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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 3:24 pm 
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D'accordo con il Lord, pur essendo Adam Wild un'ottima serie difficilmente incontrerà i favori del grande pubblico.
L'onda da seguire adesso sono i telefilm, un nome su tutti? True detective


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 4:07 pm 
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Per quello che so, Adam Wild vende già quanto Dragonero. Con la differenza non da poco che Dragonero ha impiegato 18 numeri per arrivare dov'è. Ad Adam ne sono bastati 3!

Comunque io sono d'accordo sul fatto che bisognerebbe innovare. Però è difficile farlo quando l'autore per anni e anni ha lavorato in Bonelli: ormai certa gente è "abituata" a sceneggiare in maniera classica, a prescindere da quello che la redazione vuole o non vuole.
Non a caso ad avere lo stile più moderno è gente che per anni si è fatta le ossa lavorando altrove, quindi è abituata a sceneggiare in maniera non-bonelliana. Recchioni e Cajelli su tutti.

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Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 4:12 pm 
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Iscritto il: lun mar 01, 2010 4:23 pm
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Jones ha scritto:
L'onda da seguire adesso sono i telefilm, un nome su tutti? True detective

Perdonatemi, ma secondo me ragionate in modo un po' "vecchio": i successi televisivi e cinematografici non creano più meccanicamente nuovi mercati e generi come accadeva fino agli 80, ma tedono all'inverso a saturare i rispettivi mercati. In generale il pubblico che ha decretato il successo di True Detective dopo True Detective vuole passare ad altro, non va in cerca di imitazioni del prodotto che ha già soddisfatto le loro esigenze riguardanti quel tipo di storie, personaggi, scenari.
Non è più come negi anni 70 che a un "Esorcista" che incassava milardi seguivano decine e centinaia di imitazioni che potevno contare su un pubblico creato dal film di Fredkin.
Per dire, "I pirati dei Caraibi" sono stati il franchising di maggior successo dello scorso decennio, ma non hanno affatto creato un'ondata di nuovi film sui pirati.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 4:32 pm 
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Prima o poi faranno qualche telefilm tratto da serie Bonelli, chissà con quale qualità però. Io punto su Julia, secondo me si presta bene, ovviamente non sceglierebbero un'attrice uguale a lei, magari l'ambientazione sarebbe italica. Preferirei Dylan Dog ovviamente, ma pone troppi problemi con lo splatter, il surreale, la fedeltà all'originale, la presenza di Groucho per via dei diritti, ecc.

Cyber Dylan ha scritto:
Comunque io sono d'accordo sul fatto che bisognerebbe innovare. Però è difficile farlo quando l'autore per anni e anni ha lavorato in Bonelli: ormai certa gente è "abituata" a sceneggiare in maniera classica, a prescindere da quello che la redazione vuole o non vuole.
Non a caso ad avere lo stile più moderno è gente che per anni si è fatta le ossa lavorando altrove, quindi è abituata a sceneggiare in maniera non-bonelliana. Recchioni e Cajelli su tutti.


Allora anche Bilotta dovrebbe essere adatto.

Quello che mi sembra un po' difficile da capire è come si chiuda una testata e subito al suo autore se ne fa aprire un'altra, con l'azzardo di perdere anche i lettori affezionati di prima invece di guadagnarne di nuovi. Come con Napoleone che almeno mi pare avesse un suo pubblico per quanto magari di nicchia e levigatosi nel tempo, si è chiuso, poi si è cominciato con Jan Dix (bello eh, io da lettore sono soddisfatto, ci mancherebbe altro, per me Ambrosini ne potrebbe iniziare anche due di serie all'anno e sarei contento :lol: , per quanto avrei preferito andasse avanti ancora col primo) che mi pare vendesse ancora meno. Stessa cosa magari si farà con Chiaverotti, chiuso Brendon una nuova serie che magari (io gli auguro di no, ma il rischio c'è) avrà gli stessi o ancora meno lettori e lo stesso potrebbe succedere a Medda, Enna ed altri. Mi sembra, ma faccio delle pure supposizioni, che sarebbe meglio far tornare questi autori dove hanno già espresso buone cose (per esempio Dylan Dog, c'è anche il Maxi) e poi, solo col tempo, dar loro un'altra possibilità. Però ci sarebbe anche l'aspetto negativo di: con quanto entusiasmo ed idee tornerebbero regolarmente?
Sull'innovazione non mi pronuncio troppo, come dice Wolkoff, in una serie Bonelli è per forza di cose limitata e la serialità stessa incide sul lavoro degli autori. Per esempio se Jan Dix (vado sempre lì, perché l'ho letto per intero, mi è piaciuto ed è esempio calzante di autorialità con relativamente basso riscontro economico), fosse uscito in un paio di volumi all'anno, magari presso un altro canale (fumetteria, libreria), sarebbe stato probabilmente anche più ardito, forse sarebbe mancata quasi del tutto la parte noir (il dover trovare serialmente nuovi casi da risolvere e far convivere, difficilmente, trama noir, riflessione artistica e psicologia dei vari personaggi), ma avrebbe rischiato anche una ancor minore visibilità e avrebbe dovuto confrontarsi con l'editoria libraria, altro mercato difficile e complesso (e in crisi).


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 4:59 pm 
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Cyber Dylan ha scritto:
Per quello che so, Adam Wild vende già quanto Dragonero. Con la differenza non da poco che Dragonero ha impiegato 18 numeri per arrivare dov'è. Ad Adam ne sono bastati 3!


Be', è anche probabile che dopo tre numeri Dragonero vendesse di più di quanto vende ora, visto che dopo i primi numeri la tiratura tende ad assestarsi al ribasso.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 5:34 pm 
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Comunque l'eventuale serie di Bilotta con ogni probabilità non costituirebbe un successone, ma teoricamente seguirebbe la scia della ritrovata popolarità della creazione di Conan Doyle, che si fregia di due film e due serie tv di grande popolarità apparsi negli ultimi anni.

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 6:01 pm 
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Vero, ma è quello Sherlock in salsa romana a rendermi dubbioso, però per vedere se funziona e come bisognerà leggerne almeno due o tre di storie. A livello di vendite è impossibile lanciarsi in previsioni. Dico solo che così, per quel pochissimo che si potrebbe azzardare, mi sembra difficile attragga molto pubblico, soprattutto giovane (magari con ambientazione attuale di più?), nonostante il personaggio, il detective geniale alla Holmes sia sempreverde, oltre i fan di Bilotta.
E poi c'è un altro aspetto che trascuriamo un po'. Creare altre serie o miniserie, se vanno bene, non finisce per danneggiare le vendite, anche solo in minima percentuale, di quelle maggiori? Il periodo è quello che è, di crisi, e magari uno che si affezioni ad una novità, lascia perdere un vecchio prodotto (faccio un esempio, uno legge Tex, Zagor e Nathan Never, si appassiona ad Adam Wild, lascia perdere NN che in questo periodo magari - a sentire certi commenti - lo entusiasma meno, oppure riduce gli extra, per esempio Maxi, speciali e compagnia varia di qualche serie maggiore).


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 7:18 pm 
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Come va Lukas?.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 8:57 pm 
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skeletor ha scritto:
Come va Lukas?.


30mila copie il primo numero, o i primi due.
Intorno alle 23mila gli altri.


tommaso ha scritto:

Perdonatemi, ma secondo me ragionate in modo un po' "vecchio": i successi televisivi e cinematografici non creano più meccanicamente nuovi mercati e generi come accadeva fino agli 80, ma tedono all'inverso a saturare i rispettivi mercati. .


Anche se non sono cciovanissimo - tranne che nello spirito...pro-patata :oops: - sono d'accordo con quest'affermazioni.
Raghezzi, non penzeretemika che se la SBE propone un calco di un'attuale serie tv in auge i fan improvvisamente si riconvertono all'interesse immediato per il fumetto ed invadono le edicole :lol:
Quelli sono fenomeni da anni '80, come reazione da effetto collettivo.
La trasposizione analogica di quei contenuti/generi su carta genererebbe lo stesso effetto sugli aficionados di un fotoromanzo su Sarah Scazzi sulle pagine del prestigioso Chi, come aumento esponenziale delle copie vendute. E' un correlativo distorto sul nascere.
Le nuove (giovani) leve del fumetto, quelle che bazzicano più la fumetteria che l'edicola, cercano ben altro... e (parte del-)la SBE sembra continuare ad ignorarli, nostalgica del tizio col panino al crudo e lo Zagor in mano a spasso per la festa dell'Unità.


alexandr ha scritto:
Per esempio se Jan Dix (vado sempre lì, perché l'ho letto per intero, mi è piaciuto ed è esempio calzante di autorialità con relativamente basso riscontro economico), fosse uscito in un paio di volumi all'anno, magari presso un altro canale (fumetteria, libreria), sarebbe stato probabilmente anche più ardito, forse sarebbe mancata quasi del tutto la parte noir (il dover trovare serialmente nuovi casi da risolvere e far convivere, difficilmente, trama noir, riflessione artistica e psicologia dei vari personaggi), ma avrebbe rischiato anche una ancor minore visibilità


Qui sono meno d'accordo, ma senza stonature.
Sono quasi del tutto convinto che un semestrale del genere avrebbe avuto un posto nell'Olimpo delle uscite più ricercate da libreria, trascinato dal fattore notorietà dello stesso Conte sul versante SBE.
E con meno freni/impostazioni pre-confezionate sarebbero stati dei volumi di altissimo livello, compositivo ed artistico 8-) .
La minore visibilità è ovvia, ma come già detto, se vuoi "creare" qualcosa d'incisivo e svincolarti da certe non-innovazioni dell'attuale SBE, sei giocoforza portato a modificare raggio di distribuzione/penetrazione.
Non si può avere la moglie ubriaca, la botte piena e l'amante sul letto :D .

ALOHA GIOVANNONA LOSOLLUNGA

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Ultima modifica di wolkoff il lun dic 15, 2014 9:24 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 9:20 pm 
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tommaso ha scritto:
Jones ha scritto:
L'onda da seguire adesso sono i telefilm, un nome su tutti? True detective

Perdonatemi, ma secondo me ragionate in modo un po' "vecchio": i successi televisivi e cinematografici non creano più meccanicamente nuovi mercati e generi come accadeva fino agli 80, ma tedono all'inverso a saturare i rispettivi mercati. In generale il pubblico che ha decretato il successo di True Detective dopo True Detective vuole passare ad altro, non va in cerca di imitazioni del prodotto che ha già soddisfatto le loro esigenze riguardanti quel tipo di storie, personaggi, scenari.
Non è più come negi anni 70 che a un "Esorcista" che incassava milardi seguivano decine e centinaia di imitazioni che potevno contare su un pubblico creato dal film di Fredkin.
Per dire, "I pirati dei Caraibi" sono stati il franchising di maggior successo dello scorso decennio, ma non hanno affatto creato un'ondata di nuovi film sui pirati.


beh, dipende. il punto è che ci sono mercati su cui ci si può permettere di esplorare i generi in ogni sfaccettatura e altri che no.
per fare film di pirati ci vuole un budget della madonna, non si può ricreare un galeone così tanto per fare un filmetto che campa sulla scia di Johnny Deep. però in altri mercati sono seguite cose che hanno sfruttato l'interesse per il piratesco, come i libri di pirati di Evangelisti.
l'accoppiata Signore degli Anelli + Harry Potter ha creato una discreta scia di filmetti fantastici con cgi un tanto al chilo, ma soprattutto ha re inondato le librerie di saghe classiche e di tonnellate di imitazioni, dalla Troisi in giù. e per qualche anno nelle librerie la sezione fantasy delle librerie era la più grande tra quelle "di genere"
col successo di Twilight oggi gli horror "young adults" occupano più spazio di fantasy e fantascienza messe assieme (e pure il Dylan per ragazzini puntava in quella direzione).

secondo me il successo delle testate bonelliane che hanno fatto veramente il boom (a parte Tex che è un'altra storia) è dato dal fatto che da una parte si riusciva ad intercettare l'interesse del pubblico per un determinato genere, ma dall'altro si rendeva quel genere e quel personaggio un filtro attraverso cui venivano reinterpretate tutte le culture pop e "alte". anche in Dylan mica c'è sempre stato solo l'horror.

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Giusto, ma quello che cambia è a livello di media.
Oggidì non ci sono (stati, nell'ultimo decennio, o forse più) fumetti tie-in che abbiano riscosso successo sulla scia di altro. Forse in Giappone o negli Usa, ma lì si tratta di altri tipi di mercati e cultori.
Non è un meccanismo garantito qui in Italia per le nuvolette parlanti. Non più almeno... :roll:

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wolkoff ha scritto:
Giusto, ma quello che cambia è a livello di media.
Oggidì non ci sono (stati, nell'ultimo decennio, o forse più) fumetti tie-in che abbiano riscosso successo sulla scia di altro. Forse in Giappone o negli Usa, ma lì si tratta di altri tipi di mercati e cultori.
Non è un meccanismo garantito qui in Italia per le nuvolette parlanti. Non più almeno... :roll:

ALOHA ®


Julia con tutto il poliziesco? Per certi verso credo che abbia anticipato l'arrivo in Italia di tutta l'ondata di telefilm gialli con elementi psicologici.
Poi, appunto, quel tipo di successo lì nel tempo l'avranno fatto 7-8-9 testate sulle decine che SBE ha portato in edicola

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Ho scritto tie-in non a caso, restringendo la casistica.
Il poliziesco in senso lato è un fenomeno immenso che prende radici quei 20 lustri prima di Julia.
E di altre juliette ne usciranno a dozzine, contace :g: .

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
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lo mettevo come domanda, eh
che di Julia ne avevo letto solo qualche numero tra i primi

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun dic 15, 2014 9:50 pm 
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Località: Palermo
No, aspettate... io non ho mai detto di copiare e prendere pienamente spunto da determinate serial americani. Ho detto che la SBE deve provare a inventarsi una serie nuova, cazzutta, in un GENERE che non ha mai messo mano e con autori di grande levatura.
Faccio un esempio. Ma prendetelo con le pinzette...
Argomento mafia. Lo conosco, mio malgrado, piuttosto bene [leggasi luogo di provenienza nella mia "carta d'identità"] e quindi mi vien facile da considerare. E' un argomento mai preso in considerazione dalla Bonelli (salvo rare apparizioni in varie serie).
Eroe: un commissario? Un giornalista? Un tenente dei CC? Insomma... qualcuno che veramente possa affrontare tali casi.
Luogo: Palermo... (e sono di là... che v'aspettavate?)
Sviluppo: il difficile mestiere della legalità in un periodo in cui ti sparavano se insultavi la persona sbagliata in un incrocio (fatto storico). L'ancor più difficoltosa associazione della propria vita lavorativa con quella privata.
Ironia: forse si, forse no... certo qualcosa di leggero per stemperare la tensione ci vuole (del resto molto ironici erano gli stessi Falcone e Borsellino).
Temporalità: nel caso di cui sopra, dal 1957 in poi... ci sono 40 anni da raccontare.
Modalità di racconto: reale. Nuda e cruda. Come la verità. Se si trova la testa nel sedile posteriore di un'auto alla stazione, la si deve vedere bene. Se sciolgono le persone, le si devono vedere. Se il volto di Dalla Chiesa viene sfracellato a colpi di Kalashnikov, si deve vedere. I fatti così come si sono sviluppati. Un glossario di splatter, credetemi.
Autori: ecco il tasto dolente. Cioè, interni alla SBE, così pratici dell'argomento non ne vedo. Ci vedo giusto un pochino Ruju... ma poco, però. Ma facciamo finta che sia lui.
E' un'idea. Forse infantile. Ma è per far capire l'intenzione.
Non mi interessa riproporre "Il Padrino", "I Soprano", "La piovra" o "Squadra Antimafia". Quanto, invece, proporre una serie (che non ricalchi necessariamente la realtà dei fatti... ma che le si può affiancare splendidamente stile MagicoVento nel western) che dia una ventata di originalità in casa SBE. Roba che magari 3/4 di Texani e 3/4 di Dylandoghiani non si filerebbero manco di striscio e magari le nuove leve cresciute a immagini reali crude, CSI e contrapposizione mafia/antimafia, andrebbero a nozze.
Tutto questo partendo sempre dal presupposto che qualsiasi sia il nuovo genere, che venga raccontato BENE!!!
Dylan Dog non era solo una serie con teste che esplodevano e squartamenti. Era altro.

Spero di aver reso meglio l'idea.

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"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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