Cravenroad7

Per lei? Non mi risulta



A parte le fan ( ) non si scrive mai per una fantomatica gloria se poi nessuno ti legge, nel bene o nel male, anche seppellendoti di critiche.
Altrimenti è una cosa più affine all'auto-gloria, auto-stimolazione, etc...
Per quanto il bisogno di esprimersi - o di spremersi? - sia importante.


ALOHA NON SI LEGGE, SI CONSUMA

A livello personale, il commento è una sorta di cura psichiatrica per una demente affetta da eccessivo protagonismo....
Di chi mi legge o non legge, me ne frega assolutamente nulla.
I dialoghi sul lettino di Freud si fanno senza che l'interlocutore risponda.

Sì Dog, in un certo senso vale anche per me .

Anche se nel mio caso non si tratta di un trattamento terapeutico, né di una ricerca di gloriosi consensi/responsi.
Più che altro si tratta di contenere entro una forma solida - o meglio pseudosolida, come un commento digitale - tutto il marasma sgangheroso che mi frulla per la capoccia mentre leggo un Dylan, ed ancora di più dopo che l'ho letto o mi sono confrontato con altri lettori.
Non farò bene alla salute di nessuna delle parti in causa, ma se c'è tempo da perdere "saddaffà".
Perché soprassedere? In fondo fa parte delle devianze di una passione comune.
E poi si apprezzano maggiormente i tempi in cui bastava dire 'mi piace' o meno.
E gli 'I like' su FB?

SKIP ALOHA FOR THE HOMEPAGE

Letto.
La citazione di ortolani l'avevo messa perchè era perfetta dopo il preambolo di rimatt, ma tutto sommato la sua opinione è la più vicina alla mia. Storia scritta bene, con personaggi ben gestiti, ma che nell'alternanza di scenette non è così geniale (alla sclavi, insomma), da poter funzionare da sola in assenza di una trama forte. E nel finale la trovata conclusiva (comunque piuttosto classica) non riesce a fare questo lavoro, è una trovata simile a quella usata da Bilotta in 'Addio Groucho', però là era una solta di leit motive che accompagnava il racconto, qui è l'elemento centrale della trama, e funziona meno bene. Insomma, nel complesso un buon lavoro, che paga un po' l'assenza di middleground quando si lavoro nell'umoristico (una cosa o fa ridere o non fa ridere), un po' soffre l'anima ibrida fra scenette chiaverottiane e depressione barbatiana del povero Dylan.
Straordinari invece i disegni dei fratelli Cestaro, spero di rivederli presto.

Anche se scrivo pochissimo, io Dogares la leggo sempre con estremo piacere, invece.
Questa volta, almeno parzialmente, mi discosto però dal suo parere. Ho votato "Accettabile" perché per me è tutto sommato una storia sicuramente sufficiente. Non solo per l'apporto eccellente dei Cestaro Brothers, che nell'ottica complessiva deve pur valere qualcosa, ma tutto sommato anche per l'altra metà del contenuto, ciò che attiene alle competenze di Di Gregorio.
Mi piacerebbe un sacco leggere la sceneggiatura pre-revisione, lo confesso: a quest'autore ho spesso rimproverato uno scarso rispetto delle psicologie dei personaggi, mentre nelle ultime storie vedo compiti più corretti, da questo punto di vista, per quanto quel "barbone" detto da Bloch mi abbia fatto storcere ampiamente il naso. A scanso di equivoci: no al politically correct, ma sì ad una sensibilità più corretta. Anche in inglese, per quanto io non sia un fenomeno nel masticare tale lingua, la differenza tra homeless e tramp si sente.
Per il resto, la storia non ha un crescendo reale (o quanto meno io non l'ho percepito), ma possiede un susseguirsi di situazioni ironico-grottesche che mi hanno in larga parte convinto.
Non sto a cavillare sul ruolo di Morte, tuttavia condivido che il finale sia la parte più debole dell'albo. Una divagazione personale: amo molto la fantascienza di José Saramago. In Le intermittenze della morte l'incipit è simile: qualcosa non va, le persone morte... non muoiono. Questo grande autore portoghese, a differenza di un colosso come Richard Matheson, sovente non riteneva opportuno spiegare i suoi assunti iniziali: se ne sbatteva di motivare al lettore -che ne so- il perché tutti fossero divenuti ciechi (in Cecità). Semplicemente, suggellava fin da subito il patto col lettore.
Torno a Dylan: l'operato di Di Gregorio è stato interessante e a tratti persino qualcosa in più. Chissenefrega di avere sempre una motivazione. La mia posizione potrà anche esser solo mia, ma non mi sarebbe dispiaciuto sostituire tutto il dialogo finale con una semplice vignetta che riprenda da vicino il volto di Morte e da cui trasparia un baluginio o similia: il collegamento con lo sfogo dylaniano iniziale l'avrebbe fatto il lettore, perché l'elemento di connessione c'era... o se non soddisfatto avrebbe completato a piacere (a fantasia).

Riguardo alla copertina: a me è piaciuta. Sì: sarebbe ideale come maglietta (pure figa, direi ) ed è attraente. Non è esplicativa, su questo ti do ragione, ma stilisticamente inappuntabile.
Ciao a tutti,
Carlo Maria

La storia di Di Gregorio che mi è piaciuta di più non è una di Dylan Dog. E' "Il lungo inverno" de "Le Storie". Ero rimasto assolutamente incantato dai giudizi di Ripoli. Credo che mi metterò a cercare informazioni su questo disegnatore, davvero non ne so niente.
Scusate se sono andato un attimo OT.

Ok la storia in sè non è il massimo dell'originalità ma Di Gregorio tira fuori un albo davvero ottimo.
Grazie ad alcune piccole trovate, piccole battute (quella su Gloria che è "venuta" è la migliore) e qualche accorgimento ne risulta una storia in pieno stile Dylan Dog, con ritmo, ironia e un pò di splatter.

Per me, con le ultime storie (Io Uccido, questa e Alla Ricerca Della Felicità) nel complesso Di Gregorio si è dimostrato un bravo autore che potrà sicuramente dire la sua nel nuovo corso. Avanti così.

Ci sono i ritornanti che mi ricordano quelli di Les Revenants, lo splatter, bei disegni...8 e mezzo e porta a casa!

POSSIBILI SPOILER
Capisco che la storia sia sceneggiata bene, ma ha un difetto fatale. Questa storia cerca di raccontare attraverso delle mini storie come hanno fatto in passato centinaia di volte Sclavi e Chiaverotti. La differenza è che nei vecchi albi le ministorie occupavano il 10-20 % e il resto era puro intreccio con Dylan che la fa da padrona. In questo caso abbiamo un 90% di mini storie (che diventano ripetitive non appena Bloch dice che vi sono stati casi simili a quello di gloria) e un Dylan disperato e completamente inutile.
Voto 6.5 solo grazie ai disegni e a delle battute, finalmente, non da C3PO. Questa è la migliore di Di Gregorio che prima d'ora non reputavo neanche un vero autore

Una cosa è indubitabile: i Cestaro hanno messo tutti d'accordo.

Ho votato 6. I disegni incantano per circa metà albo, poi forse complici alcune scelte di sceneggiatura, diventano un pò marginali. Restano cmq alcune tra le tavole più belle da anni a questa parte.

La storia ha un soggetto debole e abbastanza banale, ma alcune trovate sono da promuovere. Purtroppo continua la serie negativa dei finali. Ormai non se ne azzecca più uno.

la penso totalmente con dogares su questo albo.

A giudicare dai voti del sondaggio, questa storia, a mio parere, è un tantino sopravvalutata. Per carità, non tanto come quel nulla montato ad Arte de l'assassino della porta accanto, però... ci troviamo di fronte a una storia che per la struttura episodica, priva di un vero intreccio, poteva durare 32 pagine come 320 e nulla cambiava. La trovatina finale non è granché ma almeno è spiritosa. Buoni ma non eccezionali i disegni dei Cestaro.
uno onesto ACCETTABILE, suvvia, senza esagerare.

Deo Gratias....

La sacrosanta verità.