenti sulla citazione. Per chiarire, a me non sembra che il messaggio sia stato lasciato tra le righe, a me sembra che sia stato totalmente obliato dall'autore per lunghi tratti della storia. Altro è Spazio Profondo che si configura come storia quasi completamente meta-interpretabile. Qui Simeoni non ha osato niente, ha fatto quello che ha potuto per tenere insieme tre trame distinte che insieme troppo bene comunque non stanno: ogni tanto il senso emerge poi si inabissa nuovamente. Ma forse quello che fa la differenza è che io non mi sono mai chiesto da che parte sarebbe stato Dylan o da che parte starei io. La posizione di Dylan era tra le righe (quella sì), mi pareva chiara (nonostante il suo ruolo nella storia sia... boh, il ruolo che Dylan Dog non dovrebbe avere in nessuna storia). Per quanto riguarda la mia, la storia non mi colpisce a tal punto da portarmi a chiedermelo. Come ho già avuto modo di dire, le uniche sequenze realmente impressionanti (ed immedesimanti) sono quelle di Keed in prigione (due pagine due). Ma la rivolta no, non mi fa interrogare su nulla, nella storia mancano le motivazioni profonde. E pure se le conosciamo tutti, pure se vi si accenna, l'idea che se ne ricava è che una rivolta sia giustificata a prescindere. E poi è inutilmente contorta. Quelli che protestavano per le loro condizioni di lavoro ispirandosi a un tizio che era morto secoli prima vengono improvvisamente posseduti da quel tizio: cosa mi rappresenta simbolicamente tutta sta storia? Cos'è, non lo stavano vendicando abbastanza bene? Non combattevano per gli stessi ideali? Senza il rancore maturato in quattrocento anni non si può vincere una rivolta? Ci vuole il passato per cambiare il presente? Ecco, malgrado sia indubbiamente incisiva, la mutazione dei manifestanti riesce solo ad incasinare le idee. E le cose radicali di solito sono molto semplici e chiare, non dovrebbe servire la citazione alla fine per fare il riassunto delle puntate precedenti.

Per concludere: ma quando mai ho detto che sarebbe impensabile stare con i manifestanti? Quando mai ho espresso supremo disgusto?


Scusa Picc, e scusa anche Wolkoff con cui spesso alzo troppo i toni. Ma per quanto sia polemico non vuol dire che se rispondendo a te dico che c'è stato chi ha sbroccato a vedere le rivolte, non voglia dire che lo sto rinfacciando a te. Di solito quando sono polemico con con una persona cerco di essere esplicito e diretto.

Ciò detto, dove sta l'elemento simbolico? "Un fantasma si aggira per l'Europa, lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una santa caccia alle streghe"

La radicalità dell'impostazione politica sta nell'essere andati a evitare una serie di trappole del racconto post moderno della rivolta (leggasi: dei film dei fratelli Wachowsky, V per primo)
- qua non si parla di una generica protesta per la libertà contro un generico potere oppressore, si parla di lavoratori, di condizioni di lavoro e dell'apparato repressivo che sta lì proprio per mantenere l'ordine sociale esistente.
- qua non si parla di santi non violenti che scendono in strada e con le belle parole convincono le forze dell'ordine a disarmarsi, si parla di gente che scende in strada per spaccare tutto.
- qua non si parla di simboli vuoti buoni per tutte le stagioni come la maschera di Fawkes, si parla dell'adozione consapevole di un simbolo con tutto il suo carico di storia.

Questi sono oggettivamente segni di un'impostazione politica molto radicale.
Non penso che la politica sia "dimenticata" nella storia, penso che i motivi per cui i New Slaves protestano siano espressi più volte, sia in forma di strizzata d'occhio come la metafora dello spettro che si aggira per l'Europa e del cameo di Rosa Luxemburg sia nella forma più esplicita del discorso "siamo come gli operai dell'800 senza diritti" e dei discorsi tra personaggi.
Poi condividere questa visione del mondo è un altro discorso, ovviamente.

In secundis, è notevole che Wolkoff giudichi il 339 un approfondimento ideologico d'appendice (tralasciando che la descrizione andrebbe bene per alcuni dei capolavori di Jack London!) senza storia mentre tu dici che di politica ce n'è troppo poca, soffocata dalla storia.
Io ci vedo un segno che Simeoni abbia osato fare una storia diversa da come ce la si aspetta.
Poi, anche qui, che vi piaccia o non vi piaccia sono questioni di gusti personali.

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Il pistolotto finale di Mandela, del tutto fuori contesto con lo svolgersi della storia e le sue rivendicazioni politico sociali, è un mero apparato di maniera, atto a giustificare una violenza sociale francamente ridicola ed inaccettabile.
Che poi il comunismo, fallito ovunque sia stato applicato, sia una risposta valida alle problematiche attuali di crisi e del lavoro...è giudizio che si commenta da solo. Si diceva lo stesso nella grande crisi degli anni 30...i risultati li potete constatare tutti.

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Kowalsky ha scritto:
- qua non si parla di una generica protesta per la libertà contro un generico potere oppressore, si parla di lavoratori, di condizioni di lavoro e dell'apparato repressivo che sta lì proprio per mantenere l'ordine sociale esistente.
- qua non si parla di simboli vuoti buoni per tutte le stagioni come la maschera di Fawkes, si parla dell'adozione consapevole di un simbolo con tutto il suo carico di storia.


scusa Kow, non ho intenzione di riaccendere la nostra discussione (e quindi prendila solo come battutina, di cattivo gusto quanto vuoi, ma sempre senza cattiveria) ma: stiamo parlando del 339 o del "carico" che gli hai dato tu personalmente? :D


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Un bel carico, non c'è che dire...
...forse perché aveva finito le briscole nell'oltremanica?

Scherzi a parte, per quanto possa contare per punto d'appoggio come le stampelle di un Due di Bastoni, ci terrei ad aggiungere che:

Kowalsky ha scritto:

- qua non si parla di una generica protesta per la libertà contro un generico potere oppressore, si parla di lavoratori, di condizioni di lavoro...
- qua non si parla di santi non violenti che scendono in strada e con le belle parole convincono le forze dell'ordine a disarmarsi, si parla di gente che scende in strada per spaccare tutto.
- qua non si parla di simboli vuoti buoni per tutte le stagioni come la maschera di Fawkes...


Emmenomale, direi :o :!:
Altrimenti non sarebbe stata una storia di Dylan ma un inserto di Famiglia Pakristiana.
Ma non basta aver scansato queste trappole dello stereotipo per confezionare un approccio "radicale", qualsiasi cosa tu intenda con quel termine.
Se vuoi protestare nel dissenso ci sono sempre i digiuni alla Pannella :D .


Kowalsky ha scritto:
[...]è notevole che Wolkoff giudichi il 339 un approfondimento ideologico d'appendice (tralasciando che la descrizione andrebbe bene per alcuni dei capolavori di Jack London!) senza storia mentre tu dici che di politica ce n'è troppo poca, soffocata dalla storia.


Che non si sappia in giro: in realtà io e Pic-cattus (noto felide appassionato di iniezioni) siamo la stessa persona vittima di crisi dissociative ed attacchi di schizofrenia.
E quando la pensiamo allo stesso modo cerchiamo qualcuno che ci convinca del contrario :tc: .

Non so cosa pensi lui di Jack London, ma io lo lascerei perdere se paragonato alla fattura di un albo dylaniato in senso politicante.
Di questi tempi fa molto freddo in Italia, e se ti posso consigliare una lettura letteralmente agghiacciante del summenzionato London, anche per i brividi di orrore, direi che il racconto breve To build a fire (Farsi un fuoco) capita proprio a fagiolo - non bollito :) .

ALOHA GRANDE NORD
(no, Salvini...tu stai a cuccia)

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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
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wolkoff ha scritto:
e se ti posso consigliare una lettura letteralmente agghiacciante del summenzionato London, anche per i brividi di orrore, direi che il racconto breve To build a fire (Farsi un fuoco) capita proprio a fagiolo - non bollito :) .


Letto giusto stanotte: un vero gioiello per tensione e atmosfera!!!
Perdono per il piccolo OT


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