Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 4:01 pm 
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dunque è confermato che il numero 100 avrà qualche pagina in più? ciò è positivo :)

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 4:16 pm 
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Intervento del Lord(o)

Parto dal sottolineare un aspetto che riguarda la distribuzione delle edicole (Di cui faccio parte, dato che per ora come Architetto non trovo una cippa da progettare... ma tant'è... :cry: )
Non è l'edicolante a scegliersi i prodotti da vendere. Purtroppo non siamo dei semplici commercianti che decidono da sè cosa, come e in che quantità (e prezzo) bisogna vendere. Siamo direttamente "dipendenti" dai distributori locali... che a sua volta lo sono di quelli nazionali... che a sua volta seguono le linee dettate dagli editori. Pertanto la mia fornitura di merce è data da un solo e unico aspetto: la vendita*. Brendon prima mi veniva consegnato in una quantità che oscillava tra le 5 e le 7 copie. Che poi era più o meno la metà dei Dylan Dog e di tex (che ultimamente hanno avuto un'impennata verso l'alto).
E quelle 5-7 copie le piazzavo pure tutte (O quasi). Ma neglu ultimi 4-5 anni rimanevano sempre copie di resa. Una, due, tre... ad ogni bimestre, il resto era sempre oscillante. Ma c'era. E se io da 7 copie iniziali, ne mando indietro 3, il distributore locale, nel numero successivo, mi manda una fornitura di 4 (la differenza). Se su quei 4, ne mando di resa 1, dopo due mesi la mia fornitura scende a 3. E se su 3 ne mando in resa 3, ecco che la fornitura si annulla.
Io per fortuna ne ho 2. E una è mia, oltretutto. Quindi anche le volte che ho avuto una singola fornitura (com'è capitato in passato) e me la prendevo per la mia collezione, il distributore era costretto ad aumentarmene almeno una copia. Ora, seguendo queste regole (e considerando che non tutti gli edicolanti sono Brendoniani) si capisce bene che in alcune rivendite saranno ormai anni che non hanno fornitura del Cavaliere di Ventura chiaverottiano. E ora, se si vuole cercare i numeri di chiusura, non ci può lamentare della difficoltà nel trovarlo. E' la naturale conseguenza della morìa del prodotto editoriale in questione.
Fine sottolineatura distributiva.

Parere del n°99: la "Luna nera calante" è una cagata pazzesca!!!
Indegna conclusione di una saga (quella della Luna Nera) che poteva sfociare in punti narrativi ben più interessanti ed emozionanti. E invece nada. Nulla assoluto. Empatia zero per i protagonisti. Rientri in scena dopo anni (Chistopher) per uscirne in modo anonimo dopo poche vignette. Minacce enormi dissolte in bolle di sapone. Resuscitamenti forzati perché è da un estremo vita-morte-vita che deve trovare conclusione una serie decennale. Una cozzaglia di situazioni e luoghi comuni messa lì quasi per forza dal suo autore perché "deve" concludere la sua avventura.
Delusione enorme per il sottoscritto.
Me ne farò una ragione.

Infine piccolo appunto personale sull'aspetto "editoriale bonelliano".
Credo che la casa editrice milanese deve cambiare totalmente la strategia di marketing. Perché sono cambiati i tempi. Perché c'è crisi. Perché il fumetto italiano così come lo concepiscono loro non attira più le nuove leve (che ne leggono di storie, solo che mirano ad altro). Perché ormai lo stesso fumetto deve farsi trainare da cinema e serie tv fatte con i controcazzi (scusate il termine, ma basta vedere la Marvel: dopo i film sugli X-Men, Spiderman e Avengers, hanno avuto un'impennata delle vendite dei comics). E perché, infine, è inutile allargare il parco delle offerte narrative. Questo offre sempre più possibilità al pubblico (ed è cosa buona e giusta) ma dall'altro si perdono parecchia risorse autoriali che serie "storiche" avrebbero meglio ospitato nelle loro pagine. Un esempio personale. Brendon chiude? Bene... che Chiaverotti torni da Dylan Dog. Non vuole tornarci? Ciao. Sarò privo di tatto, ma è la realtà delle cose. Autori che in passato sono stati degni in determinate serie (conosco bene quelli Dylandoghiani, ma mi rendo pure conto che "stranamente" è la serie che ne ha dati di più di nuovi creatori seriali) e non vendono con quelle nuove di loro creazione, è bene che smettano. Non perché non debbano avere una seconda possibilità, ci mancherebbe altro, ma perché la crisi generale non permette più troppi rischi. In futuro si vedrà. Ma se Enna fallisce, Chiaverotti fallisce, Medda fallisce, Ambrosini fallisce, etc... etc... che rientrino nell'ovile. L'esempio di Ambrosini è lampante. Lasciato libero, ha ancora molto da dire tra le pagine Dylaniate. Se gli altri non ne hanno intenzione, che si cerchino nuovi editori (Memola ne è un esempio) che vogliono osare con quell'autore a costi, però, inferiori. E' la legge del mercato che grazie al buonismo bonelliano risulta anonima all'interno della casa editrice milanese. Nel campo architettonico, se il mio progetto è fallimentare, non piace o è troppo particolare e di nicchia, chi ma l'ha richiesto solo una volta lo vede. Se non piace mi dà delle direttive per modificarlo in meglio secondo il suo gusto (quello che la casa editrice deve dare con le serie ancora in corso). Se continua a risultare una cacata (le scarse vendite) quello mi dice chiaramente che non gli interessa più (la chiusura). E per farne uno nuovo (o lo stesso) non mi considererà più (evitare il medesimo errore). Alla Bonelli sembra tutto l'opposto. Vai bene in Dylan Dog? Bene! Presenta una nuova serie. Mmh... interessante... pubblichiamola. Non se la fila nessuno. Mi dispiace, chiudiamo. Vuoi tornare in Dylan Dog? Ti scoccia? Non c'è più Sclavi che corregge le vecchie fregnacce? Bene... crea un'altra serie. Ooops... non funziona neanche questa. Ne vuoi creare un'altra?
Ma perché???





*Si, lo so... qualche altro edicolante mi dirà che non è sempre così. Che determinate edicole sono avventaggiate perché amiche di... oppure sempre per il motivo di amicizia e favoritismi, prodotti che vendono perché pubblicizzati vengono mandati abbondanti da un lato e "tagliati" nei luoghi che di base, quello stesso prodotto quand'era privo di pubblicità, vendevano un tot di quantitativi regolarmente, etc... etc... le conosco bene queste "regole" ma non è il caso di soffermarci nella discussione su Brendon.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 4:41 pm 
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Lord Blendings ha scritto:
Infine piccolo appunto personale sull'aspetto "editoriale bonelliano".
Credo che la casa editrice milanese deve cambiare totalmente la strategia di marketing. Perché sono cambiati i tempi. Perché c'è crisi. Perché il fumetto italiano così come lo concepiscono loro non attira più le nuove leve (che ne leggono di storie, solo che mirano ad altro). Perché ormai lo stesso fumetto deve farsi trainare da cinema e serie tv fatte con i controcazzi (scusate il termine, ma basta vedere la Marvel: dopo i film sugli X-Men, Spiderman e Avengers, hanno avuto un'impennata delle vendite dei comics). E perché, infine, è inutile allargare il parco delle offerte narrative. Questo offre sempre più possibilità al pubblico (ed è cosa buona e giusta) ma dall'altro si perdono parecchia risorse autoriali che serie "storiche" avrebbero meglio ospitato nelle loro pagine. Un esempio personale. Brendon chiude? Bene... che Chiaverotti torni da Dylan Dog. Non vuole tornarci? Ciao. Sarò privo di tatto, ma è la realtà delle cose. Autori che in passato sono stati degni in determinate serie (conosco bene quelli Dylandoghiani, ma mi rendo pure conto che "stranamente" è la serie che ne ha dati di più di nuovi creatori seriali) e non vendono con quelle nuove di loro creazione, è bene che smettano. Non perché non debbano avere una seconda possibilità, ci mancherebbe altro, ma perché la crisi generale non permette più troppi rischi. In futuro si vedrà. Ma se Enna fallisce, Chiaverotti fallisce, Medda fallisce, Ambrosini fallisce, etc... etc... che rientrino nell'ovile. L'esempio di Ambrosini è lampante. Lasciato libero, ha ancora molto da dire tra le pagine Dylaniate. Se gli altri non ne hanno intenzione, che si cerchino nuovi editori (Memola ne è un esempio) che vogliono osare con quell'autore a costi, però, inferiori. E' la legge del mercato che grazie al buonismo bonelliano risulta anonima all'interno della casa editrice milanese. Nel campo architettonico, se il mio progetto è fallimentare, non piace o è troppo particolare e di nicchia, chi ma l'ha richiesto solo una volta lo vede. Se non piace mi dà delle direttive per modificarlo in meglio secondo il suo gusto (quello che la casa editrice deve dare con le serie ancora in corso). Se continua a risultare una cacata (le scarse vendite) quello mi dice chiaramente che non gli interessa più (la chiusura). E per farne uno nuovo (o lo stesso) non mi considererà più (evitare il medesimo errore). Alla Bonelli sembra tutto l'opposto. Vai bene in Dylan Dog? Bene! Presenta una nuova serie. Mmh... interessante... pubblichiamola. Non se la fila nessuno. Mi dispiace, chiudiamo. Vuoi tornare in Dylan Dog? Ti scoccia? Non c'è più Sclavi che corregge le vecchie fregnacce? Bene... crea un'altra serie. Ooops... non funziona neanche questa. Ne vuoi creare un'altra?
Ma perché???

In effetti non hai tutti i torti... anzi!
Però va detto che un autore che fa il suo mestiere per arte e non per mero guadagno, cerchi prima o poi di dare vita a una propria creatura invece di rifugiarsi nell'elenco degli autori di spicco nazionali che appaiono nel tamburino dei soliti noti... Per un Chiaverotti (che in ogni caso mi pare scriverà storie per il nuovo corso del Maxi Dylan Dog...), un Berardi, un Manfredi, un Faraci... tornare a scrivere esclusivamente per un personaggio non suo è un passo indietro di carriera. Ecco perché, ritengo, passino da un loro personaggio proprietario all'altro, senza tornare - salvo eccezioni - a quello apocrifo che li ha fatti apprezzare al grosso pubblico.

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Braccio di Ferro: avventure di pugni e spinaci > https://pugniespinaci.altervista.org/

Solo io ho la sensazione che ci siano "semplici" lettori legati a un fumetto più dei rispettivi creatori?


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 5:47 pm 
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Ringrazio Lord Blendings per la precisazione sulle edicole e i resi, una cosa che mi aveva sempre incuriosito.


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 6:02 pm 
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Anche a me, quindi grazie :) e sono completamente d'accordo con te sulle strategie Bonelli.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 6:53 pm 
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Per rispondere a Gas...
È verissimo che per un autore, a parer mio un artista, il tornare a un personaggio altrui che magari l'ha lanciato è una regressione palese della sua carriera artistica. Ma infatti non critico gli autori che cercano di elevarsi, critico la Bonelli che è troppo buona e di questi tempi, economicamente duri, il buonismo non porta a nulla. Parliamoci chiaro: come avviene per i registi, se i loro film non vanno, le major non li producono più. dopo 2-3 tentativi.. a quel punto si ridimensionano e cercano produttori. minori che gli permettano di portare a compimento la propria. creatività . alla Bonelli, invece, mi pare di essere. in un ufficio. statale, dove si premial ssolo fatto di essere. arrivati lì ,

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 6:55 pm 
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Ps scusate il doppio post e la scrittura... la gestione dei testi nel cellulare non è il mio forte... spero che abbia dato una parvenza di idea di ciò che volevo dire

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 8:43 pm 
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wolkoff ha scritto:
Tsk :dito: .
Davvero un articolo di alta fattura, professionale direi.

Concordo sul fatto che Brendon fosse un ramo secco da tagliare... ma per il resto mi sembra poco più di una scribacchiata da fan della penultimora.

Pretendere una totale originalità dell'ambientazione e spacciare il Chiave per citatio-dipendente sono affermazioni che si commentano da sole :roll:
Come quelle secondo cui l'aumento di 30cents è un atto arrogante di sfida da parte dell'editore contro il povero lettore.
Mi dispiace aver soltanto perso quei 5 minuti per leggerlo, trovandoci perle di monnezza come questa :? :? :?

Cita:
All'inizio le storie del personaggio attraevano parecchio, forse perché la maggior parte dei lettori, a digiuno di nozioni storiche e di altre letture in cui quelle idee erano state ampiamente esplorate, vedevano in esso una originalità che Brendon non ha mai posseduto.
La mancanza di cultura dei lettori giovani della Bonelli non ha, però, cambiato le carte in tavola. Le storie cominciavano ad essere ripetitive e anche chi leggeva poco o aveva scarsi mezzi culturali iniziava a non provare più interesse per le vicende del personaggio
.


Considerando il resto non mi meraviglierei se le soffiate contro Le Storie e Martin siano delle simil-panzane.
Il primo perché è un progetto troppo recente-complesso per gettare adesso la spugna, il secondo perché è una specie di totem in SBE e Castelli può salvare la baracca con decine di variabili nell'arco.
Saguaro invece è cosa nota che sia da sempre agli sgoccioli di se stesso...

ALOHA MATTIA PASCAL

il nome del sito è sempre una garanzia, lo stesso della delirante recensione sul nuovo corso di DD. Non vorrei che avendolo postato io qualcuno possa pensare che ne sposi il contenuto, vade retro.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 12:57 pm 
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@Daryl

:wink:
Nao te preocupes... lo immaginavo che non ne sposassi il contenuto.
Però se scopro che sei fidanzato con l'autrice dell'articolo... :*

@Lord

Il discorso che fai è molto interessante e te ne ringrazio vallettescamente - by Jove, si tratta sempre di un Lord - perché apre buoni spunti.
Del genere:

Cita:
Non perché [gli autori] non debbano avere una seconda possibilità, ci mancherebbe altro, ma perché la crisi generale non permette più troppi rischi.
Ma se Enna fallisce, Chiaverotti fallisce, Medda fallisce, Ambrosini fallisce, etc... etc... che rientrino nell'ovile.
L'esempio di Ambrosini è lampante. Lasciato libero, ha ancora molto da dire tra le pagine Dylaniate.
Se gli altri non ne hanno intenzione, che si cerchino nuovi editori che vogliono osare con quell'autore a costi, però, inferiori.
[...]
il buonismo [della SBE] non porta a nulla. Parliamoci chiaro: come avviene per i registi, se i loro film non vanno, le major non li producono più. Dopo 2-3 tentativi a quel punto si ridimensionano e cercano produttori minori che gli permettano di portare a compimento la propria creatività



Sulla seconda parte del discorso sono più d'accordo.
Nel senso che non tutti gli autori sono tenuti a sfogare la loro creatività per forza sulla SBE.
Certo, è la maggiore editrice italica di fumetti, dà una visibilità/prestigio senza pari, può inondare capillarmente le edicole e pagarti profumatamente, ma non è mica un centro di sovvenzionamento talenti i cui prodotti sono sempre in perdita :( .

E poi c'è il risvolto della medaglia, di cui l'autore è consapevole, quando consegna la sue creature alla SBE.
Proprio perché il lettore medio Bonelli patisce di un marchio/target specifico, e questo condiziona anche gli editori nel proporre un certo tipo specifico di personaggi/collane/formati, che non sempre si confanno alla creatività sbrigliata dell'autore in questione... pena adattamenti e rimarginamenti per renderlo più "popolare" e serialmente poco continuity-zzato.

O forse voi credete che se Ambrosini avesse scritto Dix per un'editrice fighetta da libreria a 12€ a volume lo avrebbe impostato in quel modo bonellicamente familiare? :roll:
Come è normale che il Saguaro di Enna su altri lidi - e vendendo ancora meno copie - sarebbe stato meno conformizzato dalla naftalina e meno surplus-ante in un parco uscite già troppo saturo di fumetti simili :dito: .
Anche Manfredi è ripiombato su un eroe stravisto - ma scritto stupendamente, per carità - pur sapendo a cosa andava incontro e modellandolo su misura per lo standard SBE più congeniale.
Se venderà poco non mi sembra il caso di stupirsi o lamentarsi.

Il problema secondo me è che il talento dei 4 autori da te citati è indiscutibile 8-) .
Ma le creature "tutte loro", che il loro genio fermenta di partorire, non sempre sono idonee ai parametri Bonelli, per impostazione naturale e probabile pubblico. Quindi, dopo aver trovato una specie di mediazione durante i lavori in corso, o vengono limitati o l'insuccesso è alla porte... o entrambe le cose.
La Bonelli mostra coraggio e generosità sino ad un certo punto... perché poi punta sempre su cavalli già rodati ed imbriglia gli stalloni più talentuosi verso la corsetta domenicale.
Crede nella loro bravura, li segue nei progetti, dà sfogo alla loro verve... ma sempre secondo le confezionature della casa madre... ed i risultati si sono visti :cry: .
Forse solo Orfani e Le Storie stanno uscendo da questo solco, ma è troppo presto per giudicare.

[...]

Sulla prima affermazione ci andrei invece coi piedi piombati dai ceppi :tc: .
Ok hanno tutti dimostrato di saperci fare con Dylan e ci hanno regalato storie ottime.
Ma chi ci dice che abbiano ancora qualcosa da dire per il Nostro?
Non è solo un fatto di declassamento/regressione dall'harem personalizzato all'ovile sovraffollato, ma anche un problema di idee e motivazioni, senza parlare dei contesti diversi ad anni di distanza.
Io sinceramente del Chiave modello Luna nera calante su Dylan ne farei volentieri a meno, e sapete tutti quanto sia un suo fan da oltre 20 anni :3 .
Ma le minestre riscaldate certe volte vanno proprio di traverso se il frigo non le ha conservate bene.

ALOHA 4 SALTI IN BORDELLA

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 2:03 pm 
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@Wolk: Se l'autrice è b(u)ona posso passare sopra le sue opinioni :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 2:45 pm 
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Gas75 ha scritto:
Ho iniziato a leggere quell'articolo, trovandolo scritto da uno con evidenti segni manifesti di frustrazione... Contestare le trame, passi, ma contestare i disegni? Questo qua non credo abbia mai preso in mano un albo disegnato da Ricciardi, dal primo Rotundo, da Spadavecchia, da Fattori, da Roi...

Che Le Storie sia in crisi ci crederò solamente quando non lo vedrò più in edicola: al limite è un po' ripetitiva per generi proposti... ma se Brendon è arrivato al n° 100 con tutti i suoi difetti, per Le Storie prevedo un orizzonte almeno altrettanto lontano.


comixarchive è il blog di John Prophet, troll che infesta pagine e bacheche legate alla Bonelli lamentandosi che Dylan Dog non rispetta più i valori di diopatriafamiglia. è come fumettodautore, ma più becero ed esplicitamente fascio

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 2:51 pm 
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wolkoff ha scritto:
Il problema secondo me è che il talento dei 4 autori da te citati è indiscutibile 8-) .
Ma le creature "tutte loro", che il loro genio fermenta di partorire, non sempre sono idonee ai parametri Bonelli, per impostazione naturale e probabile pubblico. Quindi, dopo aver trovato una specie di mediazione durante i lavori in corso, o vengono limitati o l'insuccesso è alla porte... o entrambe le cose.
La Bonelli mostra coraggio e generosità sino ad un certo punto... perché poi punta sempre su cavalli già rodati ed imbriglia gli stalloni più talentuosi verso la corsetta domenicale.
Crede nella loro bravura, li segue nei progetti, dà sfogo alla loro verve... ma sempre secondo le confezionature della casa madre... ed i risultati si sono visti :cry: .
Forse solo Orfani e Le Storie stanno uscendo da questo solco, ma è troppo presto per giudicare.



a me sembra che la Bonelli tra miniserie, Le Storie, i Romanzi, i futuri romanzi serializzati, le serie potenzialmente infinite ma rinnovate a stagioni, stia battendo tutte le strade per dare ai vari autori la possibilità di esprimersi.
poi magari non tutte le ciambelle escono col buco

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 8:50 pm 
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@Wolkoff

Pienamente condivisibile il ragionamento mediale degli standard bonelliani.
Ma infatti non critico la scelta editoriale di dare una possibilità agli autori più o meno talentuosi che ciucciano dal seno bonelliano, piuttosto mi chiedo perché insistere sul medesimo "indipendentismo" di un determinato autore se questo ha dimostrato di fallire. Ecco... magari in tempi di vacche grasse non mi porrei il problema, ma considerando i tempi, preferirei (da editore) utilizzare i migliori "cavalli" della scuderia per trascinare il carro nella melma della crisi odierna. E per carro intendo le certezze di vendite. E per certezze indico i 2 mostri sacri: Tex e Dylan Dog.
Onestamente non ho dati numerici in mano, ma non credo che, fino ad oggi, le nuove serie non abbiano trovato chissà quale riscontro nei lettori. Alcune saranno leggermente sopra alla vendita minima della sopravvivenza. Altre in pari. Sicuramente alcune in perdita. Ma, parliamoci chiaro, l'ultimo fenomeno editoriale a larga scala che conosceva pure mio nonno è, ad oggi, ancora Dylan Dog. Io capisco che provano sempre a mettere una serie in cantiere per trovare quella giusti che sfondi, ma i casi del passato (a parte i tempi diversi in cui sono nati) erano figli di alchimie difficili da ripetere (la genialità palese degli autori, il genere ben delineato - Western, Avventura, Horror - che il personaggio rappresentava, le richieste del pubblico differenti, ecc ... )
Pertanto sono per il "dare la giusta possibilità" ad un autore, ma che sia UNA. Se no, ripeto, che torni a scrivere le storie dal personaggio che l'ha lanciato. E se non trova stimoli per farlo (di alcun tipo), si cerchi altre case editrici. Risulterò drastico, ma la vedo così.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 10:37 pm 
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Iscritto il: mar ago 29, 2006 5:03 pm
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Da questo discorso su Brendon è nato un discorso sulla strategia Bonelli in questioni di vendite, marketing ecc.
Dico solo che non si può criticare la Sergio Bonelli Editore.

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a chi invece non ci ama possa dio cambiargli il cuore
ma se il cuore non può cambiare..
..che gli storca una caviglia così sapremo con chi non bere!

Lui aveva un vecchio maggiolone cabriolet..sfatto ma piaceva tanto a lei..


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: ven ott 24, 2014 12:11 am 
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@Kowalsky

Qualche miniserie o romanzo non fa (ancora) testo per il grosso della produzione.
Nella media restiamo sempre lì come impostazioni.
Quello che volevo dire, più semplicemente, è che se un autore ha tanto talento da esprimere - dimostrato, su Dylan - non è detto poi che per quella creatura "tutta sua" (v. Brendon, Dix, Lukas, Saguaro, etc) abbia le credenziali per imporsi come un nuova garanzia, congeniale alle esigenze della SBE.

Uno, per un fatto di mediazione ... essendo(stato?) l'autore costretto a conformarsi a certi parametri e ri-normalizzando il prodotto in formato bonelliano.
Due, perché non tutte queste idee ti permettono di vendere 30.000 copie al mese per mantenerti a galla, e forse farebbero meglio ad affidarsi ad altri editori come tipologia di pubblicazione.
Più nicchia, più costosi, più libertà, meno tiratura, meno distribuzione.
Pretendere di avere la botte piena, la moglie ubriaca, e l'amante già sul letto è forse un po' troppo :g:

@Lord

Lo ripeto, l' "indipendentismo" dell'autore è parziale se non fasullo.
Se vuole pubblicare con la SBE deve sempre conformarsi a certi parametri.
Scommettono... ma solo sul sicuro, nel senso solo se sono sicuri che li rispetti, questi parametri.
E quanto a nuovi fenomeni editoriali fumettistici in Italia... credo che quei tempi siano passati da un pezzo :roll: .
Sono cose che possono succedere ormai solo in Giappone, USA, Brasile...e forse in Francia.
Da noi le idee ci sono. Ma i lettori "popolari" latitano, come lo svago fumettistico concepito sempre più come una geek-ata per nostalgici buontemponi o collezionisti d'elite.

[...]

Ma forse è meglio aprire un altro topic, sulla faccenda.

ALOHA SFACCENDATI

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