wolkoff ha scritto:
Scusami, ma non credo che sia il caso di spiegare in questa sede cosa intendo io per "sensibilità"... come mi sembra che la tua prima menzione di Chiaverotti sia fuori luogo.
Mica ti avrò offeso ?
Se l'ho fatto, me ne scuso e ti chiedo la pace.
Avevo insistito su quest'argomento soltanto perché desideravo esporre la mia opinione sulle ragioni per le quali il personaggio non ha più l'appeal di un tempo, tutto qui.
wolkoff ha scritto:
Di certo non è il fenomeno astratto/sterile che mi attribuisci... visto che si tratta di una facoltà che parte dai sensi e dal loro confronto concreto con le realtà possibili, tangibili o intangibili.
E' una status recettivo inbound prima che comunicativo outbound. In un secondo momento può essere attivato per smuoverne altre, di sensibilità... sempre non uniformi, s'intende.
Se poi ti riferisci alla sensibilità come "tatto/delicatezza" nell'affrontare alcuni argomenti o alla profondità delle loro sfaccettature/punti di vista è un altro discorso...
Ed infatti ho sin da subito specificato quale significato le attribuivo.
wolkoff ha scritto:
Non conosco di persona Bushema, ma quella frase suona di freddura mirata ad auto-ironizzarsi nel paradosso, come spesso piace a certi artisti. Persino i giornalisti sono soliti dire, come categoria, che è sempre meglio fare il loro mestiere piuttosto che lavorare
Se per questo, neanche io.
In ogni caso, ero serio quando l'ho scritto, dato che è stato lo stesso Buscema a dichiararlo:
Aspiravi a diventare un disegnatore di fumetti ?
No, in realtà non l'ho mai desiderato, volevo piuttosto essere un pittore. Ma chi potrebbe sopravvivere facendo il pittore ?
[...]
Penso di aver avuto da sempre l'idea fissa di allontanarmi dal mondo dei fumetti ...
Jack Kirby respirava letteralmente fumetti. Erano la sua vita. [...] Io, invece, non avevo nessun reale interesse: mi preoccupava piuttosto quanto potevo guadagnare e quanto tempo mi era necessario.
(da conversazionisulfumetto)
E stiamo parlando di uno dei più grandi disegnatori di tutti i tempi.
Il mio discorso verteva più che altro sul fatto che un tempo gli autori riuscivano a trasmettere con maggior efficacia l'idea che il fumetto è un mestiere duro e complesso grazie ad un look più
professionale.
wolkoff ha scritto:
I gialli di rapido consumo su Dylan sono difficili a morire: almeno quei sei/sette all'anno non si scampano. Temo sia fisiologico, e poi non credo s-contentino tutti alla fine, per quanto sappiano di contentino
Pure
Memorie dall'invisibile è un giallo, se per questo.