Cravenroad7

quando entrambi sono cloni della stessa persona, "parenti" se vogliamo

in tutte le sue varianti... sarebbe stato interessante mettere a confronto le vere emozioni del protagonista con i loro riflessi nei cloni... mentre qui sembra che i cloni assolvano (più di nome che di fatto, sarebbe poi da dire) le caratteristiche del personaggio, svuotando l'originale di quei tratti.

forse il clone numero 6 non è stato risvegliato

ma se veramente nessuno dei cloni, compreso il numero cinque, è davvero Dylan, e se esso torna nell'ultima scena, mi sarebbe piaciuto che proprio in quest'ultima scena il contrasto si notasse, mentre il Dyd a letto con la tipa è ne più ne meno "sfuocato" come quelli visti in precedenza (anche perchè il controfinale -poco chiaverottiano IHMO, senza che questo sia una nota negativa- lo rivela come clone, quindi "difettoso", altro che il "vero" Dylan!)

E' un clone solo a livello di supporto fisiologico. Vedi mancanza di sangue.
Per il resto #5 rappresenta la capacità - discutibile, eh - di riprodurre un Dylan completo, con tutti i suoi pregi&difetti, in qualsiasi epoca.
E calarlo in inferni senza fine...uno dentro l'altro, a spirale, all'infinito.
Non tanto diverso da quello proposto come indagatore a Londra, quindi, di cui mantiene le caratteristiche immutate. Non per nulla non lo alterano di una virgola, per paura di condizionare il 5° [numero ricorrente] senso e mezzo.
E' come se al posto di Craven Road 7 un giorno si risvegliasse in quella capsula amniotica.

Per questo è molto più "originale", "attuale" e "completo" di qualsiasi altro suo collega, che invece forza soltanto un aspetto del suo carattere, portandolo agli estremi del pupazzesimo stereodoppato per motivi utilitaristici .
Lo puoi sbattere in qualsiasi contesto, ma si troverà sempre di fronte all'orrore.
E' il suo pane mestierante. Ed è questo che lo contraddistingue.

In più il finale, per gioco, getta qualche sospetto sull'entità di un qualsiasi Dylan a piede libero nel XXI° secolo, come si accennava in quel di Stepford, vent'anni di rasojate fa

ALOHA !

Una storia così scorrevole su un albo della serie regolare non ricordo di averlo mai letto. Alcune tavole sono spettacolari, colori magnifici che esaltano il tratto di Mari che non mi ha mai fatto impazzire.
La lettura scorrevole è però l'unico punto forte di una storia che sembra più un minestrone di cliché cinematrografici/videoludici e al tempo stesso un impasto confuso di quello che è il Dylan vecchio: le freddure di Groucho, la sensibilità di Dylan che alla fine emerge anche nel clone freddo e distaccato ("anche noi siamo Dylan Dog") e al tempo stesso il suo anticonformismo ("decollare e nuclearizzare); e poi il Dylan nuovo con richiami al futuro della serie dall'ambientazione inusuale alla comparsa (molto forzata) di Bloch che però dice "non sono più me stesso dal 2014".
"Groucho lanciami la pistola" è la frase che fa scadere nel banale, ma perché no, nel ridicolo la storia. Spero sia una caduta di stile volontaria a richiamare i tanti scivoloni simili (quei finali che fan cadere la braccia) che hanno contraddistinto purtroppo tanti, troppi finali di storia.
Il finale è la classica conclusione che richiama la ricorsivitá dell'incubo tipico della serie, che onestamente mi ha infastidito ma che forse vuol essere un messaggio di rassicurazione per quegli appassionati che temono le novità.
Tuttavia, se vogliamo coglierli, possiamo sperare in alcuni segnali positivi: linguaggio più snello e scorrevole, cambi e novità doverose per la serie sia per quanto riguarda i personaggi secondari ("sei licenziato" diretto a Groucho, che sia vero un po' ci spero) nonché il protagonista, e perché no speriamo in storie originali, più avvincenti e misteriose.