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#335 - Il calvario
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MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 8:04 pm 
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Letto. Mi si perdoni, ho votato OTTIMO!

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 8:14 pm 
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Non male questa storia… anche se il vero caso umano da studiare non è il marmocchio afflitto ma l’autore che ci affligge con le sue marmocchierie, da buon baco che non spicca il volo né fila seta… :cry:
Nel senso che qui il solito Gualdo si lascia andare ancora una volta alla sua personale hit list di citazionismi da sfoderare per imbastire una specie di storia, carente di soggetto, ma straboccante di auto-omaggi e sfruttamenti d’immagine.
In pratica un sotto-prodotto da nerdismo fanfiction-aro, come altri hanno suggerito.

Non si può neanche dire che senza questi rimandi forzosi la storia se la caverebbe più egregiamente, perché tolti quelli perderebbe ragione di esistere, e si affloscerebbe sulle sue carenze prive di ossatura.
Altrove si era limitato a camei funzionali o più giocosi, di riesumazione in riesumazione, qui invece è quasi tutto integralmente abbarbicato a qualche retrologismo storico in vena di riscaldata, nel microwave del rimestamento meccanico :dito: .

Non ci facciamo mancare nulla dal menu. Coperti compresi.
In disordine sperso (nella memoria):

Spoiler!
    La Morte e La Vita (#161, Il sorriso dell’oscura signora)
    L’appello accorato a sora Morte, contro il tempo (#89, Oltre la morte)
    Un mostrazzo che passava per caso nei sotterranei di un ospedale (#14 Fra la vita e la morte)
    Un Giovannino a casO/-a, anche se poco freak (#81, kellodicoaffare)
    Una via crucis ospedaliera (#280 Mater Morbi)
    e altro (?) che per fortuna mi sfugge... :|


A parte questo l’albo ha i suoi pregi, nell’appeal “umano” emozionante e nella rappresentazione di alcuni orrori.
La sceneggiatura ingrana molto bene per tensione/avvicendamenti – eccetto l’ultima dozzina di pagine – e i disegni sono davvero piacevoli (con riserva).

Complici anche certe revisioni recchioniane, da Ottobre in poi ho avuto poco da recriminare sulla serie regolare… eccetto che per l’isola daa munnezza di Mignacco (Gennajo) e la ninfetta reclusa di Marzano (Marzo). Mi sembra una media alta a conti fatti, rispetto alle stagioni precedenti, ed un buon segno per il futuro prossimo non-deteriore :wink: .

Se non vi deteriorate le diottrie residue posso pure scrivere qualcosa più nel dettaglio:


^^^^ SPOILER ^^^^^ SPOILER ^^^^^ SPOILER ^^^^^



Vabbé, si era capito già da pagina 11 che la Morte c’entrava qualcosa [ancooooooooora :!: :!: :!: ] e che si puntava alla massime aforistiche di vita (o Vita) per tirarsi fuori da questo nuovo impiccio architettato su misura.

La parte (melo)drammatica punta a decantare sul magone facile… ed in parte ci riesce facendo leva sui tasti classici ... anche perché trascina pienamente il lettore nel per-/de-corso di un lungo calvario, ora clinico, ora umano, ora quasi mistico – v. scena della chiesa.
Sono le cose più riuscite, non c’è dubbio: la tragedia della perdita di un figlio lascia sempre il segno, e vissuta sulla pelle di Dylan non poteva che calcare certe angosce - anche se Bloch non menziona Virgil. Almeno qui una citazione ce la siamo risparmiata. Fffiuu :3 .
L'anima della storia quindi è proprio questo iter-calvario di lancinante sofferenza, mano nella mano, padre-figlio controtutti, che porta da un malore in classe all'obitorio, passando per l'infermeria scolastica, un pronto soccorso, un reparto di medicina generale, ed uno di malattie infettive :x: .

Quel ping pong tra dottori imprecisanti e reparti irresponsabili - un orrore molto reale, ahinoi :evil: :( :evil: - verso un'escalation ruvida di impotenza e fatalità, sembra quasi un richiamo ospedaliero alla burocrazia asfittica ed indisponente del Modulo A38, rimbalzata su un' ambientazione da Mater Morbi.
Il dolore di Dylan non cede mai allo stucchevole, specialmente quando ha il coraggio di ammettere le proprie paure (p.25) o quando gli tremano le mani davanti ad un telefono in auspicio di cattive notizie (p.71)

Lo stesso non posso dire del suo appello accorato alla Morte (pp.82-83), che suona abbastanza... a morto, per inutilità. Ma almeno si ricconnette al Cristo crocifisso ed il suo personale Calvario, sul Golgota, in sacrificio.
Molto buono in parallelo anche il dramma della memoria/perdita - che ostacola la vita - nella famiglia Shore.
Alla fine il vero auto-plagiato (e raggirato) è lui, mentre nella consorte persiste la "sana" ombra di una maternità ancora in vita :o .

Splatter inserito a fatica, per ragioni quasi decorative o comunque collaterali (incidente ad Amelia, scuola di mostri, decapitazione in casa Shore) :tc: .
Dialoghi rivisti...e si vede... ma certe battute di Dylan ad effetto (ricercato) mi sembrano un po' forzose e rigide, nello snaturalizzare certi scambi. Come "figlio di satana" (p. 27) "mio figlio, il mostro" (p.30).
Ed anche Johnny sfoggia spesso un frasario semiforbito, non adatto alla sua età... :|

Come già detto, puro fanservice gualdoniano il ricorso allo stesso ospedale di Fra la vita e la morte ..."ekkitiritrovo!" nei sotterranei allucinati (pp.42-47). Un Cameo tira l'altro. Come le torte, in faccia.
Pessima (se non ruffiana) comunque l'idea di chiamare il pargolo proprio Johnny e rifarsi furbescamente a quella pietra miliare :evil: .

Per come la vedo io qui Dylan è un padre troppo "riuscito" ed, a parte qualche siparietto imballato, vive la convivenza col figlio - prima della malattia - in modo sin troppo dinamico ed empatico/comunicativo.
Me lo sarai immaginato più inettamente confuso, tra conflitti ed incertezze. In più tra vertenze alternative-style ed imborghesimento di routine risulta ancora meno credibile.
Abbastanza ridicolo che Dylan viva la sua paternità nella completa trasognanza..... e non pensi/accenni mai da quale utero sia uscito il pargolo, che altrimenti sembra piombato da chissà quale volo di cicogna lowcost, come bagaglio in eccesso… o trovato sotto i cavoli…a merenda. Sempre meglio del McDonald! :?

L'uscita isterica (di scena, ammazzata) di Amelia ha un senso, nonostante la caccia-allo-stereotipo messa su da Bertuccia&co.

La reazione assurda - quindi non tanto stereotipata, al massimo fictionalizzata - è un segno della sua debolezza fuori dal coro. E lo ammette lei stessa, tra un'ipocrisia e l'altra, nel passeggiatino squilibrato di rimpianti post-coitum-interrruptum (dall’imberbe) :oops: .
La sua morte non è così arbitraria ed ha un senso fra le righe: primo perché è introdotta da un Dylan bello che divanato mentre annuncia che “l’orrore sta per cominciare” al figliolo (p.9).
Secondo perché richiama al bisogno di sentirsi viva di Amelie (p.12.v) mentre la Morte aleggia alle sue spalle… e proprio la sua, di morte, con un cric per ammutolirla, garantirà al pirata della strada di farla franca… e non compromettersi la sua, di vita.
Un giochetto di richiami alla dipendenza Vita-Morte che sarà riflesso a breve nei traumatici guai della famiglia Shore :( .

Abbastanza insopportabile il solito vecho (malato) mysterioso in vena di dritte (pp.54-55)
Perla di sciocchezzeria clinica la sindrome del cigno - - seee... sull'Avon :lol:

Su Groucho non ci siamo: troppo teso, asciutto e cattivello. Davanti ad un bambino sofferente dovrebbe buffoneggiare un po' di più, sorridente... col nasino alla Patch Adams? Magari facendo tesoro delle sue ultime esperienze in un certo circo... :mrgreen:

Lo spiegoncino finale non pesa più di tanto, ma ha l’aria insipida del solito escamotage topolinesco partorito dopo una montagna di accidenti :roll: .
In più si copre di ridicolo, aggravando la posizione dell’orchestratrice di tutto quanto.
Per salvare un matrimonio derelitto, in pratica, la geniale Vita induce Dylan al quasi suicidio, fa rivivere due volte al bimbo lo stesso calvario, e ottiene un massacro familiare mica da poco :tc: :o :tc: .
Non mi meraviglio se nell’ultima pagina, al cospetto di una Vita di strazi così cialtronescamente sciagurata, persino la Morte appaja un’opzione saggiamente preferibile.

******


Martinello: buon esordio sulla regolare, ma ci perde un 30% rispetto alla versione a colori.
Il tratto è appesantito e le dimensioni della gabbia Bonelli rimpicciniscono troppo le sue creature, facendole soffrire di sovraccarico d’inchiostratura. Certe sfumature sgrattate sembrano invece a livello di matite pre-china.
Quando è più pulito si difende con molto stile (pp. 52-53) 8-) .

In alcuni casi sembra un De Vincenzo un po' più cartoonesco (pp. 13, 26, 32, 36, 67), in altri più adatto a Dampyr, come "dark mood".
Johnny ha un testone troppo grosso - come molti bambini a fumetti - e per Dylan si insiste sulle stesse espressioni poco riuscite (specie quelle di stupore, a dozzine) - p. 10.iii; 17.iii; 27.v; 31.v; 36.i; 48.i; 50.v; etc.
La notte che cala mestamente sul maggiolone sonnolento poteva essere resa trenta volte meglio... qui sembra roba made in Cossu (p.65) :cry:
Confusione sui generi: nei paesi anglo-germanici la Morte è un'entità maschile. Nell'italico Dylan ovviamente è una lady. Ma perché rappresentare ancora la Vita con quelle fattezze maschili se non asessuate? Nun me garba...

Ottime comunque le scene d'orrore nella scuola (pp. 20-21), lo scontro contro l'aborto di Hicks, la battaglia persa contro la malattia (p. 36)…
…e Mrs Shore in stivali e lentiggini (p.25) all'uscita da scuola è un vero schianto. Avrei volentieri rinunciato a mia madre, all'epoca, per una tipa così che mi venisse a prendere... :oops: :P :oops: :P :oops: :P

Mi ha ingannato con Goldrake (p.9.vi), ed il controller del preistorico Atari, facedomi presagire uno sbalzo temporale non-detto perché a pag 19 nella stanzetta di Thomas compare una Wii, un Transformers gigante generazione 2000, ed un poster dei Radiohead.
Ma forse anche Dylan vuole un figlio più vintage; lo dice più tardi per l’isola d’ Y'd. E magari gli farà pure ascoltare i Deep Purple :3 .


Copertina buona per il concept, abbastanza pauroso, meno per la fattura. Non evasa.
Come per il mese scorso acquista spessore solo dopo la lettura. Non refusa.


******


Adesso vi lascio perché sono scivolato su una medusa lasciata a macerare sulla sabbia ed al pronto soccorso non sanno dove mandarmi, visto il braccialetto etnico multicolore che porto. Prevedo una lunga degenza.

ALOHA REPARTO PATERNITA’

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MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 8:49 pm 
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Avete sviscerato ben bene la storia, non ho quasi la forza di dire la mia. Aggiungerei solo che in origine secondo me Gualdoni ha scritto "...e a quel punto l'uomo dice: ma qui non abbiamo mucche, solo VACCHE!". Anzi, ora prendo il bianchetto e faccio giustizia!

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 9:15 pm 
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Wolk: preciso come sempre, solo che la sindrome del canto del cigno, esiste eccome.
Mio padre, il giorno prima di morire, stava meglio e si alzò dal letto da solo...

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 Oggetto del messaggio: Re: ...
MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 9:21 pm 
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Cita:
"...e a quel punto l'uomo dice: ma qui non abbiamo mucche, solo TORI!"

secondo me l'inizio della barzelletta è tipo che 2 contadini vanno nella stalla per la mungitura come ogni mattina e poi...


dogamy ha scritto:
Ci fosse Eva Luna non torneresti a casa vivo...

credimi amo più gli animali che le persone... ma purtroppo non sono vegetariano. ciò non vuol dire che ne farei strage per divertimento

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Ultima modifica di matocc il mer ago 06, 2014 9:29 pm, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 9:27 pm 
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@dog

Scusami per aver rievocato certe questioni familiari :|

Ma io mi riferivo alla dicitura di questo presunto stato, che è un conio totalmente gualdoniano.
L'unica sindrome del cigno (nero) che conosco si riferisce a tutt'altra cosa, ed è un'invezione di tale Nicholas Taleb.
Qui semplicemente si è sdoganato un "canto del cigno" su misura per i letti d'ospedale.


ALOHA

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: mer ago 06, 2014 9:34 pm 
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Cyber Dylan ha scritto:
tutta la vicenda dell'ospedale mi sa tanto di riempitivo.
Gualdoni cerca di dare un tono 'morale' all'insieme, ma con esiti forzati. Raffigurare l'ospedale come una fogna è davvero poco credibile! Escludo che a Londra ci siano postacci del genere. Ma anche in una grande città italiana tipo Milano o Roma è poco probabile trovare un grande ospedale a simili livelli di indecenza.

non hai pensato che possa essere l'apprensione per un tuo parente malato a trasformare ai tuoi occhi un modernissimo e lindo ospedale in una fogna? e lo stesso dicasi per un'infermiera che (se tuo figlio sta male) sembra non ti caghi mai mentre invece sta solo facendo il suo lavoro dividendosi tra questo e quello (e magari andando in pausa quando è il suo turno?)
fa tutto parte dell'incubo della malattia

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MessaggioInviato: gio ago 07, 2014 8:45 am 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
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allora la fidanzata viene massacrata da un lettore di dylan dog.
appena si accorge di averla investita, ne approfitta per sfogare il suo odio verso uno stereotipo così abusato, vendicandoci tutti.
scherzi a parte, la tua ipotesi regge benissimo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: gio ago 07, 2014 12:19 pm 
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Iscritto il: mar dic 27, 2005 1:38 am
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SPOILER

Le varie morti presenti nella storia, le ho viste come una specie di bilanciamento: un cercare di mantenere l'equilibrio senza il quale si formerebbe un caos che non gioverebbe a nessuno.

La rappresentazione dei vari luoghi (ospedale, scuola), è implicito che sia simbolica.
Per quanto riguarda l'ospedale: è il tema principale dell'albo, che prende una connotazione visiva. Si dice che la Vita sia più crudele della morte. Il suddetto luogo, visto con gli occhi dell'autore e sotto questa idea di fondo, diventa più il luogo per eccellenza del calvario del titolo. Fino a che punto si è disposti a continuare a vivere, e sopratutto in che condizioni?

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: gio ago 07, 2014 3:43 pm 
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Iscritto il: dom giu 23, 2013 6:28 pm
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Ultima modifica di Walecs il lun ago 03, 2020 9:59 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: gio ago 07, 2014 4:42 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Walecs ha scritto:

Comunque le rappresentazioni della morte (sia nei dipinti che nelle sculture) sono mille volte più affascinanti di quelle di Cristo, della Madonna e così via. Perché non fanno studiare queste a scuola?





Parliamo del Cristo morto del Mantegna e de La Vergine delle Rocce e poi se ne discute.

Più interessanti non vuol dire più artisticamente valide. Più interessanti non vuole dire nulla.

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 Oggetto del messaggio: Re: ...
MessaggioInviato: gio ago 07, 2014 7:07 pm 
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Iscritto il: mer gen 02, 2013 12:47 am
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matocc ha scritto:
Cita:
"...e a quel punto l'uomo dice: ma qui non abbiamo mucche, solo TORI!"

secondo me l'inizio della barzelletta è tipo che 2 contadini vanno nella stalla per la mungitura come ogni mattina e poi...

Ho pensato alla medesima (inevitabile) cosa, solo posta dopo la mungitura "ci ho messo un po' di forza e maestria ma la sua mucca mi ha fatto un latte schiumoso come pochi!" "ehr.."..


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 Oggetto del messaggio: Re: ...
MessaggioInviato: gio ago 07, 2014 7:11 pm 
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Iscritto il: gio nov 22, 2012 2:02 pm
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Dies ha scritto:
matocc ha scritto:
Cita:
"...e a quel punto l'uomo dice: ma qui non abbiamo mucche, solo TORI!"

secondo me l'inizio della barzelletta è tipo che 2 contadini vanno nella stalla per la mungitura come ogni mattina e poi...

Ho pensato alla medesima (inevitabile) cosa, solo posta dopo la mungitura "ci ho messo un po' di forza e maestria ma la sua mucca mi ha fatto un latte schiumoso come pochi!" "ehr.."..

esatto... siamo menti illuminate :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: ven ago 08, 2014 11:10 am 
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Iscritto il: mar dic 27, 2005 1:38 am
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SPOILER

Mi ha colpito molto positivamente la rappresentazione iconografica della morte (grazie sopratutto al disegnatore), direi molto macfarlaniana. La scena della chiesa, in un primo momento, è spiazzante. Poi quando si scopre a chi si sta rivolgendo Dylan in ginocchio, prende una piega toccante e macabra nello stesso tempo.

Le citazioni di Gualdoni non mi hanno dato fastidio per nulla. Quella di Fra la vita e la morte mi ha fatto venire un po' di brividi, visto che è stato il primo Dyd che comprai (la seconda ristampa!).
Anche il nome del figlio non l'ho trovata una forzatura, anzi l'ho percepita come una cosa dovuta! Il ricordo di un personaggio che ha dato molto a Dylan. A tal proprosito la prima "apparizione" di Johnny in questo albo (quando si vede in penombra) è stato un omaggio gradito.

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 Oggetto del messaggio: Re: #335 - Il calvario
MessaggioInviato: ven ago 08, 2014 11:30 pm 
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Iscritto il: lun dic 18, 2006 7:45 pm
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Grande Gualdoni, una storia bellissima anche se devo ammettere che m'ha fatto stare un po' male, sono un genitore ed ho veramente provato la sofferenza di dylan :'(
I disegni di Martinello sono stratosferici, è un grande e lo inserisco nella mia top5 insieme a Casertano Brindisi bigliardo e Stano
Edit: hey ho preso questo albo oggi 08/07/2014, ma ho dovuto girare 3 edicole... Mi Sa che le vendite cominciano a migliorare per il nostro old boy!

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Ci son tre cose al mondo: le donne e il vino nero, la terza in fondo in fondo, é sempre il cimitero...


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