Storia da 6 e rotti.
Mi stupisce che qualcuno la giudichi la migliore del nuovo corso.
Per me
Una nuova vita è nettamente superiore, e anche la storia di De Nardo uscita sull'ultimo Gigante mi era piaciuta di più.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
De Nardo è uno dei pochi sceneggiatori attuali che fa un Dylan davvero attivo (anzichè uno spettatore che passa il 99% del tempo a rimuginare banalità e farsi seghe mentali). Già questo è un buon avvio. Se poi il soggetto è solido, meglio ancora. Qui il soggetto parte bene, ma si affloscia nel finale.
La prima parte è ingarbugliata e dal ritmo un po' asfittico (eccesso di balloon) ma sempre interessante.
Come è interessante Carter.
Da ANNI le donne in Dyd appartengono a 2 categorie, una peggiore dell'altra: o sono generiche "brave ragazze" (del tutto anonime) , oppure sono piattole insopportabili!
Anche Carter si comporta un po' da piattola
ma non è solo quello. E' anche una ragazza dotata di qualità e talento.
La seconda parte, quando il movente del cattivo viene alla luce, delude. La vicenda si risolve in modo troppo sbrigativo e semplicistico per essere davvero efficace. E il cattivo capitalista si è ormai visto in centomila salse!
Ma la parziale delusione non azzera quanto di buono si è visto fino a quel momento. E l'intervento del marito di Carter (sempre citato e mai visto, un po' come la mamma invisibile di
Abissi di follia) a salvare baracca e burattini è un tocco di genio.
Così così Dell'Uomo. Alcune tavole funzionano, altre davvero no.
E' il problema dello stile "alla Magnus". Come con la linea chiara di Hergè, non si può "barare". Anche chi non mastica molti fumetti si accorge subito di eventuali difetti. Basta una mano o un piede sbilenco, e la vignetta è rovinata.