Cravenroad7

"Come si fa a non capire?". Boh, io non l'avevo capito.

Su una cosa sono d'accordo col buon CarloneNazionale...

"la seconda, tremenda proprio...teeribile...'nà fregnaccia è stata (0:45-1:13)"




Sula questione di fare i complimenti agli autori per averci colpito "tre volte", e che la seconda sia la migliore...beh, lì il discorso si fa un po' diverso; acqua&sale più che acqua&sapone direi:


SPOILER
^^^^^SPOILER
SPOILER

Come preannunciato, L'armonia del silenzio - bel titolo ossimorico, come il primo...bastassero quelli... - è un ben (in)degno sottoprodotto della produzione gualdoniana, con tutte le maculazioni sconfortanti del suo pedigree, speramose estinto.

Lento, sincopato, sciatto, e scontato peggio che ai saldi.
Dopo averlo letto provi più interesse per le pagine del televideo, a livello di contenuti narrativi e forme artistiche .

5 pagine 5 di mestieranza per aprire un container supponendo suspense - mandove aa Mignà, ddove - aggressioni tutte uguali e dozzinali, scambi telefonatissimi con Bloch (pur senza usare la cornetta), complottismi per risikate tra regazzetti, zombi all'arrembaggio alla stracazzo, Dylan pifferajo magico, e solito personaggio chelasallunga dall'inizio ma che impiega 80 pagine per vuotare il sacco - Anna, la clarinettista, irritante quasi quanto il vecchiaccio fantasma in Uno Sconosciuto sulla strada .

Una buona sintesi di quello che non vorrei più vedere nelle nuove storie, e che lo spirito "OLD" deve epurare per guadagnare in credibilità .
E gli scenari bellici da operetta della Transildavia meriterebbero una guida turistica come questa, per credibilità:




Un pajo di cose salvabili, ma è troppo poco per salvare il resto.
Il gioco delle coppie, che scoppiano e si riaccopano, con la schizofrenia della Dylangirl del mese, da scemotta a fatalista [o forse anch'io qui non ho capito...] e la reunion d'innamoramento tra un fantasma e uno zombie.
Non male anche l'idea del direttore d'orchestra, che nell'acme dell'esecuzione esaltata diviene burattinajo e compartecipe delle anime dei suoi orchestrali... anche oltre la morte .

Piccatto a livelli di fatiscenza da denuncia, aggravati dalla strafottenza sfacciata in molte scene d'action azzuffante, che sono l'anima di questa storia, tra l'altro .
Adesso deve ricorrere anche ad un pajo di assistenti-inchiostratori per non affaticarsi troppo e sembrare almeno presentabile, cosa riuscita qui solo per i fondali (v. docks, depositi post-industriali e garage)
Impastrocchia che è una (scarsa)bellezza, deforma i visi con l'accetta, e svariona di grangusto: basti vedere il cofano intatto dell'auto ferma a pag.152.i che miracolosamente si scatafascia in 153.iii per farsi un' idea...frontale .

Se tra Roi e lui si tratta di passare dalla padella alla brace, sinceramente preferisco finire dorato in una croccante rifrittura di stile vivacchiante, piuttosto che infilzato nell'occhio - e nondicodovaltro - da uno spiedo arrugginito che brucia cartaccia a vuoto .

*****

Sul discorso generale riguardo la testata sarei meno pessimista di altri, riprendendo gli accenni di tommaso &co.
Bisogna solo capire se gli autori deputati a scrivere (e disegnare) qui sopra sono considerati dalla base di seconda fascia, per linee programmatiche o per incapacità/non-volontà di scrivere il Dylan 2.0.
Sinceramente non credo in questo genere di discriminazioni o che il Maxi rimanga una discarica... e quando si affacceranno qui sopra i carichi da 90 i vantaggi in fatto di qualità saranno visibili per tutti.
Anzi... a me sembra paradossalmente, a livello potenziale, che questo Dylan Old-style sia molto più libero da condizionamenti e impalettature del suo collega 2.0, che dovrà seguire determinati percorsi studiati a tavolino per evolversi o darsi una pseudo-continuity random .

ALOHA ALLEGRO MA NON TROPPO

Dopo una pessima mattinata sono passato in edicola e mi sono premiato con l'acquisto del Maxi, anche se all'inizio pensavo di non prenderlo.
Ovviamente non mi piace il tono autoreferenziale dell'editoriale, ma molto bella la copertina e in generale la nuova impaginazione del Maxi.
Non sono ancora convinto a proposito dell'idea di mantenere una collana "old-style", però si è sempre in tempo a cambiare idea nei prossimi mesi/anni.

Letto, votato accettabile.
Nel complesso i disegni sono il punto debole del Maxi. Un Roi che non si degna nemmeno di fare gli occhi a Bloch in alcune tavole, nel complesso approssimativo anche se quando disegna mostri e zombie è insuperabile. Piccatto e collaboratori sono eccellenti nel disegnare ambienti e architettura ma poi sui volti sono al limite dell'imbarazzante, con facce sciolte, storte, sproporzionate e diverse in ogni tavola.
Salvo Torti che sebbene debba lavorare sulla costanza del volto di Dylan ha un buon tratto e lavora bene con il nero.

Un (di poco) accettabile positivo solo a metà
Nel complesso si è fatto leggere, ma solo la prima storia è buona (da 7), il resto è dimenticabile/insufficiente.
Bella la copertina e come dicevo nell'altro post bella anche l'impaginazione.
Dopo la lettura rimango dubbioso sulla scelta di usare questo Maxi come calderone di storie "vecchio corso". Vedere Bloch in Scotland Yard in realtà mi deprime un po', questo "nuovo-vecchio" Maxi mi pare più un "abbiano paura di osare" che "celebriamo il vecchio Dylan 1.0".

POSSIBILI SPOILER

Il futuro alle spalle: La migliore del Maxi. Mi stupisco delle critiche alle citazioni e strizzate d'occhio al lettore dato che gli ultimi 337 e 338 ne contenevano una pletora ma chissà perchè li andava bene e qui no. Polemica a parte è una buona storia, con una bella conclusione che da senso agli eventi. Mi ì piaciuto il ruolo "magico" della polena. Si, è vero, contiene delle sbavature (entrata finale della polizia) e delle forzature (l'entrata in scena di Trelkowsky e Wells) ed è effettivamente uguale al numero 1, ma perlomeno è voluto ed esplicito, non parlerei di plagio come qualcuno ha detto.
In sostanza è un "mondo parallelo possibile" come spiegato alla fine. Ci sta, niente di eccezionale ma buona storia e sopratutto dialoghi freschi e informali. Voto 7.

L'armonia del silenzio: E' una storia che si fa leggere e spassosa quasi fino alla fine. Tuttavia è quel tipo di storia insipida di cui ci si dimentica in pochi giorni. Bello il personaggio del direttore d'orchestra anche se andava approfondito.
Però vi scongiuro, basta, BASTA con questi finali anni '80 che fan cadere solo le braccia: "un ultimo desiderio, suonare il clarinetto"..."ma si perchè no"....Ma si perchè no?!?!? Ma dai mi state prendendo per il culo?
Basta, vi scongiuro, non ho tirato il Maxi contro il muro solo perchè lo avrei rovinato...il muro!
Voto 6.5

La festa dei mostri: Al limite del leggibile. Una festa del non-sense più che altro. Gente che uccide a caso e alla fine diventa inutile ai fini della trama, richiami a speciali che si potevano evitare, spalla femminile di "Dyl" fastidiosa e inutile, finale frettoloso con un Bloch che si disinteressa di quel che gli accade intorno, ma in ultima, ciliegina sulla torta: la casalinga omicida...Ma perchè?!?! A parte il perchè, ma come?!?!?! Il marito che sembra morto, seduto sulla sedia con un coltello nel petto, che improvvisamente si risveglia attacca la moglie che non si sa bene come lo riuccide (?) e lo riposiziona sulla sedia.
Mah, un pasticcio totale, anzi un pasticcio non-sense anni '80. Ma forse le intenzioni sono proprio queste. Voto 4

Ma che avranno poi di male gli anni '80?

Non hanno niente di male in sè gli anni '80. Ma Dylan a mio modo di vedere è un personaggio che vive nella contemporaneità e mi sembra tra l'altro che i cambi redazionali in vista vadano proprio nella direzione di rinfrescare la testata con un tocco di modernità.
Credo solo che queste battute finali da film action trash anni '80 siano incoerenti con l'idea di offrire un'immagine nuova del fumetto. Andava bene come finale del numero 1 nel 1986, ma sono passati 30 anni, il cambiamento deve notarsi anche in queste piccolezze a mio parere.
Tutto qui.

Forse sono appunto scettico sul mantenere il Maxi una edizione "old boy" perchè sono anni che mi aspettavo uno "svecchiamento" e queste storie con finali old skool proprio non mi vanno giù.

Forse ti sei perso la parte in cui si diceva che l'Old Boy avrebbe contenuto storie più vicine a com'era Dylan nei suoi primi anni di pubblicazione. Il sapore della testata dovrebbe essere un po' retrò.

Non ho letto che il Maxi sarebbe stato un raccoglitore di storie vicine a quelle dei primi anni. Magari mi sono perso io questa comunicazione.

Nell'editoriale Recchioni scrive solo che nel Maxi troveremo il Dylan "classico" che è cosa ben diversa dal dire che troveremo un Dylan anni '80 o retrò.

Ben diversa? Il Dylan classico è quello anni '80-'90, mi sembra abbastanza logico che si cerchi di ricreare quell'atmosfera.

Non l'ho intesa così dall'editoriale il quale sembra dire che nel Maxi ci sarà semplicemente il Dylan pre-338.

"Il futuro alle spalle".
Divertito e a tratti divertente rilettura del numero 1,a suo modo.Piacevole,anche se preso per quello che e'.Molti riferimenti al nuovo corso come avete gia' fatto notare,e storia che bene o male mi ha portato avanti fino quasi alla fine.Dove un po' con la fabbrichetta e tutto il resto,l'entrata della polizia e le tante ingenuita' sparse...ha inciso in negativo sulla mia valutazione,smorzando un po' la suggestione dei riferimenti,dei richiami e dei vari mondi possibili.Una strizzata d'occhio lunga 90 e passa pagine.

Ben poco convinto da "L'armonia del silenzio",una storia poco interessante e che mi ha dato la sensazione di trascinarsi in maniera anche frettolosa a tratti...pur di arrivare al sospiro di sollievo dettato dalla parola magica..."fine".
Nessuna intuizione degna di nota,nessuno spunto narrativo su cui riflettere che vada oltre il banale e semplicistico.Il tripudio di zombi da musicarello non riesce nemmeno a strappare un sorriso convinto,a dire il vero.Mi e' piaciuta la ragazza del mese,ma non e' qualcosa che sposta gli equilibri dei valori in campo.Un Dylan assolutamente minore.

Anche se Halloween è passato da un pezzo, mi salta in zucca il dolce scherzetto di parlarvi dell'ultima storia, mentre affilo i coltelli per Micheal Myers .


SPOILER *** SPOILER *** SPOILER


La Festa dei Mostri, non è una Festa per i sensi ma sembra di-Mostri alcuni punti a suo favore. Insomma, non è così male come alcuni l'hanno dipinta .
Soprattutto vanta un ritmo coinvolgente come ho raramente letto nell'ultimo anno.
Scorre benone - inseguimento finale escluso, troppo prolisso -, cerca simpatia senza ruffianeria, e crea molto disordine senza volergli dare un senso forzato...per quanto lo stesso autore abbia fatto di meglio su registri simili in Gita fuori porta.
Anche la spalla femminile di Dylan, mediamente insulsa, è comunque molto utile per i rejoinder semicomici di alcuni scambi, ad alto tasso di auto-ironia oldylaniesca (p.274).

L'idea del giorno di festa in cui aleggia una libertà dai vincoli, una licenza nel mascherarsi e nel lasciare i mostri/anime a piede libero, non è male...anche se sinceramente c'è troppa gente in costume per le vie di Londra, manco fosse Mardi Gras a New Orleans o un raduno di cosplayers a Shibuya .

Divertente anche la rilettura di Ghor in chiave adolescenziale: stavolta più che ad un party carnevalesco il nostro sgorbio va in disco a scatenarsi con le squinzie. E sembra che cucchi pure ! (p.243)
Simpatici i tre allegri marmocchi(morti) come raramente si vede su Dylan - specialmente la streghetta - e anche i dolcini di Grou strappano un sorriso da infanti .
Molto bella la battuta di Bloch sugli ajuti dall'inferno, non disdegnati (p.264).

Anche qui i riferimenti meta-fumettistici al modus di scrivere Dylan (Old Vs New?) abbondano, con una leggerezza che non guasta, come la riflessione amletica di Groucho sul suo esserci o non esserci (p.268)
I 3 assassini nottambuli e di poche parole mi hanno ricordato I killer venuti dal bujo,
e come in quel caso non mi è pesato che le loro azioni non avessero una causa/fine.
Puri scannamaschere per spasso a spasso tra le vie di Londra, senza un senso. senza una scusa per farsi "mostri". E questo fa più paura, forse .


Passiamo alle note dolenti che non sono poche...


Troppo spinte e messinbocca le solite citazioni autostrombazzate da Dylan su Twilight e Psycho, in senso tormentonico da commonplace para-generazionale: ma questo sembra un marchio della gestione recchioniana ormai...

Insopportabile la bacchettonaggine di Dylan che ripete (pp. 203, 205, 207) di odiare Halloween, cosa stranota a tutti - maquannomai - e solo perché in quest'occasione "tutti scherzano con qualcosa che io ho dovuto affrontare sul serio".
Tremenda anche l'uscita da casalinga vogherese rassegnata di Dylan che dice "Lincantropi...vampiri...non è gente".
Gentaglia, infatti. Come quelli che sputano nel piatto dove si mangia...

Non ho capito la necessità della rissa pugni&coltelli tra moglie e marito, abbastanza fuori luogo
e troppo tragicosa per il resto della storia. Meglio le padellate .
Come non ho capito a che categoria di mostri appartenga il gatt-orco, nella faida tra creature di favole nere. Forse era solo un pazzo dissociato o un perditempo transfuga da Dragonero.

Abbastanza ridicolo il richiamo al lato oscuro di Dylan (p.260).
Stai a vedere che dopo la morte di Xabaras si faccia adottare da Darth Vader? I fiji so' pizze(alla crisantema?)&ccore, si sa .

Infine le cosa peggiore di tutte che affossa di un 30% la storia: l'inutile ritorno a scarsa-richiesta per questa stramba notte dei personaggi di un'altra (Lunga) notte già malriuscita, di barbatiana memoria. Non servono a nulla, ammiccanno sgradevolmente come vecchi compagnoni di nonsicapiscecosa, e rimettono in circolo le solite zuffe tra bande che tamarrizzano nel patetico la contesa per le anime dei bimbetti.
Vabbene che anche per loro è una nottata particolare, ma la prossima volta meglio organizzare a Febo&co un bel rave a telecamere spente in quel di Salem così si tolgono dalle scatole .
Le uniche bande che abbia azzeccato Mignacco sono quelle del Sogno della Tigre. Altri tempi, altri teppisti.

Torti piacevole ma discontinuo (vedi p. 250 al risparmio spudorato).
Promette bene ma credo siano più nelle sue corde fumetti come Lukas. Soffre Dylan, ma sulle esterne londinesi si difende benissimo, auto comprese. Sembra abbia dato il meglio sui tre assassini e si sia divertito molto con le maschere in costume. Vorrei rivederlo su una storia più cupa.
Eggrazie per il cameo di Zelda

ALOHA SMILING PUMPKINS

"La festa dei mostri"
A suo modo una lettura piacevole,abbastanza divertente.Una grandguingolesca fiera di richiami sia ad Halloween che al nuovo corso di Dylan(mobbasta pero' eh!).Per atmosfera,per l'utilizzo di Dylan e per una storia molto carina,a patto di resistere in maniera gagliarda e tosta a non poche ingenuita' e qualche situazione di difficile collocazione all'interno delle pagine...direi che si puo' promuovere,senza avere particolari aspettative.

In definitiva,un maxi sostanzialmente di discreto livello...due storie che ho apprezzato,la prima e la terza.E una decisamente no,la seconda.
Prego,potete continuare.

Non ci siamo. Proprio no.

Le intenzioni programmatiche erano ottime, la copertina anche, questo maxi no. E' un maxi normale, non è cambiato nulla. E dirò di più: nonostante rabbrividisca al pensiero che con ogni probabilità sarebbe comparsa sulla serie regolare, meglio la gualdonata nel mezzo delle altre due. Stavolta non è la bassa qualità delle storie di Mignacco (comunque generalmente in rialzo rispetto ad altre prove non troppo lontane nel tempo) a farmi innervosire, è il fatto che Recchioni non sembra essersi minimamente imposto per ottenere il Dylan giusto. Perché la terza storia (non so proprio cosa ci trovi Regal di tanto buono) è proprio quello che speravo di non rivedere su DYD. Non solo per l'inserimento degli inutili personaggi della Barbato, ma perché percorre il medesimo trend a cui siamo stati abituati dal Dylan Dog degli ultimi anni. La prima storia, che in termini di atmosfera sarebbe l'unica giusta per il Dylan Dog denavorta è però accompagnata dalla sceneggiatura più scadente delle tre. Speravo si sviluppasse in modo molto più originale, invece almeno dalla metà annoia a morte.

Provo ad elaborare una piccola teoria: se non ti chiami Tiziano Sclavi e la tua storia non assomiglia ad un numero di Chiaverotti, allora con molta probabilità non hai scritto una storia di Dylan Dog.

Il problema rimane sempre quello: dov'è Dylan Dog? Quello vero, dico, dov'è?