LestatDeLioncourt ha scritto:
Caro Gigi,per curiosita'...la componente "soprannaturale" in questa storia quanto ha pesato,se ha pesato...nella tua personale costruzione narrativa?
Nel mio modo di coinvolgere un aspetto soprannaturale vero o vissuto come tale (vedi anche "Gli occhi e il buio" e "Stria") c'è sempre un'intenzione soprattutto simbolica. Che, del resto, è propria dell'horror e delle favole sin dalla loro comparsa nel Mondo. In "Anarchia in Inghilterra", lo spirito di Keed "si aggira" come lo spettro del Comunismo per Karl Marx. In un fumetto horror è visualizzato, perchè il medium (perdona il termine, ma qui è inteso come "mezzo") lo richiede. Ed essendo visualizzato, la logica narrativa pretende che sia contestualizzato e in qualche modo spiegato (pur lasciando ampio margine d'interpretazione). Ma uno spettro è soprattutto un sentimento forte, ancorato agli ambienti e alle persone che in qualche modo rientrano nelle cause stesse che lo hanno generato, Non chiamiamo forse "fantasmi" anche le colpe che ci trasciniamo nell'anima? Infatti, influiscono sul nostro modo di vivere, pensare, agire, esattamente come fossero cose reali e corporee. Nel caso di Andrew Keed, l'ingiustizia subita (da lui e da tutti coloro che rappresentava) causa un sentimento di rivalsa persistente che rimane inalterato nei secoli. La mancata sepoltura, l'oblio, gli echi della morte violenta, rientrano tra gli elementi che causano la condizione "animica" (cioè propria di un'anima irrisolta e inquieta, già spirito sostanziale ma ancora ancorata a sentimenti terreni). Tutto questo, si trova nei manuali di spiritismo che tutti possiamo trovare nelle librerie. L'aspetto simbolico, certo non positivo, sta nel fatto che le "masse" siano spesso "pilotate" e "usate" da qualcuno tramite la diffusione capillare e insistita di un forte "sentimento comune". La distruzione di ogni cosa è un'espressione di rabbia inconsulta, irrazionale, che (come giustamente indica Dylan, che scemo non è) porta invariabilmente a un effetto boomerang devastante. Qui abbiamo due grandi blocchi opposti: uomini in carne e ossa, armati e guidati dai loro capi e dal senso del "dovere", contro uomini in carne e ossa affiancati da "cloni", quindi moltiplicati, creati da uno spirito ma resi talmente reali che mostrano ogni limite tipico dell'umano: aggressività, violenza, mortalità. Lo dice Malloy stesso, parlando a tu per tu con Dylan: "Noi siamo lui". Tutti. Uomini reali e costrutti corporei creati ad-hoc. E perfino Caprenter ha intuito il grado di pericolo rivelato da quell'assalto. Non solo bestie che caricano a testa bassa, ma una raffinata organizzazione che ha progettato il tutto tempo prima, che ha covato in silenzio per chissà quanto tempo e che ora ha deciso di attaccare. Chi viene macellato davanti a Scotland Yard è solo (come sa chiunque abbia combattuto in guerra o semplicemente, abbia prestato servizio militare) la cosiddetta "Carne da Cannone". Le vere menti stanno altrove, lontane dal fumo della battaglia. Carpenter è anche un veterano di guerra (scoprirete molti di più su di lui nei prossimi albi), e queste cose le conosce bene. Nell'unica frase che dice quando stanno rendendosi conto che i rivoltosi hanno staccato le linee e i poliziotti auspicano un intervento dei rinforzi è "Io non credo" (pag 44). Qui c'è tutto Carpenter: lui non crede che si riattiverà alcun sistema di emergenza, nè che si riuscirà facilmente a far intervenire l'esercito (con buona pace di chi ha gridato allo scandalo perchè non è mostrato chiaramente o spiegato che si potrebbero usare i cellulari). Ma è anche una dichiarazione di status, quella: Carpenter NON CREDE, perchè sa da subito come vanno quel genere di cose. Se avessi disatteso la natura horror, soprannaturale, della storia e mi fossi limitato a raccontare una storia di guerriglia urbana, avremmo 1) perso l'effetto di totalità soverchiante e 2) perso l'occasione di mostrare come IL DIALOGO (rappresentato dal solo Dylan) e l'emergere di un vecchio conto in sospeso con il senso universale di Giustizia (che giace schiacciata e violentata in uno scantinato... "Here Lies Justice"...) riescano a vincere su ogni violenza. Ma Dylan stesso, uomo fino in fondo (anche lui fortemente simbolico), risulta portatore sano di questi ingredienti risolutori non come fossero una missione di vita, ma solo come lati irrinunciabili del suo strano e sfaccettato carattere. Non ce li sbandiera come strumenti del superuomo tanto che, non appena risolta la questione, come primo pensiero ha quello di baciare Rania. E si prende pure un bel due di picche.