Cravenroad7

Il mondo perfetto è tanto Sclavi e molto poco (?) Barbato.
E questo non so se sia un pregio o un difetto.
Soggetto esile sorretto da una sceneggiatura debole e poco incisiva (il prequel del trittico MartyAssassinoAscensore) condito da suggestioni oniriche tipiche del Maestro.
A me non piace, a tratti stucchevole, privo di qualsiasi mordente.

Un buon Roi.

Buonissima storia, soggetto diviso tra Sclavi e Barbato ma la sceneggiatura è in mano al papà di Dylan e si vede: pochissimi dialoghi (si legge in un attimo) e tante suggestioni, simbolismi, allucinazioni e momenti onirici sorretti con bravura da un ottimo Roi. Pecca il finale spiegando tutto, troppo, mentre l'albo avrebbe giovato nel mantenersi ermetico o al limite fornire più di una possibile interpretazione al lettore, come accadeva ai bei tempi d'oro.
Non avrebbe sfigurato la pubblicazione su uno Speciale, dove forse ci sarebbe stato più spazio per diluire gli indizi e mescolare le carte, aggiungendo imprevedibilità alla soluzione.

Iniziandola a leggere, mi è subito venuta in mente la storia "L'ultimo uomo sulla terra": similare situazione postapocalittica in cui si capisce sostanzialmente poco, disegni di Roi (belli, con quel tratto sottile e spigoloso!). Peccato che l'altra mi colpì come un asteoide in caduta libera, questa, dopo un inizio promettente e accattivante (che gli fa valere la sufficienza), mi ha spinto a leggere velocemente per arrivare alla fine. La sceneggiatura è fatta anche bene, è pur sempre Sclavi ed è bravo, ma è la storia in sé a far "cascare le balle", con un finale raffazzonato. Si sente la mancanza dei coprotagonisti, in questo albo: quantomeno Groucho fa la comparsa nell'inquitante visione "televisiva" nel sogno di Rupert/DYD, ma Bloch e una controparte femminile lasciano un vuoto che il povero Dylan, per quanto doppio, non riesce a colmare

Sostanziale rivisitazione de "Il confine". In un'altra chiave, va bene, ma siamo lì. Bof, a tratti molto affascinante, a tratti scontatissimo. Una cosa che ho molto apprezzato: Julius il guardiano, proprio come in un sogno, non ha una faccia.

Una delle rare storie sceneggiate da Sclavi in cui non c'è il minimo spazio per ironie e battutine varie.
Ed è un peccato, perchè l'albo ne avrebbe avuto bisogno.

Il tono è esasperatamente "strappalacrime" dall'inizio alla fine. Coinvolgente sì, ma anche monocorde e ricattatorio (si ha la sensazione di sentire lo sceneggiatore che ti sussurra continuamente all'orecchio: 'Se non ti commuovi, sei un lurido bastardo dal cuore di pietra!'... E' una cosa che personalmente mi infastidisce molto ).
Un po' di umorismo, seppur minimo, avrebbe se non altro aggiunto varietà alle atmosfere.

A me il soggetto ha fatto pensare al racconto It's a Good Life di Jerome Bixby, trasposto ben due volte in Ai confini della realtà (una nella vecchia serie in bianco e nero, un'altra nel film dell'83 con la regia di Joe Dante). Comunque, per quanto mi riguarda, sa di già visto: non appena si intuisce dove la storia vuole andare a parare (cosa che avviene abbastanza presto) resta poco di apprezzabile.

Ma forse il difetto principale è che il soggetto è troppo esile per 94 pagine. Ci sono varie sequenze che danno l'impressione di essere state messe solo come riempitivo. Vedi la parte del barbone smemorato.


Come 'melodramma puro' è senz'altro meglio Johnny Freak, che pure non è privo di difetti.

Nel sondaggio di Bo.82 su FB è un altro di quegli albi che ha avuto un inatteso exploit.

Il 'melodramma' (inteso come storia-strappacore) è un genere da sempre popolare presso il grande pubblico.

Non è una critica. Solo una constatazione.

E' verissimo. Ma io criticherei eccome

Io ho votato ottimo, e per me è un 9 che non raggiunge il 10 a causa di un Roi a mio parere ha "tirato via" davvero troppo.
Ma per il resto l'incubo.c'è, ed è reso con grande spessore.
Il finale effettivamente stride con il resto, ma io l'ho trovato comunque ben più che accettabile nella complessiva economia dell'albo.

Se questo Roi è tirato via che dire di quello attuale?

Che quello attuale è ancora più tirato via, così come quello di "Il mondo perfetto" è molto più tirato via di tantissimi lavori precedenti.

A mio parere è ancora dignitosissimo. Dopotutto segue direttamente quello della sua fase migliore ('92-'97) e ha fascino da vendere.

Su questo sono d'accordo con te. Anche l'attuale Roi mi piace in generale, oltre a continuare ad essere assolutamente calzante ed a suo agio su Dylan Dog. Nel recentissimo "Il pianto della Banshee", ad esempio, ha fatto un ottimo lavoro.
Dispiace solo che non potremo con ogni probabilità più gustarci cose come "La morte rossa"...ma fermiamoci o finiamo OT.

Bellissima storia...

Non so che sostanze avessi assunto per scrivere quello che ho scritto sopra, ma rileggendolo l'ho trovato un ottimo albo, con un Roi estremamente adatto alla situazione.

Anzi, lo so cosa avevo assunto o, meglio, cosa NON avessi ancora assunto: le rujate post 100