joe montero ha scritto:
il RRobe ha scritto:
joe montero ha scritto:
Il problema rimane secondo me soprattutto il modo in cui è trattata la figura della morte. Che è il direttore degli Inferni. E non voglio mica far quello che la sa lunga su internet. Son pareri normali di un lettore normale. No troll No psicotico No sbirro
Per esempio.
Io raramente entro nel merito delle critiche.
Ma in questo caso, visto che più volte e in più interventi reiteri questo concetto, obietto.
Il direttore degli inferi non c'entra nulla.
Quelle non sono anime dannate destinate all'inferno.
Quelli sono morti, punto.
Risorse umane per la Morte.
Che la Morte, in una chiave un poco diversa del solito (più ironica e meno drammatica) gestisce per i suoi fini.
L'inferno, sclaviano o meno, non c'entra nulla.
Oddio, io non sono mica d'accordo, eh!
In Sclavi gli Inferni erano per tutti (basta vedere la coppia marito/moglie nell'incipit dell'albo omonimo), mica solo per le anime peccaminose. Il paradiso dov'è nella serie? Si parla di innumerevoli inferni, gestiti da un'entità burocratica di stampo palesemente allegorico, paradossale, parodistico. Io di "materiale umano" dedicato alla Morte nella misura di "stagisti" non ho mai sentito parlare, mi sembra un ripiego forzato, fuori dalla poetica esistenzialista della "oscura signora". Nonché un topolino che esce dalla montagna.
Poi che la chiave è diversa dal solito lo ammetti tu stesso, quindi a posto. Io non sono talebano, figurati, non si può nemmeno essere talebani di una cosa sfaccettata e inafferrabile come Dylan, dico solo che questa Morte mi è sembrata fuori dal contesto poetico della testata. Impressione, spero argomentata, mia.
Poi, ricordo un albo che praticamente era piaciuto solo a me e Rimatt: LA COLLINA DEI CONIGLI. Anche lì c'erano un sacco di post nostri, a dire che la storia ci era piaciuta. E' normale. Se uno sente tantissimi pareri positivi su una roba che reputa non così buona finisce per cercare di dare una dimensione al proprio punto di vista critico e per farsi sentire. Così come quando una roba bella viene denigrata. Tu lo sai bene, via.
Sni.
Nel senso che sì, è vero, gli inferi sclaviani sono praticamente per tutti. Cosa che dipende il larga parte dal fatto che per Tiziano essere degli esseri umani è già una colpa bella grossa (e qui ci sta la solita formula del "i mostri siamo noi").
Detto questo, nella storia in questione di inferno non si parla affatto.
La morte assume impiegati per fare il suo lavoro (uccidere la gente).
Poi, sia chiaro, la Morte sclaviana ha molte sfumature, così come tutta la sua cosmologia.
E se lui ha principalmente puntato alto e al cuore (non disdegnando sortire ironiche e smitizzanti) perché se lo poteva permettere, io che permettermelo non posso, punterò sempre sulla figura di una morte più smitizzata e ironica (alla maniera di Pratchett e dei Monty Python), non escludendo qualche sortita più poetica.
Del resto, ho fatto una serie di 100 albi sulla morte, è inevitabile che parte della mia visione finisca comunque in Dylan, anche rispettando il personaggio e quanto fatto da Tiziano.