SPOILER
Quando una storia divide, vuol dire che ha qualcosa da dire, e quel qualcosa, la maggior parte delle volte, è personale (con una buona dose di autobiografia o quanto meno piccole frazioni di vita inserite qui e la) e originale (esteticamente). E’ capitato con la storia di Stano e con quella di Ambrosini. All’appuntamento non poteva mancare questa I Raminghi dell’Autunno di Fabio Celoni.
Devo dire la verità: ho avuto bisogno di rileggerlo per poter entrare nel circo(lo) a spirale della storia di questo mese. Le prime sensazioni dopo la lettura sono state: stupore, tristezza, angoscia, empatia. Cos’è realmente successo e cosa è solo suggestione, illusione. Da qui si capisce che è una di quelle storie che si prestano a varie interpretazioni. Poi c’è chi incosciamente, chi volontariamente, cerca di dare una spiegazione razionale a tutto. Ma in alcuni casi non è possibile.
Prendendo come chiavi di lettura alcuni aspetti della storia e rendendoli certi (Groucho è mancato davvero per due anni, ne da parziale conferma Bloch che non ha avuto contatto con la droga; il circo arriva e opera attraverso una sostanza che aumenta lo stato di stupore della gente), sono arrivato ad una conclusione mia. Inoltre per sviscerare ancor di più questo labirinto di incubi e di poesia macabra, bisognerebbe capire le vere intenzioni dei membri del circo. Cosa cerca il popolo d’autunno, cosa porta veramente nei posti che raggiunge ogni anno?
Nell’ultimissima sequenza, sembra che Crystal abbia avuto il suo primo incarico nello show, il suo primo allestimento, la sua prima “sceneggiatura”. Quest’ultima a quanto pare prevedeva come protagonista Dylan Dog, il famoso “Indagatore dell’Incubo”. Chi meglio di lui poteva essere il fulcro di un incubo atto a intrattenere e a stupire gli spettatori? E allora inizia lo show: smembrare il personaggio Dylan Dog. Come fare? Partendo dagli affetti. Groucho è stato fatto allontanare e manca da due anni. Non è più la spalla comica di uno strano investigatore. Ora è un membro di un circo itinerante. E’ diventato un fenomeno da baraccone fra altri freaks, che fanno dell’orrore intrattenimento per gente cosiddetta normale, che l’orrore lo vuole vedere soltanto una volta l’anno. E così inizia la caduta. Si arriva quindi ai simboli: con uno scatto di rabbia manda in frantumi il galeone e il clarinetto. Chi è diventato ora Dylan Dog? Cosa lo distingue dagli altri ora? Anche Bloch non lo riconosce più. E Dylan a sua volta, viene messo a confronto con sé stesso, la sua parte mostruosa. Crede di averlo ucciso. Poi lo spettacolo finisce: è andato tutto troppo oltre. Dylan ha letteralmente ucciso Dylan, in una sorta di delirio simbolico. La persona stà andando in frantumi, bisogna recuperare i pezzi e cercare di rimetterli al loro posto.
Il misterioso cliente che appare all’inizio, secondo me non esiste: molto probabilmente quando Groucho e Dylan raggiungeranno il luogo dove si troverebbe la dimora di questo fantomatico perseguitato dallo spirito della madre, non troveranno nulla. Si vede benissimo nelle ultime pagine che Dylan entra in uno spaccio ed esce da un carrozzone, quindi la droga allucinogena è ancora in circolo nel suo sangue.
Altra chiave di lettura potrebbe essere il metafumetto: una sorta di Quella casa nel bosco in versione fumetto. Con l’arrivo del Circo degli Orrori veniamo drogati anche noi come gli spettatori e come Dylan Dog.Viviamo l’incubo caratterizzato da una concatenazione di eventi alterati, che ci proiettano in una realtà che ci fa percepire l’orrore come una sorta di macabro scambio, ma che intratterrà soltanto una parte di pubblico.
Ripeto, le chiavi di lettura sono molteplici. Basta secondo me fare proprie quelle più consone a noi stessi e godersi una storia che va oltre le pagine di un fumetto in bianco e nero.
_________________ BenVenutI iN GolConDa!
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