Cravenroad7

a me non dispiace,ma aspetto di vederlo il mese prossimo in bianco e nero per essere più sicuro!

Ottimo albo, una storia diversa dai precedenti racconti sull'indagatore dell'incubo. Narrazione ambientata in un futuro che riprende per alcune caratteristiche il videogioco Dead Space e molti film citati precedentemente da altri utenti.
Belli i disegni di Nicola Mari e i colori, secondo me, sono stati azzeccati al 100%.
Storia piacevole e scorrevole, piena di citazioni. Ho trovato interessante l'idea di mettere come protagonista di questa vicenda non il nostro amato Dylan Dog ma un suo clone.
Voto: 9

Le storie come queste non sono il mio genere ,però l'ho apprezzata lo stesso per i dialoghi scorrevoli e per il cameo "amoroso": Bravo Rrobe a scegliere lei! Si legge che è un piacere. Finale old style
Ma Mari a colori,no,però.......

Il premio della critica "Horror Post" per il commento più orribile arrivato sui social network va a quello che da del vecchio rincoglionito a Sclavi per aver affidato Dylan a Recchioni.

Copio e incollo dal forum di Comicus la recenaione di mr glass...tra l'altro confermata da rrobè.
S
P
O
I
L
È
R

Un bellissimo numero.
Fuori dal tempo e dagli schemi, è un albo (quasi celebrativo) che può essere collocato in qualsiasi punto della cronologia dylandoghiana ma, al tempo stesso, è fortissimamente rappresentativo del cambiamento in atto.
Forse sono io che vado troppo oltre con le interpretazioni, ma a me è sembrato un vero e proprio manifesto metafumettistico.
C'è una nave alla deriva (la testata di Dylan Dog), troppo preziosa per essere abbandonata e ancora "in grado di prestare servizio per altri cinquantanni".
(click to show/hide)
La nave è piena di prigionieri (i lettori) tormentati da spettri allontanatisi dall'inferno, così come i i fan sono tormentati dagli echi di personaggi (non a caso, Bree e Bloch) e paure ormai lontani dalla loro fonte di origine.
Periodicamente (mensilmente?), una replica di Dylan Dog viene inviata sulla nave nel tentativo di metterla in salvo, ma fallisce ogni volta.
La replica viene affiancata da creature artefatte (quasi parodie dell'originale), nelle quali vengono accentuati solo alcuni aspetti del personaggio, finendo ogni volta per tradirlo (il Dylan Dog ipersensibile e moralista, il Dylan Dog saputello e spettatore).
Queste creature sono però fini a loro stesse: agiscono (sono scritte?) col pilota automatico e non sono in grado di aiutare Dylan a completare la sua missione di salvataggio ("la mia programmazione mi impedisce di andare oltre questo punto").
L'unico modo per salvare la nave è distruggerla e ribaltare la dinamica che l'ha portata a perdersi nello spazio in balia degli spettri: anziché portare avanti lo stallo limitandosi a subire i tormenti dei fantasmi usciti dall'inferno, bisogna spalancare le porte di questo inferno e tuffarcisi dentro, risalendo all'origine di tutto e accogliendo le sfide che seguiranno.
Il finale, aperto e spiazzante come nella miglior tradizione della serie, sembra volere ammettere che che, nonostante la riapertura dell'inferno e la rivoluzione alle porte, anche questo Dylan sarà, necessariamente, una replica dell'originale.
Questa volta, però, si tratta di una replica consapevole, che è stata in grado di andare oltre i limiti della sua programmazione e ha deciso di distruggere per ricostruire, finendo (ricominciando) significativamente non dallo spazio ma dal classicissimo letto e dalla classicissima fidanzata del mese.


Io dico bravo, Rrobe. hands80.gif
Ma bravo veramente.

Bella lettura, non avevo notato tutti i parallelismi, ma una buona parte era venuta in mente anche a me.
Ormai ho l'impressione che dopo vent'anni ognuno ha la sua idea di dylan, e soddisfare tutti sta diventando impossibile. Ci sono i lettori da fb, quelli che dedicano alla lettura del fumetot la stessa attenzione che dedicano agli annunci futuri (ossia zero) che strepitano per i cambiamente non accorgendosi che dylan è GIA' cambiato nel corso degli anni, solo che nessuno è arrivato ad annunciarlo. E per questi Dylan basta che abbia la camicia rossa e la giacca nera, che dica giuda ballerino e può pure sgozzare cuccioli di gatto e neanche se ne accorgono. Per me invece Dylan può pure indossare una tuta da astronauta, ma le caratteristiche che lo rendono Dylan sono altre: la capacità di seminare il dubbio, di proiettare le proprie paure, di dare uno spunto di riflessione... è questo l'importante, poi può farsi pure la tintura bionda. Le paure dei vari Recchioni/Medda/Barbato possono pure non essere le paure di Sclavi (e non lo sono e non lo saranno mai), ma sono paure... troppe volte ho visto Dylan come un semplice personaggio da fumetto d'avventura le cui gesta non vogliono dire niente più di quello che raccontano sul piano puremente letterale.


Una critica che ho trovato sensata è il fatto che ormai uan storia per essere davvero buona sembra aver la necessità di essere sempre molto borderline, e che mancano le ottime storie fra quelle perfettamente canoniche... in effetti finora è stato vero, fra ambientazioni spaziali e figli di dylan... però la conclusione dell'albo come su rilevato, sembra voler promettere che il futuro sarà diverso, in fondo per una storia normale ci sarà tempo, mentre per quest'albo che doveva essere di richiamo e di spartiacque è lecito aspettarsi una storia più anomala.

Quanto ai disegni, ottimi e suggestivi, Mari riesce a rendere tutte le inquietudini che la storia sembra voler produrre.
Dylan prevalga!

Il tanto atteso 337 è finalmente arrivato con l'arduo compito di aprire un nuova era della storia Dylandogiana. Riuscirà Recchioni a dare una nuova energia vita alla serie ? Sotto la sua direzione leggeremo delle storie con la S maiuscola ? Ma sopratutto la domanda più importante: il nuovo direttore sarà capace di salvare Dylan dal grigio torpore che da troppi anni lo avvolge ? Perchè se partiamo dall'albo in questione nascono parecchi dubbi. Una trama particolarmente identica (con sfumature neanche troppo marcate) al film "Punto di non ritorno" e altri diversi film dello stesso genere, disegni buoni ma non eccellenti e un finale troppo "classico" anche per gli albi più "classici". A questo punto sorge spontanea una domanda: perchè iniziare a rinnovare il nostro personaggio partendo da un genere (quello fantascientifico) che più di tutti lo ha meno caratterizzato ? Perchè se l'albo in se e per se risulta essere superiore alla (modesta) media non posso dirmi convinto del tentativo di rinnovamento.

Questa sede potrebbe essere la meno adatta per una riflessione sul futuro di Dylan, ma è innegabile che qualche interrogativo deve essere posto. Siamo sicuri che con un nuovo frontespizio sia la novità che stiamo da anni cercando ? Siamo sicuri che licenziando il vecchio Bloch e introducendo nuovi personaggi (spero non con le solite vecchie meccaniche narrative) rilanceremmo una delle seghe più longeve della scuderia Bonelli ? Siamo sicuri che il percorso tracciato sia quello giusto, quello vincente ?

E infine la domanda più crudele di tutte: non sarebbe arrivata l'ora di terminare la brillante carriera dell'indagatore dell'incubo senza farlo sprofondare ulteriormente nell'oblio ?

Trovo veramente azzeccato il commento all'albo di Imp, soprattutto la parte sotto spoiler

8.
Ho soprattutto apprezzato molto il tentativo di "indagare l'indagatore", cosa che Recchioni evidentemente ama fare, qui come nel Giudizio del Corvo.
Belle le
Idea in realtà secondo me deboluccia ma sceneggiata molto bene. Spiegoni essenziali, deduzioni "marinaresche" di Dylan un pò meno...
L'unico neo, secondo me, è

Solo la copertina live vale 10!
Disegni di Mari in generale stupendi, ottimo il suo Dylan, ottime le mani e piedi etc etc etc belli pure i colori, che arricchiscono i disegni.
Bella l'idea del frontespizio, ma chi è quel ragazzino con i vestiti di Dylan addosso?

La tanto annunciata nuova conduzione sta iniziando ,
Questa storia col fatto che e' scritta da chi avra' le redini , ha un significato che va oltre.
Ma comunque parlando della storia e' una classicissima storia di fantascienza col canovaccio visto decine di volte , ma la cosa sorprendente e piacevole e' che questo canovaccio funziona sempre. I colori sono davvero ben studiati.
La storia ricorda anche molto il pianeta dei morti di billotta , con i fantasmi spaziali al posto degli zombi , il che toglie qualche colpo di scena , ad esempio il ghroucho deformato.
Ma comunque alcune trovate e alcuni dialoghi rendono la storia degna , i riferimenti a sfera e alien sono scontati da ricordare.
Detto questo sono davvero contento che finalmente il ciclo di Rrobe sta per iniziare , gia' da quando leggevo john doe pensavo e speravo che lui poteva far bene su dylan , e quindi una bella soddisfazione constatare che cio' e' accaduto , e vedremo , intanto ho visto il video della sergiobonelli editore e le parole di rrobe mi sono piaciute , in particolare quando dice ," ho chiesto agli sceneggiatore di osare" , di questo ha bisogno la serie , di uscire dagli schemi da compitino che negli anni precedenti ci hanno fatto storcere il naso a molti.

tornando alla storia
STORIA 7,5
Disegni 7,5

Da FB, ripubblicato dal Rrobe, non so se qualcuno l'ha già postato ma m'importa 'na sega* (ma fatta bene che non si sa mai - cit.):

Un lettore (mr. Glass) centra in pieno il sottotesto meta-editoriale di Dylan Dog 337, spazio profondo.
Visto che la fatica l'ha fatta lui, ve la ripropongo:

"Fuori dal tempo e dagli schemi, è un albo (quasi celebrativo) che può essere collocato in qualsiasi punto della cronologia dylandoghiana ma, al tempo stesso, è fortissimamente rappresentativo del cambiamento in atto.
Forse sono io che vado troppo oltre con le interpretazioni, ma a me è sembrato un vero e proprio manifesto metafumettistico.
C'è una nave alla deriva (la testata di Dylan Dog), troppo preziosa per essere abbandonata e ancora "in grado di prestare servizio per altri cinquantanni".
(click to show/hide)
La nave è piena di prigionieri (i lettori) tormentati da spettri allontanatisi dall'inferno, così come i i fan sono tormentati dagli echi di personaggi (non a caso, Bree e Bloch) e paure ormai lontani dalla loro fonte di origine.
Periodicamente (mensilmente?), una replica di Dylan Dog viene inviata sulla nave nel tentativo di metterla in salvo, ma fallisce ogni volta.
La replica viene affiancata da creature artefatte (quasi parodie dell'originale), nelle quali vengono accentuati solo alcuni aspetti del personaggio, finendo ogni volta per tradirlo (il Dylan Dog ipersensibile e moralista, il Dylan Dog saputello e spettatore).
Queste creature sono però fini a loro stesse: agiscono (sono scritte?) col pilota automatico e non sono in grado di aiutare Dylan a completare la sua missione di salvataggio ("la mia programmazione mi impedisce di andare oltre questo punto").
L'unico modo per salvare la nave è distruggerla e ribaltare la dinamica che l'ha portata a perdersi nello spazio in balia degli spettri: anziché portare avanti lo stallo limitandosi a subire i tormenti dei fantasmi usciti dall'inferno, bisogna spalancare le porte di questo inferno e tuffarcisi dentro, risalendo all'origine di tutto e accogliendo le sfide che seguiranno.
Il finale, aperto e spiazzante come nella miglior tradizione della serie, sembra volere ammettere che che, nonostante la riapertura dell'inferno e la rivoluzione alle porte, anche questo Dylan sarà, necessariamente, una replica dell'originale.
Questa volta, però, si tratta di una replica consapevole, che è stata in grado di andare oltre i limiti della sua programmazione e ha deciso di distruggere per ricostruire, finendo (ricominciando) significativamente non dallo spazio ma dal classicissimo letto e dalla classicissima fidanzata del mese."

Inutile dire che sono completamente d'accordo e ho votato ottimo.


EDIT
Ho appena visto che era già stato postato, ma ribadisco il *

Sul discorso meta; se i lettori sono i prigionieri e quindi Albione è la SBE, i "dipendenti" obbligati a lavorare contro la loro volontà sarebbero gli sceneggiatori?

Inizia la fase due e sono tra coloro che tornano all'ovile dopo aver abbandonato la testata intorno al 200.

Spazio profondo è un prologo, un numero zero più che un nuovo numero uno, uno spartiacque tra l'epoca che si è chiusa (una sorta di medioevo dylaniato) e una nuova che si sta aprendo (la quale, si spera porti ad una rinascita qualitativa).

La lettura mi ha soddisfatto e mi ha entusiasmato perché, al di la della storia, della trama, il discorso è autorale.
Nella conferenza dell'altro ieri, Recchioni in un lapsus ha chiamato Dylan Dog "John Doe". In realtà quel lapsus nasconde una verità: il linguaggio usato su Orfani. le Storie e, da adesso in poi, su Dylan è figlio del progetto di svecchiamento del fumetto popolare italiano, iniziato dal Rrobe proprio sulla testata dell'Eura editoriale 11 anni fa. Un eco il cui propagarsi non accenna all'arrestarsi.

I disegni di Mari non sono brutti. Il problema è mio personale, perché secondo me il Mari odierno perde il confronto con il Mari del primo lustro di Nathan Never. Inarrivabile anche per se stesso.

I colori di De Felici ben si sposano con l'atmosfera insolita del racconto, dando un significato artistico oltre che celebrativo alla scelta del numero a colori.

Bello il nuovo logo che innova senza tradire e stupende le illustrazioni di Stano. Una copertina densa di significati e un frontespizio fresco e spiazzante.

Voto: Buono (7 - 8)

Bah allora uno con la fantasia potrebbe dire , che e' una rappresentazione dell'Italia ,la nave che affonda e da salvare cosi' devono recuperarla e allora arrivano i vari salvatori e i salvatori dei salvatori , cioe' Monti , Letta poi Renzi...
Perche' no? Potrebbe andare bene come chiave di lettura.
Dai troppa fantasia nelle interpretazioni...

Per quanto riguardo dogares ed al dylan di sclavi ,
Secondo me non ci sono piu' i presupposti per un dylan cosi' il mondo e' cambiato , e' tutto piu' veloce , internet le notizie i cellulari ,
E persino i personaggi di cui sclavi raccontava non esistono piu' , perche' non esistono piu' nella realta' , penso a quei personaggi in secondo piano , agli uomini invisibili, alla prostituta con i sentimenti , all'omino con gli occhiali che ti scruta da dietro le lenti .
Adesso penso che nemmeno sclavi saprebbe raccontare l'oggi , penso solo al fatto del cellulare , che pure io , cosa che mi avvicina a dylan, ho fatto una fatica della madonna ad utilizzarlo e farmelo risultare utile . Credo che Rrobe sia la persona giusta a questo rinnovamento della serie , e lo spero.

Oppure sclavi saprebbe raccontare l'oggi da un suo punto di vista cioe' da chi non riesce ad adattarsi al nuovo , e cosi' rimane attaccato al vecchio , un po' come dylan dog o nathan never quando colleziona i dischi di vinile.

Il meta-testo scovato dal lettore è esattamente quello che ci ho messo io.
Nel senso, ho scritto questa storia in un momento di cupe riflessioni su Dylan a cui, metaforicamente, cercavo risposta.