Cravenroad7

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# 339 - Anarchia nel Regno Unito
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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 3:49 pm 
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Iscritto il: mar nov 12, 2013 12:30 am
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dogamy ha scritto:
Sai dipende da uno come le coglie.
Diciamo che personalmente, sarebbe stato molto meglio chiudere quando Sclavi aveva mollato gli ormeggi.
Detto ciò, se qlc ha riscontrato una eccessiva dose di azione e di spettacolarizzazione fine a se stessa, penso possa dirlo liberamente.
Magari sbaglia, ma fa notare questa cosa che per lui stride con il personaggio.
E' come per storie troppo melense che a molti non vanno.


è la differenza tra dire che una cosa non piace e dire che una cosa è out of character.

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- Boy, that's scary stuff! Should we be worried about the kids in the audience?
- Nah, it's all right. This is culture!


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 4:05 pm 
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Dear Boy ha scritto:
Quer pasticciaccio brutto nel Regno Unito.
Ma tanto la sospensione dell'incredulità è la panacea di ogni male.


Sulla sospensione dell'incredulità sfondi una porta aperta: dovrebbe essere una capacità dell'autore di rendere credibile una cosa incredibile tramite una buona scrittura che sappia presentare bene l'incredibile e sviarne l'attenzione , e non una concessione del lettore che spegne le sue capacità critiche con un pulsante.

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https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=x4qv5rBEs9E


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 4:11 pm 
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Iscritto il: lun ott 03, 2011 11:27 am
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Prima di postare il mio commento ho letto un pò di interventi e sono abbastanza d'accordo con Nyarlathotep (e con Rimatt sui personaggi). Troppo poco spazio x tratteggiarli approfonditamente di sicuro, ma il grande dubbio di quest'albo x me è proprio questo. . saranno dei personaggi interessanti? Purtroppo x quel poco che si è visto. . dubito fortemente di si! Soprattutto Rania corre il forte rischio di ricadere nei mille stereotipi da serial, che sinceramente mi hanno già stufata da un bel pò di tempo. A questo punto spero che rimangano sullo sfondo senza prendere più spazio nelle storie. Ho come l'infondato timore che DD si possa trasformare in un fumetto completamente diverso. . pardon 'trasmutare'! A parte questo, la storia è scritta con gran mestiere, il nome dell'autore era una garanzia, a parte qualche trascurabile forzatura siamo a livelli che non ci si poteva neppure sognare da un bel pò di tempo. Il problema è il soggetto, stesso problema già visto nei -Raminghi- . . ci si ritrova a dire le mille cose già dette ed a vedere le mille cose già viste. . ma probabilmente in quest'occasione non si voleva far passare un messaggio 'scomodo', oppure una riflessione originale. . . forse era solo l'occasione x introdurre le novità che erano state annunciate. Ed anche x inquadrare un pò il nuovo Dylan. . si certo lui comprende le motivazioni della rivolta. . però alla fine sembra che dentro di lui sia rimasto il poliziotto che era prima di lasciare SY x i motivi che tutti sappiamo. Boh vedremo. .
A margine mi sembra di ricordare che fosse un bel pò di tempo che non si vedesse così tanto di Craven Road. . bel dettaglio!

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. . . e vissero sempre infelici e scontenti. Così, per non ingannare il suo bambino, termina le favole. (E.Flaiano)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 4:35 pm 
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Iscritto il: sab nov 29, 2014 3:26 pm
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dogamy ha scritto:
Sai dipende da uno come le coglie.
Diciamo che personalmente, sarebbe stato molto meglio chiudere quando Sclavi aveva mollato gli ormeggi.


... e mollare Topolino quando Disney decise di affidarlo al suo staff? O lasciare nell'oblio James Bond quando Jan Fleming morì? O ancora, evitare di riprendere Sherlok Holmes dopo la dipartita di Sir Arthur Conan Doyle? E che dire di Tarzan, Star Wars e di tutti i personaggi/saghe avviati da un autore negli anni passati? Sclavi aveva pensato a un personaggio inedito, per l'epoca, e che proprio alla sua novità deve il successo straordinario che raccolse all'inizio e ha mantenuto, seppure in modo oscillante, nel corso di trent'anni. Non dimentichiamoci che è un albo mensile da oltre centomila copie. Un fenomeno senza pari, in un Paese dove un fumetto da libreria che viene definito un "successone" vende cinque/seimila copie (se non prendiamo in considerazione il caso unico di Tex, che ha incuriosito anche intere delegazioni di esperti di marketing americani, che negli anni scorsi vollero venire in Italia per studiare il fenomeno e capire come mai, in debita proporzione in confronto alla popolazione, Tex vendeva di più in Italia rispetto ai più diffusi supereroi in America). Ora, immaginiamo davvero che Sclavi e Bonelli insieme decidessero, all'epoca, di sospendere la produzione (al top di vendite) perchè Tiziano aveva deciso di ritirarsi. E che la medesima scelta fosse stata fatta precedentemente da tutti gli autori sopra elencati o dai loro produttori-editori-eredi. Oggi avremmo un parco entertainment piuttosto povero, e lettori affamati davvero. Nella conferenza stampa di Milano dello scorso 26 settembre, non a caso (ed eccezionalmente), Tiziano aveva deciso di presenziare. Il gesto aveva un significato profondo, che evidentemente a molti è sfuggito. Era un passaggio di consegne. In quel caso, al curatore cui in quel momento era affidata la "fase due" di DD, Roberto Recchioni. Personalmente, da parte in causa in questo progetto, ho intuito lo spessore di ciò che stava avvenendo: Tiziano, come un padre che ha seguito la crescita del figlio, aveva deciso che era arrivato il momento di lasciarlo andare con le sue gambe, libero nel mondo. Sempre seguendolo da lontano, ovviamente, come un padre vero farebbe. Per fare questo, ha preferito che ad accompagnarlo fossero persone che, secondo il suo giudizio e quello della Casa Editrice, avevano dimostrato di avere perlomeno quel know-how adatto a provare un rilancio. E anche quel tanto di "follia" anarchica che serviva per garantire alla serie la capacità di sorprendere, anche affrontando tematiche che (come vedrete in futuro) difficilmente si sarebbero "digerite" nei decenni scorsi (in primis, da parte della SBE). Ora si tratta di trovare il grado giusto per virare, senza far venire il mal di mare ai passeggeri. Dosando freno e acceleratore, addolcendo la curva, ma indubbiamente prendendo altre direzioni per rendere il viaggio più misterioso e avventuroso. Infine, per dare un senso sia al nostro lavoro di creativi che al vostro desiderio di novità, come lettori. Senza dimenticarci, gli uni e gli altri, che ci sono trent'anni di Dylan assodato e amato. Che Bloch, col pensionamento, finalmente possa "uscire" allo scoperto quanto e più di prima è per noi una realtà (dato che siamo al lavoro su storie che vedrete anche tra due anni) e per voi dovrebbe essere un "atto di fede". Diceva un Papa: "Se mi sbaglio, mi corigerete". Senza drammi. Ed era un Papa. Noi vi diciamo: credeteci, stiamo lavorando (molto) per dare una seconda vita al personaggio e tirarne fuori aspetti nuovi, più moderni, ma che non inficino trent'anni di carriera. Anzi, che ne esaltino il valore proprio in virtù di quanto già si conosce e dimostrando l'inossidabilità del personaggio. Rania e Carpenter hanno ancora TUTTO da dire, credeteci. Il loro rapporto (tra loro e con Dylan) è solo in fase embrionale. Per ora andavano presentate le "maschere" da inserire nella commedia generale, e c'era una necessità scenica che non desse adito a dubbi sulla struttura psicologica generale dei due. Ma da qui in avanti, come quando si fa conoscenza con le persone VERE che incontriamo ogni giorno, ad ogni appuntamento potrebbero saltare fuori aspetti nuovi, imprevisti, sorprendenti...


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 4:57 pm 
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Ciao Gigi, è un piacere leggerti. Sei pure coraggioso ad affrontare una manica di lettori compulsivi come noi :D

Approfitto della tua disponibilità per chiederti una cosa:

ho notato che per tutta la storia, Dylan non ha sparato alcun pistolotto sul precariato e la crisi (e te ne sono grato) ma soprattutto non si è schierato apertamente da nessuna parte. Possiamo immaginare il suo pensiero riguardo tematiche attuali come questa ma il fatto di fargli indossare un giubbotto anti-proiettile è stata una scelta casuale, dettata da logiche narrative (l'incolumità di Dylan) o volevi comunicarci qualcos'altro? Grazie ;)

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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 5:25 pm 
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Iscritto il: sab nov 29, 2014 3:26 pm
Messaggi: 37
MandarinoFish ha scritto:
Ciao Gigi, è un piacere leggerti. Sei pure coraggioso ad affrontare una manica di lettori compulsivi come noi :D

Approfitto della tua disponibilità per chiederti una cosa:

ho notato che per tutta la storia, Dylan non ha sparato alcun pistolotto sul precariato e la crisi (e te ne sono grato) ma soprattutto non si è schierato apertamente da nessuna parte. Possiamo immaginare il suo pensiero riguardo tematiche attuali come questa ma il fatto di fargli indossare un giubbotto anti-proiettile è stata una scelta casuale, dettata da logiche narrative (l'incolumità di Dylan) o volevi comunicarci qualcos'altro? Grazie ;)


Ciao, Mandarino, e grazie per le domande. Secondo il MIO modo di intendere Dylan (e che deve essere presente nelle MIE storie, ci mancherebbe altro), lui non è semplicemente una persona che si riempie di buone intenzioni per sbandierarle al prossimo (compresi i lettori). Dylan agisce, semplicemente, mosso da convinzioni profonde. Quando un personaggio "ci è" e non "ci fa" (mi riferisco anche alle persone che conosco e mi circondano nella vita reale), mi affascina di gran lunga di più seppure, a volte, le idee di qualcuno non coincidano con le mie. Trovo insomma che il coraggio di vivere secondo le proprie convinzioni, rischiando molto o tutto, meriti un plauso sempre. Ma viviamo in un mondo crudo che ci richiede anche, talora, di armarci e combattere per le nostre idee. Dylan indossa il giubbotto antiproiettile per il semplice motivo di salvarsi la pelle, sapendo che deve attraversare ore drammatiche in cui i proiettili volano in sciami. Quindi solo necessità logica, non narrativa (il giubbotto non gli salva la vita, e se non l'avesse indossato non avrebbe fatto alcuna differenza). Ma la scelta "logica" di Dylan porta anche a una serie di reazioni "logiche" dei riots: vedono un tizio che sfreccia con un'auto della polizia, che è armato e che porta le insegne del MET. Quindi, reazione consona alla provocazione (nella logica della situazione). In più, Dylan ha l'ardire di recarsi nella Tana del Lupo, vale a dire il centro di comando (sede dei ritrovi ma anche luogo di sepoltura dello spettro ispiratore della rivolta), rappresentando per i riots un pericolo ancora maggiore. Per questo, lo spirito di Keed passa al contrattacco: richiamare non solo i fantasmi "attuali", ma (vista la mala parata che evidenzia il limite di questi, corporei e quindi eliminabili) anche quelli del passato (suggerendo un "unicum" di status della condizione dei lavoratori di ogni epoca, concetto ripreso in finale da Bloch). Mi sono però chiesto (a lungo) se il Dylan Dog di Sclavi avrebbe optato per il giubbotto antiproiettile. Alla fine mi sono convinto: era stato un poliziotto, in passato, restando sempre fedele a se stesso. Non si era mai dichiaratamente espresso contro l'Autorità Costituita, perchè non è un personaggio "contro" al di là di ogni logica o discernimento. Dylan è un personaggio di dialogo, non di guerra. Anche dei mostri cui dà la caccia cerca sempre una spiegazione, un perchè, senza limitarsi ad essere un mero strumento di distruzione. Per me, Dylan è uno che sa, da sempre, che il senso della vita risiede nella curiosità e nell'intrinseco valore di un dubbio.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 5:45 pm 
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Gigi Simeoni ha scritto:
dogamy ha scritto:
Sai dipende da uno come le coglie.
Diciamo che personalmente, sarebbe stato molto meglio chiudere quando Sclavi aveva mollato gli ormeggi.


... e mollare Topolino quando Disney decise di affidarlo al suo staff? O lasciare nell'oblio James Bond quando Jan Fleming morì? O ancora, evitare di riprendere Sherlok Holmes dopo la dipartita di Sir Arthur Conan Doyle? E che dire di Tarzan, Star Wars e di tutti i personaggi/saghe avviati da un autore negli anni passati? Sclavi aveva pensato a un personaggio inedito, per l'epoca, e che proprio alla sua novità deve il successo straordinario che raccolse all'inizio e ha mantenuto, seppure in modo oscillante, nel corso di trent'anni. Non dimentichiamoci che è un albo mensile da oltre centomila copie. Un fenomeno senza pari, in un Paese dove un fumetto da libreria che viene definito un "successone" vende cinque/seimila copie (se non prendiamo in considerazione il caso unico di Tex, che ha incuriosito anche intere delegazioni di esperti di marketing americani, che negli anni scorsi vollero venire in Italia per studiare il fenomeno e capire come mai, in debita proporzione in confronto alla popolazione, Tex vendeva di più in Italia rispetto ai più diffusi supereroi in America). Ora, immaginiamo davvero che Sclavi e Bonelli insieme decidessero, all'epoca, di sospendere la produzione (al top di vendite) perchè Tiziano aveva deciso di ritirarsi. E che la medesima scelta fosse stata fatta precedentemente da tutti gli autori sopra elencati o dai loro produttori-editori-eredi. Oggi avremmo un parco entertainment piuttosto povero, e lettori affamati davvero. Nella conferenza stampa di Milano dello scorso 26 settembre, non a caso (ed eccezionalmente), Tiziano aveva deciso di presenziare. Il gesto aveva un significato profondo, che evidentemente a molti è sfuggito. Era un passaggio di consegne. In quel caso, al curatore cui in quel momento era affidata la "fase due" di DD, Roberto Recchioni. Personalmente, da parte in causa in questo progetto, ho intuito lo spessore di ciò che stava avvenendo: Tiziano, come un padre che ha seguito la crescita del figlio, aveva deciso che era arrivato il momento di lasciarlo andare con le sue gambe, libero nel mondo. Sempre seguendolo da lontano, ovviamente, come un padre vero farebbe. Per fare questo, ha preferito che ad accompagnarlo fossero persone che, secondo il suo giudizio e quello della Casa Editrice, avevano dimostrato di avere perlomeno quel know-how adatto a provare un rilancio. E anche quel tanto di "follia" anarchica che serviva per garantire alla serie la capacità di sorprendere, anche affrontando tematiche che (come vedrete in futuro) difficilmente si sarebbero "digerite" nei decenni scorsi (in primis, da parte della SBE). Ora si tratta di trovare il grado giusto per virare, senza far venire il mal di mare ai passeggeri. Dosando freno e acceleratore, addolcendo la curva, ma indubbiamente prendendo altre direzioni per rendere il viaggio più misterioso e avventuroso. Infine, per dare un senso sia al nostro lavoro di creativi che al vostro desiderio di novità, come lettori. Senza dimenticarci, gli uni e gli altri, che ci sono trent'anni di Dylan assodato e amato. Che Bloch, col pensionamento, finalmente possa "uscire" allo scoperto quanto e più di prima è per noi una realtà (dato che siamo al lavoro su storie che vedrete anche tra due anni) e per voi dovrebbe essere un "atto di fede". Diceva un Papa: "Se mi sbaglio, mi corigerete". Senza drammi. Ed era un Papa. Noi vi diciamo: credeteci, stiamo lavorando (molto) per dare una seconda vita al personaggio e tirarne fuori aspetti nuovi, più moderni, ma che non inficino trent'anni di carriera. Anzi, che ne esaltino il valore proprio in virtù di quanto già si conosce e dimostrando l'inossidabilità del personaggio. Rania e Carpenter hanno ancora TUTTO da dire, credeteci. Il loro rapporto (tra loro e con Dylan) è solo in fase embrionale. Per ora andavano presentate le "maschere" da inserire nella commedia generale, e c'era una necessità scenica che non desse adito a dubbi sulla struttura psicologica generale dei due. Ma da qui in avanti, come quando si fa conoscenza con le persone VERE che incontriamo ogni giorno, ad ogni appuntamento potrebbero saltare fuori aspetti nuovi, imprevisti, sorprendenti...



che conclusioni hanno tirato su tex? anch'io non capisco un successo così duratuto, i disegni di galeppini dal 90/300 circa sono stupendi, ma le storie dopo un'pò si ripetono e gli altri disegnatori fusco, ticci, letteri, nicolo non mi fanno impazzire.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 5:58 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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Lord Blendings ha scritto:
un'atipica performance del Nostro (infondata dato che comunque fa parte del personaggio)
Certo che Dylan ha vissuto situazioni estremamente action nella sua storia, ma sempre da incosciente fifone. E non potrebbe essere altrimenti viste le vertigini, la claustrofobia, il terrore dei pipistrelli ecc… Si è gettato nella mischia solo quando era alle strette per salvare se stesso o chi gli era vicino. Ne sono prova ad esempio gli eccessivi Killer (trash riuscito) o Oltre la Morte (trash patetico). Nel Ritorno del Mostro non fa in tempo a tornare sui suoi passi per chiamare aiuto, spinto dall'istinto di sopravvivenza, che viene trascinato suo malgrado nella tana del mostro. Nel Cervello di Killex si caga sotto mentre entra con la bodeo tremante nella baracca del maniaco (che Casertano era quello!). In Golconda se la fa sotto solo per essere finito in un pub con facce poco raccomandabili. Ha avuto la meglio in sparatorie mortali per puro culo e sono più le volte che le busca che quelle in cui le dà.
Non c'è mai questo animus a spingerlo all'azione nel 339. Si avventura in un'indagine approssimativa che non gli compete (è una rivolta sociale, dovrebbe pensarci lo Stato a risolverla) usando per la prima volta wikipedia (la pagina su Keed potrebbe averla scritta lo stesso nerd che ha fatto la scheda episodi di Battlestar Galactica), tentando una fuga improbabile attraverso i condotti d'aria senza sapere dove possano portare (mò conosce la planimetria d'areazione di ScotlandYard?!) quando poteva cercare supporto in una Rania ormai ben disposta. È sempre stato pervaso dal dubbio ma stavolta sa che se brucia le spoglie di Keed tutto finirà.

A me piacciono da matti Die Hard e Supernatural. Ma questo non è proprio Dylan Dog.

Mi autocito dal topic della TOPTEN
Dear Boy ha scritto:
1 - Tre per zero
2 - Memorie dall'invisibile
3 - Gli inquilini arcani
4 - Totentanz
5 - La zona del crepuscolo
6 - Storia di Nessuno
7 - Dopo mezzanotte
8 - Accadde domani
9 - La casa degli uomini perduti
10 - Attraverso lo specchio

Anarchia nel Regno Unito è l'antitesi di quella cifra di forma, contenuto ed interpretazione del personaggio che tanto mi ha fatto amare questo fumetto.

Se la fase 2 serve per recuperare i lettori come me, siete lontanissimi dal bersaglio.

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 5:59 pm 
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Iscritto il: mer giu 27, 2012 1:35 pm
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Non ho alcun problema con il Dyd in giubbotto antiproiettile, o che investe un rivoltoso e poi si ferma per assicurarsi che sia in vita (e poi lo lascia lì in fin di vita togliendogli la maschera per "aiutarlo a respirare", vabbè: sospensione di incredulità :wink: ). Questo è in linea con il Dylan Dog che Simeoni delinea nell'intervento precedente...

Spoiler!
...ma poi, una volta sconfitto lo spettro che possiede i rivoltosi, che si risvegliano dimentichi di tutto, Dylan si guarda bene dal cercare di convincere chicchessia che quelli sono innocenti manipolati da uno spirito nel commettere violenze: andranno semplicemente in carcere. Alla faccia delle profonde convinzioni.


Ovviamente, un finale coerente con il personaggio che Simeoni delinea avrebbe fatto saltare in aria la storia, impedendole di chiudersi con la rivolta sedata e la testata pronta ad un'altra avventura il mese prossimo... ed un finale più "onirico" e meno razionale temo non funzioni più in relazione ad una qualsiasi continuity (compresa quella blanda progettata per DD).

In più credo che il risveglio degli spettri, al di là della comunanza che dovrebbe sottolineare fra le classi meno abbienti di oggi come di ieri, serva anche, e forse soprattutto, a mettere la X nella casella "orrore soprannaturale", che molti (tutti?) lettori di DD si aspettano quando comprano la testata: senza la presenza fantasmatica questo sarebbe "solo" un action/thriller... cosa che non è affatto un difetto in sè, ma è lo stesso problema che aveva il Dylan Dog pre-fase2: la componente horror è razionalmente (mi verrebbe da dire "reazionalmente") intesa ed applicata ex-post, mentre una volta le cose erano spesso ribaltate (la "bocca" che racconta "Jekyll!" è assolutamente non soprannaturale, ma l"occhio" che la inquadra lo è completamente).

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"Per me questo spazio è morto."


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 6:14 pm 
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Iscritto il: mar giu 21, 2011 11:26 am
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Votato buono (più 7 che 8). Introduttivo, ma una lettura godibile.

Bravo Casertano, anche se lo speciale Le storie era meglio (e il color Tex assai peggio).


Da Simeoni comunque mi aspetto ben altro, dopo aver letto i suoi stupendi romanzi a fumetti (e anche su NN ha scritto una storia doppia che mi era piaciuta tantissimo). è un piacere vedere Gigi intervenire su questi lidi :) .

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Giosafatte Salterino, al rogo mandateci gli inquisitori !


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 6:17 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Non ho ancora letto la storia, ma gli interventi di Gigi sono quantomai graditi e interessanti :) grazie e benvenuto anche da parte mia.

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 6:25 pm 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
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Gigi Simeoni ha scritto:
MandarinoFish ha scritto:
Ciao Gigi, è un piacere leggerti. Sei pure coraggioso ad affrontare una manica di lettori compulsivi come noi :D

Approfitto della tua disponibilità per chiederti una cosa:

ho notato che per tutta la storia, Dylan non ha sparato alcun pistolotto sul precariato e la crisi (e te ne sono grato) ma soprattutto non si è schierato apertamente da nessuna parte. Possiamo immaginare il suo pensiero riguardo tematiche attuali come questa ma il fatto di fargli indossare un giubbotto anti-proiettile è stata una scelta casuale, dettata da logiche narrative (l'incolumità di Dylan) o volevi comunicarci qualcos'altro? Grazie ;)


Ciao, Mandarino, e grazie per le domande. Secondo il MIO modo di intendere Dylan (e che deve essere presente nelle MIE storie, ci mancherebbe altro), lui non è semplicemente una persona che si riempie di buone intenzioni per sbandierarle al prossimo (compresi i lettori). Dylan agisce, semplicemente, mosso da convinzioni profonde. Quando un personaggio "ci è" e non "ci fa" (mi riferisco anche alle persone che conosco e mi circondano nella vita reale), mi affascina di gran lunga di più seppure, a volte, le idee di qualcuno non coincidano con le mie. Trovo insomma che il coraggio di vivere secondo le proprie convinzioni, rischiando molto o tutto, meriti un plauso sempre. Ma viviamo in un mondo crudo che ci richiede anche, talora, di armarci e combattere per le nostre idee. Dylan indossa il giubbotto antiproiettile per il semplice motivo di salvarsi la pelle, sapendo che deve attraversare ore drammatiche in cui i proiettili volano in sciami. Quindi solo necessità logica, non narrativa (il giubbotto non gli salva la vita, e se non l'avesse indossato non avrebbe fatto alcuna differenza). Ma la scelta "logica" di Dylan porta anche a una serie di reazioni "logiche" dei riots: vedono un tizio che sfreccia con un'auto della polizia, che è armato e che porta le insegne del MET. Quindi, reazione consona alla provocazione (nella logica della situazione). In più, Dylan ha l'ardire di recarsi nella Tana del Lupo, vale a dire il centro di comando (sede dei ritrovi ma anche luogo di sepoltura dello spettro ispiratore della rivolta), rappresentando per i riots un pericolo ancora maggiore. Per questo, lo spirito di Keed passa al contrattacco: richiamare non solo i fantasmi "attuali", ma (vista la mala parata che evidenzia il limite di questi, corporei e quindi eliminabili) anche quelli del passato (suggerendo un "unicum" di status della condizione dei lavoratori di ogni epoca, concetto ripreso in finale da Bloch). Mi sono però chiesto (a lungo) se il Dylan Dog di Sclavi avrebbe optato per il giubbotto antiproiettile. Alla fine mi sono convinto: era stato un poliziotto, in passato, restando sempre fedele a se stesso. Non si era mai dichiaratamente espresso contro l'Autorità Costituita, perchè non è un personaggio "contro" al di là di ogni logica o discernimento. Dylan è un personaggio di dialogo, non di guerra. Anche dei mostri cui dà la caccia cerca sempre una spiegazione, un perchè, senza limitarsi ad essere un mero strumento di distruzione. Per me, Dylan è uno che sa, da sempre, che il senso della vita risiede nella curiosità e nell'intrinseco valore di un dubbio.

Grazie Gigi per la bella risposta ;)

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MessaggioInviato: dom nov 30, 2014 6:28 pm 
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Dear Boy ha scritto:
Nel Ritorno del Mostro non fa in tempo a tornare sui suoi passi per chiamare aiuto, spinto dall'istinto di sopravvivenza, che viene trascinato suo malgrado nella tana del mostro.


E' anche vero però che in quella storia non si fa problemi ad impugnare una spada per affrontare il mostro laddove non ce n'era proprio la necessità.

Dylan non è mai stato un eroe, però non si può dire che non osi. A riprova il tipico clichè del "ho la claustrofobia ma ci vado lo stesso", visto e rivisto decine di volte.
Certo forse Dylan è troppo "Bruce Willis" per i suoi standard in questo 339, a mio avviso però ci sta. Ci sta perchè un atteggiamento più spavaldo apre più opportunità agli sceneggiatori e offre più divertimento ai lettori, perlomeno a quelli che non hanno così a cuore l'intoccabilità della personalità di Dylan.

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"Il vero nemico non è la discussione artistica. Il vero nemico è l'indifferenza." Già...ma in fondo, chissenefrega!


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Gigi Simeoni ha scritto:
dogamy ha scritto:
Sai dipende da uno come le coglie.
Diciamo che personalmente, sarebbe stato molto meglio chiudere quando Sclavi aveva mollato gli ormeggi.


... e mollare Topolino quando Disney decise di affidarlo al suo staff? O lasciare nell'oblio James Bond quando Jan Fleming morì? O ancora, evitare di riprendere Sherlok Holmes dopo la dipartita di Sir Arthur Conan Doyle? E che dire di Tarzan, Star Wars e di tutti i personaggi/saghe avviati da un autore negli anni passati?.



Guarda, io leggo con piacere le difese accorate, che giungono dal cuore...
Ma a parte il discorso di Topolino, ( che resta un caso a se nel panorama fumettistico mondiale...) gli altri due esempi proprio non hanno niente a che fare con Dylan Dog.
Bond e Holmes era meglio se li lasciavano com'erano, visto ciò che ne è uscito in seguito.
Io sposo la linea di Valentina, cresciuta e morta con il suo ideatore. E' una mia paranoia, ma non ci posso fare proprio nulla.

Il passaggio di consegne sarà stato pure un distacco padre/figlio come dici tu, non ho elementi per stabilire il contrario, ma si deve giudicare quello che ha prodotto. Per me poca roba, a livello qualitativo, più che altro scimmiottando ( a volte bene, a volte malissimo..) l'originale.
Attenzione: non mi riferisco alla tua storia, non avendola letta.
Parlo in generale.
Fra l'osare e fare cose alla Bruce Willis, mi pare esista una sostanziale differenza di fondo.
Ma chi è nuovo ha anche il beneficio del dubbio, ci mancherebbe.

Per tratteggiare i due nuovi comprimari, mi permetto di suggerire delle uscite esterne a DyD, magari qlc di speciale o ne Le Storie, come fa la Marvel quando scava nei caratteri dei vari personaggi adiacenti alle serie principali.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 339 - Anarchia nel Regno Unito
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dogamy ha scritto:
non avendola letta.



E compratelo sto albo!! :lol:

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