Rimaniamo su Bloch... e gli scherzi alzhaimereschi della sua capoccia - o di Bilotta, sulle nostre terminazioni nervose.
Il problema sono le pagine 29-30 e 36-37.
In queste sequenze ci viene presentata la vita placida da pensionato dell'Ispettore in un colorito quartiere di villette a schiera, volemmosebbene & sorrisoni californiani tra vicinato
.
Tutto questo non è reale e risiede soltanto come sottoprodotto n-/d-ella mente del nostro brontolone preferito... perché tra le pagine 48-50 ci viene mostrato un Dylan che lo accompagna nel grigio casermone-alveare dove realmente risiede con la cara Miss Grant.
Non può essere neanche una premonizione precisa sul futuro, perché in quelle pagine ci viene mostrato un Bloch che deve ancora tentare un approccio marpioso con la suddetta Grant, e vincere le sue timidezze da giardiniere
.
Diciamo che qui sembrano dei flashback deviati/deformanti o ricostruiti fantasiosamente in una dimensione (non tanto)parallela d'idillio dall'ispettore.
Se sono dei flashback però hanno un valore profetizzante, perché inquadrano cose che probabilmente succederanno, come contesto.
Che sia un luogo di autosuggestione - almeno all'inizio - lo si evince pure dal fatto che mentre ciarla sul divano con Dylan, all'improvviso si ri-immagina in una bellissma villa con tanto di limonata in giardino (p.57.v)
Aggiungo: quando il suo discorso si fa più enigmatico in quelle pagine (p.36.vi >> 37.iii), Bloch parla di una serie di dubbi che gli appannano anche qui la serenità, di misteri da risolvere... e di qualcosa che non
quadra -
come a me, alla faccia dei cerchi della storia di questo mese .
Esplicitamente fa riferimento ad un trasferimento a
Wickedford - altro nome parlante? - il villaggio sorridente in questione, e che nessuno si ricorda del giorno in cui sono andati - o sono stati deportati - a vivere qui.
Ma questa è, lo ripeto, soltanto una fantasia (sul futuro?) di Bloch, perché lui in realtà vive ancora nel casermone di cui ho già detto.
O forse è un'anticipazione di Bilotta su quel contesto... già slegato dalle peripezie londinesi, in cui Bloch fa già parte degli Immemori, lavaggio e stiraggio di cervello compreso
Qualsiasi cosa siano questi
Immemori ed il loro resort geriatrico di
Wickedford... sulla scia di alcune cose viste in
Morgana... lì dove l'asse temporale salta con tutta la caldaja... mentre Bilotta non mi sembra voler sparigliare tutte le coordinate nel delirio mis-cronico.
Nelle ultime due pagine ci viene consegnata una cartolina sulla vita (di fantasia?) a due dell'ex ispettore in quel luogo, della sua ricongiunzione con Miss Grant - dopo i fattacci di Chelsea? - e della loro gita verso una Londra sempre più scannata.
E' un qualcosa che avviene solo nella mente malata di Bloch, come una metafora imposta - da sè o da altri manipolatori - oppure esiste già concretamente un non-luogo di soggiorno per gli Immemori in cui rimuovere gli incubi reali a base di zombi e contagi?
A me pare che molte carte siano mischiate in modo intrigante, ma
che qualche sfasatura sia sbavata intanto, nel mistero fitto.
Anche perché il presunto vicino di casa (pp. 89-90) che parla di
Immemori e zone protette nel casermone a Dylan, oltre ad avere un'aria sospetta, è anche lo stesso che compare in (pseudo-)anteprima nel villaggio a pag 29, invogliando Bloch a prendere l'iniziativa con la tipa.
Tante stranezze... poche ipotesi.
L'unica che viene in mente, per quanto deboluccia, è che stando così le cose, abbiano tentato di inculcare un qualcosa di strano nella mente di Bloch già prima dei fattacci, e che la cittadina di Wickford sia un costrutto parallelo a cui la sua mente si deve essere abituata già prima di recarsi direttamente di persona, carne e pigiama.
Muah... chissà cosa ne pensate voi...