Non necessariamente il grigio -
uno dei miei colori preferiti - è sinonimo di grigiore o vile indecisione, sospesi tra bianco & nero
.
...Voglio dire che non condivido in parte l'ottimismo potenziale di
rimatt sul fatto che
rimatt ha scritto:
Dylan è un personaggio vivissimo, potrebbe durare potenzialmente per sempre. Di incubi e situazioni inquietanti e misteriose è pieno il mondo
... ma neanche il fatalismo documentato di
dog per cui
dogamy ha scritto:
ciò che doveva dire e fare Dylan Dog l'ha già fatto e detto...
...Che [dopo] quasi 30 anni di storie, orrori, incubi, misteri... non abbia più niente di nuovo, di interessante da dire.
Io penso sinceramente che
moltissimo dipenda dagli autori e dalla loro verve creativa, oltre che dalla capacità editoriale di mettersi ad un tavolo a discutere di quale taglio (libero?) restituire alla testata, di quali orizzonti scalfire e quali certezze far venir meno... per rimetterla a nuova & feconda vita
.
Dylan non mi sembra un personaggio (da edicola) che sprizzi ancora tanta vitalità.
Un po' per colpa sua - auto-predato dai suoi cliché, a dozzine
- un po' perchè legato ad un certo fenomenismo di costume ormai sorpassato, un po' perché inscatolato da un decennio di rigore qualunquista e conservativo (pro bimbiminkia), un po' perché è difficile per una serie horror ridarsi lustro ad ogni più sospinto.
E' molto più semplice per un fanta-
Nathan o per un mysterico-
Martin trovare interspazi narrativi immensi in cui inserirsi, variazione su variazione, motivo su motivo, episodio per episodio, a raffica autopropulsiva
.
La paura purtroppo non è inesauribile ma porta all'esaurimento... anche di sé.
Come tema e come dinamiche.
Testimone una certa produzione cinematografica horror che nell'ultimo decennio stenta ad uscire da un'evidente stato di stagnazione e ripropone sempre la stessa solfa, con la scusa di ammiccare compiaciuta al "genere"... perdendo la capacità di stupire e di creare attesa, che sono alla base dei contenuti "da paura"
.
Detto questo per fortuna Dylan non è solo un fumetto horror e vanta notevoli frecce al suo arco, se qualcuno è in grado di usarlo dinamicamente, con ispirazione e qualità
.
Tenerlo in vita non vuol dire attaccarsi ad un malato in coma vegetativo irreversibile.
Sono convinto che numerosi autori abbiano da dire ancora molto per questa testata.
Alcuni finora non sono stati in grado di esprimersi perché tarpati da una certa linea editoriale.
Altri messi alla porta perché non ritenuti idonei alla causa, e pronti a rientrare dalla finestra alla prima occasione opportuna per mostrare il proprio talento.
Adesso spero le cose cambino perché c'è in giro una sincera voglia - anche programmatica, vedi
Rrobe - di rimettersi in gioco e rimettere in gioco la vita stessa dell'Old Boy... magari sfruttando il trend di certe serie tv o una maggiore libertà nella composizione, più coraggiosa ed intraprendente
.
E non parlo di stravolgimenti tali da trasformare la serie in altro da sé.
A parte gli stadi della decomposizione...solo ciò che non é vivo non è in grado di mutare, adattandosi a luoghi, tempi e personalità diverse.
Sul cambiamento sono comunque fiducioso.
Spero solo che non ci siano le solite levate di scudi sul fatto che "
Dylan non è più come una volta".
Non lo è neanche il sapore dell'uva.
E Sclavi lo sa. Eccome...
Provate ad assaggiare i lychees.
FRUTTAROLOHA
@
Skel.
Quello è un (r)impianto dopo l'altro
.
Tante siliconature e silicionature per nulla.
Ma d'altronde è noto che i sardi ambiscano alla Corsica...