tommaso ha scritto:
Vi dirò, per la prima volta con il numero 8 credo di essere entrato nel mood strampalato della serie, tanto che sarei curioso di rileggere in numeri passati alla luce di questa mia sensazione. Il bello è che non saprei neanche ben spiegare cosa ho "capito" della serie. Forse che più che a Stephen King bisognerebbe pensare a Dino Buzzati, più che a un John Carpenter (anche se quello di "Grosso guaio a Chinatown" potrebbe essere comunque un riferimento) a John Landis ("Un lupo mannaro americano a Londra" mi sembra un riferimento perfetto, con le sue gag affiancate a sequenze destabilizzanti). Forse ho solo realizzato che se si legge Luksas come una commedia-horror stralunata, con i suoi momenti comunque sanguinosi e drammatici, funziona molto meglio che in chiave di serioso horror-noir-fantasy come è stato venduto.
Io invece sono rimasto abbastanza sconcertato da questo numero 8. Poi l'ho letto volentieri e non ho posato l'albo fino a quando non l'ho terminato, ma a fine lettura era un po' così:
. Ecco, "strampalato" mi sembra un aggettivo giusto per descriverlo. Comunque la curiosità di vedere come prosegue c'è, ed è immutata.