Non per andare di infettivamente controccorrente, in cerca della mia salmon(ell)essa preferita per l’accoppamento d’opinione, ma vorrei spezzarvi in testa una lancia – nel senso d’imbarcazione, polena compresa –
a favore della prima storia, che a mio parere sembra la miglior mignaccata dai tempi del
Delitto perfetto...
… e non solo perché il ritmo è davvero buono e l’ironia la fa da
padrona, col bondage di un Groucho in calza smagliante, a parte qualche ovvietà contro politici e tv.
SPOILER ≈ SPOILER ≈ SPOILER ≈ SPOILER ≈Maccome, dopo tutte le proteste contro il citazionismo e le clonazioni omaggianti, passo qui a sponsorizzare l’opera insistitamene meta-testuale del solito Don Luigi vecchiasquola ???
Guardiamolo solo come un
megaspot divertito per introdurre la nuova-vecchia testata e forse rivaluteremo lo spirito giocoso di un semplice remake(up?) che tanto gigioneggia con gli albori dei morti viventi per mantenere attiva la vetustaggine di un Boy sempre più Old, passata la recente crisi [p.27]
Tutto questo in modo anche troppo spiattellato, come chiave di lettura… ok, d’accord,
ça va sans dire, … ma solo perché non si poteva fare di nuovo un discorso hype(r)-criptico come nello
Spazio Profondo, dove ¾ dei riferimenti (consapevoli?) meta-fumettosi sono stati colti solo dopo l’illuminazione del passaparola esegetico online… autore compreso, forse…
Qui la chiave di lettura è talmente esplicita e sbarazzina che l’effetto nostalgia deve servire soltanto a ricredersi sulle possibilità genuina di Dylan di vivere vecchi&nuovi incubi, e del suo microcosmo purulento di non esser cancellato dal colpo di spugna detergente della Fase2
tré cool .
Insomma se l’autore non si è spremuto, perché dovremmo spremerci noi, in questo ping pong di preparazione al nuovo – in quanto conservativo – corso dei Maxi?
Alla fine ci sono tutti gli ingredienti per dare un’identità (densa) a questa testata che nasce già vecchia, per sopravvivere ad un decorso studiato altrove, e che peterpanicamente non vuole crescere, incassi a parte...
ma se ci scappa qualche consenso, perché no? .
Difatti:
Si brinda all’alba morta (pub) [p.5]
Bloch prende atto che non finirà mai di lavorare o pregusta di diventare uno zombi-pensionato alla Bilotta [p.13]
La Trelko occhieggia maligna contro i lettori che la vorrebbero vedere morta [p.19]
Dylan viene rampognato del suo vivere ogni cambiamento come un trauma luttuoso… e se ne compiace, autoironicamente, alla faccia delle sterzate del Rrobe, e del suo nuovo che avanza rispetto al vecchio non ancora da cloaca [p.21 e 91]
Dimostra come da lui paventato che i cellulari siano davvero dei congegni demoniaci, e che il minutaggio del suo bonus-parole/vignette non stia per finire [pp.23-26]
Ed infine si remakilla per una 60ina di pagine svelte tutto il primo episodio, dimostrando che il già visto si possa rivisitare senza profanare – le tombe? - con qualche allegra variazione sul tema, ed un’amichevole rimpatriata popcornica [p.43] davanti allo schermo zombesco delle seconde visioni in fase di restauro.
Una replica ancora
undead, quindi, per un futuro che è già alle spalle perché non accadde domani…
..ed anche per rendersi conto che, a tutti gli effetti, Dylan d’ora in poi dovrà far tesoro del suo bagaglio di ricordi fondativi [pp. 84-85], e che vivrà quelle due o tre vite parallele in diversa sede [p.62],
sovrapponendo più prospettive su se stesso, anche senza la polena simbolica regalatagli da Groucho via Hamlin –
forse l’unica cosa di cui avrei fatto a meno come escamotage narrativo, anche perché ho sperato seriamente che ci fosse una bomba al suo interno, come nel famoso clarinetto del #1 .Per il resto un po’ di banalizzazione non poteva mancare nelle corde mignacchesche, che strimpellano il solito megalomane in vena di esperimenti siringati, anche se qui è giustificato dal creare un fantoccio di Xabaras in salsa Stepford.
In questo caso più che l’alchemia poté la nanotecnologia virale, ed i nuovi zombi non sono degli scervellati ribelli magnacarnazza, ma solo delle efficienti macchine vuote ideate per riempirci di altre macchine all’ultimo grido, in una mansueta catena di montaggio di silenziosi bio-automi liberi dal ronzante peso dell’intelletto
Goodbye Old Boy quindi
[p.83]
Mannò, tranquiri bellidenonna… come ogni cattivaccio che si rispetti arrivano i Nostri prodi(ghi, di pallottole) a sistemarlo arminpugno & maninalto, con un ridicolo Bloch in tuta da Ebola rigonfia per la panza, che si riallaccia al filo della trama tramite un braccialetto (ricordo…)
Bene: adesso però nuncerompete, tutti a casa, a nanna… ed incubi d’oro, in quel di Craven Road 7, dove tutto cambia e resta sempre uguale [pp. 92 e 97]
E speriamo che il galeone non affondi…
*****Giusto qualche cenno a
Roi: alla fine si è rivelato meno peggio di quello che pensavo, e rispetto al cubista
Piccatto mantiene una decenza più d’ufficio e meno scontrosa contro il lettore.
Qualche guizzo qua e là però non basta per nascondere la sua evidente stanchezza/svogliatezza.
Il vero Old Boy irrecuperabile sembra lui a più riprese, e la fretta non è buona consigliera di validi alibi
.
Bene solo la seduta spiritica con le vecchiacce, la colluttazione/inseguimento di Sheila col marito, la mega tavole aggrega-comprimari, qualche non-morto, la Morte con Dalì e poco altro. Per il resto un’approssimazione tira l’altra e tutto tirato via che è un dispiacere
.
Sconfortante pensare come snaturi Wells, trasformi Xabaras in un Masini incacchiato, s’inventi una Lillie mai vista, cambi fisionomia a Sheila nel giro di 20pp, ringiovanisca di trent’anni Jenkins, non sforni neanche un (cyber)tubo nella fabbrica pollajo, zoppichi sulle bici, e dimentichi i paesaggi di cui parlano i personaggi stessi, compresi quelli illusori nei monitor.
Forse anche lui dovrebbe dare le spalle al futuro se pensa di partecipare al prossimo Dylan così, rovinando anche l’immagine del suo stesso passato, come autore
.
*****Tutto quest’ennesimo sproloquio solo per dire infine che non mi prendo nessuna responsabilità se poi la storia non vi piace, che le altre due promettono ben poco – anche perché a me robe come
La Lunga notte stanno tristemente sui balls
- e che per i rimborsi in caso di delusione vi sconsiglio di legarvi davanti ai cancelli di via Buonarroti con gli striscioni della Federconsumatori.
Ma se la curiosità prevale,
pace la saggia desistenza di
Cyber, una semplice scarrozzata sul sidecar della vecchia gloria in futuro rispolvero non dovreste negarvela.
UN BUON VECCHIO ALOHA A TUTTI I MA(r)XISTI