Bello. Non bellissimo.
Visivamente è tutto di enorme impatto: copertina (più bella dal vivo che su schermo), grafica, colori, disegni.
Saluto un ritorno che mi pare pochi abbiano notato: lo sfondo nero della quarta di copertina. Anche quello faceva Dylan Dog, non certo quei grigi e bordò che non mi significavano un cazzo degli ulimi anni.
Anche la storia è bella e d'impatto. Ma non è nulla di epocale. E' il Dylan lineare e un po' rigido degli ultimi 15 anni, pieno ancora di prudenze "gualdoniane" (tipo: la spiegazione del tiro della pistola ammazza un po' la potenza della scena) e il ritmo che si ingolfa per due volte in due spiegoni belli pesi, ok certe cose andavano dette, ma boh si poteva farlo in modo più sciolto. Non voglio fare per forza l'irriverente, ma a tratti, complice anche il tratto di Mari, mi è sembrato di leggere una variante migliore (molto) di "Goliath" e "Trash Island"...
Però, ripeto, bella storia con una trama che si presta ad una lettura metanarrativa con parecchie allusioni ai passati problemi e ai futuri cambiamenti, e un finale di grande suggestione.
Gradite le citazioni di tutti e quattro gli "Alien", della "Cosa" e "Black Hole". La splendida sequenza della casa con la pioggia mi ha fatto voglia di rivedere "Solaris".
Craven ha scritto:
Tra tutti i film citati non c'è Event Orizon " punto di non ritorno", film al quale questo racconto deve molto... forse troppo.
Già. Occhio però "Punto di non ritorno" era
identico a "Le due Sfingi" dimenticata storia bonelliana di Beretta e Russo pubblicata su Zona X qualche anno prima del film. O entrambi si ispiravano a un ulteriore modello o almeno uno degli sceneggiatori hollywoodiani del film aveva letto sicuramente il fumetto italiano.
Non molto tempo fa avrei votato ottimo, ora le aspettative e la mie pretese sono molto più alte: buono.