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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 8:35 pm 
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Io non lo leggo stabilmente, vero, ma ho letto una decina di numeri e comprerò il numero 100. Sinceramente a me sta benissimo in B/N. Ma mi sarebbe stato bene anche su DYD.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 8:40 pm 
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Letto il 99, scarso. La qualità ormai era molto altalenante, ma almeno la saga principale si poteva cercare di chiuderla meglio.
Resta un grande rimpianto per quello che la serie avrebbe potuto essere, io almeno un ciclo di 6 albi in continuty su una bella guerra con Brendon nel mezzo l'avrei gradita moltissimo. Tanti anche gli spunti un pò sprecati, ad esempio gli interessanti nomadi del deserto. Poi bisogna dire che il Chiave non è certo il miglior sceneggiatore della Bonelli, mi diverte più di altri ma spesso lo trovo kitsch. In sta storia finale non mi sono piaciuti nemmeno i disegni, da sempre fiore all'occhiello della testata.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 8:46 pm 
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Dyd 23, infatti non mi riferivo a te. Avevo capito che tu mi riportavi le ragioni di chi si lamenta e non che ti stavi lamentando tu. :wink:

dyd_23 ha scritto:
Che vuol dire "raggiungere il suo naturale compimento con il numero 100"?

100. Cifra tonda, armoniosa e simbolica. Segno che la serie non è stata chiusa a caso. E che la chiusura è stata (immagino) decisa in accordo con Chiaverotti per portare a compimento alcune trame.

Gas75 ha scritto:
tommaso ha scritto:
Non l'ha pubblicizzata abbastanza? 'Sti cazzi direi, visto che... ribadisco... l'ha pubblicata per la bellezza di 16 anni.

Pubblicizzare non è lo stesso che pubblicare.
Quanto risalto ha avuto, tra Giornale Bonelli online e pubblicità di copertina, la saga della Luna Nera, giusto per fare un esempio? Confrontiamola con la visibilità offerta dall'editore a pubblicazioni tipo "Dylan Dog Color Fest", "Color Tex", "Dragonero", "Lukas"... E' stata addirittura ignorata la lunga guerra dei mondi su Nathan Never, frutto di anni di lavoro tra scrittura delle storie e realizzazione, per dare visibilità al solito ranger che sembra fatto di adamantio per quanto, nel Far West, non si becchi mai una pallottola dove dico io, al solito indagatore dell'incubo alle prese con casi privi di continuity che di certo non entreranno nella storia del fumetto italiano, ecc...
Okay, anche Brendon è indistruttibile, anche Brendon con le sue avventure raccontate non entra nella storia del fumetto italiano, però l'editore non lo ha mai sponsorizzato a dovere, non ha mai cercato di addurgli nuovi lettori...
Da quando seguo la Bonelli, con l'arrivo di Dampyr (aprile 2000) ho maturato l'idea che l'editore avesse dei malcelati privilegi verso i propri prodotti, complice forse uno staff di addetti al marketing poco attenti o poco impegnati a fare il proprio dovere. E ogni volta qualcuno dice che esagero, che non è dal Giornale Bonelli o dalle pubblicità in copertina che si convince un nuovo lettore... Intanto i beneficiari di tali vantaggi sono in pieno vigore e rinnovamento, chi è rimasto fuori non ha nemmeno avuto l'onore di un n° 100 a colori. E lo dico contro il mio interesse, visto che Roi a colori perde molto rispetto al Roi in bianco e nero, tuttavia sentirmi tradito in questa maniera supera i confini del rispetto dovuto.
"Cari amici..." campeggia ogni tanto in seconda di copertina o all'inizio del Giornale, ma cari amici che? Amici perché continuiamo a farli campare nonostante i progressivi aumenti del prezzo di copertina? Ah, per la cronaca quest'anno Storie da Altrove costa 30 centesimi più dell'anno scorso... e ha meno pagine...

A me sembra che scopri l'acqua calda e comprendo poco cosa ti fa così arrabbiare.
Ti pare che le case discografiche pubblicizzano tutti i loro dischi allo stesso modo? O lo facciano le case cinematografiche con i film? E i canali televisivi con le varie serie e programmi? O le case automobilistiche con i vari modelli di auto?
Ci sono prodotti di punta e prodotti non di punta. Prodotti che nascono come di punta e falliscono, altri che nascono come ripiego e hanno successo (lo stesso Tex, nato dagli scarti di tempo di una serie lanciata in grande stile come Occhio Cupo).
Brendon per un po' ha avuto successo, poi non più. La Bonelli, invece di chiudere i battenti appena la serie ha cominciato ad andare in perdita (come avrebbe fatto qualsiasi altra casa editrice - e gurda caso se lo può permettere perché ci sono le vituperate "ammiraglie" Tex e Dylan a sostenere la baracca), ha continuato a pubblicare il personaggio fino a una fine ragionata e pianificata. Un vero esempio disprezzo verso i lettori, direi.

Capisco il dispiacere degli appassionati di veder tradita la tradizione dei "centenari" a colori, ma non capisco il vostro non capire che un albo a colori era evidentemente qualcosa che la serie non poteva più permettersi.
Se mai dovrebbe farvi rifletere su quanto poco la serie ormai guadagnasse. O su quanto la Bonelli ci perdesse.

Poi va beh, arrivare a lamentarsi di far fatica trovare in edicola una serie commercialmente ridotta al lumicino è oltre il surreale.

Detto ciò, come già scritto da Rimmat, la Bonelli ha uno dei sistemi più "democratici" in fatto di pubblicità dei suoi prodotti: lancio pubblicitario all'interno del proprio parco testate uguale per tutti e poi (evidentemente) calibrazione sul successo o meno delle singole testate. Non mi pare proprio che Brendon sia meno pubblicizzato di Dampyr e Julia, per dire. Che Tex e Dylan siano più pubblicizzati è ovvio, dato che vendono infinitamente di più. Che azienda toglierebbe spazio pubblicitario a un prodotto che vende 20 per far spazio ad un prodotto che vende 1?

Tra l'altro, ora qualcosa forse sta cambiando, ma fino a poco tempo, a parte la canonica vetrina interna agli albi, la pubblicità "extra" rigurdante le singole serie era affidata esclusivamente all'iniziativa degli autori. Quindi se Brendon o Saguaro sono poco pubblicicizzate la "colpa" è gran parte di Chiaverotti e Enna. Come al contrario Orfani e Dragonero sono invece ben pubblicizzati perché Recchioni e Vietti si stanno sbattendo per vendere i loro prodotti.

Infine, che un editore come Bonelli avesse le sue simpatie (tutte da verificare, per altro: la sua poca sintonia con il personaggio di Tex è cosa nota e da lui spesso ammessa) e queste potessero influenzare alcune decisioni aziendali...... oddio, stiamo scoprendo l'esistenza di qualcosa chiamato linea editoriale?


Ultima modifica di tommaso il mar ott 21, 2014 9:12 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 9:08 pm 
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nonno pippo ha scritto:
il punto è che quelli che contestano le lamentele non sono lettori di brendon. rimatt so x certo che non lo legge xchè non sopporta chiaverotti, tommaso mi risulta che non lo legge, piccatto non mi ricordo ma mi pare non lo legga neppure lui. così è facile parlare.
sono io che faccio una domanda a loro: secondo voi quanti avrebbero il "coraggio" dl mollare una serie vincente come tex x brendon, come ha fatto il sottoscritto x puro idealismo? voi l'avreste fatto? pensateci, e forse capirete come mi sento...

A parte che non capisco il senso di mollare una serie rispetto ad un altra, manco si trattasse di una fede religiosa o sportiva, io ho adorato serie come Napoleone, Jan Dix e Jonathan Steele, tutte dei mezzi disastri a livello commerciale. Tutte serie che potrei dire essere state trattate "peggio" di Brendon (di cui per la cronaca ho letto una trentina di albi abbondanti).
Poi, attualmente la mia serie Bonelli preferita è forse Saguaro che il numero 100 non lo vedrà neanche col cannocchiale. E' vero la gestione "fatalista" e un po' rassegnata che mi sembra stiano portando avanti la Bonelli e Enna su quella serie mi lascia un po' perplesso, ma alla fine avranno fatto i loro calcoli e le loro considerazioni, e se come sembra chiuderanno senza neanche il minimo tentativo di rilancio me ne farò una ragione. Da lettore sarò contento di aver letto le storie che hanno pubblicato, potrò rimpiangere l'occasione persa, ma alla fine se la casa editrice e l'autore non hanno voglia o possibilità di continuare che senso ha arrabbiarsi?


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 8:28 am 
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nonno pippo ha scritto:
il punto è che quelli che contestano le lamentele non sono lettori di brendon. rimatt so x certo che non lo legge xchè non sopporta chiaverotti, tommaso mi risulta che non lo legge, piccatto non mi ricordo ma mi pare non lo legga neppure lui. così è facile parlare.
sono io che faccio una domanda a loro: secondo voi quanti avrebbero il "coraggio" dl mollare una serie vincente come tex x brendon, come ha fatto il sottoscritto x puro idealismo? voi l'avreste fatto? pensateci, e forse capirete come mi sento...


Questa è sindrome da crocerossina non idealismo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 9:50 am 
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Mi sento in dubbio se acquistare o meno il numero 100. Una serie che ho seguito molto saltuariamente agli inizi, poi ho lasciato perdere (e proprio per questo se andassi a prendere proprio l'ultimo mi sentirei non so come, una specie di voyeur? uno che ha lasciato il ristorante dopo l'antipasto e si mette a spiare dalla finestra quando arriva il dolce? ma è edilizia mentale mia questa) ed è vero che è non l'ho quasi più vista o raramente (e solo nelle più fornite) in edicola, anche ieri dando un'occhiata in un'edicola a caso, non ne ho vista nemmeno una copia del numero 99, mentre c'era una pila di Lukas alta come o più di altri Bonelli di maggior successo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 10:03 am 
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Guarda, nonno pippo, che io sono un lettore di manga, e se c'è una cosa a cui sono abituato sono le serie che vengono interrotte anzitempo. Nella mia biblioteca ci sono dozzine di fumetti che in Giappone sono terminati da tempo, ma di cui non vedrò mai la conclusione perché l'editore italiano: a) è fallito; b) ha interrotto la serie per scarse vendite; c) pubblica un volume ogni due anni; d) non dà più notizie di sé.

Quindi, il comportamento della Bonelli continua a sembrarmi il più rispettoso possibile nei confronti dei lettori. MAGARI tutti gli editori si comportassero così, proseguendo anche le collane in perdita solo per non scontentare i propri "fedelissimi". Però non è così, e la Bonelli continua a essere – a livello MONDIALE – un unicum. Trovatemi un altro editore che si comporta così e ne riparliamo.

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 10:16 am 
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Località: Noland
Quello che avrebbe dovuto forse fare la Bonelli era pubblicizzare maggiormente la conclusione della serie, magari molti ex lettori sarebbero tornati per questi ultimi numeri e avrebbero aumentato anche qualche vendita. Poi, non ne sono pratico, ma penso sia così, se le edicole hanno continuato a non far richiesta o limitata di albi, è un altro discorso, si regolano (ed è condivisibile) sul venduto dei periodi passati e così si regoleranno anche con alcune nuove serie, all'inizio abbondanti e ben in vista, se non avranno i riscontri economici.


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 11:04 am 
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nonno pippo ha scritto:
secondo voi quanti avrebbero il "coraggio" dl mollare una serie vincente come tex x brendon, come ha fatto il sottoscritto x puro idealismo? voi l'avreste fatto? pensateci, e forse capirete come mi sento...

L'idealismo è per i lettori, non degli editori... :cry:
tommaso ha scritto:
Brendon per un po' ha avuto successo, poi non più. La Bonelli, invece di chiudere i battenti appena la serie ha cominciato ad andare in perdita (come avrebbe fatto qualsiasi altra casa editrice - e gurda caso se lo può permettere perché ci sono le vituperate "ammiraglie" Tex e Dylan a sostenere la baracca), ha continuato a pubblicare il personaggio fino a una fine ragionata e pianificata. Un vero esempio disprezzo verso i lettori, direi.

Avessero chiuso col n° 99, dicendo esplicitamente che non avrebbero realizzato il n° 100 perché la serie non si meritava tale spesa, ci avrebbero fatto una figura più schietta.
E' questo tacere le cose fino all'ultimo, come se le voci di corridoio non girassero ufficiosamente per Internet, che mi urta... e mi ritrovo questo fastidio quando poi, quelle stesse persone che mi nascondono la realtà, poi mi chiamano "Caro amico".

Per quanto riguarda poi l'atteggiamento commerciale di case discografiche, cinematografiche, automobilistiche... la situazione in alcuni casi è simile (Checcho Zalone un mese nei cinema, Hayao Miyazaki 4 giorni... ma de gustibus in una nazione che si aggrappa alla De Filippi e alla D'Urso a seconda se è un pomeriggio feriale o festivo), in altre diversa (non mi pare vengano pubblicizzate auto come la nuova Fiat Panda, la Citroen C1... eppure è inevitabile vederne in giro a differenza di altre che praticamente vedi solo in televisione).
Resto dell'idea che una strategia di marketing più corretta verso il mercato e nell'interesse dei dipendenti dell'azienda pubblicizzerebbe maggiormente le serie in difficoltà invece di quelle che si sostengono da sole, che hanno migliaia di lettori fissi per tradizione di famiglia, indipendentemente dalla qualità del prodotto.

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Solo io ho la sensazione che ci siano "semplici" lettori legati a un fumetto più dei rispettivi creatori?


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 11:45 am 
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Guarda, io non sono un lettore di Brendon e non voglio entrare nei particolari, ma non sono assolutamente d'accordo con l'ultima tua frase.
Se la mettiamo sul piano etico e ideologico okay, ma se la mettiamo sul piano commerciale e di mero marketing, pubblicizzare le serie di successo è vitale per due motivi: 1) continuare a far sì che siano di successo, il che significa cercare di convincere i lettori attuali e trovarne altri quando un tot lettori (inevitabilmente) abbandona; 2) andare in surplus e poterne finanziare di nuove.

È come se la BAO non puntasse più su zerocalcare per pubblicizzare Portugal (fumetto bellissimo, peraltro) e cercasse di vendere al pubblico della rete 10.000 copie di un cartonato in formato gigante di 250 pagine a colori su temi esistenziali a 27 €.

Poi ripeto, sul piano etico/ideologico/ipotetico sono d'accordissimo con te ;)

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 12:29 pm 
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leonearmato ha scritto:
[...] poi sul piano etico/ideologico/ipotetico sono d'accordissimo ...


Mi sembra che stiamo toccando i tasti di un piano sbagliato.
O quantomeno non proprio totalizzante... :roll:

Come diceva Rimatt alla Bonelli va dedicato un arco di trionfo per tutte le testate che ha mantenuto in vita nonostante il floppaggio nei secoli - solo con Gregory Hunter non ce l'hanno fatta, ma quello sarebbe stato troppo :mrgreen:

Brendon è una testata con oltre 15 anni sul groppone, e se è rimasta in vita vuole dire che la Bonelli ci ha creduto, l'ha premiata, e non ha voluto penalizzare i lettori oltre le loro colpe - cioè quella di esser pochi.
Non ha "spaccato" come personaggio, e dopo 3-4 anni la SBE ha deciso di reclamizzarlo sempre meno perché si era assestato sul suo zoccolo duro e non avrebbe mai dato segni di rivalsa :cry: .

Ma non è solo una questione di "marketing etico" - controsenso affine al solecismo.
Va ricordato che il Chiave non è il Rrobe ma neanche Boselli.
Non è uno che si getta in giro per fiere, convegni, show, forum, blog, circoli vela e pomeriggi di burraco tra 60enni annojate, pur di auto-promuoversi a pieni voti e suscitare interesse coatto.
Lui lavora e lascia che sia il suo lavoro a parlare :) .
Il resto lo ha sempre delegato ad altri e se non ha protestato/alzato la voce più di tanto per il (mancato) lavoro di questi "altri", allora vuol dire che anche lui era consapevole dell'andamento commerciale della testata, della distribuzione, delle sue prospettive, e dei suoi referenti.
Non per fatalismo, ma per onestà :g: .

Vedersi pubblicato un 100 senza colori scommetto non l'abbia offeso/indignato affatto.
Esce dai canoni dei celebrativi, ma come detto... non tutti i canti del cigno vanno celebrati.
Non è una sconfitta. E' un dimettersi col proprio stile 8-) 8-) 8-) .

ALOHA COMPAGNI DI VENTURA

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wolkoff ha scritto:
Va ricordato che il Chiave non è il Rrobe ma neanche Boselli.
Non è uno che si getta in giro per fiere, convegni, show, forum, blog, circoli vela e pomeriggi di burraco tra 60enni annojate, pur di auto-promuoversi a pieni voti e suscitare interesse coatto.
Lui lavora e lascia che sia il suo lavoro a parlare :) .

Nel bene e nel male della qualità di Brendon infatti è così; tra l'altro anche Sclavi non mi risulta abbia molta vita mondana all'attivo, anzi è mancato per anni dalla firma di un soggetto per Dylan Dog. E' stato il suo non lavoro a parlare :D , e infatti l'editore si è appoggiato al marketing per sostenerlo quando uscivano (escono?) un paio di storie decenti all'anno, il resto noia (specie se paragonato ai capolavori del passato, per chi all'epoca c'era...).
Chiaverotti ha fatto tutto da solo, lui ha scritto tutte le storie facendo parlare direttamente il suo prodotto, restando nell'ombra... e nell'ombra l'ha lasciato la Bonelli, arrivando addirittura a dire che Dragonero è la prima serie fantasy da essa prodotta (quando invece è la terza, dopo Gea e Brendon). :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 2:08 pm 
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MessaggioInviato: mer ott 22, 2014 2:34 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Tsk :dito: .
Davvero un articolo di alta fattura, professionale direi.

Concordo sul fatto che Brendon fosse un ramo secco da tagliare... ma per il resto mi sembra poco più di una scribacchiata da fan della penultimora.

Pretendere una totale originalità dell'ambientazione e spacciare il Chiave per citatio-dipendente sono affermazioni che si commentano da sole :roll:
Come quelle secondo cui l'aumento di 30cents è un atto arrogante di sfida da parte dell'editore contro il povero lettore.
Mi dispiace aver soltanto perso quei 5 minuti per leggerlo, trovandoci perle di monnezza come questa :? :? :?

Cita:
All'inizio le storie del personaggio attraevano parecchio, forse perché la maggior parte dei lettori, a digiuno di nozioni storiche e di altre letture in cui quelle idee erano state ampiamente esplorate, vedevano in esso una originalità che Brendon non ha mai posseduto.
La mancanza di cultura dei lettori giovani della Bonelli non ha, però, cambiato le carte in tavola. Le storie cominciavano ad essere ripetitive e anche chi leggeva poco o aveva scarsi mezzi culturali iniziava a non provare più interesse per le vicende del personaggio
.


Considerando il resto non mi meraviglierei se le soffiate contro Le Storie e Martin siano delle simil-panzane.
Il primo perché è un progetto troppo recente-complesso per gettare adesso la spugna, il secondo perché è una specie di totem in SBE e Castelli può salvare la baracca con decine di variabili nell'arco.
Saguaro invece è cosa nota che sia da sempre agli sgoccioli di se stesso...

ALOHA MATTIA PASCAL

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 Oggetto del messaggio: Re: Brendon
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Ho iniziato a leggere quell'articolo, trovandolo scritto da uno con evidenti segni manifesti di frustrazione... Contestare le trame, passi, ma contestare i disegni? Questo qua non credo abbia mai preso in mano un albo disegnato da Ricciardi, dal primo Rotundo, da Spadavecchia, da Fattori, da Roi...

Che Le Storie sia in crisi ci crederò solamente quando non lo vedrò più in edicola: al limite è un po' ripetitiva per generi proposti... ma se Brendon è arrivato al n° 100 con tutti i suoi difetti, per Le Storie prevedo un orizzonte almeno altrettanto lontano.

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