Dyd 23, infatti non mi riferivo a te. Avevo capito che tu mi riportavi le ragioni di chi si lamenta e non che ti stavi lamentando tu.
dyd_23 ha scritto:
Che vuol dire "raggiungere il suo naturale compimento con il numero 100"?
100. Cifra tonda, armoniosa e simbolica. Segno che la serie non è stata chiusa a caso. E che la chiusura è stata (immagino) decisa in accordo con Chiaverotti per portare a compimento alcune trame.
Gas75 ha scritto:
tommaso ha scritto:
Non l'ha pubblicizzata abbastanza? 'Sti cazzi direi, visto che... ribadisco... l'ha pubblicata per la bellezza di 16 anni.
Pubblicizzare non è lo stesso che pubblicare.
Quanto risalto ha avuto, tra Giornale Bonelli online e pubblicità di copertina, la saga della Luna Nera, giusto per fare un esempio? Confrontiamola con la visibilità offerta dall'editore a pubblicazioni tipo "Dylan Dog Color Fest", "Color Tex", "Dragonero", "Lukas"... E' stata addirittura ignorata la lunga guerra dei mondi su Nathan Never, frutto di anni di lavoro tra scrittura delle storie e realizzazione, per dare visibilità al solito ranger che sembra fatto di adamantio per quanto, nel Far West, non si becchi mai una pallottola dove dico io, al solito indagatore dell'incubo alle prese con casi privi di continuity che di certo non entreranno nella storia del fumetto italiano, ecc...
Okay, anche Brendon è indistruttibile, anche Brendon con le sue avventure raccontate non entra nella storia del fumetto italiano, però l'editore non lo ha mai sponsorizzato a dovere, non ha mai cercato di addurgli nuovi lettori...
Da quando seguo la Bonelli, con l'arrivo di Dampyr (aprile 2000) ho maturato l'idea che l'editore avesse dei malcelati privilegi verso i propri prodotti, complice forse uno staff di addetti al marketing poco attenti o poco impegnati a fare il proprio dovere. E ogni volta qualcuno dice che esagero, che non è dal Giornale Bonelli o dalle pubblicità in copertina che si convince un nuovo lettore... Intanto i beneficiari di tali vantaggi sono in pieno vigore e rinnovamento, chi è rimasto fuori non ha nemmeno avuto l'onore di un n° 100 a colori. E lo dico contro il mio interesse, visto che Roi a colori perde molto rispetto al Roi in bianco e nero, tuttavia sentirmi tradito in questa maniera supera i confini del rispetto dovuto.
"Cari amici..." campeggia ogni tanto in seconda di copertina o all'inizio del Giornale, ma cari amici che? Amici perché continuiamo a farli campare nonostante i progressivi aumenti del prezzo di copertina? Ah, per la cronaca quest'anno Storie da Altrove costa 30 centesimi più dell'anno scorso... e ha meno pagine...
A me sembra che scopri l'acqua calda e comprendo poco cosa ti fa così arrabbiare.
Ti pare che le case discografiche pubblicizzano tutti i loro dischi allo stesso modo? O lo facciano le case cinematografiche con i film? E i canali televisivi con le varie serie e programmi? O le case automobilistiche con i vari modelli di auto?
Ci sono prodotti di punta e prodotti non di punta. Prodotti che nascono come di punta e falliscono, altri che nascono come ripiego e hanno successo (lo stesso Tex, nato dagli scarti di tempo di una serie lanciata in grande stile come Occhio Cupo).
Brendon per un po' ha avuto successo, poi non più. La Bonelli, invece di chiudere i battenti appena la serie ha cominciato ad andare in perdita (come avrebbe fatto qualsiasi altra casa editrice - e gurda caso se lo può permettere perché ci sono le vituperate "ammiraglie" Tex e Dylan a sostenere la baracca), ha continuato a pubblicare il personaggio fino a una fine ragionata e pianificata. Un vero esempio disprezzo verso i lettori, direi.
Capisco il dispiacere degli appassionati di veder tradita la tradizione dei "centenari" a colori, ma non capisco il vostro non capire che un albo a colori era evidentemente qualcosa che la serie non poteva più permettersi.
Se mai dovrebbe farvi rifletere su quanto poco la serie ormai guadagnasse. O su quanto la Bonelli ci perdesse.
Poi va beh, arrivare a lamentarsi di far fatica trovare in edicola una serie commercialmente ridotta al lumicino è oltre il surreale.
Detto ciò, come già scritto da Rimmat, la Bonelli ha uno dei sistemi più "democratici" in fatto di pubblicità dei suoi prodotti: lancio pubblicitario all'interno del proprio parco testate uguale per tutti e poi (evidentemente) calibrazione sul successo o meno delle singole testate. Non mi pare proprio che Brendon sia meno pubblicizzato di Dampyr e Julia, per dire. Che Tex e Dylan siano più pubblicizzati è ovvio, dato che vendono infinitamente di più. Che azienda toglierebbe spazio pubblicitario a un prodotto che vende 20 per far spazio ad un prodotto che vende 1?
Tra l'altro, ora qualcosa forse sta cambiando, ma fino a poco tempo, a parte la canonica vetrina interna agli albi, la pubblicità "extra" rigurdante le singole serie era affidata esclusivamente all'iniziativa degli autori. Quindi se Brendon o Saguaro sono poco pubblicicizzate la "colpa" è gran parte di Chiaverotti e Enna. Come al contrario Orfani e Dragonero sono invece ben pubblicizzati perché Recchioni e Vietti si stanno sbattendo per vendere i loro prodotti.
Infine, che un editore come Bonelli avesse le sue simpatie (tutte da verificare, per altro: la sua poca sintonia con il personaggio di Tex è cosa nota e da lui spesso ammessa) e queste potessero influenzare alcune decisioni aziendali...... oddio, stiamo scoprendo l'esistenza di qualcosa chiamato linea editoriale?