Veniamo a Dylan Dog. Con il numero 338, Mai più, ispettore Bloch, hai mandato in pensione uno dei comprimari più amati della serie. È stata dura per te? Da chi è venuta la decisione e l’hai condivisa?
Amo molto il personaggio di Bloch e non mi piaceva per niente il ruolo che si era ridotto a recitare, quasi una macchietta sempre uguale a se stessa. La decisione è stata di Roberto con l’appoggio totale di Tiziano e a me stava benissimo pensare di rompere i ceppi in cui il personaggio era rinchiuso. Ho avuto modo di renderlo pieno co-protagonista di almeno tre albi che ho scritto ed è stata una soddisfazione immensa, è un personaggio molto ricco e perfettamente definito, ha grandi potenzialità che finora erano rimaste inespresse. La sola difficoltà di quell’albo sono stati i tempi di realizzazione che sono stati giocoforza stretti, il tempo era poco, Bruno disegnava man mano che io scrivevo e non si poteva tornare indietro. Così il risultato non mi ha soddisfatta quanto avrei voluto.
Roberto Recchioni ha assicurato che tornerai sui due personaggi introdotti in quell’albo e che hanno avuto un certo seguito di fan: Nora e Gus. Quando li rivedremo, puoi anticiparci qualcosa?
La storia è già stata scritta, Bruno è all’opera e io mi sono divertita un mondo. Basta?
Il tuo prossimo albo dell’Indagatore dell’Incubo uscirà a maggio, sarà disegnato da Raul e Gianluca Cestaro. Uno spoiler per i nostri lettori?
Uscirà a luglio, non a maggio. E credo sia in assoluto la storia più complessa che io abbia mai scritto, almeno dal punto di vista del disegnatore (i disegnatori, in questo caso). Raul e Gianluca hanno scritto col sangue il mio nome sul loro libro nero ma i risultati sono da mozzare il fiato. Spoiler? Non posso, vi basti sapere che verrà scardinata un’altra costante dylaniana.
E del Dylan a cui sta lavorando Carmine Di Giandomenico che ci puoi dire? Così scrive su Facebook, con grande affetto e rispetto nei tuoi confronti: “Mi sono riletto per la seconda volta la sceneggiatura che dovrò illustrare. Paola Barbato è immensa. E’ un onore poter reinterpretare DYD. Tornare a lui, attraverso la guida di Paola.”
È il remake de “Il lungo addio”, un’impresa difficilissima e incredibilmente stimolante. Ci ho messo più tempo a scrivere queste 32 tavole che due albi da 94. Ma alla fine credo di aver portato rispetto all’originale. E poi, sul finale, ho avuto un “aiutino” dal suo creatore, Mauro Marcheselli.
Ci sono solo Sclavi, Claudio Chiaverotti e Pasquale Ruju che hanno scritto più pagine di te sulla serie regolare dell’Indagatore dell’Incubo. Inoltre de Le Storie realizzate finora, ben cinque sono tue, nessuno ha fatto meglio di te. Ti senti un po’ un’icona Bonelli?
No, icona no. Sono una che lavora perché ama lavorare, finché me lo lasciano fare quella fortunata sono io. La mia ambizione è di essere considerata una che ha scritto delle buone storie, non una che ha scritto tante storie. Perché quello son buoni tutti.
La domanda è legata e introduce questa, un po’ scomoda. Hai iniziato a scrivere con Tiziano ancora all’opera su Dylan, diversamente da Recchioni che è arrivato dopo. Roberto non ce ne voglia, ma perché lui e non tu come curatore e responsabile di Dylan Dog? È una domanda che non pochi si sono posti. Ti va di rispondere?
Non esisteva una mia candidatura. Non è il mio ruolo. Sono sempre a disposizione della casa editrice, mi hanno definita un’ “aziendalista” e sì, lo sono, quindi se c’è bisogno di me mi metto a disposizione. Ma io sono un’autrice, non una editor, io amo scrivere, non valutare o correggere lo scritto degli altri. Mauro e Tiziano lo sapevano, quindi il mio nome non era in nessuna rosa.
Intervista completa:
http://www.badcomics.it/2015/05/intervi ... rie/61316/