Ed eccoci finalmente a valutare il primo albo della nuova fase. Ora non c'è più la scusa dell'albo di transizione quindi è il momento di trarre il dado.
Ho votato insufficiente, ma non tenendo conto dei disegni, che ho trovato molto buoni.
Concordo abbastanza con quanto detto da skeletor e Ares. A differenza del numero precedente, questa è una storia di Dylan Dog, ma di un DyD caricaturale, un epigono un po' sovraccarico di sé stesso.
La Morte, a mio parere, dovrebbe essere un personaggio simbolico, appena suggerito, da centellinare e da far intervenire sempre in momenti di massima intensità e con lirismo. Non qualcosa di cui abusare, insomma, e da banalizzare e volgarizzare come è stato fatto in questo albo,
Non c'è bisogno che spieghi come alcuni elementi, in una narrativa horror, non possano essere troppo usati e troppo manifesti, altrimenti perdono la loro carica evocativa e diventano macchiette. Lo stesso dicasi per questo albo della nozione del morto vivente in generale che diventa semplicemente uno scherzo, trattata in questo modo.
Per contro, le macchiette che ci volevano, quelle che rendevano peculiare e specifico DyD non ci sono più:
Vorrei tornare a usare i criteri suggeriti nell'editoriale di "Una nuova vita" perché mi sembrano buoni indicatori per DyD e anche perché corrispondono un po' a quelle che sarebbero le mie aspettative.
"tornare a leggere quel fumetto inquietante, imprevedibile, pieno di orrore, ironia, romanticismo"
inquietante: facendo diventare la Morte e il morto vivente delle macchiette, l'albo fa tutto tranne che inquietare (anni luce da albi veramente inquietanti del passato di DyD, potrei fare esempi ma tralascio)
imprevedibile: in realtà si capiva tutto un po' già dall'inizio, comunque se qualcosa dovesse esservi sfuggito, arrivano le 15 pagine di Spiegone. Scontato direi.
orrore: ce n'è un poco nella forma di qualche ammazzamento (uso questo termine per rimanere sul neutrale) ma livelli da giallo, da Nick Raider, non da horror.
ironia: se il trattamento fatto della Morte voleva essere "ironico", ha cannato miseramente secondo me. L'ironia è altro. E nell'albo è assente o quasi. Non pervenuto.
romanticismo: sì, è vero,
quindi tutto il romanticismo dell'albo lo si può cercare solo in quella pagina, ma cercandolo non lo si trova, in effetti; si trova solo un cliché ricopiato da altrove.
Peraltro il contesto modernizzato e intorno a temi di criminalità organizzata/problemi sociali contemporanei a mio parere ammazza ulteriormente l'atmosfera invece di migliorarla, però non è detto, dipende da come la si gestisce, vedremo.
Insomma, dal mio punto di vista, non ci siamo. Come mi ero ripromesso continuerò l'anno di acquisti per valutare, una toppata ci può sempre essere in una buona serie e così ardua come DyD peraltro. Ma la copertina e il titolo del prossimo albo NON mi fanno ben sperare. Se la direzione è questa, mi sa che dovrò dire addio al mio ex-personaggio preferito.