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# 333 - I raminghi dell'autunno
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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 3:25 pm 
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Cyber Dylan ha scritto:

- Non c'è nessuna trama, solo una 'situazione'. L'albo dura 94 pagine, ma poteva durarne anche 900 o 9000, continuando a inserire deliri su deliri 'a buffo'.
E non c'è vera consequenzialità.



Bah, mi sembra un voler negare l'evidenza contro ogni dimostrazione :| .
Una consequenzialità degli eventi c'è e l'ho pure elencata sopra. Non è proprio lineare, ma si rifa al clima d'incubo dell'albo.
Questo accumulo di deliri su deliri non mi pare proprio presente, e credo sia una tua personale topica da additare.
L'unica vera "visione" è il Groucho-tuttogamba (p.32).
Il resto sono i numeri dello show - l'anima della storia - in cui Dylan viene via via coinvolto, o la sua confusione pre-svenimento (pp. 58, 93)


Cyber Dylan ha scritto:
Come non c'entra nulla il discorso fatto da Dyd sui clown. Dylan poteva menzionare gli animali addestrati...e non cambiava


Quella tirata serve per far capire l'avversione spontanea/personale di Dylan contro i circhi, a pelle, e non per aprire campagne social.
E più che dal suo bagaglio etico, deriva dall'inconscio dell'infanzia... pre-etica.
Guardacaso anch'io sin da bambino detesto i clown, e non di certo perché li ritenevo dei poveracci costretti a far ridere sotto una coltre di tristezza :evil: .


Cyber Dylan ha scritto:
La deformità fisica è l'unico metodo usato da Celoni per scuotere il lettore.
Non c'è altro che la deformità e l'intenzione di creare effetti-shock prevedibilissimi.


Ommaronna :roll: .
Ripetiamo: lo sfruttamento grottesto della deformità fisica è il primo passo per scuotere gli spettatori dello show, tra cui Dylan stesso... che è la prima marionetta (in teoria) dello spartito, da irritare ed indignare di proposito.
E' normalissimo che quelli spettacoli trucuolosi ed irriverenti passino prima per le immagini che per altro.
Tanto normale/prevedibile che è grazie a questo che si può attirare il pubblico nel tendone proprio per shock-arlo, rialzando la posta del sensazionale, anche senza droghe di mezzo.
It's the showbiz baby 8-)

SBATTI UN ALOHA IN PRIMA PAGINA

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 4:00 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Adesso io non voglio fare il salvatore della patria o l'eterno nostalgico però insisto che per me in questa storia c'è qualcosa di profondamente sbagliato a livello di registro. E' una cosa che se vogliamo succede in diverse storie della Barbato, ma qui mi sembra ancora più forte. Questo albo sembra, per molti di voi, azzeccare alla grande le atmosfere di DYD ma, a parer mio, le canna in pieno. Prendete un albo a caso, magari tra i primi cento numeri, uno di quelli belli. Scoprirete che sono molto più "composti", pur essendo anche parecchio più sgangherati di questo. Il motivo? Dylan è più pacato. Dylan non prende le cose così sul serio. A volte si deprime, a volte si sorprende, ma prende la vita con maggior filosofia. Se Sclavi avesse fatto una storia in cui Groucho non c'è più non avrebbe mai, e di questo sono certo, scritto un Dylan così incazzoso e privo di senso dell'ironia. Dylan si arrabbia anche, naturale, ma lo fa come sfogo momentaneo, non come presa di posizione. Forse anche per questo Celoni non mi piace: il suo tratto è chiassoso, urla, sbraita per farsi notare. Ma non è quello che mi aspetto graficamente da DYD.

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Giuda ballerino! L'inglese NON È' l'ITALIANO! - cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 4:47 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Spoiler!
I clown si vedono eccome. Non hanno parte importante nella storia, ma in molte vignette appaiono. ( ad esempio quando portano la bestia dentro nella pista nel numero finale ).

Le deformità sono solo un pretesto per parlare dell'animo umano e della vita. Può anche far schifo come concetto, ma è sempre meglio di quello che ci viene propinato nel numero precedente, tnt per dire.
I risultati sono tutt'altro che banali e alla terza rilettura, mi sento di affermare che per la Strega il direttore del circo rientra fra le categorie di villan più disturbanti e crudeli della serie, Crystal compresa o meno.

Il tratto di Celoni è aggressivo e sbraita ? Nel mio piccolo ( ma chiedete pure a Byron, visto che vi serve il parere di uno che sappia disegnare...) so quanto sia difficile fare tavole su gente che parla e discute senza esser ripetitivi.
Celoni ha qui creato una storia dalle tinte gotiche e grottesche, con tavole che sputano fuori dalle pagine vivacità e dinamica assolute, altro che Cossu con le sue statuine di sale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 4:56 pm 
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Voto generale 6,5 , storia scorrevole, la migliore delle ultime uscite, ma ancora lontanina dalla suggestione che un fumetto horror deve dare.
Disegni inquietanti , perfetti con l'atmosfera.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 4:57 pm 
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dogares ha scritto:
Spoiler!
I clown si vedono eccome. Non hanno parte importante nella storia, ma in molte vignette appaiono. ( ad esempio quando portano la bestia dentro nella pista nel numero finale ).

Le deformità sono solo un pretesto per parlare dell'animo umano e della vita. Può anche far schifo come concetto, ma è sempre meglio di quello che ci viene propinato nel numero precedente, tnt per dire.
I risultati sono tutt'altro che banali e alla terza rilettura, mi sento di affermare che per la Strega il direttore del circo rientra fra le categorie di villan più disturbanti e crudeli della serie, Crystal compresa o meno.

Il tratto di Celoni è aggressivo e sbraita ? Nel mio piccolo ( ma chiedete pure a Byron, visto che vi serve il parere di uno che sappia disegnare...) so quanto sia difficile fare tavole su gente che parla e discute senza esser ripetitivi.
Celoni ha qui creato una storia dalle tinte gotiche e grottesche, con tavole che sputano fuori dalle pagine vivacità e dinamica assolute, altro che Cossu con le sue statuine di sale.


Quoto la Strega in tutto e per tutto e aggiungo:

Piccatto ha scritto:
Il motivo? Dylan è più pacato. Dylan non prende le cose così sul serio. A volte si deprime, a volte si sorprende, ma prende la vita con maggior filosofia. Se Sclavi avesse fatto una storia in cui Groucho non c'è più non avrebbe mai, e di questo sono certo, scritto un Dylan così incazzoso e privo di senso dell'ironia. Dylan si arrabbia anche, naturale, ma lo fa come sfogo momentaneo, non come presa di posizione.


Non so cos'avrebbe fatto il grande Sclavi ma, secondo me, qua Dylan DI PROPOSITO viene ritratto diverso da quello che conosciamo, per i motivi ben noti narrati nell'albo. Quindi non credo proprio che sia stato cannato lo spirito di DD in quanto l'albo non vuole, volontariamente, descrivere il Dylan classico ma un Dylan devastato e depresso e si', pieno di ira e rancore come mai prima d'ora forse. Inoltre non dimentichiamo che, specie all'inizio della storia, Dylan provi ad essere vagamente ironico pur non riuscendoci pienamente (anzi, per nulla...).

Nota personale, ho apprezzato parecchio il non far attaccare il nostro alla bottiglia nonostante lo stato profondamente depressivo in cui versa. Sarebbe stata una soluzione facile ma secondo me avrebbe stonato un po' e comunque...

Spoiler!
... una bella sbornia Dylan la prende lo stesso :D


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 5:49 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Secondo me voi attribuite troppa coscienziosità a tutta una serie di cose su cui probabilmente l'autore non ha nemmeno riflettuto. I tentativi di ironia li ho notati, ma non sono abbastanza per farmi credere che quello è sempre lo stesso personaggio. Il fatto che ci si proponga di descrivere un Dylan diverso non vuol dire che questo sarebbe credibile o appropriato.
Le vignette di Celoni sono stracolme di inchiostro, se non è aggressivo il suo tratto...

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 6:23 pm 
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Località: Milano
Il fatto che i messaggi siano deduttivi, se non addirittura inconsci, aumenta la qualità del lavoro, non lo sminuisce.
Il Dylan scanzonato di Sclavi era solo un aspetto del suo essere, se si andasse ai primi numeri, lo si troverebbe invero piuttosto deciso e rude, ed in molte storie anche Sclavi ha tanta voglia di prendersi sul serio.

Anch'io trovo il tratto generale di Celoni troppo pieno di china, ma qui ha fatto un'ottima illustrazione, penalizzata dal formato ridotto.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 6:42 pm 
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Iscritto il: ven set 23, 2005 2:31 pm
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Sinceramente, al di fuori di tutte le dietrologie che vi possono essere, credo che la reazione più Sclaviana (e naturale) di un Dylan privo del suo fido assistente che sbatte la porta e va via, la possiamo trovare nel Meddiano "L'ospite sgradito".
Quindi una rabbia dettata dal momento e poi rassegnazione alla "scomparsa" dell'amico nella speranza che sbollisca. Insomma, Dylan per i motivi storici che ben sappiamo, ha fatto il callo alle "perdite". Di qualunque tipo esse siano. Quindi quella rabbia costante per il Groucho che apparentemente e volontariamente lascia la casa per il circo (soprattutto contro il circo stesso e non solo contro il suo assistente) mi è sembrata esagerata.
Ripeto, come scrissi nel mio commento iniziale alla storia, è proprio la base su cui essa è costruita che mi fa decisamente storcere il naso... ma a me son proprio piaciute le atmosfere che ha saputo ricreare Celoni. Che nel dinamismo dei suoi personaggi e nell'inchiostrazione abbondante, mi sembra quasi un'estremizzazione del tratto di Venturi.

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"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 7:59 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Un Dylan così arrabbiato ogni tanto ci può stare 8-) .
Ci sono degli elementi barbatiani, è innegabile, ma qui si tenta di evitare la logorrea continuata ed il lambiccarsi in angosce esagitate che con Paola troppo spesso la fanno da padrone.
Qui ha uno scopo chiaro "pro-azione", sono altri a metterlo in discussione... ed esasperarlo :mad: .

Lord Blendings ha scritto:
credo che la reazione più Sclaviana (e naturale) di un Dylan privo del suo fido assistente che sbatte la porta e va via, la possiamo trovare nel Meddiano "L'ospite sgradito".
Quindi una rabbia dettata dal momento e poi rassegnazione alla "scomparsa" dell'amico nella speranza che sbollisca..


Quel tipo di sbollimento rassegnato/pacato qui c'è. Fra le righe.
Dura un anno, e non è poco.
Poi il direttore, Crystal e tutta la carovana, al secondo giro tornano appositamente per provocare al midollo Dylan, rimettere in moto la sua rabbia inespressa, ed attirarlo verso lo showdown da copione (già scritto).
Potrà sembrare esagerata come rabbia ad orologeria, ma ci sono anche certe "sostanze" extra ad alimentare distorsioni e risentimenti.

E poi, rapportarsi ancora al Dylan di Sclavi dopo 333 numeri, porta quasi sempre ad aspettative sfasate :roll: .


Su Celoni.
Non credo che questa fosse la storia per mettersi alla prova con uno stile più "soft".
Anzi: qui serviva proprio l'esaltazione dell'eccesso brutalmente pandemonico e, a mio vedere, c'è riuscito appieno :3


ALOHA PATCH ADAMS

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 8:39 pm 
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Iscritto il: sab dic 27, 2008 3:49 pm
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Località: nato a erice, cresciuto a calatafimi, poi trapiantato a... trapani!
lo dicevo io che avevo già visto una situazione del genere in qualche altra storia, ma non riuscivo a ricordare quale :?

comunque la storia non mi è piaciuta granchè, sono un amante delle storie che si svolgono in un ambiente chiuso e questa, dalle apparenze, sembrava proprio una di quelle, eppure mi sembra che sia mancato quel guizzo in grado di farne uscire una vicenda memorabile, forse serviva approndire un po' di più i singoli personaggi in un contesto corale, cosa che secondo me è stata parecchio sacrificata a favore di una visione più scenica, dove il circo è il circo per il semplice fatto che se ne parla, quasi che l'autore abbia voluto raccontare quel che bastava a mettere in risalto i propri stessi disegni :roll:
peccato perchè da una storia incentrata su un circo poteva uscirne fuori qualcosa di molto appassionante e divertente (ci sono parecchi precedenti bonelliani che potrei fare, tex e zagor sono stati più volte al centro di movimentate vicende circensi :* ), ma la cosa più paradossale è che proprio una maschera per definizione come groucho in questa storia secondo me ne esce veramente indebolita, quelle poche battute che fa non mi hanno convinto, l'ultima di tutte sulla prima donna nello spazio poi non l'ho proprio capita :|

diciamo che ho preso l'albo pincipalmente per i disegni di celoni, e anche per la copertina di stano che, secondo me, al contrario di quello che molti di voi hanno affermato, è riuscita molto bene :wink: (inoltre è più corale della storia stessa :D )

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: mer giu 04, 2014 10:56 pm 
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 2:24 pm
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Bravo nonno pippo! Unisciti anche tu alle schiere dei naysayers di questa storia :D

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: gio giu 05, 2014 10:18 am 
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Iscritto il: lun mar 07, 2011 5:16 pm
Messaggi: 4484
Ok, l'ho letto ieri sera, sono tra quelli a cui l'albo è piaciuto, e molto. In ogni caso, per come è fatta la storia e per il modo che ha di voler far presa sul lettore, è perfettamente comprensibile che possa non piacere. Disegni incredibili, trama che, nel bene o nel male, una volta chiuso l'albo ti fa porre delle domande, te lo fa risfogliare e questa è una cosa molto importante.
Ho letto velocemente un po' tutti i commenti precedenti,
Spoiler!
mi piace l'interpretazione di pagiu, cito
Pagiu ha scritto:
il numero di Crystal è tutta la storia che abbiamo letto, il Circo di Celoni è arrivato per noi lettori.

Aggiungo che le ultime 3 tavole mi hanno dato l'impressione di essere una sorta di avvertimento ai lettori, "...noi siamo l'autunno, la stagione del cambiamento." e a settembre, con l'autunno comincia il nuovo corso, un nuovo dylan, in cui ci saranno stravolgimenti. Gojohnny ricordava le parole di Recchioni,
gojohnny ha scritto:
Su una cosa son d'accordo con Recchioni: Dylan Dog deve turbare, inquietare e non rassicurare... la direzione presa da quest'albo è quella giusta...

Penso che quest'albo sia una specie di anteprima. Cmq, penso che vada preso come una sorta di albo celebrativo (metà di 666), che vuole osare, col rischio di avere alcune falle, magari, ma con l'intenzione di emozionare.

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Vai, allora, ci sono altri mondi oltre a questo.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: gio giu 05, 2014 8:31 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
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Località: Macondo
Sai che il rimando all'autunno 2014 (per quanto riguarda il cambiamento) era parso di leggerlo tra le righe anche a me?
Poi mi sono dimenticato di scriverlo e mi è passato di mente :D
Comunque mi trovo particolarmente d'accordo con le affermazioni di raffa sotto spoiler.

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: gio giu 05, 2014 9:04 pm 
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Iscritto il: mar nov 12, 2013 12:30 am
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Piccatto ha scritto:
Secondo me voi attribuite troppa coscienziosità a tutta una serie di cose su cui probabilmente l'autore non ha nemmeno riflettuto.


Il che vuol dire che ha scritto particolarmente bene.

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- Nah, it's all right. This is culture!


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: ven giu 06, 2014 12:06 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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333, le corna sono tre, diceva un adagio sui diavoletti (ed i fedifraghi).
E invece… diabolo se mi sono sentito tradito da questa storia :!:

Un ottimo segnale di quello che dovrebbe essere Dylan nella media, e non per eccezione: ti invoglia a rileggerlo, si apre a più interpretazioni, ti disturba quanto basta, si getta a capofitto sull’orrore d’autore (anche grafico), e ripudia il concetto di ordine, per riconnettersi allo show rutilante & ributtante del caos non-fine-a-se-stesso 8-) .

Fantasmagorie a parte, non l’ho trovata una storia poi così criptica – dopo la seconda lettura, a dire il vero :oops: – anche se forse Celoni pur di soddisfare certi vezzi ha esagerato nello scombussolare le carte, spargendo alcuni motivetti quasi superflui.

I disegni superbi non sono la classica ciliegina sulla torta, ma un viale di ciliegi in fiore sotto il Monte Fuji: se volete prendere anche una fetta di torta fate pure, ma lo spettacolo di delizie è già garantito :wink: .

Alla fine ho votato ottimo_8 perché qualcosa non mi ha proprio convinto, e la trovo comunque un gradino inferiore ad Una Nuova Vita.
Seguono spunti vari a scanso di recensione perché non ne ho il tempo… ultimamente:



SPOILER °°°°°°°°°° SPOILER
°°°°°°°°°° SPOILER °°°°°°°°°°



Mi è piaciuto particolarmente il Dylan “dark” in quasi tutte le pagine :evil: .
Incattivito, incazzatissimo, cupamente scostante e pieno di rabbia, sbatte il grugno, non porge l’altra guancia né vuole filosofeggiare – lo faranno altri al posto suo.
Parte con ironia tagliente, alla fine si perde in una spirale di stati semi-allucinati o racconti (o meglio, “numeri”) paralleli, ma tiene botta sempre abbastanza bene senza perdersi in discorsi di troppo, dando il primato alla (rivendic-)azione, anche se si tratta soltanto di scivolare per carrozzoni malandati o palcoscenici insanguinati :tc: .

L’atmosfera malsana del circo degli orrori c’è tutta, come il suo ripiegare su una certa morbosità triste…. quegli stessi elementi che mettono a disagio Dylan-infante presso il nonsense feroce del circo ed il suo apparire inquietante.
Io sono faziosamente dalla sua parte perché sin da bambino detesto con orrore i clown in generale, anche prima di aver visto It.
E personalmente trovo molto più disturbanti i pagliacci di questo film parodico – tra l’altro citati nei disegni a pag. 23 – rispetto a quel McDonaldico di Pennywise.

Spoiler!



Nonostante alcune sparate di troppo sui “diversi/freak” – ma qui è tutto “diverso” nel senso di “sulle righe”, altrimenti nessuno pagherebbe il biglietto, e per l’albo-copione scritto da Crystal&co – alla fine la rincorsa al “messaggio” per dar nerbo alla storia non diviene una priorità assoluta.
Diciamo solo che il discorso della creatura degli specchi si prolunga un po’ troppo e l’aforisma sputacchiato/imbeccato dal gobbo era retoricamente evitabile (v. “ non guardare troppo a lungo i mostri/abisso… prima che loro guardino dentro di te", a p.47) :|

Altrove il direttore sforna parecchi spunti più interessanti, non tanto sul tema-freak, quanto sulla distinzione tra realtà e finzione, naturalezza e recitazione, nell’infinito gioco di maschere che va in scena sul palcoscenico della vita (pp.53-54)
Proprio per questa, bellissima, grazie ai disegni, è pag 58, col suo mantra sussurrato nell’incubo “… lo spettacolo è di giorno. Di notte c’è la verità:o .

Nell’insieme è una storia che si sbilancia parecchio verso uno stile barbatiano, anche se qui il pathos è più simbolico e non si rimugina più di tanto su ogni azione, a differenza dei conflitti e dei discorsoni di Paola.
Resta un lavoro molto sofisticato e barocco nell’anima... per questo difficilmente potrà emozionarmi ad una seconda lettura.

Non potendo allargarsi su ogni frangente, alla fine la vera storia dei retroscena e delle motivazioni dell’abbandono di Groucho sono di secondaria importanza, quasi un pretesto per innescare la vicenda.
Infatti il baffuto “vero” non compare quasi mai in carne ed ossa per i recitals ad personam della premiata compagnia, mentre basta il suo nome-ombra per adescare Dylan e farlo svalvolare di bruttubruttu :mad: .

Ben strutturato il discorso della meta-fiction nelle ultime due pagine, il copione nel copione scritto appositamente attorno a Dylan per arruolarlo nelle file dell’Horror Circus.
Ancora più stimolante perché, oltre ad essere una projezione dell’attività di Celoni stesso in veste di autore/attore di una sceneggiata, prefigura allegoricamente l’arrivo di una nuova stagione con le prossime foglie d’autunno… parlando di un oscuro regista al di sopra di Crystal e del direttore: che sia il RRobe in vista della fase.2 ?

[…]

Rimangono le cose che non mi sono piaciute :x: .

La ragazzetta da pizza è tanto inutile quanto stupidotta… ma almeno la sua medietà ajuta Dylan a capire in cosa consistano le risate (registrate?) del pubblico medio da sitcom :( .

Anche la creatura degli specchi forza certe chiavi di lettura, e straparlando adombra alcuni elementi di cui sinceramente si poteva fare a meno, come il potenziale “autunno” nel popolo delle quotidianità, che perdendo le proprie inibizioni può macchiarsi di qualsiasi pausa/intermittenza di coscienza e commettere nefandezze da “mostri”.
Per questo pagina 86 mi sembra quella più debole/superflua del lotto, come il riferimento al tizio sull’auto che risparmia Dylan per nonsisaquali esigenze di copione o slanci di misericordia :| .

Anche se probabilmente è solo un finto escamotage, le proprietà delle droga-sostanze mi sembrano un po’ eccessive nel quadro dei meccanismi della trama: e va bene suggestionare gli spettatori, o trasformare la percezione di sé che ha il performer, ma anche liberare il proprio io (p.83) ed operare purghe della memoria mi pare un po’ eccessivo come trip tuttofare.
Bastava spacciarla per qualcosa di meno… :g:

Infine i due colpi di pistola “sbloccanti” non mi sembrano molto coerenti tra loro, e confondono gli elementi innescati dalle premesse dello show, messo su ad arte dal direttore & co, con relative aspettative.

Un Dylan in character, per non parlare di quello di Paola, non avrebbe mai sparato al suo migliore amico, anche se farcito di tentacoli o sbrodolosamente ripugnante.
Qui invece preferisce la sua vita alla stretta (poco amichevole) dell’abominio senza baffi, e si trasforma pure lui in un mostro: non vedo questa vittoria-resistenza di cui altri hanno parlato… anzi, mi sembra che proprio qui Dylan faccia involontariamente il gioco dello spettacolo e porti avanti la sceneggiatura prescritta .
La sorpresa del direttore per me è finta, e il fatto che sia subito pronto ad additarlo come “mostro” lo conferma (p. 74.i) come anche il discorso sulla pubblicità aggratise guadagnata dal circo dopo questo episodio clamoroso live (p.81.v) :3

Qualche pagina dopo. quando sta per soccombere alla creatura degli specchi/il suo fake doppio, il direttore lo salva “freddando” senza un motivo preciso l’alter ego imbestialito. Non mi sembra affatto una vittoria di Dylan, e neanche una dimostrazione della sua resistenza ai propri demoni interiori.
Qualcosa quindi non quadra nelle azioni del direttore e nelle sue motivazioni per mollare “il caso” Dylan dall’arruolamento nella sua compagnia di squilibrati :? .

[…]

Sull’eccellenza dei disegni di Celoni avete già detto molto voi.
Oltre a Breccia mi sembra molto vicino ad un certo Venturi – il luna park ricorda molto quello del Gioco del Destino - ed un po’ ad Ambrosini quando deve sgranare il tratto sottraendo rifiniture (p. 32-33, 47, 50)

Alla fine l’impatto visionario è perfettamente riuscito, anche se discontinuo.
Certe volte finisce per ringiovanire un po’ troppo Dylan (11.vi, 36.iv)
Sa rendere la notte di Londra, anche con semplicità… (pp. 26-7) ma il meglio lo dà tra l’espressionismo felliniano e la fantasmagoria grottesca senza freni :P :P :P .

Tavole magistrali: pagine 9, 20; 34-35, 58, 73… ma non solo 8-) 8-) 8-) .
Belle le onomatopee taglienti e lo sguardo deviato di Crystal-marionetta (38.i, 93.iv)
I due avanzi di galera di pagina 38 sono presi da qualche film horror che adesso non ricordo, roba di truculenze texane o sudiste, credo…

[…]

Discorso a parte per la copertina: il concept non è male, anche se non c’entra con la storia: dà l’idea della coralità della “compagnia” in una foto di gruppo e mette Dylan nei panni del clown :lol: .
Quello che non va è che lo fa con uno stile naif e decorativamente light che nun c’azzecca namazza con lo spessore oscuro dell’Horror Circus e con l’anima torbida trasposta dai disegni di Celoni.

E c’azzecca ancora meno con la corposità sporcamente tipica dello stesso Stano, che qui si traveste da pulito compilatore di locandine vintage, a metà tra art-nouveau ed illustrazioni per bambini (il grassone a sx ne è proprio l’esempio) :dito: .

Sul tendone in pixel sorvolo, ma almeno i riquadri computerizzati attorno alle bandierine ce li potevano risparmiare, come sbadatezza :oops: .

[…]

And to conclude (mandavero?) una piccola curiosità extra aggratise.

Il titolo sulla copertina del libro che Crystal legge (p.96.i) è Something wicked this way comes… che oltre ad essere una citazione dal Macbeth di Shakespeare (IV.i.45) è anche il titolo originale del racconto di Bradbury che ha ispirato in parte questo albo.

Come spesso succede nell’editoria italiota il titolo è stato modificato castrosamente nell’edizione italiana (1962, editoriale docet) in ‘Il popolo dell’autunno’, da cui il richiamo nella storia di Celoni.
Che a me piace anche meno, perché sarebbe suonato meglio, a livello puramente suggestivo, ‘I Raminghi d’autunno’, invece che “ dell’ ”.
Ma sono piccolezze per un circo di stralunati... :D


****


Adesso vi lascio perché sta passando sotto casa un corteo colarato di gente festosamente atroce, con tanto di trombette, saltimbanchi, giullari, striscioni, e numeri da urlare. Sono tentato dall’aggregarmi, ma prima devo rispolverare la tessera del sindacato.

ALOHA C’HANNO ROTTO I COTILLON

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