Kowalsky ha scritto:
il problema di un certo tipo di "critica" è che non vuole vedere se e come il film funziona, vuole solo stroncare a prescindere.
E' sempre stato così, oggi è amplificato dal web, ma di vecchie critiche, italiane, ne ho lette un po' e ci sono quelli che parlavano male di un film o un regista per partito preso, anche per divergenze politiche, perché non "impegnato" oppure ormai convinti di un certo declino dell'autore e ogni nuova opera non faceva che confermarglielo, laddove altri ci vedevano una nuova prova di grandezza.
Parlando solo degli spettatori, lettori, ecc. che poi sono quelli che pagano per il prodotto, uno oggi vede un film, non gli piace, lo posta su fb (per dire) lo leggono i 100 amici che ha, magari qualcuno si convince a non andarlo a vedere. Una volta c'era il passaparola fisico che funzionava allo stesso modo, ma era più limitato. Uno va oltre e si mette a smontare il film scena per scena per dimostrare come sia un pessimo prodotto? Chissà magari porta anche qualcosa di nuovo, fa notare alcuni particolari che erano sfuggiti, oppure nemmeno e si risolve tutto in un esercizio pedante e fine a sé stesso, magari condito da livore. Ok e quindi? Se uno lo legge e il film invece gli era piaciuto ho i miei dubbi che cambi opinione così repentinamente: "Ma guarda per me era un capolavoro e invece per Tizio è una chiavica, ha ragione lui e io non capisco niente e i miei gusti fanno pena" e pure uno che sia in dubbio se vederlo o meno, non cercherà magari altre opinioni, magari dai toni più equilibrati? Mica si fermerà davanti a quello che dice Tizio e alla fine anche se i giudizi saranno tutti negativi se è curioso ci andrà lo stesso, altrimenti, ripeto, i cinepanettoni non avrebbero avuto nessuna fortuna.
A me sembra quasi che certi autori si sentano punti sul vivo, non se l'opera piace o meno (sanno bene quanto sia soggettivo), ma se gli venga contestata la validità o meno di certi passaggi, gli si sottolineino lacune o inverosimiglianze, come se il loro prodotto una volta finito andasse bene così e dovesse andar bene così per tutti perché a loro così sembrava. Sono pronti ad una contestazione generale, ma non nel dettaglio, non nei piccoli particolari che per loro erano magari del tutto senza rilevanza. Come se li si accusasse di non saper far bene e in ogni aspetto il loro lavoro. E magari qualcuno con astio è proprio di questo che li accusa, ma la maggior parte invece semplicemente se trova qualcosa che non gli torna la fa notare, così come il peso che avrà questo qualcosa (e di lacune ne hanno magari le grandi opere, solo che non incidono sulla qualità finale) nella sua valutazione alla fine (nulla, poco, tanto, ecc.).