Cravenroad7

a me questa storia è piaciuta, un bel 7,5 se lo merita, belli anche i disegni anche se non amo casertano

OT


Mah...le storie si leggono e basta.
Non occorre a mio modo di vedere, essere critici d'arte per sapere se un quadro ti piace o meno, tanto meno aver letto ogni fumetto uscito negli ultimi 100 anni per muovere delle critiche ad un autore e/o disegnatore.
Se siamo pressapochisti sta a voi erudirci delle cose.
Fine OT.

Mah...nonostante il mio giudizio indiscutibilmente negativo sono contento che la storia piaccia così tanto e, più in generale, vedere Dylan tornare in salute; sono pure felice di vedere e leggere i post di Simeoni, sempre disponibile e sereno

Tutto questo per arrivare a una domanda (che non è voglia di scatenare risse ma semplice curiosità): davvero secondo molti lettori questo albo è un ritorno al sociale, a Dylan calato nei problemi di oggi ecc ecc??? No perchè allora pure Marracash è impegnato nel sociale, alla faccia di Guccini/De Andrè ecc...insomma, mi è sembrato uno scenario molto generico/retorico, nulla a che vedere con i VERI albi impegnati del nostro...davvero non capisco e , considerato che ho trovato fastidiosissima pure la sequenza ho concluso che forse sono proprio io a non essere più in linea col fumetto (e questa cosa davvero mi dispiace tantissimo). Non so, prima mi sentivo "deluso", ora non so, forse semplicemente non fa più per me..boh
Scusate il micro sfogo

Bello e appagante "Anarchia nel Regno Unito".
Facciamo la conoscenza dell'ispettore Carpenter,una sorta di John Luther che sono abbastanza certo regalera' soddisfazioni.Su Rania sospendo il giudizio.
Mi e' piaciuto il ritmo,molto serrato e ben gestito anche nei momenti piu' concitati in cui torna alla mente l'atmosfera classica da film di Carpenter("Distretto 13"),non l'ispettore.Una storia piu' "action" che classica per quanto riguarda temi e filosofia Dylandoghiana.Non a caso la parte soprannaturale,horror e cosi' via e' lasciata un po' sullo sfondo a mio parere.Quasi una piccola forzatura perche' si DEVE fare ma che non rappresenta la componente fondamentale della storia,per quanto catalizzatore di eventi.
Anche qui temi di stretta attualita',una piu' o meno velata critica al mondo dei media...a proposito,molto gradita la citazione del personaggio di Peter Finch in "Quinto Potere".Mi sembra di capire che si virera' spesso in questa direzione nel nuovo corso.
Mi sembra naturale quando leggo Dylan,tenere presente il concetto di sospensione dell'incredulita' e non fissarmi su qualche leggerezza,piu' o meno,per storcere il naso come alla ricerca del pretesto.Perche' sicuramente "Anarchia nel Regno Unito" non e' perfetto da questo punto di vista,ma quanto i difetti possono andare a compromettere il piacere di una lettura...che personalmente ho apprezzato,tra l'altro?
Non sara' ai livelli del capolavoro dei raminghi,ma stiamo nel campo del calvario gualdoniano e della storia spaziale per quanto mi riguarda.

In sostanza,quello che sto davvero apprezzando con la gestione Recchioni...e' la chiara sensazione di un'idea di fondo nella "produzione".Io almeno percepisco una certa cura,un portare avanti un percorso ben delineato e pensato.E non come succedeva in precedenza,lasciarsi trascinare in una sorta di "ndo' cojo,cojo" che ha portato a una gestione ondivaga che non ha mai avuto una sua continuita' vera e propria,passando con disinvoltura da albi buoni,ottimi ad altri pessimi.E non parlo di continuity,o di trama orizzontale che dir si voglia.Ma di una coerenza strutturale,di una narrazione consolidata e di un certo tipo.

Andate avanti cosi',la strada e' giusta.Non abbiate paura di osare.

Giusto. E complimenti già che ci sono, ma perché non fai giocare Cerci?

Mi accodo obbligatoriamente anch'io: Benvenuto Simeoni!
Sappi però che dopo aver letto i tuoi due romanzi, le mie aspettative sono piuttosto alte

Premessa: Anarchia nel Regno unito m'è sembrata una buona storia, sorretta da una scrittura vigorosa e da un buon ritmo. Ci sono delle forzature, ma ci si passa volentieri sopra: segno che la sceneggiatura funziona. Ottimi anche i disegni di Casertano, va da sé.

Però il pensionamento di Bloch e l'arrivo di Carpenter fanno sorgere un problema, o meglio, una questione potenzialmente problematica: intendo dire che spostano definitivamente gli equilibri interni alla serie, quelli attorno ai quali il mondo di Dylan è ruotato per quasi trent'anni.

Finora, nell'universo dylaniano, a Scotland Yard c'era Bloch: anzi, Scotland Yard era Bloch. E cioè un personaggio splendido, amaro ma anche ironico, umanissimo per quanto improbabile. Con lui, era tutta Scotland Yard a essere improbabile: non era un vero distretto di polizia, ma una sorta di prolunga della personalità dell'ispettore – vedi anche lo stralunato Jenkins. Ora, con l'arrivo di Carpenter, Scotland Yard è diventata Scotland Yard: ovvero un distretto di polizia a tutti gli effetti, in cui un "indagatore dell'incubo" non può che essere visto di cattivo occhio, con due personaggi – Carpenter e Rania – che paiono provenire da uno dei tanti bei serial statunitensi che si vedono in tv (e che a me piacciono, ma la questione è un'altra). Insomma, ora l'universo di Dylan vira al realismo: non che prima la realtà fosse estranea alla serie – tutt'altro, visto che a Sclavi serviva spesso da spunto per le sue storie –, ma era una realtà trasposta in quest'universo fittizio mosso da regole proprie. Qui Dylan si trova a fare i conti con (e in un certo senso, a pagare per) trent'anni di poetica sospensione dell'incredulità: viene riportato alla normale quotidianità in cui un privato cittadino non può permettersi di esercitare una professione dubbia e ambigua senza essere visto con sospetto dai tutori dell'ordine, e certo non si può servire di un tesserino della polizia scaduto da lungo tempo – è un reato!

Che conseguenze avrà tutto ciò sulla serie dell'Indagatore dell'incubo? Naturalmente, non lo so: ma ammetto che un po' di preoccupazione c'è. Dylan è diventato, innegabilmente e forse inevitabilmente, qualcosa di diverso da quel che è stato fino a oggi. Il problema è che io, a questo vecchio Dylan e al trasognato universo narrativo in cui si muoveva, c'ero molto affezionato.

Quer pasticciaccio brutto nel Regno Unito.
Ma tanto la sospensione dell'incredulità è la panacea di ogni male.

E così Bloch è stato mandato in pensione per insegnarci meglio il senso della vita.
Retorica sociale da bassa puntata di Quinta Colonna di rete4. "Schiavi a progetto" sic!
Spessore narrativo degno di un tweet di Fabio Volo.

Però il nuovo protagonista mi piace!
Risoluto come Steven Seagal, caparbio come MacGyver, competente come Van Helsing.
"Faccia il suo lavoro e lasci che io faccia il mio!" = Epic Fail

Notevole anche lo schieramento antisommossa con tanto di ispettore capo in prima persona per perquisire la casa di un piccolo "truffatore" (sarei curioso di sapere chi lo ha denunciato) mentre Londra è in balia dei disordini.
Fantastica la benzina in dotazione alla polizia londinese che esplode manco fosse nitroglicerina. DieHard a noi ce fà er solletico.

E quanta empatia nei confronti dell'affascinante sergente preoccupata sul come schedare rivoltosi mascherati. Magari dopo che li arresti, la maschera gliela togli e poi li schedi, ciccia?
Ma poi perché Carpenter ce l'ha tanto con il caro ciarlatano? Dice di dovere molto al vecchio ispettore e di rispettarlo, quindi non dovrebbe essere, almeno per la transitiva, più accomodante nei suoi riguardi? Dovrebbero addirittura conoscersi con queste premesse! Anzi, dovrebbe conoscerlo ogni singolo bobby in quell'edificio dopo tanti anni! Non sarebbe stato più logico pensare un personaggio completamente estraneo alla vecchia Scotland Yard?

Ho capito il senso del logo trasparente in copertina finalmente.
Prima scompare l'ombra, poi il nome, infine il personaggio.

A Casertano sono tanto affezionato, ma vista l'involuzione ormai fa parte della vecchia guardia pensionabile. Visti anche Cestaro e Celoni vari che avanzano...

Innanzitutto ciao a tutti, vi "lurko" da tempo, ma mi sono iscritto solo ora visto che il rinnovamento di Dyd riesce (finalmente) a smuovere in me riflessioni e considerazioni che, spero, possano arricchire la conversazione sui nuovi numeri.

Secondoditutto, ciao a Gigi Non sarò mai abbastanza grato al dio Internet per averci permesso un dialogo diretto con gli autori.

Per quanto riguarda l'albo, vorrei dire anche io la mia, focalizzandomi più sull'aspetto della scrittura, chè sui disegni non mi discosto di molto dal giudizio più o meno condiviso - molto buoni, eccezion fatta per il viso di Dylan, davvero ballerino.
Piccola premessa. Di Simeoni avevo letto solo Oxyd age, che mi era piaciuto molto

Ho trovato l'albo scritto molto bene, e ora vi spiego perchè.
Al di là del soggetto generale, che è indubbiamente un "classico" (rivolta popolare e polizia alle strette), quindi non credo abbia poi molto senso muovere una critica sulla falsariga del "è già visto e rivisto", sono diverse piccole attenzioni nella fase di sceneggiatura che me lo hanno fatto trovare particolarmente gradevole. Il solo fatto di leggerlo DAVVERO stando con gli occhi incollati alle tavole è sintomatico, per me, di questo punto.
Nello specifico, ho apprezzato, dicevo, diverse sottigliezze, che secondo me fan davvero la differenza, e distinguono uno sceneggiatore "svogliato" da uno accorto e meticoloso, come ha dimostrato essere Gigi, in grado di tratteggiare scene con apprezzato realismo.
Seguono possibili spoiler.

Mi viene in mente la scena in cui Dylan fugge da Scotland Yard, quando questo lega il nastro alla gamba del tavolo, che finisce per ribaltarsi, causandogli una caduta preventivata. E' un particolare che non ha effetto sulla storia (lo avrebbe avuto se, per esempio, Dylan si fosse poi slogato una caviglia a causa dell'imprevisto), ma secondo me davvero utile per far respirare un'aria di realismo generale.
Ma anche la scena più "Brucewillisiana" della storia per me funziona molto bene. Mi riferisco a come Dylan appicca l'incendio nel luogo dove è stato "sepolto" Keed. Notate come Dylan si renda conto delle pareti in metallo (in cui un proiettile può rimbalzare, generando piccole scintille in grado di generare la combustione della benzina) e, successivamente, impedisca a Rania di sparare, per poi decidere di risolvere la situazione critica che si era creata sfruttando proprio la fisica del posto. Colpo di pistola esploso verso la camera metallica, mentre Dylan e Rania si nascondono dal fuoco cadendo nella botola.
Ribadisco, se per alcuni questi possono essere dettagli secondari, per me, invece, fanno tutta la differenza nello scorrimento della storia, anche perchè mi riflettono un protagonista lucido e intuitivo, in grado di ragionare anche nei momenti difficili, che, in sostanza, me lo rende figo.

Quindi, in soldoni, complimenti Gigi

certo meglio quello che perde sempre la pistola e si fa salvare dai suoi clienti, prende sberle da tutti, inbrocca la soluzione perchè gliela dice un fantasma ecc

Queste sono cose che mi piacerebbe sapere dai prossimi albi. Mi piacerebbe anche sapere se le accuse su Dylan cadranno nel nulla oppure verranno approfondite in qualche modo.

Hai 336 numeri da mettere al macero....buona fortuna !

Philippe Marlowe sta a Bruce Wills, come Il grande Sonno sta a Die Hard...
Trovate l'intruso please.

( Prima della scomunica, mi riferisco, scherzosamente, ai commenti sopra postati [ Dear ti adoro ! ] e non all'albo...)

effettivamente questo "pasticciaccio brutto" dev'essere un albo pessimo
fortuna che il 339 non c'entra nulla con la patetica caricatura che ne fai

"se c'è qualcosa che è immorale è la banalità"

Si,l'hanno detto oggi al tg del pressapochismo...

nei primi 120 numeri dylan era un duro, certo aveva le vertigini, la claustrofobia, ma sapeva anche tirare fuori gli attributi