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# 333 - I raminghi dell'autunno
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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: sab mag 31, 2014 10:08 pm 
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Piccatto ha scritto:
rimatt ha scritto:
Terminata la lettura, sono indeciso: lugubre perla o suggestivo bluff? Occorre pensarci su.

Ah, allora non sono l'unico ad aver pensato qualcosa del genere? :mrgreen:


veramente io l'ho detto già nel mio primo post su questa storia....

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 3:10 am 
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Riletta, adesso è tutto molto più chiaro. Con la rilettura è venuto qualche nodo al pettine nell' impianto logico di contorno, eppure la storia mi è piaciuta ancora di più.

rimatt ha scritto:
Terminata la lettura, sono indeciso: lugubre perla o suggestivo bluff? Occorre pensarci su.

CONTIENE SPOILER

E' difficile dirlo, o meglio è soggettivo.
Chi voleva una storia horror con una struttura più solida e verosimile sarà rimasto deluso per il ricorso alla trovata della "sostanza", che è cervellotica ('sta droga ha effetti vari, rende suggestionabili, provoca allucinazioni visive horror, ma fa anche dimenticare le stesse esperienze che provoca), che richiede una forte sospensione dell' incredulità, che lascia qualche controsenso irrisolto nella trama e che mette tutto sul piano della confusione fra finzione, allucinazione e realtà, cosa che da molti è percepita come furbata o fregatura.
Io però la penso come Dogares e non potrei esprimermi meglio di come ha fatto lei nel suo ultimo post di pagina 4. Quello che ho letto mi ha coinvolto ed emozionato, e chi se ne frega se era la realtà o se Dylan se l' e sognato in preda a qualche assurda droga?



dogares ha scritto:
Spoiler!
Sulla spiegazione finale: hai mai considerato che fosse una razionalizzazione personale di Dylan di fronte all'assurdo ma che, come si può anche capire nel finale, non avesse alcuna presa nella realtà ?

ANCORA SPOILER

La teoria della razionalizzazione personale è affascinante, ma nel finale c' è Crystal che in assenza di Dylan parla della sostanza dicendo che va perfezionata perchè Dylan l' aveva quasi riconosciuta. Questo conferma che la vicenda è tutta un' allucinazione provocata dalla droga, la quale esiste ed è stata somministrata a Dylan e al pubblico del circo.


Fra l' altro è inverosimile che Crystal, volendo incontrare Dylan per assicurarsi che avesse dimenticato, lo aspetti in quel negozio prevedendo che Dylan si sarebbe perso e si sarebbe fermato proprio lì.

Un' altra cosa che onestamente non mi spiego è l' assenza di Groucho. Quella non può essere stata indotta dalla droga perchè Groucho nella storia è andato via da ben due anni in seguito a una grave crisi interiore... ma in tal caso, come osservato da Mafiohead, si sarebbe dovuto fare un cenno al suo ritorno a casa, sul come avesse superato tale crisi che lo aveva indotto ad andare via e unirsi al circo. Invece lo troviamo sorridente a sparare battute come nulla fosse.
E poi, Dylan a Groucho non gli aveva sparato?

Tutte cose poco chiare che a una rilettura vengono messe a fuoco.
Ma, ripeto, del contorno me ne frega poco.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 11:05 am 
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ladyofdarkness ha scritto:
Piccatto ha scritto:
rimatt ha scritto:
Terminata la lettura, sono indeciso: lugubre perla o suggestivo bluff? Occorre pensarci su.

Ah, allora non sono l'unico ad aver pensato qualcosa del genere? :mrgreen:


veramente io l'ho detto già nel mio primo post su questa storia....

Più che altro lui l'ha espresso esattamente come l'avevo pensato io :) più che una cagata, temo che questa storia sia un bluff.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 11:22 am 
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Nyarlathotep ha scritto:


Spoiler!
La teoria della razionalizzazione personale è affascinante, ma nel finale c' è Crystal che in assenza di Dylan parla della sostanza dicendo che va perfezionata perchè Dylan l' aveva quasi riconosciuta. Questo conferma che la vicenda è tutta un' allucinazione provocata dalla droga, la quale esiste ed è stata somministrata a Dylan e al pubblico del circo.


In effetti...
Spoiler!
..io parlavo di tutta la costruzione logica che Dylan da all'intervento di Groucho e quella del complice nel suo studio, non sul reale effetto della droga come allucinatoria.


Nyarlathotep ha scritto:
Spoiler!
Fra l' altro è inverosimile che Crystal, volendo incontrare Dylan per assicurarsi che avesse dimenticato, lo aspetti in quel negozio prevedendo che Dylan si sarebbe perso e si sarebbe fermato proprio lì.


Si ma...
Spoiler!
...guardando bene la scena finale, pure quella è un'allucinazione. Infatti il negozio non esiste, in quanto Crystal scende direttamente da uno dei carrozzoni del circo.


Nyarlathotep ha scritto:
Spoiler!
Un' altra cosa che onestamente non mi spiego è l' assenza di Groucho. Quella non può essere stata indotta dalla droga perchè Groucho nella storia è andato via da ben due anni in seguito a una grave crisi interiore... ma in tal caso, come osservato da Mafiohead, si sarebbe dovuto fare un cenno al suo ritorno a casa, sul come avesse superato tale crisi che lo aveva indotto ad andare via e unirsi al circo. Invece lo troviamo sorridente a sparare battute come nulla fosse.
E poi, Dylan a Groucho non gli aveva sparato?


Ok, ma..
Spoiler!
..a parte che credo che Groucho sia sempre presente sebbene travestito ( e penso pure che sia anche in una scena Crystal stessa, quando fuma il piccolo sigaro, ad esempio..)..non è nemmeno detto che realmente Groucho si sia allontanato per due anni, ma anzi che questa sia una fantasia nella mente di Dylan stesso. Pare più plausibile che la vicenda sia durata il poco tempo che Dylan passa dall'entrare nel carrozzone di Crystal alla sua uscita, e che quindi nemmeno l'uccisione di Groucho sia reale.
Oppure, come ho pensato ieri, che la scena finale sia in realtà da considerarsi un prequel di ciò che capiterà all'inizio dell'albo. Cioè che, una volta perfezionata la droga, Groucho sia stato indotto ad andarsene e che tutti gli avvenimenti siano come appaiono durante il racconto. E che quindi, alla fine, Groucho sia stato ucciso da Dylan Dog, almeno nella realtà del tendone del circo.


editnyarla: ho spoilerato anche i quote del mio post sennò qualcuno poteva leggerli e incazzarsi, visto che contengono riferimenti al finale! :D

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 11:55 am 
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SPOILEEEEEEER







Non lo so.
Sono in fondamentale disaccordo con la famosa uscita sclaviana sull'ambivalenza di Groucho.
In primis perché, se dessimo retta a tutte le boutade del papà di Dylan, non ne usciremmo più ["Quando rileggo Morgana, non ci capisco nulla", per dire]; e poi, soprattutto, perché con la sua stessa attività ha testimoniato contro questa visione: il suo Groucho è sempre stato eccellentemente utilizzato come la vetta qualitativa della linearità senza doppi sensi, umorismo escluso.
L'unico autore che ha dato seguito a quell'uscita, l'ha fatto "per i suoi comodi", perché è anche l'unico che ha dichiarato di non aver mai saputo/capito utilizzare Groucho, e cioè la Barbato.
La Barbato ha più volte tentato di portarlo sul suo campo, perché altro non sapeva/poteva fare.

Groucho è il versante positivo dell'esistenza, è il sorriso che si cela sempre dietro la sofferenza, il contraltare perfetto di un Dylan la cui ironia è sempre stata intrisa di cinismo e malinconia.
Groucho è il raggio di Sole che costituisce una perenne via d'uscita all'orrore.. Non può cambiare, e soprattutto non può stare senza il "negativo" rappresentato dal suo capo. E viceversa. Sono due facce della stessa medaglia, che si sorreggono a vicenda.
Groucho è lo showman, il performer, il commediante, la spalla, pura workrate in barba alla psychology. Attribuirgli una dimensione altra e vertiginosa, più alta del gradino di una freddura, è operazione inconsistente e fittizia che va ad alterare inutilmente l'equilibrio di un sistema perfetto.
Un Totò, o un Fantozzi, non hanno mai avuto bisogno di sottotesti criptici, di doppie facce agghiaccianti, di riempitivi e interrogativi, perché la loro "unica" macroscopica dimensione era onnicomprensiva. Era una forma, un abito che andava su tutto, non un contenuto che ha bisogno di tanti altri contenuti per andare a completarsi.
Groucho è quello che è, in senso letterale: è così come viene presentato. Come il suo modo di prendere la vita.

Tornando a noi, e tirando le somme di questo discorso: a mio avviso, questo albo "sta dalla mia parte".
Provo a spiegarvi perché.

Innanzitutto, in quest'ottica, è giusto che Groucho in questo albo non compaia.
Non può e non deve farlo.
O meglio, compare in due luoghi dell'albo: alla fine, con il dichiarato ritorno alla realtà [talmente reale da sfondare la quarta parete, e concludersi in metatestuali identificazioni autore/attore], e nella copertina, che giustamente va a illuminare lo spettatore.
In sostanza, mi oppongo: la copertina non doveva inquietare, doveva dissociarsi dal contenuto dell'albo per riprenderne il messaggio, che è una dissociazione continua.
Groucho non doveva avere ruolo. E infatti non ce l'ha, come avete sottolineato voi.
Non a caso, al centro della [perfetta, ripeto] copertina, copertina, c'è Dylan stesso.
Perché?
Ce lo dice l'indagatore dell'incubo in carne e inchiostro, che lo conosce meglio di chiunque altro, a pag. 54: Groucho non ha mai avuto bisogno di gabbie protettive.
Non ha mai avuto bisogno di maschere, non ha mai avuto bisogno di unirsi a un circo itinerante per mostrare il suo vero io, non ha dimensioni oscure da reprimere e da dare in pasto a un pubblico sadicamente esigente.
Mi riquoto: "Groucho è quello che è, in senso letterale: è così come viene presentato".
Niente di più, niente di meno.

Groucho, fra quei tendoni, non c'è mai stato.
Era solo un pretesto dei raminghi per attirare a sé quello che loro consideravano il vero pezzo pregiato della loro eventuale collezione, il freak per eccellenza, quello che sì, ha più di una dimensione schizofrenica da occultare nelle tenebre [l'alcol? Il dualismo nel labirinto degli specchi?] e che quindi avrebbe alzato a dismisura l'asticella dei loro spettacoli, quello che non a caso campeggia al centro della copertina: Dylan Dog, ovviamente.
C'era però un grosso ostacolo, come evidenziato da lui stesso: se li avesse riconosciuti come attori truccati, non si sarebbe neanche mosso.
Da consumati conoscitori dei loro polli, i raminghi hanno capito che per attirarlo a sé c'era bisogno dell'orrore, non solo sotto forma di deformità estetiche, ma soprattutto attraverso la perdita di un amico, di una dimensione fondamentale.

La volta buona che riescono a coinvolgere Dylan nei loro spettacoli, però, è anche l'ultima, perché si rende subito evidente la resistenza, l'inadeguatezza di Dylan nel far parte di quel mondo.
Prima, con un colpo di pistola, "esce dal copione" e sabota l'intero meccanismo; poi, addirittura, resiste alla sua parte oscura: cedervi era la conditio sine qua non.
A quel punto, al direttore d'orchestra non rimane che riconoscere la sconfitta, liberare Dylan dai suoi demoni e fare in modo che dimentichi tutto perché non sia di futuro ostacolo ai suoi autunnali spettacoli di morte.
Un vero "padrone" sa quando è ora di dire basta, di far calare il sipario e di ripartire verso l'orizzonte della vita.
Anche un vero autore come Celoni lo sa, e lo ammette tirando le fila del suo lavoro.
Prima sceneggiatura? Chissà. Sicuramente avrebbe molto senso.
O non ne avrebbe proprio? :)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 12:24 pm 
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Bello, di quegli albi di cui non capisci una ceppa alla prima lettura, con quei disegni che confondono e si confondono tra un soggetto e l'altro. Mi strapiace, sapore old school.
E' un otto e mezzo pieno!

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fidatevi di me,ho un piano.beethoven.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 1:04 pm 
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Al di là dei contenuti, continuo a domandarmi come si possa considerare "old school" una storia disegnata da Celoni, che con Sclavi o Chiaverotti non ci ha mai lavorato. Anche perché un tratto del genere (e un Dylan così) negli anni '90 sarebbe stato praticamente impensabile.

Comunque, Nikolaj, non sono granché d'accordo con la tua analisi del personaggio di Groucho. Da bambino, quando guardavo lo storico frontespizio di Stano, Groucho era il personaggio che tra tutti mi metteva più paura. Nonostante il trattamento estremamente vario che ha ricevuto nel corso degli anni, Groucho per me rimane (e dovrebbe essere) quello: un demone, non una persona. Forse addirittura un'allucinazione di Dylan stesso, sì. Ma con un aspetto inquietante sempre presente.

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Ultima modifica di Piccatto il dom giu 01, 2014 1:09 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 1:08 pm 
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Non si poteva cannare l'albo il cui numero è la metà di 666? :D

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dall'orgia io fuggivo, non senza derisione.
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MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 1:23 pm 
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non è neanche detto che la sostanza crei allucinazioni. Il mostro degli specchi infatti ci dice che la droga non crea allucinazioni, ma trasforma realmente in mostri. Ognuno poi interpreta come vuole!


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 1:55 pm 
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Piccatto ha scritto:
Comunque, Nikolaj, non sono granché d'accordo con la tua analisi del personaggio di Groucho. Da bambino, quando guardavo lo storico frontespizio di Stano, Groucho era il personaggio che tra tutti mi metteva più paura. Nonostante il trattamento estremamente vario che ha ricevuto nel corso degli anni, Groucho per me rimane (e dovrebbe essere) quello: un demone, non una persona. Forse addirittura un'allucinazione di Dylan stesso, sì. Ma con un aspetto inquietante sempre presente.


Sulla percezione personale non si discute, ovviamente.
Anche perché, come si dice nell'albo, sono tantissime le persone terrorizzate dai clown [King ha fatto danni, in effetti, ma forse ha solo messo su carta quella che è tutti gli effetti una paura atavica].
Però poi, se devo cercare un riscontro fattuale alla tua percezione, non lo trovo.
E non trovo neanche la sua natura allucinatoria e demoniaca, o l'utilizzo "estremamente vario" che citi: Groucho è sempre stato lo stesso.
Come ho già scritto, l'unica che ha variato sul tema è stata la Barbato, ma solo perché altrimenti non riesce ad utilizzarlo.
Ricordo che Paola ha recentemente dichiarato [su Facebook] di servirsi di uno scrittore/battutista apposito per il Groucho dei suoi albi.
Anche Celoni, qui, sembra dirci [o dirmi]: "Guardate che non è vero niente, Groucho non appartiene a un mondo di maschere inquietanti e freak diabolici".
Io l'ho letta così, poi unicuique suum. :mrgreen:


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 1:59 pm 
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Io in modo diametralmente opposto. L'inquietante sorriso finale di Groucho, mostra al lettore ciò che è nella sua natura.
Un personaggio catalogabile, immerso in una pazzia continua, senza sbocchi. Un demone sorridente ma non meno inquietante di altri.
Non penso che quella di Sclavi fosse una boutade. Era un'affermazione seria, sulla reale natura del personaggio che divide la realtà e la follia di Dylan Dog.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 2:12 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
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dogares ha scritto:
Io in modo diametralmente opposto. L'inquietante sorriso finale di Groucho, mostra al lettore ciò che è nella sua natura.
Un personaggio catalogabile, immerso in una pazzia continua, senza sbocchi. Un demone sorridente ma non meno inquietante di altri.
Non penso che quella di Sclavi fosse una boutade. Era un'affermazione seria, sulla reale natura del personaggio che divide la realtà e la follia di Dylan Dog.



Forse è addirittura una questione caratteriale [del lettore, dico].
Io non ci vedo nulla di inquietante: è un sorriso, espressione massima di gioia e letizia [Groucho direbbe: anche di Samantha, Roberta, Filomena e Giuditta..].
Nell'essere umano, c'è sempre un po' la tendenza a problematizzare la felicità, forse perché è un oggetto ancora più misterioso della sofferenza.
Ma quello è: felicità, e non bisogna averne paura.
Anche perché, alla fin fine, l'unica cartina tornasole che abbiamo per giudicare dell'atteggiamento di Groucho è il feedback di Dylan, e la risposta in quell'occasione qual è?
"Andiamo, buffone!"
Così come accade nel corso di tutto l'albo, in cui Dylan si oppone con decisione alle illazioni sul conto di Groucho. Non vacilla mai, neanche per un istante.
Io sto con lui, in questo caso. L'ho sempre pensata così.

Su Sclavi: boutade o affermazione seria, me la devi far vedere.
Lui l'ha sempre usato di fatto in un modo solo, che non coincide con le sue parole.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 2:37 pm 
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Scusate ma non ho tempo per leggermi 7 pagine così fitte di commenti, posto quindi il mio commento sperando di non ripetere troppe cose già scritte da altri...

Ho votato buono, perché senza dubbio è un buon albo con disegni superbi. Se storie come queste fossero stata la norma negli anni passati non avrei smesso di comprare (regolarmente) Dylan. Però ammetto anche che la storia mi è sembrata un po' macchinosa e tutto sommato mi ha lasciato abbastanza freddo. A tratti più balorda che surreale, più confondente che fascinosa. Tolti i disegni spettacolari resta una sequenza un po' statica e ripetitiva di suggestioni in fin dei conti un po' ovvie legate alle atmosfere circensi.

Però i disegni spettacolari ci sono e contano. Eccome se contano.
Non sempre il tratto barocco di Celoni mi ha convinto, ma qui fa un lavoro stupendo, con alcune delle vignette più belle e suggestive mai viste nella serie. Straordinarie in particolare le vignette espressioniste, credo ispirate al lavoro dell'immenso Alberto Breccia. Applausi.

Peccato che a un albo graficamente così spettacolare sia stata appioppata la peggior copertina del (finora quasi sempre eccellente) nuovo corso: soggetto insignificante e resa piatta.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 3:14 pm 
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Iscritto il: ven nov 28, 2008 6:30 pm
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SPOILER

dogares ha scritto:
[...]Oppure, come ho pensato ieri, che la scena finale sia in realtà da considerarsi un prequel di ciò che capiterà all'inizio dell'albo. Cioè che, una volta perfezionata la droga, Groucho sia stato indotto ad andarsene e che tutti gli avvenimenti siano come appaiono durante il racconto. E che quindi, alla fine, Groucho sia stato ucciso da Dylan Dog, almeno nella realtà del tendone del circo.[/spoiler]

Improbabile, nel senso che non credo che l' autore abbia pensato questo, ma molto suggestivo e anche ragionevole, nel senso che non stona con quanto letto, a prescindere dalle intenzioni dello scrittore.
Tutti questi ragionamenti comunque rinsaldano lo spessore della dimensione surreale della storia la quale si presta a tantissime letture tutte plausibili. Nessuna lettura è senza dubbio quella vera, tutte possono esserlo. La bravura di Celoni, il motivo per cui con questo albo ad alcuni ha fatto venire in mente Sclavi, è che il surrealismo, la compenetrazione cioè fra il piano della finzione e il piano della realtà, non è pretestuoso in quanto poggia su un intero sistema dotato di solide basi: l' autore ha creato dei solidi presupposti concettuali per poter giocare, passando da un piano all' altro fino a confonderli, senza cadere nell' inspiegabile. Sclavi era maestro nel fare questo e l' esempio più classico è il capolavoro della letteratura "Storia di Nessuno", che cito come modello e non per paragonarlo ad alcunchè, dato che è il più grande fumetto mai scritto.
Purchè si abbia la volontà di prestarsi al gioco dell' interpretazione, che è un po' come scrivere la storia insieme all' autore, talvolta addirittura correggerla a sua insaputa incastrando i pezzi in diverso ordine ma senza toglierne o cambiarne nessuno. Tutto è lecito, restando in questi binari.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 333 - I raminghi dell'autunno
MessaggioInviato: dom giu 01, 2014 6:45 pm 
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Ipotesi che mi trova concorde
Nikolaj Stavrogin ha scritto:
SPOILEEEEEEER

Groucho, fra quei tendoni, non c'è mai stato.
Era solo un pretesto dei raminghi per attirare a sé quello che loro consideravano il vero pezzo pregiato della loro eventuale collezione, il freak per eccellenza, quello che sì, ha più di una dimensione schizofrenica da occultare nelle tenebre [l'alcol? Il dualismo nel labirinto degli specchi?] e che quindi avrebbe alzato a dismisura l'asticella dei loro spettacoli, quello che non a caso campeggia al centro della copertina: Dylan Dog, ovviamente


Il rifiuto di Dylan lo fa tornare alla realtà: spettacolo finito. Votato buono

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