rimatt ha scritto:
Io preferisco ancora Piccatto [...] Roi, invece, mi sembra l'ombra dell'ombra dell'ombra [continuare a piacere] di se stesso: un autore disinteressato a ciò che disegna e concentrato unicamente sul macinare tavole. Peccato che in redazione glielo lascino fare (e magari glielo chiedano pure, in certi casi – vedi il Texone).
Come già detto un post fa continuo a preferire - di poco, e senza clamori - l'ombra, ancora griffata... al caos calmamente arrogante.
Anche come stile.
Del Texone non so nulla, ma quel recente volumone su Nathan Never dimostra come qualcosa da dire, con la sua china, ce l'abbia ancora.
Purché non si prenda come riferimento il periodo d'oro, altrimenti il confronto è empi(etos)o
[...]
Uomo in Bombetta ha scritto:
Ci sono storie che non necessitano di una trama, Il futuro alle spalle è una di queste.
Le intenzioni rimangono le stesse: cercare di snocciolare un mondo auto lesionandosi enfatizzando difetti e facendo delle citazioni fin troppo facili (nel caso di Mignacco) ma, ma visto lo scopo, necessarie.
Di differente c'è lo scopo: Recchioni parte dal passato per arrivare ad un futuro incerto; Mignacco parte anch'esso dal passato, passa per un presente instabile per poi ritornare in lidi conosciuti e "confortevoli" (la ragion d'essere del Maxi). Su questo ti posso dare ragione.
Ragione o meno... penso non sia molto ragionevole opporre "intenzioni" a "scopo".
A me sembrano quasi sinonimi, se parliamo (del)l'italico idioma
Forse volevi dire "strumenti/
mood" più che intenzioni.... ed allora non ti darò ragione ma approverò il senso
E comunque non mi sembra che nessuno
enfatizzi i "difetti" della testata, pre o post fase 2, come tali.
Il #337 lì addita in maniera criptica e sofisticata, mentre Mignacco ne fa (con orgoglio) un marchio di fabbrica da cui ripartire a ritroso .
ALOHA PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO
...DELLE RASOJATE