Qualche commentazione sparsa prima di recarmi in spiaggia... dove ho letto qualcuna delle storie in questione.
CF molto buono per i disegni, ma sui testi non mi ha fatto questa grande impressione... anche perché ero distratto dai bikini a natica libera... anche loro ben disegnati e variopinti.
Ambrosini filosofante, Chiaverotti semplicistico, Barbato mostreggiante e Accatino amplificato.
La copertina mi è piaciuta molto e trovo la polemica sui capelli abbastanza fuori luogo: quello che c'era da intravedere s'intravede sin troppo bene. L'unica cosa che mi lascia perplesso è l'
avana inutilerrimo di sfondo: non dà luce, non dà opacità, non dà carattere.
In ordine di lettura:
#1)
Il Minotauro. ____ Testi
7 ½ Disegni
7+ ____
Un mito(-tauro) rivisto a nuova vita ed una frase di Dürrenmatt che riecheggia per dargli un senso, enigmatico e sospeso
.
Non è poco, ed Ambrosini con queste metafore estese ci sa fare, con atmosfera (vedasi
Napoleone)... confondendo le carte dei futuri possibili nel labirinto del tempo che sferraglia su un treno simbolico.. (v.
Lungo Addio)
Dylan prigionero della propria immagine è costretto ad aspettare una mandria bovina per ritrovarsi libero - di cosa? - ed intraprendere un nuovo percorso con la sua Arianna, a non si sa quanto tempo di distanza dallla prima visita c/o la magione degli Evans, quando Leimona era ancora viva (pp. 8-10
Vs 27-28)
Se la vita è un sogno ed il risveglio uccide, meglio non affidarsi a Marzullo per addormentarsi davanti all tv
.
Una storia come questa non fa sognare, ma almeno ajuta a riconciliarsi meglio con le proprie corna taurine.
Disegni non giudicabili al 100% perché Ambrosini a colori perde un certo appeal, ma la colorazione è più che convincente nel tenerlo vivo.
#2)
Gargoyle ______ Testi
5 Disegni
7 ________
Paola in questo caso è l'opposto del Conte di sopra: si perde in un mare di chiacchere illustrative per arrivare a metafore esistenziali ed ataviche... con una grande fatica per il lettore e per la credibilità dellla storia stessa.
E c'è sempre un'eredità "artistica" di mezzo
.
In pratica il fattastro viene raccontato tre volte, la prima da Clementine versione guidaturistica, poi dal Duca versione storiografo di sé, poi dal Duca versione biografo di McManus.
In 32 pagine capirete che un po' troppo
.
Almeno i pochi scambi sono vivaci e l'ironia sbrigativa snellisce alcune fasi.
Abbastanza tamarro lo scontro tra Titani di pietra come la cornice misticofantasy di contorno.
Un plauso per gli orrori ipergotici di pietra, tra contorsioni e torture
pinhead-iche. Anche i guardiani sono resi molto bene finché non prendono il volo... e cominciano a sparacchiarsi palle di fuoco
Unico appunto su quel Dylan con gli occhi così piccoli da sembrare miope o rincotrullito, mentre i pettorali di Groucho palestrato mi sembrano un po' troppo dilatati...
... dall'amore? Beh, la bellezza (dilatata) è negli occhi di chi guarda, e Clementine qualche diottria in meno pare soffrirla...
#3)
Attenti al Goblin! _____ Testi
5 ½ Disegni
8 - ______
...ma non sparate sul
Chiave Questo è il suo tenore dylaniano quando strimpella sui tasti di qualche sua vecchia creatura, per revivalizzare le serate al saloon degli aficionados.
Poco da dire: fa meno danni che con la ricomparsata di
Mana Cerace, e scaraventa Dylan in un'indagine dartritempi... e tempistiche, snodate piuttosto bene.
Non c'era bisogno di aspettarsi chissacosa; qui il mistero è patente dalla prima uscita (guidata) e ripassa dal tagliando di garanzia del facile animalismo. Botolante o meno
.
Vendicativo e giustizialista? Ci può stare, in linea col Dylan molto-poco-corretto in chiave chiaverottiana anni '90s.
Molto belli i disegni, a partire da Shirley
e dallo splatter, finendo nel parco a tema fiabesco... e la colorazione c'azzecca.
Anche la concitazione dello scontro nell'arena è resa molto bene, come per le altre scene d'azione (con echi del
Capobranco).
Un pajo di occhiali da sole vi seppellirà...
#4)
Prigioniero ____ Testi
7 - Disegni
8 ____
Ok, Accatino è una penna di gran stile, ma qui mi tocca staccarmi dal coro di voci colorate... senza grandi scoramenti, comunque.
In pratica una buona storia, ma nulla di eclatante... forse perché l'autore non si trova molto a suo agio con così poche pagine a disposizione
.
L'ultimo colpo di scena non è telefonato ma comunque arriva un pre-alert via mail già dalla prima pagine... e ricorda decine di scene simili in film sui bambini satanici.
Quello vero è solo per la pistola di Groucho .
L'economia delle pagine è giocata malino, perché forse Accatino si perde un po' troppo nel ricalcare le tempistiche delle sceneggiature per il cinema (o delle serie tv) che non sempre coincidono con quelle di un fumetto.
Antefatto
home-placed che dura troppo, come dura troppo la sezione thriller-poliziesco-violenta sul sequestro di Dylan stesso da parte della famiglia squinternata di turno, che s'improvvisa becera e delinquentesca pur parlando a gogo.
Il bambino meritava più spazio, come inquietudine, e regalare una tavola intera (l'ultima!) ad un'ambulanza mi sembra inopportuno. Da croce rossa sul registro...
Per il resto molto bene i dialoghi, il senso di reclusione e miseria umana, come la chiesa sullo sfondo.
Grande qualità per i disegni e la colorazione, per quanto Dylan sembri
Luca Argentero...
****To conclude...
... visto che sono più pigro del solito e sto per tagliare la corda... qualche sconsiderazione sparsa sulla testata, ricopiata da un mio recente post:
memmedesimo ha scritto:
un po' scarsino come bottino - quello di 13CF - dopo oltre 50 storie. La maggior parte naviga tra inutilità ed ovvietà, non aggiungendo nulladikè, a parte la
vividness del colore e qualche gueststar in affacciamento curioso sui lidi dylaniati.
Eppure doveva essere il fiore all'occhiello tra sperimentazione e contaminazione.
Le uniche chicche a livello "alternativo" sono le copertine e qualche tratto fuori-standard. Per il solito sconforto del nulla di nuovo, specie nelle storie stesse, che dovrebbero essere invece il cardine di tutto, a parte la patinatura della confezione
Penso che la testata vada ripensata, anche se vende bene.
Più coraggio nello scrivere da "outsider", e più dinamismo nello sfruttare le pagine a disposizione: la formula 32x4 non deve essere monoliticamente castrante, anche perché pochi autori sono a loro agio con questo format e gli andrebbero concesse più libertà, creative ed editoriali.
Meglio variare&variare, osando... chessò, anche con due brevi da 16 e due semilunghe da 50... oppure una macro da 70 e cinque schegge da 10... tanto per dire...
ALOHA REPETITA JUVANT
JUVENTUS PETITA (AD JUDICIUM)